mercoledì 3 settembre 2014

La macchia umana

 Non mi spingerò fino ad una recensione.
Dopo avere scoperto Celine grazie a Baricco, ecco che scopro Philip Roth grazie ad alcuni amici e colleghi. Ho inaugurato la mia conoscenza di questo scrittore, americano, ebreo classe 1933.
Un vero narratore, che ti accompagna nella vicenda descrivendo i personaggi con una minuziosità maniacale e scientifica, alla fine conosci i protagonisti, quasi ti sembra di poterli annusare, e di entrare in rapporto con loro.
In questo caso il protagonista è un docente universitario ebreo accusato di razzismo nei confronti di due studenti di colore per una sua affermazione strumentalmente utilizzata contro di lui.
Questo è solo l'inizio della vicenda, lunga, articolata e molto coinvolgente che vi trascinerà dentro una scatola dove scoprirerete un segreto e da quella scatola entrerete in un'altra scatola con un altro segreto fino a interagire quasi con il protagonista, condividendo le sue scelte esistenziali, la sua razionalità, la sua capacità o incapacità di consumare un'esistenza senza avere il tempo di viverla autenticamente, accorgendosi solo alla fine di avere perso dei passaggi fondamentali.
Poi c'è un personaggio femminile diversissimo e altrettamto affascinante che entra dentro attraverso lo stomaco saltando a piedi pari il cervello, sensuale, disperato, definitivo.
E questi sono due dei numerosi personaggi che incontrerete.
Molto descrittivo, preciso, tecnico, scrupoloso nel linguaggio, distaccato ma nello stesso tempo perfetto narratore.
Lo trovate sia in cartaceo che in ebook, da un maestro come lui non posso che imparare.

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