mercoledì 21 maggio 2014

Il silenzio della Bassa. nuova recensione


Sotto la recensione di Giusy Giulianini, una persona straordinaria, ma non è un complimento, è un dato di fatto, in un paese dove copio e incollo:

Secondo i dati dell'Associazione italiana editori quasi il 55% degli italiani sopra i 6 anni non legge neanche un libro l'anno, solo un 15 per cento di lettori già parte di una minoranza legge almeno un libro al mese. Ecco perché Giusy diventa straordinaria lei legge molto e con passione e purtroppo è una mosca bianca. Vi propongo la sua non recensione, così ha voluto definirla, del mio romanzo, e sono queste non recensioni che mi danno la forza di continuare a inventare storie.





Presentazione di “Il silenzio della Bassa”di Massimo Fagnoni, Fratelli Frilli Editori – Bologna, 19 maggio 2014


Massimo Fagnoni ha presentato il suo ultimo romanzo alla Feltrinelli di Bologna, sotto le volte affrescate della ottocentesca Galleria Acquaderni, seguito dallo sguardo benevolo dei campioni di scrittura ritratti nelle gigantografie a parete. Un sogno che si realizza, per sua stessa ammissione, il sogno di un ragazzo cresciuto all’ombra mitica di quegli scaffali, inaugurati ormai cinquant’anni fa e subito divenuti cuore pulsante della cultura cittadina. Massimo Fagnoni ha presentato un noir che altrettanto può essere letto come cronaca sociale o romanzo di tragica formazione. Da lettore empatico non amo le etichette di genere, che servono al più come criterio di scelta rapida per gli indecisi, preferisco capire se una storia vale la pena di essere raccontata, se una pagina ti spinge a sfogliare quella successiva. Per questo libro accade. Il protagonista Galeazzo Trebbi, un quasi-Maigret dagli anfibi neri, nasconde sotto apparenze sgraziate una lucida e dolente umanità, che si volge con rimpianto verso una perduta giovinezza, trattenuta nelle lamiere evocative di un Maggiolone Wolkswagen. Trebbi possiede tutti i tratti per fidelizzare il lettore e diventare un personaggio seriale, e infatti lo diventerà. Attorno a lui si muovono personaggi altrettanto tridimensionali, coprotagonisti tutti nelle loro imperfezioni, accattivanti o respingenti nella coralità del dramma, che è dramma dei singoli ma anche di una società. Tra tutti Celeste, vittima o artefice del proprio destino, fissata nell’atto di abbandonare il suo pupazzo, ma di ripararlo con ogni cura, oggetto transizionale si potrebbe dire, simbolo comunque di una soglia incerta, quella dell’adolescenza, che non può staccarsi da un passato noto, e dunque confortante, per vivere un presente che non sa farsi futuro. E sullo sfondo la Bassa, terra di confine dove coesistono un villaggio di meschina borghesia e un campanile su cui si addensano tragici sospetti di iniquità, e le due anime di una Bologna che è ben disegnata fin dalla copertina. A sinistra il grattacielo dell’Unipol, emblema inequivocabile di un colore politico che non recede, a destra un po’ arretrato il colle della Guardia, che unisce i bolognesi sotto un unico segno, di fede o superstizione non è facile dire.

Se volete passare dalle polemiche ai fatti, eccovi l’analisi che, a partire dai dati dell’Associazione Italiana Editori, lavoce.info fa della situazione della lettura in Italia. In sostanza: quasi il 55% degli italiani al di sopra dei sei anni di età non legge neanche un libro all’anno (manuali scolastici o di lavoro esclusi). - See more at: http://nuovoeutile.it/libri-lettura-italia/#sthash.oldY0qOy.dpuf



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