sabato 1 settembre 2018

Il bibliotecario di via Gorki e la sua silenziosa rivolta















Noi gli uomini, nel senso di maschi, un tempo, anni 70, mi dichiaravo femminista e le femministe mi urlavano che non potevo essere femminista, perché ero solo un uomo.
Un uomo …
Il bibliotecario di via Gorki è un uomo in crisi, ma detto fra noi, ricchi, poveri, figli di re, figli di puttana, chi non si è mai sentito in crisi come omarino in questo modello sociale?

Mi fermo qui.
Vi invito a leggere questa recensione, che non è una semplice recensione è qualcosa di più, entra nel romanzo e finalmente scava, non si ferma in superficie, come fanno giustamente i più.
Molti hanno letto Il bibliotecario di via Gorki e si sono sentiti in dovere di dirmi la loro:

Non mi è piaciuto, è troppo localizzato.
Ma tu scrivi romanzi che si svolgono solo a Corticella?.
Il personaggio maschile è insopportabile, poco credibile, un frustrato, odia le donne, (critica di una donna).
Poco credibile.
Poco sangue.
Pochi morti.

Leggete questo articolo e la ragazza Chiara Ferrari, che si chiama come mia figlia, ha scritto qualcosa di davvero esaustivo, lei mi ha capito, e sapete cosa? Ne basta uno solo che capisca, il mio scrivere in questo caso ha un suo diritto di esistere.

recensione

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