martedì 26 febbraio 2013

Chi ha paura di Grillo?



Aspettavo queste elezioni come una liberazione, come ha detto Nanni Moretti, credo al comizio di  chiusura della campagna del PD ( io l'ho visto in blob), aspettavo la liberazione di 70 milioni di cittadini italiani dallo strapotere di un solo uomo, o meglio di una strana classe politica assuefatta alla corruzione e al clientelismo.
Moretti ha avuto una sorta di chiaroveggenza quando ha diretto Habemus Papam, non si può cogliere sempre nel segno.
Sapevo che il movimento 5 stelle avrebbe realizzato un buon risultato non credevo in questi termini e non ci credeva nessuno neanche gli esperti di sondaggi.

Il movimento 5 stelle non mi convince, non sono preparato sull'argomento, nel senso che per essere esperti di questo movimento bisogna farne parte, e frequentare assiduamente la rete.
Io sono spesso in rete, ma non tanto da seguire il blog di Grillo. Mi sono fatto l'opinione che per conoscere bene questo  movimento bisogna necessariamente farne parte, stringendo un patto di appartenenza, una specie  di patto di sangue, mi sbaglio? Correggetemi.
Ho visto i giornalisti, sempre a blob credo, tenuti a forza ai margini del comizio conclusivo romano.
Lasciamo perdere la simpatia o l'antipatia che nutro per certo giornalismo oggi, ma non mi sembra un atteggiamento molto democratico.

I movimentisti chi li conosce? Grillo urla ( urla quasi sempre) che è gente della strada che si fa il mazzo per tirare avanti la famiglia, ma voi sapete chi sono? Adesso lo impareremo. e quanto servirà imparare a conoscerli se questo governo non arriverà nemmeno all'autunno?

Uno di questi simpatici ragazzi, giovanissimi e felici, diceva che l'idea di questo movimento contagerà l'intera Europa, ma qual'è la loro idea la politica fatta in rete? La partecipazione virtuale? Cosa pensano questi nuovi idealisti che la rete, così evanescente, inaffidabile, aggirabile, possa essere il nuovo veicolo della democrazia in Italia? Poi, quanti sono gli italiani che effettivamente hanno una minima padromnanza del mezzo, in un paese dove neanche il 50 per cento della popolazione legge un libro l'anno.

Grillo ha una grande energia ed  è stato bravo, ricordo ancora quando fu epurato dalla televisione di Stato per avere preso in giro Craxi e compagni, si è tolto una montagna dalla scarpa, ha inventato una bella macchina da guerra, ma ho un presentimento, il suo movimento non risolverà i miei problemi economici, e non darà una prospettiva di futuro ai nostri figli, se mi dovessi sbagliare sono sempre pronto a scusarmi.

Per me Grillo rimane un comico, l'ennesimo comico al potere, sai che novità.

lunedì 25 febbraio 2013

risultati elettorali 2013




L'italia, con la lettera minuscola non s'è desta.

Guardo i primi risultati, ascolto come ogni volta i commenti dei nostri politici e ho una sensazione di sconfitta, e la conferma che ce lo meritiamo ciò che abbiamo.
Non credo che in Germania votino male come qui, e neanche in Francia o in Inghilterra, noi siamo e rimaniamo un paese del terzo mondo, appendice allegra e solare dell'Africa, forse è per questo che il nostro paese è tanto amato dai nord africani.
In Campania ha vinto o sta vincendo il pdl, e mi piacerebbe capire come mai i campani non si chiedano cosa farebbe la Lega, alleata di Berlusconi, se potesse con il sud, stessa cosa sta accadendo in Sicilia.
E mi chiedo, quanto sarà davvero costata alla destra e a Berlusconi questa campagna elettorale, quali patti avrà dovuto fare per conquistare il sud ancora una volta.
In Lombardia sta vincendo ancora una volta il pdl, ma non è in Lombardia che si è consumato l'ennesimo scandalo alla regione, o forse lo diceva solo Crozza?

Il discorso è solo uno o gli italiani sono definitivamente rincitrulliti o qualcosa non torna.

Il 25 % dell'elettorato non ha votato e forse avrei fatto bene anch'io a non votare.
il m5s è il terzo partito italiano e sicuramente non sarà in grado di governare con nessuno.
Le uniche note positive sono che Monti adesso capirà che è ora di andare dai suoi nipoti e Ingroia potrà inneggiare a Che Guevara altrove, e forse tornerà a fare il giudice.

Cosa accadrà da domani?
Lo sapevo che dovevo imparare l'inglese da giovane, aveva ragione mio padre, ma adesso dove posso scappare? non conosco neanche una lingua straniera.


domenica 24 febbraio 2013

masterchef fine stagione




Lascia l'amaro in bocca questa seconda edizione di Masterchef, è il trionfo della grande cucina, è il trionfo dell'antipatia, piove sul bagnato e la vincitrice non aveva probabilmente bisogno dei 100000 euri, di un libro di ricette pubblicato, di pubblicità.

Del resto non era molto simpatico neanche Maurizio, il secondo classificato, e forse riuscirà comunque a diventare un grande chef.
Alla fine la prima serie mi era piaciuta perché il vincitore era un ragazzo dall'aspetto gentile e umile che a quanto pare ha conservato le sue caratteristiche anche dopo, ma immaginate quanto si gonfierà l'ego già ingombrante dell'avvocato, come amava chiamarla continuamente Cracco.

Lo spettacolo non deve premiare necessariamente il più bravo, dovrebbe aiutarci a sognare, compensando le ingiustizie quotidiane. Tiziana è probabilmente la più brava nel circo mediatico di masterchef 2013 ma anche una delle più facoltose, e io avrei considerato tutti i parametri prima di aggiudicarle lo scettro, e non sono io a pensarlo ma i numerosi telespettatori indignati per il verdetto finale, sbilanciati in commenti irati su twitter.

Sembra quasi, secondo molti, che i tre guru della cucina internazionale abbiano premiato un'altra aristocratica come loro, alcuni addirittura hanno sollevato dubbi di legittimità e di correttezza nel verdetto finale.

Io non mi sbilancio e neppure mi interessa, come non mi interessano le polemiche sul marito, presunta comparsa nell'indagine sullo scandalo finmeccanica.

Insomma complessivamente masterchef quest'anno ha perso una qualità che aveva manifestato nella prima edizione, cioè la possibilità per un nessuno di diventare qualcuno, il vecchio sogno americano, quest'anno non è andata così, ha vinto la più brava, la meno simpatica e una vincente nata ... alla fine per noi poveri sognatori televisivi rimane solo la frustrazione, pessima pubblicità per un  programma sostanzialmente popolare, se fossi negli autori ci penserei.

sabato 23 febbraio 2013

paradiso amaro



Può essere amaro il paradiso? Anche se stiamo parlando delle mitiche Hawaii? Anche se sei ricco e stai per diventare ancora più ricco? Anche se sei George Clooney? E' amaro questo film del bravo regista Alexander Payne e l'ho visto volentieri.mi sono goduto quel mare, spesso attraversato da nuvole umide, mentre fuori dalla mia finestra si stava scatenando la più brutta bufera di questo inverno 2013.
Clooney è bravo, e coraggioso, come al solito, nel senso che difficilmente i suoi film sono facili o commerciali, e questo non fa eccezione.
La storia è banale nella sua asciutta concretezza, un padre di due ragazze e un marito deve affrontare la realtà di un ruolo fino a quel momento disatteso a causa di un incidente che causa il coma della moglie.
Poi scopre che la stessa aveva un amante.
Clooney si muove in un mondo dove l'estate, un po' crepuscolare, sembra non calare mai e cerca di fare del suo meglio per non vedere il proprio mondo familiare naufragare definitivamente.
Vuole vedere anche colui che la moglie aveva deciso di amare e per il quale stava pensando di divorziare.
E non importa che voi viviate alle Hawaii o alla Bolognina, ma quando un amore finisce come cantava un improbabile Cocciante, ti ritrovi a fare i conti con il tuo fallimento, come uomo, come maschio, come padre e più sei vecchio più tutto si complica.
In sottofondo le musiche locali, sono perfette anche se quasi imbarazzanti.
Su Sky.

venerdì 22 febbraio 2013

the following






E' iniziata la nuova serie The following.
Se andate a tradurre i significati sono diversi e portano più o meno alla stessa definizione: coloro che seguono, i seguenti, i fans, i tifosi. Per chi ha Twitter è di uso comune il termine e qualifica anche la personalità di chi incontri, un buon equilibrio fra following e follower qualifica la persona, io ad esempio ho 500 persone che seguo (in teoria) e 187 che mi seguono (in teoria) dovrebbe forse essere più equilibrato il rapporto fra i due gruppi, ma in realtà personalmente twitto pochissimo, uso lo strumento per inserire i miei post e non ho tempo per inserire messaggi volanti, non ho la testa twittante, e anche se sono iscrittoa tutto frequento poco i social network, devo confessarlo.

La cosa intrigante di questo nuovo telefilm americano è l'idea di un leader matto come un cavallo, modello Hannibal per intenderci, che costretto dietro le sbarre nel braccio della morte riesce a muovere in sua vece diverse pedine assassine per perpetrare i suoi insani progetti omicidi.

L'idea è un po' sfruttata, in realtà già nel silenzio degli innocenti c'era l'idea dello psicopatico in grado di manipolare gli altri inducendoli a fare cose, si parte sempre dall'individuo geniale, carismatico, affascinante per finire alle marionette, soggetti deboli, anch'essi malati, e quindi facilmente manipolabili.

Poco realistico nel complesso il formato, abbastanza intrigante, anche se le forze di polizia appaiono spesso impotenti, nonostante lo spiegamento di uomini, per arginare il male e proteggere i diversi personaggi.

Siamo solo all'inizio, vedremo l'evoluzione, per ora è divertente, bravi  i protagonisti, Kevin Bacon e l'attore inglese bravo e bello James Purefoy e l'ex compagnadel serial killer, la bellissima Natalie Zea.

Il poeta maledetto che ispira la setta malvagia è Edgar Allan Poe, poveretto continua ad essere usato da cani e porci per sottolineare il male.

Insomma che dire, qualcosa in questa serie non mi suona bene, sa di raffazzonato, come se gli autori avessero deciso di costruire qualcosa di terrificante con ingredienti recuperati qua e là senza grande impegno, e inoltre è poco credibile la potenza complessiva del gruppetto di delinquenti pazzi.

Vedremo, per ora mi guardo la serie e sorrido, vedremo se in seguito mi appassionerò, ma ho qualche dubbio.

mercoledì 20 febbraio 2013

Una mamma per amica ... fine



Una Mamma per amica chiude i battenti per me che mi sono visto tutte le stagioni fino alla fine per la prima volta e ultima.
Solo chi ha visto tutte le puntate può capire cosa significa non frequentare più casa Gilmore che comunque non sarà più la stessa poiché la figlia Rory parte come giornalista al seguito della campagna elettorale di quello che poi diventerà il primo presidente americano di colore.
Rory è la figlia che molti vorrebbero avere, e Lorelai è madre e compagna ideale.
In quel mondo assolutamente improbabile che si chiama Stars Hollow si muove un variegato numero di personaggi tutti caratterizzati in maniera attenta, ognuno con un suo perché e sarebbe lungo quanto inutile descriverli.
Ciò che rimane di questa serie è una sorta di nostalgia per la televisione ben fatta, per la capacità degli attori di interpretare ruoli non scontati snocciolando dialoghi intelligenti, comici, con una leggerezza e una eleganza difficilmente riscontrabili in altre serie.
Fuori sta per iniziare a nevicare, sabato e domenica forse andrò a votare tappandomi il naso, non ci sono prospettive per i nostri figli, per il nostro futuro, stipendi fermi, speranze  risicate.
Mi perdo quindi in quella bellissima cittadina dove il tempo essersi fermato e dove nessuno conosce la parola crisi per sognare ad occhi aperti di un mondo dove laurearsi ha ancora senso e dove la gente ha ancora voglia di stare insieme.
Quando una serie funziona ti rimane in memoria e questa mi accompagnerà per un bel po'.

lunedì 18 febbraio 2013

Dexter fine stagione



E' finita la settima stagione e ho tirato un sospiro di sollievo.
Dexter per me è come un amico e negli anni ho imparato a volergli bene, il problema è che ha perso mordente e fascino perchè semplicemente ha deciso di non rispettare più il codice.
Il codice a mio avviso è la formula vincente di questa fiction, è la regola che salva il personaggio, sia dal punto di vista estetico e spettacolare, sia nella finzione della trama.
Infatti Dexter nel momento in cui si innamora della bellissima Hanna e nel momento in cui comincia a condividere la sua natura con altri inizia a perdere spessore, inizia a fare errori.
Il mio dubbio è: l'inizio della fine è voluto o è casuale?
Scrivendo storie mi rendo conto quanto sia inevitabile pensare a una conclusione, anche se l'unico personaggio seriale costruito dal sottoscritto, il maresciallo Greco, è per ora nel limbo pure avendo al suo attivo tre romanzi inediti, quindi, non mi pongo il problema per ora.
Ma in televisione è inevitabile affrontare la conclusione di una serie, l'unico caso conosciuto di apparente indifinitezza della conclusione riguarda un posto al sole, ma le soap opera seguono percorsi diversi.

Morale ... è tempo di morire,  citando una famosa battuta di Blade Runner, almeno come serie.
 Dexter non ha più né la voglia né la capacità di gestire la sua seconda natura e forse anche gli sceneggiatori hanno valutato che sia tempo di dedicarsi ad altro, credo che la prossima sarà l'ultima stagione, speriamo  scelgano una fine adeguata.
Dexter rimane un pezzo del mio immaginario, il mio oscuro passeggero ne sentirà spesso la mancanza.

domenica 17 febbraio 2013

Il caso Pistorius




Spunta la pista investigativa del delitto passionale nel caso del campione paralimpico Oscar Pistorius, accusato dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp. Secondo l’ipotesi accusatoria, a scatenare la rabbia omicida di Pistorius sarebbe stata la gelosia nei confronti di Mario Ogle, 24 anni, cantante che è apparso a fianco della vittima in un reality show locale simile all’Isola dei Famosi: a supporto della tesi c’è la testimonianza di Dominique Piek, collega di Reeva, secondo cui Pistorius era talmente geloso da voler impedire la partecipazione della fidanzata allo show.

Fino a qui le ultime di cronaca copiate da un sito specializzato in gossip.
Non è importante il bel ragazzo che vedete in fotografia, questo Mario Ogle cantante sul quale non c'è niente altro da dire.

Non sarebbe importante neppure un' eventuale storia fra lui e la bellissima Reeva Steenkamp, ordinaria amministrazione nel mondo luccicante dei reality e della moda, musica, sport.

L'unica cosa che mi ha veramente colpito in tutta questa vicenda è la superficialità, l'indifferenza, il vuoto.

Non è vero che un uomo è semplicemente un uomo.
Il campione Pistorius, che io ammetto di non conoscere, è quello che oggi definiscono come un diversamente abile, e forse per lui il termine è corretto, nel senso che pure con una pesante disabilità, è campione mondiale, e questo  signore avrebbe ucciso la fidanzata, bellissima, per gelosia.

Le domande ovvie di noi pettegoli sono: perché una donna che vive nel mondo della superficialità e apparenza si  innamora di un eroe decisamente alternativo? Perché comunque lui l'ha uccisa? Esiste la reale possibilità che differenti concetti di bellezza possano coesistere o la tragedia di questi due giovani ripropone  l'impossibilità del trionfo dei buoni sentimenti in un mondo dove nulla è reale ma solo gossip, marketing, reality e ancora una volta apparenza, nella sostanza coppie fittizie per ingrossare il business.

Infatti il reality prosegue e manda in onda immagini della bella Reeva anche se è già morta e forse sepolta.
Nessuna pietà per questi moderni gladiatori delle pagine patinate di riviste e siti specializzati.
L'unico vero dramma è una vita stroncata in nome del nulla quello che domina ovunque ormai.

mercoledì 13 febbraio 2013

San Remo 2013, la diversità e altre amenità



Ho visto parte della prima puntata della grande kermesse sanremese.
L'ho fatto perché gli amici mi hanno detto che non posso criticare ciò che mi rifiuto di guardare e avevano ragione, alla fine i più simpatici sono stati proprio Fazio e la Littizzetto ... maledizione.

Poi c'era Crozza e io adoro quel comico, si sa.

Quattro  righe sulla sua performance: a San Remo è stato morbido, la parodia del cavaliere è stata molto più ruvida a Ballarò, quindi credo che i due o tre poveracci che sono andati lì a urlargli pirla fossero lì per creare un po' di scompiglio, mi pare non abbiano raggiunto il loro obiettivo, però Crozza era un po' alterato e non credo recitasse, forse non è abituato a essere fischiato.

Vero, falso, chi se ne frega, basta funzioni.

Simpatica la comica torinese, bravo il Fazio nazionale.
Lasciamo stare le canzoni, per pietà, non mi è piaciuto neanche Silvestri che a volte ascolto.

Ma vorrei spendere qualche riga per i due giovani uomini omosessuali che si sono presentati sul palco con alcuni cartelli, il succo era, ci amiamo, ma in Italia non possiamo sposarci, perché è un paese arretrato.

E' vero l'Italia è un paese arretrato, per un certo numero di motivi, tutti validi, tutti rivendicabili.

I disabili ad esempio anche loro sono bistrattati ed emarginati nel nostro paese, e io lo so bene, basta guardare i contratti di  lavoro indecenti riconosciuti per educatori professionali e operatori socio sanitari che guadagnano stipendi da fame per seguire i propri pazienti.

Noi della Polizia Locale siamo bistrattati, non riusciamo a cambiare una legge nazionale  ferma al 1986  e continuiamo a non essere carne e nemmeno pesce e mi fermo qui.

Potrei parlare del problema dei giovani senza lavoro e senza speranze,  delle barriere architettoniche, delle piste ciclabili, e del sud del nostro paese, dimenticato, contaminato da mafia, camorra e ndrangheta,  degli operai dell' Ilva etc etc etc.

Perché allora a San Remo si è deciso che potevano fare la loro recita, dimostrazione muta, manifestazione pacifica o chiamatela come vi pare, i due giovani omosessuali?

Loro dovranno andare a New York a sposarsi e beati loro che hanno i soldi per andare in America.
Non ho pregiudizi, ho amici omosessuali, non mi pongo nemmeno il problema della loro giusta rivendicazione, ma credo che la dimostrazione di ieri sera fosse evitabile, non indispensabile, non prioritaria.

Una bella rivendicazione che mette d'accordo tutti, perché non hanno fatto sfilare sul palco qualche decina di operai di quelli in mobilità? Loro avrebbero fatto meno tenerezza, ma forse avrebbe avuto più senso dargli visibilità .

Mi perdonino gli amici omosessuali e anche i nemici, ma credo che voi abbiate buone possibilità di arrivare alla realizzazione del vostro obiettivo, quegli operai no, io preferisco preoccuparmi per loro.








martedì 12 febbraio 2013

Lo specchio delle sue brame



Oggi mentre attendevo un' infiltrazione al Rizzoli, durante le cinque ore inutili di attesa, ho letto il primo romanzo di due scrittori bolognesi Nicola Arcangeli e Emanuela Tumiatti.

Lo specchio delle sue brame edito dalla Casa Editrice Giraldi editore.
L'ho letto perché dovrò presentare gli autori in marzo 2013 alla libreria Coop Lame, me l'hanno chiesto in amicizia e ho accettato.
E' la prima volta che faccio il relatore, e lo farò con il mio stile, come al solito, cercando di fare a modo, ma senza prendermi troppo sul serio, in fin dei conti si legge e si scrive e ci si espone per passione, soprattutto, e con un certo divertimento ho divorato questo libro scritto da una coppia di bolognesi,  che hanno osato ciò che io non credo potrei mai fare, scrivere in tandem con qualcun'altro.
Mai dire mai comunque.

Veniamo al romanzo. Mi è piaciuto.
E' lontano dal mio modo di scrivere, ma non del tutto, è un romanzo particolare, un noir, ma non solo.
Ci sono diverse anime in questo lavoro,  un'attenzione al linguaggio, una ricerca formale, che se in alcuni momenti appare come un'esigenza eccessiva di precisione, non contrasta però con gli improvvisi cambi di velocità.

La trama non è raccontabile, troppo rischioso svelare particolari utili alla soluzione della storia che invece sorprende, offre diversi colpi di scena, si sviluppa bene, in modo discretamente armonioso, e tiene il lettore incollato alla pagina successiva per scoprire cosa accadrà.

Diverse anime, diversi momenti, un buon uso della digressione, e una interessante descrizione dell'azione, quasi cinematografica. Ci sono alcune perle, e alcuni passaggi scritti veramente bene.

I due autori amano King e Palahniuk, li conosco e mi piacciono entrambi, ma in alcuni passaggi c'è anche Ammaniti, non so se ne sono consapevoli, o forse è solo una mia idea.

Se volete conoscerli meglio vi consiglio il romanzo, in libreria o in rete, presto vi dirò la data della presentazione, adesso devo improvvisare una scaletta, la sera della presentazione sarò in minoranza devo prepararmi bene.
Intanto complimenti a Nicola ed Emanuela, spero due futuri amici scrittori.

lunedì 11 febbraio 2013

il Papa va in pensione



Oggi sono a casa, pensione fittizia, in realtà malattia, niente di mortale per ora.
Fuori dovrebbe nevicare in maniera preoccupante, in realtà qui dalle mie parti la strada è pulita, ma si sta bene in casa.
Apprendo in diretta da Rtl che il Papa ha deciso di lasciare il trono di Roma.
Gli esperti di cattolicesimo mi perdonino, non conosco il linguaggio esatto, ma sono un cattolico, battezzato, cresimato etc, appartengo alla grande comunità cattolico cristiana del mondo e la cosa mi sta bene, senza infamia e senza lode, l'accetto come dato di fatto, vorrei avere una qualsiasi fede ma quello è un altro discorso.
Però questa vicenda del Papa che butta la spugna mi intriga e lo so intriga anche voi, mentre state arrancando nel vostro quotidiano senza certezze.
Voglio dire, spero  se ne vada solo perché ha deciso a 85 anni che era tempo di ritirarsi, e non per una malattia grave.
Lo spero molto.
Ricordo il suo predecessore quello che doveva diventare santo subito, sempre a furor di popolo, ma quanto è ignorante il popolo?
Dicevo ricordo il suo predecessore, stava malissimo alla fine, lui non ha mollato e secondo me ha fatto male, ma è un' opinione personale.
Se questo Papa invece se ne va proprio pochi giorni dopo le nostre fiacche elezioni, sembra proprio  sia stato ispirato da un'entità superiore.
Ve lo immaginate un Dio giusto e saggio, come sicuramente sarà, che sussurra in un orecchio al Pontefice : Dai il buon esempio a quei vecchi politici, loro scendono e salgono in campo senza dignità, senza un motivo logico, non mollano,  e nessuno capisce il perché, tu invece che lavori per me decidi di farti da parte, perché il peso è troppo gravoso, come liquidazione la promessa di alcuni anni sereni, solo preghiera e un personal computer per scrivere le tue memorie.

E' immensa la saggezza divina non trovate?
Neanche un briciolo di questa arriva ai nostri candidati, ci sarà un motivo?

domenica 10 febbraio 2013

the impossible



The impossible l'ho visto ieri. Ero uscito per vedere l'ultimo di Tarantino ma l'amor di padre mi ha costretto a dirottare verso questo dramma epocale e apocalittico.
Intanto devo dire che brava e molto è la protagonista Naomi Watts, bravo anche il protagonista maschile Ewan Mc Gregor, ma chi mastica un minimo di cinema lo sapeva già.

Lo Tsunami diventato termine comune nel nostro linguaggio quotidiano, è il terzo protagonista del film, ed è perfetta la realizzazione della realtà. Perché io lo immaginavo come nei film di fantascienza, tipo Deep impact, un'onda altissima che copre il sole e si abbatte come un martello sulla terra, invece nel film è riproposto come avvenne in realtà.

La differenza sostanziale fra i documenti visti e rivisti in televisione e il film, è che nel film sei lì anche tu, un pochino almeno, e l'onda ti arriva addosso mentre sei lì a prendere il sole, a leggere un libro (per me l'ipotesi più probabile), o a giocare a ping pong.
E non c'è il tempo, il tempo svanisce, non hai tempo di dire addio, o di salutare, di metterti in salvo, di salvare i tuoi cari, di correre sulla collina più alta, di nasconderti, perché un attimo prima c'era il sole e la vacanza, un attimo dopo la catastrofe.

Come scrivevo della Chiave di Sara pochi giorni fa, anche in questo caso la tragedia globale, stiamo parlando di un numero imprecisato di vittime (hanno smesso di contarle) fra i 150000 e i 400000 morti, dicevo l'ecatombe diventa quasi trascurabile se vista nel suo dato statistico.

Torna invece ad essere un fatto terribile se osservata da una prospettiva individuale, il microcosmo familiare di una famiglia qualsiasi in vacanza.
In questo caso parliamo di una storia vera, una famiglia di spagnoli che stava trascorrendo il Natale del 2004 in Thailandia.

La storia pubblicizzata, e mostrata nei vari trailer in televisione, forse la conoscete già, ma interessante è viverla da vicino, mentre la potenza dell'acqua ti trascina verso una probabile morte insieme a un mondo che scompare cancellato come da un' esplosione nucleare.

Mi sa che Django lo vedrò in tv, Tarantino rimane ormai forse il mio unico amore, ma questo drammone apocalittico mi è piaciuto, ti senti meno solo mentre il mondo finisce.


mercoledì 6 febbraio 2013

Balotelli, El Shaarawy, integrazione



Stasera mercoledì 6 febbraio 2013 alle ore 20:15 presso lo Stadio Amsterdam Arena di Amstedam si gioca la partita di calcio Olanda – Italia, valevole per le amichevoli nazionali pre-Mondiali Brasile 2014. La partita sarà trasmessa in diretta tv su Rai uno. Sempre oggi, alle ore 18:30, scende in campo la nazionale Under 21, che ospiterà ad Andria la Germania. La diretta tv di quest’ultima partita è su Rai tre.

Bene fino a qui la cronaca, copiata e incollata perché io il calcio non lo guardo, non lo seguo, non mi piace, fine.
Poi mi capita di subirlo come a tanti uguali a me, che devono fare lo slalom con il telecomando fra canali che a certe ore parlano solo di sport, e sky non fa eccezione, specie quando ti telefona a casa proponendoti un bellissimo pacchetto sportivo.

Ma detto ciò, anzi scritto, questa sera su Rai 3 mi imbatto in un servizio dedicato ai due baldi giovani della foto sopra. Balotelli lo conoscevo già di fama, non mi sta simpatico a pelle, forse perché un po' lo invidio, forse perché ha un'aggressività e un modo di porsi che istintivamente me lo rende antipatico.

L'altro El Shaarawy, non sapevo nemmeno che esistesse fino a stasera.
Il sevizio di RAI 3 era dedicato a loro, esempio di integrazione di due giovani italiani, con cognomi stranieri nel nostro paese, esempio fulgido di integrazione di due giovani lavoratori che sono riusciti a realizzarsi nonostante il colore della pelle o le origini.

Mi è sembrato un servizio degno della vecchia rete 4 di Fede, non di un TG come quello di RAI 3.
Ma di quale esempio andava parlando il commentatore?
Di cosa stava parlando?
I due calciatori non rappresentano i giovani stranieri di seconda generazione nel nostro paese, ma solo loro stessi e gli interessi milionari che fanno girare intorno a loro.
Siamo ben lontani da ogni possibile integrazione, siamo lontani da un'idea di uguaglianza sociale, e lontani da qualsiasi parvenza di equità.
E questi esempi non rappresentano nulla, non dovrebbero nemmeno essere citati, perché sono una presa in giro per tutti quelli che ogni giorno scontano la difficoltà oggettiva di integrazione in un paese come il nostro dove l'unica parità è al ribasso, chi ha meno continua a contare meno e siamo sempre più simili tutti quanti a tanti kunta kinte.
Balotelli è un bel calciatore, lasciamolo dove sta al meglio, in un campo di calcio, e non spacciamolo come esempio di futura integrazione, lasciamo la retorica a chi sa farla.

martedì 5 febbraio 2013

Fazio, Littizzetto, San Remo






Sarà un festival all'insegna del divertimento così ha dichiarato Fazio.
La Littizzetto, cognome complicato, ha detto che proporrà sé stessa come modello femminile controcorrente, l'antignocca si è definita e ha abbastanza ragione direi.
Credo fondamentalmente che si divertiranno abbastanza entrambi soprattutto quando riceveranno il compenso, non credo che ricevano il normale stipendio Rai per la settimana canora, ma sicuramente avranno un bel rientro economico i due simpatici personaggi che da anni allietano le serate domenicali e adesso anche del lunedì, mi pare, di Rai 3.
Fazio è un fenomeno particolare, di sinistra, senza esporsi mai troppo, non a caso non ha mai subito epurazioni (ricordate il periodo Biagi etc?) continuando a mantenere il suo scranno nel salotto buono dove invita uomini di destra e di sinistra, personaggi della cultura e dello spettacolo e fondamentalmente coloro che contano, che vendono libri, che producono film e cultura, il meglio del meglio direi.
E' un modello vincente, riesce a mantenere il suo programma, e a mantenerlo bene, senza mai rischiare con affondi fastidiosi ai poteri forti, presentando gli altri, sorridendo loro, ma mantenendo sempre un certo britannico distacco, un mito.
E torna a San Remo per farci divertire, perché?
Chi si vuole divertire?
Io non guarderò questa sagra della canzone italiana che ormai non rappresenta più nessuno, non lancia nessuno, non interessa nessuno, se non gli addetti ai lavori e quelli che spendono migliaia di euro in biglietti.
San Remo sa di vecchio, non è l'Italia che lavora, è un festival, e certo non uno dei più apprezzati.

La Littizzetto, per lei non basterebbe un libro, uno dei suoi fantastici libri editi da Mondadori, ma Mondadori non è di Berlusconi? Lo stesso che lei  sbeffeggia ogni domenica sera dallo studio di Fazio?
Einaudi che la pubblica idem.
Lei fa il suo piccolo spettacolo composto di parolacce e sciocchezze in diretta da Fazio parlando male di politici di destra chiaramente e forse anche di sinistra (confesso che non la seguo da un po') poi va a San Remo per quale motivo? Per proporre un modo diverso di fare spettacolo? Per andare contro? Intanto i suoi libri, che ammetto di non avere mai letto, probabilmente vendono e molto, perché molti di quelli che vendono nelle librerie lo fanno in quanto personaggi televisivi e lei non fa eccezione.

Ecco quindi due "compagni" che ce l'hanno fatta, loro sono compgani di successo, lavorano da dentro il sistema per cambiarlo a nostro favore, a favore della gente che lavora, viene licenziata, impreca e annaspa, e rimane per forza coerente alle proprie idee.

Anche  loro sono coerenti, seri dipendenti Rai che sbeffeggiando il potere se lo lavorano ai fianchi, veri rivoluzionari, complimenti.

domenica 3 febbraio 2013

criminal mind 8


Criminal Mind 8 atterra su sky in questo inizio di febbraio soleggiato e tornano i serial killer, quelli maltrattati da piccoli, con disturbi neurovegetativi, traumi irriducibili e bisogni compulsivi.
Si inizia con un bel sociopatico assassino che cuce la bocca delle sue vittime.
Il team è sempre lo stesso con il nuovo inserimento di Jeanne Tripplehorn faccia conosciuta ma non ricordavo per cosa poi mi sono ricordato dove l'avevo vista, in Basic Instinct, quando era più giovane e molto più sexi.
Del resto il tempo passa per tutti e anche per questa bella fiction, veloce, intelligente, poco realistica, ma sempre godibile.
Diciamoci la verità, è improbabile che con la crisi attuale esista un gruppo di profiler che può permettersi di salire su aereo privato per scorrazzare in lungo e largo per gli States solo per catturare i cattivi.
Però la televisione è questo no? Piccola grande magia, da domenica pomeriggio, sul divano buono. 

sabato 2 febbraio 2013

acab







Acab sbarca sulla piattaforma sky, e se sapevo che sarebbe arrivato così presto avrei evitato di guardarmelo su you tube. Credo che lo riguarderò perché è un film interessante aiuta a comprendere la realtà.
La realtà è un uccello che non ha memoria cantava Gaber, e noi ne abbiamo pochissima, basta un accadimento e cambiamo opinione, il poliziotto diventa carnefice, l'assassino diventa martire o viceversa.
I colleghi, anche se non si considerano sempre tali i poliziotti rispetto a noi, dicevo i poliziotti, fanno un lavoro difficile, spesso ingrato. Loro, come noi della polizia locale, spesso devono operare in un contesto sociale ricco di contraddizioni, degrado, violenza.
Spesso mi è capitato di lavorare con i colleghi del reparto mobile della polizia di Stato e del battaglione dei carabinieri, operatori che si spostano percorrendo il nostro bel paese fra stadi occupati da gruppi di tifosi violenti, piazze calde di manifestazioni non autorizzate, luoghi della movida da presidiare.
Lavorare in un reparto che si occupa di ordine pubblico è scelta impegnativa, spesso motivata da un maggiore rientro economico dovuto agli straordinari, alla trasferta, al disagio, cose per noi ancora sconosciute. Credo che per lavorare in quel settore sia necessaria anche una sorta di spinta motivazionale, legata  all'età anagrafica, al desiderio di trovarsi in una situazione dinamica.
So che in realtà fare ordine pubblico signica spesso lunghi tempi morti, attese snervanti, freddo d'inverno e caldo d'estate.
Tutto il resto, la violenza, il linguaggio, il livello di scontro, la collocazione politica, sono cose che forse avevano un significato preciso fino alla fine degli anni 80. Oggi le cose sono cambiate, come mutato è il contesto socio politico nel quale viviamo.
Questo film cerca di entrare in quel delicato mondo, dove a mio avviso i confini sono sfumati, bene, male, giusto, sbagliato, destra, sinistra.
L'unica cosa che veramente mi fa sentire vicini gli uomini che tutti i giorni fanno ordine pubblico nel nostro paese è la condivisione delle contraddizioni sociali, la sopportazione della violenza urbana che a tutti i livelli investe chi indossa una divisa.
Se si capisce questo, si può anche capire come sia difficile, usurante e stressante, operare in stadi, piazze, luoghi della condivisione sociale dove spesso si sono perse completamente le coordinate del vivere insieme un qualsiasi evento e dove dietro alla violenza non c'è nulla, neanche una parvenza di motivazione politica, ma solo il piacere di fare male a qualcun altro.
Vi lascio alla visione di questo film italiano, che ritengo un tentativo dignitoso di affrontare un problema spinoso del nostro tempo, tratto da un libro che non ho mai letto.