"Santo sta tornando dal mare e il tramonto è talmente perfetto da sembrare dipinto, a volte capita nella bassa, non ci sono ostacoli fra cielo e terra, solo chilometri di terra e cielo, campi coltivati a mais e girasoli protesi verso il sole a bruciarsi riempiendo il giorno di colori e questi colori entrano senza filtri, gli sembra di sentirne il profumo intenso a mescolarsi con l’aroma dell’aria calda e con quello della crema idratante spalmata generosamente sulla pelle arrossata dal sole. Sul sedile della piccola Porsche dorme Lara, la pelle chiara della ragazza è arrossata, lei non ha la pellaccia dura e meridionale di Santo, ed è bellissima, con le gambe nude allungate sul cruscotto del suo ultimo acquisto. Santo ha comprato la Porsche 997 Carrera cabrio da due commercianti slavi che conosce da anni, sono uomini veloci, affidabili, in continuo movimento lungo la penisola e da un confine all’altro dei diversi paesi dell’Est. Li ha difesi in tribunale per un’accusa di traffico di auto rubate fra Croazia e Italia, e poi esportate nei paesi dell’Est. Lui sa come contattare Anatoliy quando gli serve, sono affidabili i criminali della parte più estrema dell’Europa, soprattutto quando li hai strappati dai guai. La Porsche che gli ha procurato è regolare, l’ha pagata solo trentamila euro, ha centomila chilometri e mentre l’aria calda gli scompiglia i capelli Santo sente la vita, quella vera, scorrere dentro come energia elettrica, sa che questa sensazione non durerà per sempre, si sente come Richard Gere nel film All’ultimo respiro, senza speranza, senza futuro, senza un domani certo e osserva di nuovo Lara accanto a lui. Lei lo dimenticherà, troverà qualcuno meglio di lui. Se lo arresteranno, se lo ammazzeranno, lei troverà un altro studio legale, un altro avvocato, magari un giudice, poi si sposerà, farà dei figli, si troverà un amante più giovane e si abbruttirà in qualche circolo tennis fra gare di burraco, serate alcoliche con altre madri frustrate, mogli di avvocati. La sua bellezza sfiorirà senza di lui, e forse un giorno, per caso, durante una bella crisi depressiva, lei si ricorderà di questa giornata al Lido di Spina, spiaggia enorme della riviera ferrarese. Lara rammenterà la frittura mista, il pignoletto ghiacciato, il sesso sudato nella pensioncina sopra la trattoria e il pomeriggio in spiaggia a sparlare delle famigliole locali, così ordinarie, così tristi, con mamme indaffarate a pulire culetti di mocciosi smoccolanti, a leggere riviste patinate sotto gli ombrelloni con i mariti intenti a sbirciare di sottecchi le sue tette perfette contenute a stento dal costume Perla regalatole per l’occasione, chiedendosi magari chi fosse il ricco terrone con lei, un mafioso, forse, sicuramente un poco di buono, con quei capelli corti e neri e la carnagione da muratore. Hanno riso, fatti di coca, pieni di pesce, sazi di sesso, hanno fatto il bagno nell’acqua torbida dell’Adriatico e adesso Santo potrebbe anche morire, perché non è la morte che lo spaventa ma la possibilità di perdere il denaro, la ricchezza fittizia, l’euforia di potere fare quasi tutto, alla faccia di chi lo ha sempre evitato, schifato, umiliato. Santo accarezza la pistola che nasconde sotto il sedile dell’auto, dovranno stanarlo per sottrargli questa sensazione perfetta, e adesso non ha più paura, almeno fino a quando la coca rimarrà in circolo in totale sintonia con il rumore quasi musicale della piccola Porsche."
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sabato 13 aprile 2019
Ombre cinesi ... frammenti
"Santo sta tornando dal mare e il tramonto è talmente perfetto da sembrare dipinto, a volte capita nella bassa, non ci sono ostacoli fra cielo e terra, solo chilometri di terra e cielo, campi coltivati a mais e girasoli protesi verso il sole a bruciarsi riempiendo il giorno di colori e questi colori entrano senza filtri, gli sembra di sentirne il profumo intenso a mescolarsi con l’aroma dell’aria calda e con quello della crema idratante spalmata generosamente sulla pelle arrossata dal sole. Sul sedile della piccola Porsche dorme Lara, la pelle chiara della ragazza è arrossata, lei non ha la pellaccia dura e meridionale di Santo, ed è bellissima, con le gambe nude allungate sul cruscotto del suo ultimo acquisto. Santo ha comprato la Porsche 997 Carrera cabrio da due commercianti slavi che conosce da anni, sono uomini veloci, affidabili, in continuo movimento lungo la penisola e da un confine all’altro dei diversi paesi dell’Est. Li ha difesi in tribunale per un’accusa di traffico di auto rubate fra Croazia e Italia, e poi esportate nei paesi dell’Est. Lui sa come contattare Anatoliy quando gli serve, sono affidabili i criminali della parte più estrema dell’Europa, soprattutto quando li hai strappati dai guai. La Porsche che gli ha procurato è regolare, l’ha pagata solo trentamila euro, ha centomila chilometri e mentre l’aria calda gli scompiglia i capelli Santo sente la vita, quella vera, scorrere dentro come energia elettrica, sa che questa sensazione non durerà per sempre, si sente come Richard Gere nel film All’ultimo respiro, senza speranza, senza futuro, senza un domani certo e osserva di nuovo Lara accanto a lui. Lei lo dimenticherà, troverà qualcuno meglio di lui. Se lo arresteranno, se lo ammazzeranno, lei troverà un altro studio legale, un altro avvocato, magari un giudice, poi si sposerà, farà dei figli, si troverà un amante più giovane e si abbruttirà in qualche circolo tennis fra gare di burraco, serate alcoliche con altre madri frustrate, mogli di avvocati. La sua bellezza sfiorirà senza di lui, e forse un giorno, per caso, durante una bella crisi depressiva, lei si ricorderà di questa giornata al Lido di Spina, spiaggia enorme della riviera ferrarese. Lara rammenterà la frittura mista, il pignoletto ghiacciato, il sesso sudato nella pensioncina sopra la trattoria e il pomeriggio in spiaggia a sparlare delle famigliole locali, così ordinarie, così tristi, con mamme indaffarate a pulire culetti di mocciosi smoccolanti, a leggere riviste patinate sotto gli ombrelloni con i mariti intenti a sbirciare di sottecchi le sue tette perfette contenute a stento dal costume Perla regalatole per l’occasione, chiedendosi magari chi fosse il ricco terrone con lei, un mafioso, forse, sicuramente un poco di buono, con quei capelli corti e neri e la carnagione da muratore. Hanno riso, fatti di coca, pieni di pesce, sazi di sesso, hanno fatto il bagno nell’acqua torbida dell’Adriatico e adesso Santo potrebbe anche morire, perché non è la morte che lo spaventa ma la possibilità di perdere il denaro, la ricchezza fittizia, l’euforia di potere fare quasi tutto, alla faccia di chi lo ha sempre evitato, schifato, umiliato. Santo accarezza la pistola che nasconde sotto il sedile dell’auto, dovranno stanarlo per sottrargli questa sensazione perfetta, e adesso non ha più paura, almeno fino a quando la coca rimarrà in circolo in totale sintonia con il rumore quasi musicale della piccola Porsche."
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