Ho iniziato a vedere la seconda stagione Tutto chiede salvezza 2.
La prima tratta da un romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, mi era molto piaciuta.
La mia esperienza professionale sia come educatore sia come pulismano mi ha permesso di trovare interessanti punti di realismo nella serie.
Parliamoci chiaro, la realtà attuale della gestione dei centri di igiene mentale e dei luoghi preposti ad accogliere trattamenti sanitari obbligatori o accertamenti sanitari obbligatori è da tempo in difficoltà.
I problemi nascono proprio alla fonte del progetto, ma non basterebbe un libro per parlarne.
La prima serie racconta con discreta efficacia l'esperienza individuale del protagonista, rendendo la vicenda, pure nella finzione dovuta a esigenze narrative, emozionante e convincente.
La seconda serie parte da un presupposto quasi fantascientifico, un ex degente di un reparto di diagnosi e cura per pazienti psichiatrici torna come tirocinante infermiere nello stesso reparto.
Nonostante l'improbabilità della trama la seconda stagione riesce nell'intento di toccare alcune corde importanti, la diversità, l'inclusione, il razzismo, e alla fine commuove senza troppa ipocrisia.
Bravi tutti.
Su Netflix
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