venerdì 27 luglio 2012

crisi finanziaria quale risposta immediata?



Un collega mi passa l'Avvenire quotidiano cattolico che  predilige e mi consiglia di leggere il fondo di Leonardo Becchetti e vi consiglio di leggervi il blog linkato.
Cito dal suo editoriale:

Basta con questa finanza capace di sfornare scandali a ripetizione, insostenibile e continuamente sull'orlo del fallimento, animata non più dall'avidità  dell'homo economicus, ma dai movimenti ciechi e ancora più parossistici di algoritmi automatici costruiti per realizzare profitti attraverso migliaia di operazioni a piccolo termine.

Come mi era già chiaro siamo ostaggio di macchine pensanti al servizio di altri uomini senza scrupoli che sulle speculazioni finanziarie che avvengono alla velocità della potenza di un processore determinano crisi economiche fittizie, condizionano i mercati, e attualmente ci tengono tutti in ostaggio.
Che fare? La risposta di Becchetti è chiara:

Essenziale accanto alla manovra della BCE è varare una tassa sulle transazioni per eliminare il trading ad alta frequenza di cui nessuno sente il bisogno. Insieme a questa serve la separazione fra banca commerciale e banca di affari e una vera azione di antitrust nei confronti delle banche troppo grosse per fallire.

Sembrano operazioni facili vero? Ma le banche non saranno oggi quello che erano i latifondisti in Italia dopo la prima guerra mondiale? Temo che le banche non abbiano nessuna intenzione di perdere potere e denaro in questo momento a costo dell'incolumità del mondo intero, spero di sbagliarmi.
Un'altra riflessione, tutto questo parlare di crisi dei mercati non deve distoglierci dai nostri consueti problemi, basta guardare la televisione in questi giorni, la Lombardia, motore trainante del paese si ritrova con il governo della regione indagato, l'avreste mai detto?
E non credo che questo fatto sia collegato alla crisi economica globale, questo è un fatto tutto italiano.
Siamo circondati, l'unica speranza è nel lavoro incessante degli uomini onesti qualunque carica ricoprano, ci sono bisogna imparare ad ascoltarli.

  

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