C'è stato un tempo della mia vita nel quale andare al cinema era attività settimanale e il cinema, soprattutto quello americano, era la mia vita, perché non c'è nulla come la fantasia e la creatività per rendere gioioso un intelletto in formazione.
La pensavo così e con i mei amici di allora andavo al cinema per seguire i nostri eroi, uno di questi era Harrison Ford.
Harrison Ford è uno dei pochi attori che pur impersonando alcuni dei personaggi fondamentali della mia vita da adolescente, è riuscito nel tempo a mantenere intatto il suo fascino di attore.
Da Blade Runner, a Guerre Stellari, passando da Indiana Jones, noi adolescenti lo amavamo sempre, perché incarnava l'avventura sotto diverse angolazioni.
Ho visto Indiana Jones e il quadrante del destino, e ora qualcuno si scandalizzerà, ma l'ho visto a pezzi, in parte nel mio grande televisore, in parte sul tablet e in parte sul telefono, perché si cambia nella vita ci si adatta, e invecchiando ho imparato a fare le cose come meglio mi aggrada.
Il film non è diretto da Spielberg, non è scritto da Lucas ma visto che entrambi sono produttori esecutivi evidentemente hanno deciso di adattarsi, come il sottoscritto a loro nuove esigenze.
Nel film c'è l'essenza di Indiana Jones, la musica, l'avventura e anche la trasformazione di Harrison Ford in giovane (quarantenne?) con gli effetti speciali, risulta convincente.
Non so se questo film è l'addio alle scene per Ford nel suo ruolo, in questo caso è riuscito nell'intento.
Siamo invecchiati insieme Jones/Ford e siamo invecchiati bene.
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