sabato 3 dicembre 2016

Dying light





Ne ho affrontate tante di sfide nella mia lunga vita di video giocatore, e non sono un giocatore compulsivo, ho sempre saputo interrompere una sessione di gioco per giocare la mia vita, spesso talmente noiosa da avere bisogno del gioco, perché, chi gioca può capirmi, il gioco ti porta altrove, ma davvero, mica balle, specialmente quando giochi con uno schermo da 55 pollici in hd.

Dying Light ti costringe a fare i conti con le tue paure, quelle più ataviche, la paura di essere divorato, la paura di non avere comunque scampo, la paura di non riuscire a svegliarti dal sogno.
Ti piace Walking dead, ma a volte fai fatica a vederlo perché ti crea ansia?
Ebbene in Dying Light sei dentro il film solo che a tratti sembra vero.
Non hai tregua, non hai respiro, se non quando trovi riparo in un rifugio, ma nel rifugio non puoi costruirti nulla, se non ritemprarti e prepararti a uscire perché ci sono obiettivi da sbloccare, persone da salvare, luoghi da esplorare.

Le armi all'inizio sono ridicole, tubi, pezzi di legno, mazze da baseball, e morirai talmente tante volte da pensare di mollare e tornare a fare giochi più tranquilli tipo Fallout 4 che al confronto sembra il gioco dell'oca.

 Non è solo un gioco al massacro, i personaggi sono interessanti, la trama avvincente, e l'adrenalina alza la pressione e ti porta a scalare palazzi, sfuggire ai notturni e desiderare di fare trionfare la giustizia, la tua personalissima giustizia.

Gioco dell'anno per me.

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