Leggo un'intervista al grande Coppola in vista dell'uscita del suo nuovo e forse ultimo o penultimo film, sul venerdì di Repubblica.
Parla dei suoi 84 o 85 anni della visione del mondo dalla sua prospettiva, dei suoi progetti, un grande vecchio, un dei registi della mia giovinezza, uno dei più amati.
Poi intercetto su Tik Tok un discorso di Pupi Avati sul senso della vita, nostalgico, realistico, affettuoso, un altro grande vecchio italiano che parla della vita e anche del fine vita.
Poi leggo una divertente doppia intervista fra la Vanoni (90 anni) e l'Aspesi (95 anni)sempre sul Venerdì, parlano con leggerezza di vita, di acciacchi, di progetti e di morte.
Infine un'intervista a Gino Paoli che sta per compiere 90 anni e racconta del suo stile di vita discutibile fra le mille Marlboro fumate e il whisky e il tentato suicidio e conclude che nella vita ci vuole culo.
Tutti personaggi che in un modo o nell'altro mi hanno fatto compagnia con la loro creatività, cinema, musica, cultura, tutti inesorabilmente molto anziani, tutti ancora in pista con una progettualità inaspettata.
In realtà inaspettata e spesso innaturale appare l'aspettativa di vita in questa comunità globale dove muoiono bambini ogni giorno in guerre insensate o legate come sempre alla grande industria della guerra e intanto noi invecchiamo accuditi fino all'accanimento e oltre.
Riflessioni senza una morale che nascono spontanee davanti allo splendido mare di Punta Secca.
Come fermare il tempo? Come accettare l'inevitabile? L'unica ricetta che io ho trovato è scrivere, bene o male diventa relativo, nella scrittura fermo il tempo e ne cerco il senso.
Vi auguro di trovare la vostra ricetta per convivere serenamente con l'inevitabile passare del tempo.
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