domenica 15 aprile 2018

Il relatore






Non voglio mentirvi, non sono uno dei buoni, non sono neanche particolarmente generoso, però posso affermare, alla luce della mia piccola carriera in progress, di essere uno scrittore, magari non eccelso, sicuramente autodidatta, probabilmente dimenticabile, però pur sempre uno scribacchino e credo nel famoso proverbio, una mano lava l'altra. Credo nella collaborazione, molto più proficua della spietata competizione e credo anche nelle affinità, elettive a volte a volte solo anagrafiche, geografiche, di genere.
Morale da qualche tempo ho iniziato a presentare autori e quest'anno sono a quota due, un' esperienza faticosa, ma gratificante, bisogna leggere il testo, preparare le domande e soprattutto sapere mettersi da parte, castrando il proprio ego, per un giorno, un'ora, uno spazio da dedicare a un collega scrittore.
Luca Occhi, che mi ha presentato a San Lazzaro, ha detto parole illuminanti sull'argomento:
"ci sono gli scrittori che preferiscono competere e snobbare i colleghi, ci sono quelli che invece credono sia più vantaggiosa la collaborazione", mi perdoni Luca per la parafrasi ma il senso era quello.
Noi che siamo addetti ai lavori sappiamo quanto sia difficile una presentazione, ipotetica la partecipazione, dubbio il risultato.
Portare in giro romanzi, belli o brutti che siano (lo giudicheranno i lettori) è diventata una sfida al nulla dilagante,  le librerie indipendenti, le biblioteche stanno diventando le roccaforti di una schiera di lettori e scrittori che a dispetto della imperante malinconia culturale, dei social e delle trasmissioni spazzatura, scelgono di uscire di casa per dialogare, per acquistare libri.
Siamo in un nuovo medioevo e il rinascimento probabilmente noi nemmeno lo vedremo.

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