venerdì 21 dicembre 2018

l'anno che verrà




Passeggiando per Bologna mi sono imbattuto nelle parole di una delle più evocative canzoni di Dalla, perché parliamoci chiaro, le feste natalizie, incubo di depressi e fragili, sono sicuramente il momento più adatto per fare un bilancio dell'anno che sta per finire.
Siamo sempre di corsa, come cantava spesso Dalla,  specialmente in questi convulsi giorni, alla ricerca di regali spesso inutili, di cose da indossare, mangiare, bere. Le musiche natalizie sono ovunque anche sopra la nostra testa, mentre attraversiamo quella via D'Azeglio dove spesso Dalla si affacciava dal suo castello, un fantastico appartamento in una delle vie più esclusive di Bologna.

Dalla era, come ho scritto in qualche romanzo, un frammento della mia città, dove è possibile avere un ruolo e uno spazio, basta valerlo. Bologna è ancora città a misura d'uomo, nel bene e nel male, e noi bolognesi siamo fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di crescere, vivere e invecchiare in un luogo dove musica, narrativa e creatività la fanno da padrone.

Ma cosa mi ha spinto stasera a scrivere dell'anno che verrà?
Forse l'eterno connubio della mia vita, musica, sogni, desideri e Bologna.
La canzone con la quale vi saluto augurandovi buone feste racchiude il mio sentire da sempre.

Caro amico perduto ti scrivo, scrivo a te che non mi riconosceresti per strada, scrivo all'amico che ha timbrato il cartellino in forte anticipo sui tempi, a quello che ha deciso di lasciargliela lì la vita schifa mandandoci tutti a quel paese, scrivo all'amico che legge i miei libri e avvicinandosi baldanzoso al mio trespolo in libreria mi saluta, senza nemmeno presentarsi, scrivo all'amico giovane condannato alla precarietà fra redditi di cittadinanza fittizi e promesse da mercante, scrivo all'amico che spera di andare in pensione a 62 anni e non ha capito che cambiano i suonatori ma la musica non sarà mai quella di Dalla.
Rimango ad aspettare alla finestra di un' Europa che continua a prenderci in giro magari a ragione.
Rimango ad aspettare i miei tre natali e spero un giorno di sparire senza grandi disturbi insieme ai troppo furbi e ai cretini invecchiati bene.

Vedi caro amico cosa si deve inventare per continuare a sperare e di una sola cosa sono certo.

L'anno merdoso e luttuoso che sta finendo ne annuncia un altro che in un modo o nell'altro passerà,
spero  sarò presente fra un anno per lamentarmi nuovamente del tempo che scorre senza fare sconti, mai.





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