giovedì 8 novembre 2018

Non ho l'età ... Rai 3



Nella fascia oraria successiva a Blob, una delle trasmissioni culto della televisione, e precedente a Un posto al sole, una delle poche soap opera italiane che resiste inossidabile nel tempo, la Rai inserisce trasmissioni di diverso tipo che durano solitamente alcuni mesi e che tranne poche eccezioni sono solitamente decisamente deprimenti.
La domanda sorge spontanea, perché?
Meglio sarebbero le vecchie comiche,  che ricordo sempre con affetto, venti minuti di vecchi spezzoni con comici del muto, o Stanlio e Ollio, meglio sarebbe prolungare Blob, meglio sarebbero dei cartoni animati, considerando il fatto che in quella fascia oraria le famiglie italiane spesso sono a cena e magari i più piccoli dopo vanno a dormire.
Invece nel palinsesto Rai inseriscono sempre prodotti devastanti per qualsiasi sistema nervoso mediamente in assetto, trasmissioni che spengono sul nascere qualsiasi traccia di ottimismo e allegria, predispongono a un qualsiasi anti depressivo, inducono il sonno e la tristezza, insomma sono davvero incomprensibili.
Potrei citarne davvero innumerevoli, da una striscia che presentava vite di perfetti sconosciuti, a un'altra dove una squadra di attori entrava negli appartamenti di famiglie italiane per incomprensibili performance.
In questo momento sta andando in onda Non ho l'età.
Massimo rispetto per le coppie che raccontano la loro storia, come si sono conosciuti, persone che si sono incontrate in quella fase della vita che volge al tramonto, alcuni con età superiori agli ottant'anni.
Storie fantastiche di amori riscoperti, e gioia di vivere.
Ma se lo scopo degli autori era di raccontare che l'amore non ha età, e che vince su tutto, evidentemente non hanno fatto i conti con la realtà.
I protagonisti, tranne rarissimi casi, non assomigliano a Henry Fonda e Katharine Hepburne del fantastico film Sul lago dorato, sono giustamente persone normali, che raccontano storie normali, di italiani normali, storie spesso zeppe di lutti, difficoltà, miserie, sconfitte e finalmente sullo sfondo la conclusione di una nuova storia di coppia.
Tutto questo realismo è davvero indispensabile?
A chi serve? A cosa serve?
Questo modello di intrattenimento che spia le storie vere cercando di trasformarle in intrattenimento non so se ha un senso, sicuramente alla fine lascia quasi sempre l'amaro in bocca e una gran voglia di cambiare canale, un consiglio ai creativi Rai, meno realismo più ottimismo, ne abbiamo davvero bisogno.

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