giovedì 11 luglio 2013

Baricco, Tucidide e l'idea di democrazia




E' una pura coincidenza se oggi nel giorno in cui esplodono le polemiche relative a Berlusconi e Cassazione ho guardato il video di Palladium Lectures dedicato al racconto dello storico Tucidide e della sua interpretazione di una trattativa fra ambasciatori ateniesi e  ambasciatori di una piccola isola del Peloponneso non allineata con Atene e quindi pericolosa per i loro interessi.

Un vero pezzo di teatro quello letto e interpretato da Baricco, con i personaggi tanto lontani storicamente, tanto vicini nel gioco dei diversi ruoli.

Emerge un'idea di democrazia perfettamente assimilata dagli americani, una democrazia esportabile, una democrazia non negoziabile, una democrazia sostanzialmente obbligatoria, come la libertà di cui cantava Gaber.

La piccola isola di Melo si ritrovò a osservare un dispiego di navi e truppe enorme, Baricco parla di 30000 uomini, e due possibilità, o accettare di allearsi con Atene nella guerra del Peloponneso o soccombere.

Da una parte i democratici ateniesi, dall'altra una piccola oligarchia che governava l'isola di Melo da 700 anni.

Alla fine i meli rifiutarono le condizioni ateniesi e vennero spazzati via, ma al di là della cruda verità storica la conclusione che mi ha spiazzato è quella che forse Baricco ha più volte ricordato. Noi proveniamo da quella cultura, da quel modello democratico, dall'idea che chi è più potente detta le regole e vince, giusto o non giusto.

Chi è potente anche se è ingiusto non può essere condannato, non può essere nemmeno sanzionato, e non potete capire se non avete mai dovuto affibbiare una sanzione a qualche vip al volante per un'infrazione al codice della strada.

La democrazia  è soggetta al voto, all'alzata di mano  al dibattito, al dubbio, quello che in un altro caso, citato da Baricco, porta a inviare due navi con due diversi messaggi in un'altra controversia. La prima nave con l'ordine di uccidere tutti gli uomini dell'isola, la seconda con una possibilità di salvezza.

Noi arriviamo da lì e nello specifico, abbiamo tutta la lungimiranza della democrazia, intrisi di garantismo a tutti i costi e cautele costituzionali, ma alla fine di nessun potere nei confronti di nessun alleato, e questo ci distingue dai più democratici americani che sono ancora in grado di imporre la democrazia e non di subirla come accade a noi da quando abbiamo avuto la fortuna di sceglierla.

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