mercoledì 31 ottobre 2012

regionali in Sicilia



Belli questi giovani siciliani. Mi ero ripromesso di scrivere un post sulla Sicilia, al secondo anno di vacanze nel catanese, dopo avere visitato e respirato i luoghi per me più affascinanti dell' isola e mi rendo conto di essere parziale, ma mi piace troppo Ragusa, Noto, Avola, Siracusa e tutta la zona che da Catania arriva fino alla punta estrema della Sicilia.
Ne ho parlato anche nel mio ultimo romanzo che sto ultimando in questi giorni.
La Sicilia è regione magica e luogo dove mi piacerebbe vivere la mia vecchiaia.
C'è il discorso delle regole, ci sono problemi storici, politici, strutturali, ma dall'altra parte c'è la cultura siciliana, l'ospitalità della gente, la loro voglia di parlare, di comunicare , di mettersi in discussione, poi c'è il mare, il cibo, il clima.
Adesso ci sono anche questi giovani siciliani e ha vinto il centrosinistra.
Devo illudermi che sia arrivata una svolta definitiva? Che Cosa Nostra sia debellata?
Non scherziamo.
Però guardando quelle facce di giovani mi si apre il cuore, forse non è tutto perduto, forse abbiamo ancora una speranza, forse andrò a votare nel 2013, forse.

domenica 28 ottobre 2012

la Fornero e gli schizzinosi



Sono in ospedale, uno qualsiasi, per motivi familiari, niente di grave.
Vado al bar, uno qualsiasi, uno di quelli amministrati dalla grossa cooperazione che a Bologna gestisce la consumazione.
Al bar c'è il mondo, è ora di colazione, medici, pazienti in pigiama, parenti dei pazienti, gente come me in attesa di una visita, di un referto, di una sentenza.
Ci sono anche due piccoli zingari che chiedono la questua.
E c'è una grande confusione, come di solito in questi posti all'ora di punta.
L'italiano medio al banco ordina ciò che ha imparato a prediligere nel corso di una vita di consumatore e dall'altra parte ci sono due ragazzi.
Lui avrà vent'anni, leggermente sovrappeso, un cuore rosso tatuato sul lato destro del collo, due occhi chiari, grandi e luminosi e un sorriso allegro, sembra quasi felice.
Saluta tutti, ringrazia e incassa ordini assurdi senza fare una piega:
un caffè normale, uno basso, uno alto, uno macchiato, una nuvola, un deca, uno corretto, e mi volto per vedere chi beve caffè corretto alle otto di mattina, un ginseng  e così a ruota libera senza tregua.
Lui memorizza e passa gli ordini, ripetendoli, a una bella mora addetta alla macchina del caffè,  i capelli ricci raccolti sotto il cappellino di cotone immacolato, si volta appena con lo sguardo imbronciato verso di lui per annuire.
E' decisamente di cattivo umore.
Io li guardo e penso che non potrei reggere più di dieci minuti in quel frastuono, poi mi slaccerei il grembiule e scapperei a gambe levate.
Loro invece sono lì e lui sembra anche contento.
Magari è a tempo determinato, part time, magari non arriva a 800 euro al mese, magari è ricco di famiglia ma gli piace fare il barman.

La folla cresce come un mare, arrivano medici e infermieri, hanno fame, hanno sonno, hanno sete, ordinano, consumano, hanno fretta e i due giovani sono solo accessori che servono a dare loro ciò che pagano.
Poi accade una cosa piccola, invisibile.
Ciro, così si chiama il ragazzo, o così lo chiama un collega dalla cassa, avvicina una tazza da cappuccino all'orecchio della bella mora imbronciata e le mormora:

E dai fammi un sorriso ... ascolta ... qui dentro c'è il mare.

E lei volta il viso rosso, per il calore della macchina da caffè, e invece di offenderlo, sorride ... sorride davvero e Ciro lancia la tazza nel lavello per poi ricominciare a prendere ordini.

Questi due schizzinosi  li ho visti davvero, li vedo tutti i giorni e fanno i lavori più fantasiosi, magari non sanno chi è la Fornero  però lavorano, sperano, guadagnano 800 euro al mese e sorridono ascoltando il mare in fondo a una tazza da cappuccino.

Solo per loro vale la pena fare il proprio dovere, per quei giovani lì, quelli schizzinosi.
Per dare loro una speranza di vedere il mare, quello vero, almeno una volta, prima o poi.

giovedì 25 ottobre 2012

una presentazione di Cielo d'agosto : prima, durante, dopo




Prima, di solito prendo un giorno di ferie, perché il giorno della presentazione è la mia festa, mi festeggio, perché solitamente è merito mio se sono riuscito a convincere qualcuno a presentarmi da qualche parte, perché si parlerà di una mia creatura, forse non la più amata, ma sicuramente molto amata nel tempo in cui l'ho scritta, un pò come un amore di quelli veri, che ho avuto in passato e che continuo a ricordare con tenerezza.

La presentazione è un gioco, come canta Ligabue quanto costa fare finta di essere una star ...
Sei lì e ci credi davvero che il tuo sia un buon romanzo, hai già ricevuto buone critiche, ma sai anche che questo mese non ti verranno a cercare i ragazzi dell'Einaudi e Mondadori non sai nemmeno come sia raggiugibile, e Feltrinelli, che ti ha anche ospitato nella sua libreria, non accetta romanzi non richiesti.

Allora decidi di divertirti, trovi uno scrittore come te, più giovane, e più bolognese che scrive romanzi diversi dai tuoi ma decisamente geniali, si fa chiamare Vasco Rialzo e non vi siete mai visti prima, ma tutto funziona alla grande, affinità elettive? Consapevolezza che davvero è solo un gioco? Sicurezza che il pane per i figli e le mogli non arriverà per ora dalla nostra creatività ma dal nostro impiego? Non so, so solo che mi sono divertito, e anche il pubblico si è mediamente divertito, spero, i posti a sedere erano occupati e c'erano anche persone in piedi, e fino a quando la giostra ha girato, per circa 45 minuti, ero Massimo Fagnoni, lo scrittore presentato da Vasco Rialzo lo scrittore.

Poi ho firmato anche qualche copia, ho stretto alcune mani, ho conosciuto Claudio dell'Associazione Il canto 31 di Bologna con la quale collabora il grande Morozzi, ho rivisto amici che non vedevo da tempo come Roberto Amori e oggi il ritorno al lavoro, dopo una settimana di ferie residue, è stato piacevole, perché dalla giostra bisogna scendere prima o poi e tornare alla realtà e io sono uno fortunato, perché l'avventura, il sogno, la speranza si può riaccendere ogni volta che accendo un computer, nel mio bugigattolo, dopo avere lavorato.
Alla fine, come scriveva Agatha Christie:

La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi.

Lì la crisi ci entra solo quando lo decido io.

martedì 23 ottobre 2012

Adéu, romanzo techno




Ho appena terminato Adéu del conterraneo Vasco Rialzo pseudonimo del bolognesissimo Emanuele Cimatti.
Mi sono divertito molto e forse è una delle cose che cerco maggiormente in un romanzo, il divertimento, inteso non solo come la ricerca di motivi per sorridere, ma immersione in una storia con il desiderio di capire dove l'autore vuole andare a parare o ancora meglio il divertimento di immergersi nel mondo che l'autore inventa intorno ai personaggi.
Attenzione io mi sono divertito molto anche quando ho letto American Psicho sotto gli occhi preoccupati di mia moglie e quindi non faccio testo.
Poi cosa mai vorrà dire non faccio testo? Nel senso che non sono in grado di fare nessun testo?
Perdonate il giochino linguistico ma una delle cose più esilaranti del romanzo, per me, sono le considerazioni del protagonista, un insopportabile e simpaticissimo Olindo, dj techno, che dopo avere sfornato un proverbio rimane lì a rimuginare intorno all'insensatezza della cosiddetta saggezza popolare.
Il romanzo ha un ritmo che non sono riuscito ad avvicinare a nessun modello, ma  non conosco tutta la letteratura e non riesco a capire se lo scrittore ha un qualsiasi modello a cui ispirarsi.
Inizialmente mi è tornato alla memoria il Giovane Holden e il suo linguaggio fuori da qualsiasi rotta, ma in Adéu c'è altro.
La punteggiatura, è un'altra novità, l'utilizzo del punto  immediatamente eliminato mentalmente durante la lettura, non interrompe il flusso dell'azione, ma crea un ritmo che non so se sia techno, io manco la conosco quella sorta di delirio musicale, però funziona.
A proposito del linguaggio, è esplicito, volgare, provocatorio, totale, ma alla fine deve essere tale, mi ha permesso di sintonizzarmi con il personaggio per le strade di Barcellona, mangiando tapas fino a farsi scoppiare il fegato e bevendo vino tinto fino a svenire.
Un' orgia dei sensi, un gioco di ruolo dove per il tempo di un romanzo rinnego tutti i valori che hanno fatto di me un così bravo omarino per trasformarmi in un ingordo quarantenne bolognese che riesce a fare sesso con due splendide cubiste spagnole in maniera anche abbastanza realistica.

E' un capolavoro? Non credo, ma funziona, mi ha divertito assai e mi piacerebbe ritrovare Olindo in qualche nuova avventura, senza morti e feriti come nelle mie, ma indigestioni e sesso a volontà.

domenica 21 ottobre 2012

sono stato ad Auschwitz



Perché qualcuno mi ha chiesto?
Mi sono semplicemente aggregato a un mini gruppo di studenti interessati a quel pezzetto di storia.
L'orrore, che tanto bene viene citato da Brando in Apocalipse now, che non è altro se non la trasposizione  e rielaborazione   del romanzo di Conrad, Cuore di tenebra, fatta da un magistrale Coppola, dicevo l'orrore privo di retorica e  luoghi comuni è tutto concentrato in quel pezzo di terra polacca.
Forse è per questo che molti non ci andrebbero mai.
Forse è per questo che molti hanno provato addirittura a negarne l'esistenza.
Ma la pietra rossa che vedete, i binari del treno che portava fino a Birkenau i deportati e condannati a una vita brevissima e piena di sofferenze e umiliazioni indicibili, dicevo la pietra rossa è ancora là, come anche i blocchi che potrete trovare trasformati in museo all'interno di Auschwitz.

Ho cercato di guardare solo alcuni particolari di quel luogo dove è facilissimo perdersi nel generico pietismo collettivo davanti alle migliaia di scarpe, valige e pennelli da barba esposti in grandi teche.

Ho cercato alcune di quelle immagini, di quelle foto segnaletiche, centinaia, che sancivano la trasformazione di uomini, donne e bambini liberi,  in schiavi.

Ho letto alcune biografie, a caso, cercando di tradurle dall'inglese, e con fatica ho cercato di sentire una compartecipazione con quegli sguardi, quei visi scavati, tutti uguali nella disperazione e nella assoluta consapevolezza della fine imminente.
Morte intellettuale, prima che fisica.

Chiaramente mi sono fatto distrarre dalle classi in gita da diversi luoghi della Polonia e dell'Europa, alla fine mi facevano male i piedi e avevo fame.

Non ce l'ho fatta a sentire ciò che cercavo, come al solito assuefatto come tanti alle mie nevrosi, non ho sentito fluire nulla oltre alla consapevolezza che in quel luogo è avvenuto uno dei più grandi misfatti della nostra storia recente, non unico, ma sicuramente il più ufficializzato.

E' un viaggio che mi sento di consigliare a persone che non hanno paura di guardare in faccia la realtà e che non stiano attraversando un periodo di depressione.

Le valutazioni, le emozioni, e tutto il resto rimane materia assolutamente soggettiva.

Cracovia, città che dista circa un' ora di autobus, è bellissima, e si mangia davvero abbastanza male.

mercoledì 17 ottobre 2012

ma gli androidi sognano pecore elettriche?



Non mi aspettavo questo romanzo leggendo la storia che ha ispirato uno dei film che io amo di più.
Blade Runner.
Il libro è del 68, quarantadue anni fa e per me è fresco come acqua di fonte, scivola leggero forse perché parla di decadenza e di oggetti effimeri che riempiono l'immaginario di uomini e donne soli che si aggirano in una città buia e disperata senza prospettive, perché il futuro è altrove emigrato in altri pianeti.
Forse la fantascienza rimane una delle possibilità di fuga divertente in un universo editoriale zeppo di calciatori, veline, cantanti melodici e politici delusi tutti intenti a scrivere e a farsi scrivere.
Philip K. Dick era davvero grande, il suo personaggio principale ha una pecora elettrica in giardino ma vorrebbe un animale vero, status simbol in una società che non sa più da che parte andare.
Non è geniale?
Allucinato, attuale, poetico e brutale.
Dentro c'è davvero Marlowe, il futuro, il passato e l' universo in dissoluzione rapida.
Dentro c'è anche Brazil film gigantesco che ha molte affinità con Blade Runner complementare e ancora più intrigante nella sua genialità.
Adesso appena conclusa la lettura di Adéu del mio conterraneo Rialzo, mi dedicherò alla svastica sul sole appena tornato da Cracovia.
























































































 

sabato 13 ottobre 2012

Ultima presentazione di Cielo d'agosto



I politici amano fare annunci che vengono puntualmente disattesi e quindi anch'io mi permetto di smentire precedenti dichiarazioni.
Avevo detto che si chiudeva la stagione delle presentazioni del mio ultimo romanzo, Cielo d'agosto poi mentre ero in Sicilia sono stato invitato dai giovani librai del Centro Lame, a Bologna, mi presenterà uno scrittore bolognese del quale sto leggendo l'ultima fatica Adéu, lo scrittore si chiama, Vasco Rialzo, scrive cose  lontane dalle mie e forse per questo motivo mi divertono molto.

Detto ciò, vi aspetto il 24 ottobre 2012 alle 18 al Centro Lame, chi ha perso le precedenti presentazioni potrebbe rimanere sorpreso.

venerdì 12 ottobre 2012

Chi l'ha visto ... sbatti il mostro in prima serata



Qualche settimana fa c'è stato l'attacco diretto ad alcuni colleghi della municipale di non so quale Comune che avevano osato eseguire un trattamento sanitario obbligatorio, filmato in maniera approssimativa e concitata da qualche solerte cittadino.
Durante la trasmissione Chi l'ha visto la presentatrice, che trovo anche simpatica in altre occasioni, ha ospitato telefonicamente il Comandante del Comune reo di avere fatto il proprio dovere, e mentre lui cercava di spiegare come funziona un TSO la Sciarelli lo interrompeva continuamente con determinata indignazione dicendo che non si fa così, che la povera signora era stata trascinata etc etc.
Nessuno sa come è effettivamente andata, io non lo so, non c'ero, ma so come vanno spesso i tso, perché mi è capitato di doverne eseguire, non c'è una regola precisa, hai a che fare con la malattia mentale, con il disagio, con la patologia, rischi la pelle, i denti, gli occhiali, se li indossi, e comunque devi portare a termine il tuo operato, altrimenti commetti un'omissione.
Lo sapeva la conduttrice?
L'hanno capito gli italiani? Non credo, la trasmissione Chi l'ha visto che fra parentesi dovrebbe occuparsi di persone scomparse, o cambiare titolo, suggerirei, Chi l'ha ammazzato, o chi l'ha picchiato, oppure indici d'ascolto alle stelle, dicevo la trasmisisone Chi l'ha visto mi sembra punti di più al consenso a tutti costi,  al sensazionalismo.
Oggi ha realizzato punteggio pieno con il video del bambino trascinato via dai colleghi della Polizia di Stato.
Anche qui non entro nel merito, non conosco la vicenda.
Ma adesso che avete tutti ammirato il video gridato e isterico in televisione, vi sentite di potere affermare di conoscere la vicenda? Ve la sentite di crocifiggere i poliziotti che erano lì ancora una volta per dovere e non certo per piacere? Manganelli ha chiesto scusa, avvierà una scrupolosa indagine interna, perfetto chi ci rimetterà in tutto ciò? I genitori che da anni si contendono il bambino? o rischieranno come al solito i poliziotti, commissioni disciplinari, sospensioni  chissà cosa ancora.
Certo spiace per il bambino, ma non credo che la sua situazione sia imputabile alle forze dell'ordine.
La trasmissione di servizio: Chi l'ha visto, a chi ha fatto un buon servizo questa volta?


mercoledì 10 ottobre 2012

il mio primo libro di racconti



Oggi ho firmato il mio sesto contratto letterario, si dice così? Non credo ... pazienza.
Sono contento perché ho firmato con una Casa Editrice bolognese, seria e conosciuta.
Conosco i tecnici che ci lavorano, conosco l'Editore, però è un'esperienza nuova, è una nuova casa editrice.
Ho firmato un contratto per la mia prima raccolta di racconti, se vi piaceranno ne scriverò altri, e forse ne scriverò anche se non vi piaceranno, però che voi siate tre, trecento, come i mitici, o tre milioni, non vedo l'ora di farvi leggere i miei racconti mentre attendo l'uscita del mio romanzo con Minerva.
Che dire, mi diverto un sacco, non è una vita meravigliosa?
A proposito, non sto parlando di soldi, quelli sono altrove, ma chi se ne frega.

domenica 7 ottobre 2012

sotto un cielo cremisi


Pensavo di averli letti tutti i romanzi della serie fortunata di Hap e Leonard, mi sbagliavo.
prima di partire per le vacanze ho trovato questo romanzo molto cremisi, a 6 euro mi pare, in offerta, e l'ho comprato al volo.
Di Lansdale si può dire tutto e il contrario.
Questa è l'ennesima avventura dei due amici avventurieri per caso, senza il becco di un quattrino, e sempre in mezzo a sparatorie, risse colossali e situazioni tanto improbabili quanto paradossali.
E' come leggere un fumetto, o un libro di fantascienza, bisogna entrarci senza timori di sporcarsi, con l'unica pretesa di divertirsi.
Come quando Guzzanti parlando di fede cita Harry Potter, e la sua magia, con scope volanti e castelli in mondi paralleli, sono storie incredibili, ma fino a quando dura il film ci si diverte.
Non ci sono riflessioni da fare in questi romanzi, puro intrattenimento, puro western, e il divertimento dei dialoghi fra i due amici, scambi davvero esilaranti fra una sparatoria e l'altra.
Alcune invenzioni e alcuni passaggi a volte posso averli imitati come idea nei miei romanzi, senza saperlo, un desiderio di liberazione degli impulsi, una voglia di lasciare fluire l'azione fino a dove ti può condurre.
Però continuo ad essere convinto che l'obiettivo in qualsiasi romanzo sia la credibilità, quando si parla di noir, forse perché la realtà è il terreno migliore per catturare l'interesse del lettore, non potrei mai scrivere di sparatorie come fa Lansdale, la realtà è cruda ma più veloce, più imprecisa.
Abbiamo obiettivi diversi.
In ogni caso lui ha bucato lo schermo che separa lo scrittore dal lettore arrivando fino a casa mia.
Quindi mi inchino, come al solito.
Per chi ama l'azione e per chi ama la coppia Hap e Leonard, trovate il romanzo a pochi euro nelle migliori librerie, edito come al solito da Fanucci.

venerdì 5 ottobre 2012

i barbari?



La domenica sera nelle nostre case di bambini torinesi/cattolici/borghesi era un momento di composta tragedia. In quella lieta cornice, molti di noi, alle sette di sera , accendevano il televisore, perché c'era la partita.

Tratto da I barbari- Baricco- Feltrinelli.

Ho letto questa raccolta di interventi/articoli/ pensieri che Baricco ha scritto per Repubblica e che alla fine sono divenuti piccolo saggio.
L'ho letto in Sicilia, lontano dal computer, da Facebook, dal quotidiano imbarbarimento delle nostre vite e mi è piaciuto.
Non mi è piaciuto tutto, perché ho immaginato Baricco che scriveva gli articoli in momenti diversi  con molteplici concetti che gli giravano in testa.
Ma alcune riflessioni le ho trovate geniali.
Chi sono i nuovi barbari? Ma è davvero importante?
Oggi sono 50 anni trascorsi dal primo disco dei Beatles.
Non saranno stati considerati anche loro barbari nel loro tempo?
Almeno all'inizio.
Credo  non ci siamo regole.
Tutto ciò che stravolge, rivoluziona, cambia sarà sempre male digerito dalla società.
Credo che Internet rappresenti una sorta di barbarie ormai inevitabile all'interno della quale c'è il meglio e il peggio delle nostre menti.
Penso che Facebook sia una nefandezza, ma nonostante tutto mi trovo costretto a utilizzarlo perché è  strumento di comunicazione.
Penso che la televisione pubblica e spesso privata sia abominevole, però all'interno di questa ogni tanto emerge qualcosa di luminoso.
Non ci sono più regole, non ci sono più confini.
Gli uomini si travestono da donne e sono più convincenti di altri uomini che non si travestono ma divorano bambini e sogni.
La morale ... ma esiste ancora una morale?
Per entrare nell'obiettivo di Baricco è necessario leggerlo questo piccolo dispensario di idee, dove si parla di vino costruito dagli americani, di calcio, molto di musica,  per scoprire che Beethoven era considerato un barbaro nel suo tempo.
Si scopre che la stessa democrazia va a braccetto con la barbarie.
Si pensa, si riflette, con leggerezza, e mentre mi muovevo in terra siciliana, dove le regole sono una delle possibilità di espressione, pensavo che possiamo togliere le sentinelle dai confini, i barbari sono già dentro di noi, la magia è imparare a conviverci, inseguendo sempre quel brivido che dicono renda la vita meritevole di essere vissuta.

lunedì 1 ottobre 2012

recensione di cielo d'agosto su noir italiano



ecco il link dove potrete leggere la bella recensione  di Cielo d'agosto di Omar Gatti sul suo blog Noir Italiano.

E adesso di corsa a comprarlo, lo trovate con ottimi sconti anche in rete.

ciao

domenica 30 settembre 2012

la ricetta montalbano



Chi mi conosce dice che parlo così perché sono invidioso del suo successo.
Come si fa ad essere invidioso di un maestro?
Non posso che inchinarmi come un umile stalliere davanti a lui e al massimo strigliargli il cavallo, se me lo permetterà.
Camilleri non ha età, ha un cervello che funziona e funziona bene.
Ha inventato un genere, ha conosciuto Simenon e ha saputo apprendere ciò che era essenziale, è riuscito a carpire la genialità se mi permettete il termine.
Io da piccolo leggevo Maigret e amavo quello italiano con il grande Cervi, guardavo stupito quelle puntate così dense di professionalità, così umanizzate dall'interpretazione di Cervi con quella colonna sonora finale di Tenco con Maigret che si allontanava camminando lungo la sponda di un fiume (forse).
Io guardavo rapito, ma Camilleri era lo sceneggiatore (credo), due modi diversi di vivere un fenomeno.

Premesso ciò:
In vacanza ho letto in tre giorni tre Montalbano:
L'età del dubbio
La danza del gabbiano
La caccia al tesoro.

Avevo visto le tre riduzioni televisive molto aderenti al testo e questo è stato un errore, ma leggerli è stato un nuovo piacere, soprattutto perché mentre leggevo di arancini ero in Sicilia, proprio nel catanese e vicinissimo a Ibla.

I libri di Montalbano si leggono velocemente, più leggeri di una granita con la panna, ma avete mai analizzato il contenuto? Qualcuno ha mai scritto una tesi sulla ricetta geniale?  Misteriosa come quella della coca cola.

Lasciamo da parte la trama, e il giallo per un momento.
Parliamo dei personaggi, sono sempre uguali, coerenti, inossidabili, ti aspettano al varco come vecchi amici:
Catarella che non azzecca mai un nome, fedele e servizievole, una macchietta nella migliore tradizione italiana.
Augello, in eterno conflitto con Montalbano, sciupa femmine, poco professionale, simpatico.
Fazio, il braccio destro di Montalbano, onesto, intelligente, coraggioso, umano.
Gallo che guida come un pazzo.
il patologo sempre arrabbiato e scontroso, specie quando perde a carte al circolo.
Lattes che  non ha ancora capito la composizione familiare di Montalbano.
Il questore sempre contro il commissario.
etc etc etc

I personaggi si ripetono, cambiano le storie, le battute, i drammi, le femmine ( a proposito Livia, che non si riesce proprio a eliminare dalla serie), ma chi legge Montalbano continua a comprarlo e a leggerlo, come in una compulsione inevitabile.

Tutti i protagonisti e le comparse compongono la vera ricetta dei romanzi di Montalbano così intensamente da rendere la trama stessa quasi un accessorio e quelli come me che amano i protagonisti e i dialoghi e la composizione del cast, possono anche avere già visto la riduzione televisiva ma godranno ugualmente del dialetto italianizzato,  dei pranzi da Enzo, dei frigoriferi colmi delle prelibatezze di Adelina.
Cos'è il genio?

Guardavo il servizio sulla  Rowling e sui due milioni di copie vendute del suo nuovo romanzo, criticato e mortificato da molti, e ho pensato:
il genio è vendere due milioni di copie appena aprono le librerie, è inventare una ricetta come quella di Montalbano e saperla ripetere sempre uguale e sempre diversa, e divertire il pubblico.

Il genio è essere uno su mille, tutto il resto è invidia, come la mia.

sabato 29 settembre 2012

i libri delle vacanze



Sono partito per la magica Sicilia con tre Camilleri che non avevo letto:

L'età del dubbio
La danza del gabbiano
La caccia al tesoro.

Un romanzo di Philip K. Dick:

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

Un romanzo di Lansdale:

Sotto un cielo Cremisi

Un saggio di Baricco:

I barbari

Ero convinto di avere infilato nella mia piccola valigia / bagaglio a mano, anche
La svastica sul sole sempre del grande Dick.

Mi sbagliavo.

Ho letto tutto col pane, anzi in realtà fra una granita alle mandorle e un cannolo con la ricotta, fra una cena a base di arrosto di pesce (grigliata si dice da noi) o carne di cavallo, molto amata ad Avola e mi perdonino gli amanti di cavalli e animali in genere, molto buona.

Nei prossimi post parlerò delle mie letture, di Sicilia e di quello che mi verrà in mente, come al solito disponibile al confronto.
Se leggessi tanto quanto ho letto nelle ultime due settimane forse sarei uno scrittore migliore, o forse sarei solo più rilassato e gratificato.
Vacanza, vuoto, pulizia della mente, armonia fra il corpo e l'ambiente circostante, benessere e l'idea sempre più attraente di vivere in un qualsiasi sud del mondo, dove il sole scalda le giornate e i pensieri.

Ci si vede presto, qui come al solito.

Io quest'anno sono stato fortunato ho potuto godere di due settimane di paradiso, non posso lamentarmi.
sarebbe un vero delitto, tipicamente italiano.

mercoledì 12 settembre 2012

cieli di Sicilia




Ho aspettato tutta l'estate, ho  razionalizzato  meglio di Monti, ho promesso più di Passera, ho pianto più della Fornero e imprecato più di Grillo e di tutti i grillini, specialmente quando ho scoperto che il mio biglietto aereo era carta straccia, ho lavorato nel caldo umido e soffocante di una Bologna a metà strada fra la via Emilia e il West, ho presenziato a presentazioni disertate e ad altre entusiasmanti, ho iniziato un nuovo romanzo e forse in Sicilia continuerò a scriverne, carta e penna, alcune scene.
Ho letto libri belli e altri noiosi e adesso saluto l'allegra compagnia e vado via.
Porto con me il caldo soffocante di un'estate bolognese e una idea di mare come quella che vedete nella fotografia.
Lascio il blog in eredità al mio unico coautore, l'amico Pier, che se vorrà potrà fare incursioni almeno fino alla fine di settembre.
Un saluto all'amica Nadia e ai miei misteriosi e sporadici frequentatori.
Buon inizio scolastico a tutti i giovani virgulti.
Che bello, io la scuola l'ho finita da un pezzo e solo questo pensiero sa di vacanza, una di quelle senza fine.

domenica 9 settembre 2012

il commissario Nardone



Ieri sera ho visto la prima puntata della fiction made RAI1 Il commissario Nardone se cliccate sul link avrete qualche indiscrezione in più relativamente al personaggio che non conoscevo.
Questo commissario campano è esistito davvero e arrivato a Milano dopo un trasferimento creò la Squadra Mobile.
C'è la ricostruzione di una Milano 1946 e io amo particolarmente le ricostruzioni del passato prossimo perché viste da qui hanno un sapore buono come ricette perdute e ritrovate di un vivere che non esiste più.
C'erano i poliziotti con quelle divise ancora da esercito e tutti comandi, attenti e riposo, e se penso a certi poliziotti adesso mi scappa da ridere.
C'è il potere e quello è sempre lo stesso e questo Nardone, personaggio umano e intelligente, si scontra con i poteri forti, quelli di una Milano dopoguerra dove già la corruzione serpeggia e chi ha potere e denari può procurare la penicillina chi non può muore.
C'è la bella Giorgia Surina che ho avuto modo di apprezzare nella fiction con l'attore pugliese che lei chiama naso, Solfrizzi.
Lei mi piace da tutti i punti di vista e capisco di non essere obiettivo ma chi se ne frega.
Mi  piace Nardone perché è bello e bravo l'attore, perché è esistito davvero e la sua vita sarà stata sicuramente dura in un Italia del dopo guerra dove era da pazzi inventarsi una Squadra Mobile e cercare di migliorare la qualità delle indagini poliziesche.
Oggi c'è la scientifica, il Ris, le impronte digitali, le tracce ematiche, i riscontri genetici e una demotivazione da paura.
Allora c'era il dopo guerra, la voglia di ricominciare e lui era un poliziotto, uno vero, con cuore e attributi.
Sicuramente anche adesso ci sono in giro poliziotti, carabinieri e poliziotti locali coraggiosi e desiderosi del cambiamento, ma l'Italia dov'è andata a finire?
Ieri sera guardando quella Milano anni quaranta pensavo, forse sarebbe valsa la pena nascere vivere e morire in un periodo diverso.
Allora non c'era Facebook, internet, i telefonini, e questo blog ridicolo dove scrivo soprattutto per me.
Che peccato.
Però c'era una diversa aspettativa, e un Italia da ricostruire.
A volte la qualità della tua vita non dipende dal livello di progresso, ma semplicemente dal momento preciso che stai vivendo.
Io se non avessi tutto ciò che ho, forse sarei migliore e probabilmente più libero.
e voi?


sabato 8 settembre 2012

star trek 46 anni



Non ricordo quando io e i miei amici di allora cominciammo a guardare Star Trek, la serie molto classica con i personaggi mitici che potete ammirare in fotografia.
Doveva essere trasmessa su qualche canale trasversale come Montecarlo o forse era trasmessa dalla Rai non ricordo.
Ricordo che ci piaceva, era bellissima nella sua finzione di cartapesta, con i pianeti improbabili e il teletrasporto che permetteva ai nostri eroi di spostarsi dall'astronave per scendere sul pianeta di turno da salvare.


Il capitano dell'Enterprise era James T. Kirk (interpretato da William Shatner), coadiuvato dall'ufficiale scientifico Spock, un extraterrestre proveniente dal pianeta Vulcano (interpretato da Leonard Nimoy) e dall'ufficiale medico, il dottor Leonard McCoy detto "Bones" (interpretato da DeForest Kelley).


Di Kirk ricordo lo stomaco leggermente prominente dentro la tutina aderente che non sminuiva minimamnete il carisma, la generosità e il coraggio.
Di Spock, uno degli Spock meglio interpretati, ricordo la gelida intelligenza, le capacità matematiche, la razionalità esasperata.

Erano telefilm affascinanti, hanno creato un mito,  diventato un culto per milioni di persone.
Per me, che di miti non ne ho più da un pezzo, rappresenta un aggancio con la giovinezza quella della televisione in bianco e nero, della fantascienza priva di effetti speciali, degli amici con i quali commentare le puntate, come se fossero il prodotto culturale di una nuova filosofia di vita.

Buon compleanno Star Trek in volo con te nello spazio profondo, quello che un tempo, subito dopo il primo atterraggio sulla Luna, sembrava a un passo e che oggi invece, nonostante la televisone in 3D sembra davvero lontanissimo.

lunedì 3 settembre 2012

carnage



Carnage ,  

Tratto dall'opera teatrale Il dio del massacro, è un bel tentativo di Polanski di riproporre cinematograficamente la commedia in un contesto cinematografico.
Il cast è notevole, la brava Jodie Foster decisamente invecchiata e indurita, Kate Winslet famosa per Titanic e due pregevoli attori noti caratteristi americani.
Il problema di questo lavoro è che manca di vero pathos, le due coppie americane, una della piccola borghesia, l'altra più aggressiva e rampante, si trovano per cercare di dirimere un litigio fra i due figli adolescenti, e alla fine si lasciano andare a una sorta di terapia di gruppo corroborata da super alcolici e libero sfogo ai peggiori pensieri.
E' realistica la situazione?
Mi sarei trovato con i genitori del bambino che ha rotto due denti a mio figlio?
O mi sarei limitato a denunciarlo?
Il meglio e il peggio di due frustrate coppie americane di mezza età in questo film, dove la coppia viene definitivamante affossata, non c'è speranza all'interno del matrimonio, i figli sono solo piccole schegge impazzite e la vita è complicata e nevrotizzata dagli stessi strumenti che noi abbiamo inventato per facilitarla, come il cellulare per esempio.
Non c'è scampo in questo dramma  scritto da una francese, ma il vero dramma non scoppia davvero, si limita a quattro borghesi frustrati che si ubriacano in modo professionale vomitandosi addosso il reciproco disgusto.
Mi aspettavo di più dal vecchio Polanski.
Purtroppo non sempre i registi invecchiando danno il meglio e si vede.
Su Sky

domenica 2 settembre 2012

l'immortale



Un vero film d'azione l'immortale con un imperdibile Jean Reno.
La storia sembra nasca da un vero episodio che colpì l'opinione pubblica francese, il tentato omicidio di un esponente della mafia marsigliese sopravvissuto miracolosamente a 22 pallottole.
Il film è pieno di grandi attori francesi come puoi notare nella scheda linkata.
Lui è sempre il solito Leon, la faccia distrutta e martoriata dalle ferite della vita e causate dalla disumanità della sua carriera criminale.
Il personaggio è sempre in bilico fra l'uomo che ha sbagliato percorso e che fa di tutto per trovare la pace e il  criminale perduto.
Mi ha colpito l'affinità con il mio ultimo romanzo Cielo d'agosto, che nasce da una vicenda analoga e molto comune nella storia dell'uomo, la difficoltà quasi insormontabile di smettere di fare del male quando grande parte della tua vita è stata dedicata a quel tipo di progetto.
Anche il protagonista del mio romanzo cerca a tutti i costi di sfuggire al proprio passato ma ne rimane, nonostante tutti i suoi sforzi, vittima.
La morale?
Ma esiste una morale?
Forse è quella che non possiamo sfuggire al nostro destino, possiamo pentirci, chiedere perdono e sperare in una fine il meno possibile dolorosa.
Alla fine è più spietata la legge della malavita che quella dello Stato.
Lo Stato può perdonare e redimere.
La malavita può solo eliminare chi cerca di uscire dal gioco.
Il film lo trovate su Sky

sabato 1 settembre 2012

D'oro e del rosso



Dei cavalieri e delle armi.
Non so perché ma è il primo pensiero che affiora alla fine della lettura di questo pregevole romanzo storico.
Una delle cose che mi ha insegnato Braudel quando all'università preparavo l'esame di storia moderna è l'importanza della storia vissuta dentro la storia stessa, nei mercati veneziani o genovesi, nelle strade del tempo che fu, ascoltando i rumori, assaporando i sapori e gli odori.
In questo nuovo romanzo di Roberto Colombari, mio conterraneo, ci sono molti combattimenti, battaglie, sangue e odio, rancore e vendetta, una vera faida perpetrata nel tempo e nello spazio fra due famiglie locali.
Famiglie bolognesi di mille anni fa che incarnano sentimenti attuali e spesso condivisi.
L'uomo perpetua sé stesso, e distrugge, crea, ama e odia oggi come mille anni fa.
Il contesto invece è assai diverso e diversi i modi di combattere.
Bellissime le descrizioni delle battaglie, degli assedi, e la rivisitazione di alcuni momenti e personaggi storici conosciuti da tutti, come la grande Matilde di Canossa.
Per chi ama la storia vista da vicino e quasi annusabile nei suoi profumi e nei suoi afrori, per chi ama Bologna e le sue vicende ma non solo, ecco un romanzo da non perdere.

Editore Pendragon

se volete un'idea del romanzo vi lascio un brano su you tube