Poi accade.
Non sarò mai un grande scrittore, lo so.
Perché tutto è già stato scritto, tutto il migliore cinema è già stato prodotto e siamo nella più grande crisi economica del mondo, eccetera eccetera.
Poi accade lo stesso.
Oggi è meno caldo.
Finalmente il caldo agostano molla la presa, è sempre presente, lo senti appiccicato alla maglietta sotto la divisa, ma la notte si dorme.
E' una determinazione, nasce da un'idea, un'idea che mescolo e rimescolo da mesi.
Ho rimandato all'autunno, perché è la mia stagione e dopo una breve vacanza ricomincerò a scrivere.
Un'altra volta ancora, inciampando sulle consonanti, maledicendo la mia congenita incapacità di scrivere veloce, aggrovigliandomi nei concetti, tornando indietro a controllare le vocali dimenticate, correggendo gli errori più evidenti sempre inseguendo una storia.
Perché lo faccio?
Perché è come correre nel vento con una moto veloce lasciando entrare l'aria calda nella feritoia del casco.
Sullo sfondo il sole al tramonto e la riviera che aspetta quieta.
E' come quando vedi una bella donna che scivola accanto e senti un fremito che tieni per te.
Scrivere è inventarsi ogni volta un mondo fuori di te con dentro tutti gli ingredienti giusti, è il mio film.
Ho, come al solito, un' idea meravigliosa in testa ed è inutile raccontarvela, perché è meravigliosa solo per me.
Dentro c'è il noir, l'avventura, la tragedia e l'attualità e soprattutto la folle idea che sarà il mio migliore romanzo mai scritto.
Sono un arrogante presuntuoso?
Forse, però mentre scrivo sono altrove e non ci sono mutui da pagare, scioperi da organizzare e bilanci da fare quadrare.
Non è già un buon motivo per lasciarsi prendere dalla frenesia?
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