domenica 26 giugno 2016

Torno indietro e cambio vita




L'idea era simpatica, un ritorno al passato, i nostri anni 90 visti con gli occhi di due romani quarantenni, Ricky Memphis e quel sanazzo di Raoul Bova.
Peccato che questo film abbia solo un pregio, l'idea.
La realizzazione è ridicola, il ritorno al passato avviene senza una spiegazione plausibile provocato da un investimento stradale.
I collegamenti fra gli avvenimenti sono talmente approssimativi da sembrare un'improvvisazione da dilettanti allo sbaraglio, sembra un film di quelli girati per la rete, la sceneggiatura è debole, non fa ridere, il film nel complesso è talmente poca cosa da non arrivare da nessuna parte.
Mi chiedo diverse cose:
Perché?
Per chi è stato fatto?
Raoul Bova aveva bisogno di questo lavoro?  Se è costretto a interpretare film come questo evidentemente ha definitivamente scelto che non è più ipotizzabile un salto di qualità.
Poi mi tornano in mente altre sue interpretazioni dello stesso livello, da Scusa se ti chiamo amore e mi rendo conto che non è colpa sua, ma è certo cinema italiano che continua a uscire nelle sale, nei circuiti, senza un motivo comprensibile, non fa ridere, non fa riflettere e anche gli anni 90 che mi hanno incuriosito come idea, sono riproposti attraverso pochi stereotipi come al solito banali.
Non è solo un problema di sceneggiatura, probabilmente è anche un problema economico. Realizzare una pellicola in maniera credibile almeno dal punto di vista tecnico richiede fondi che forse i produttori di pellicole come questa non hanno.
Un'ultimo quesito allora?
Piuttosto che produrre certo cinema non sarebbe meglio fare altro?
La risposta probabilmente c'è da qualche parte, e solo gli addetti ai lavori la conoscono.
su sky.

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