martedì 31 maggio 2011

ballottaggi



Ci sono stati i Ballottaggi ed io grazie al cielo non dovevo votare.
Berlusconi ha preso una sberla ... dicono.
Io le prendo tutti i giorni da quando mi alzo a quando vado a dormire.
Questo mese non mi hanno pagato la produttività che è un incentivo per noi dipendenti comunali a lavorare di più, ma visto che non ci sono risorse hanno deciso di proporci uno sconto e per ora niente, nulla, zero euro in busta.
Gli straordinari sono una cosa talmente straordinaria che non la vediamo da un anno e poco importa se ti tocca farli, tanto non te li pagano, ma ai vigili tocca spesso farli perché lavorano per strada e capitano eventi straordinari appunto, aggressioni, sequestri, incidenti stradali, che sono talmente frequenti da non essere più straordinari, ma il nostro impegno non può essere retribuito perché non ci sono soldi.
Penso a una possibilità, questo mese dico alla banca, niente rata del mutuo, non mi hanno pagato come dovevano perciò anche tu devi aspettare, chissà cosa mi risponderebbe?

Torniamo a Berlusconi.
Era ora che qualcuno gli facesse capire che aveva superato ogni limite sopportabile.
Ma detto fra noi adesso che accadrà?
Il nuovo sindaco di Napoli risolverà i loro problemi di spazzatura? eliminerà la camorra?
e Pisapia?

Alla fine è solo una soddisfazione da partita a calcetto, abbiamo vinto noi, tu hai perso, non sei il più tosto, anche tu sei mortale e puoi essere sconfitto.

Ma chi se ne frega dei nostri politici, delle loro questioni di orgoglio e potere.
Io ho sempre l'identico problema tutti i giorni, tutti i mesi.
La rata del mutuo.
qualcuno potrebbe pagarla, per favore al posto mio?

domenica 29 maggio 2011

il mio primo premio



Mi telefona l'amico scrittore Roberto Carboni mentre sta rientrando dal Piemonte, esattamente da Pieve Del Cairo  dove ha partecipato al premio letterario Lomellina in Giallo con il suo bel noir "Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove" che vi consiglio e del quale scrissi a suo tempo una recensione.
Roberto mi comunica entusiasta che il mio "Belva di città" ha vinto il primo premio ed il suo romanzo il secondo.
Che dire?
Non ho mai vinto un premio in vita mia neanche ad una campestre.
Non c'ero in Piemonte per gravi motivi familiari, ma sono comunque immensamente contento di questo riconoscimento che idealmente dedico ai miei amici che da sempre mi accompagnano nelle presentazioni: il criminologo Andrea Piselli e l'attore Marco Piovella, un pensiero anche al disegnatore ufficiale delle mie copertine Claudio Trabucchi e chiaramente a Eclissi e a Rosa D'Emidio che ha creduto in me.

Grazie a Riccardo Sedini a Giallomania e un mondo di fortuna alle sue iniziative.

e ora vi tocca leggervi Belva di Città se ancora non lo avete fatto

giovedì 26 maggio 2011

BRAQUO ... lasciate ogni speranza


Appena li vedi entrare in scena ti chiedi dove li avranno reclutati quei poliziotti con le facce da canaglie ed i modi da criminali. La nuova serie tv proposta da FX,  il canale sky da me preferito, esordisce con un interrogatorio brutale nei confronti di un assassino stupratore e da quel momento è un crescendo di violenza feroce, cupa e senza scampo.
Mi piace, è un poliziesco che può ricordare la serie americana The Shield ma riesce ad essere ancora più brutale e senza speranza, con questi visi induriti di uomini che si muovono sul confine fra legge e crimine superandolo con grande disinvoltura.
Serie tv per stomaci forti e amanti del poliziesco d'azione.
Da non perdere

mercoledì 25 maggio 2011

Se ci voltiamo indietro

Il 23 maggio 1992 moriva Giovanni Falcone, 19 anni fa, io non ero ancora sposato, parlo del mio primo matrimonio, non avevo figli e pensavo ancora, per qualche strana ragione, di vivere in un paese normale, che poteva farcela a sconfiggere la mafia,  e diventare un paese europeo, moderno, democratico, in evoluzione.
Se mi volto indietro oggi mi rendo conto di come questo paese nel 1992 fosse migliore rispetto a oggi, se non altro perché c'erano uomini come Falcone e Borsellino, poliziotti pronti a sacrificare la propria vita per loro,   uomini che per lo Stato e per le Istituzioni erano pronti a tutto.
Oggi cosa è rimasto del loro sacrificio? 
Per me la consapevolezza del vuoto istituzionale attuale, un livello di inquinamento e collusione ormai  inarrestabile, un disagio e una crisi economica, sociale, morale che non risparmia nessuno e sta mettendo in ginocchio la gente normale che lavora, che manda avanti il paese.
Non voglio pensare che la vita di uomini come Falcone sia stata spesa invano,  credo che nel nostro impegno quotidiano, di gente che lavora al servizio della comunità si possa trovare un senso al nostro operare, nonostante i tagli degli stipendi, la mancanza di sicurezza, la perdita di punti di riferimento.

Devo ripetermelo tutti i giorni quando inizio a lavorare per strada che lo dedico a loro il mio impegno, è per gente come loro che è giusto ancora credere nello Stato, nelle Istituzioni.
Solo guardando indietro trovo la forza per sperare in un'Italia diversa che ha per ora smarrito la strada.

martedì 17 maggio 2011

Strauss-khan ... istinto ... ragione


Tendo sempre a immedesimarmi con il colpevole, è una sorta di deformazione professionale adottata anche nei miei romanzi. Mi piacciono i cattivi, sono essenziali nello svolgimento di un noir e mi intrigano le loro dinamiche mentali.
Il caso di questo signore che neppure conoscevo mi ha colpito, fino a due giorni fa rischiava di essere il prossimo presidente francese, direttore generale del fondo monetario internazionale dormiva in una suite da 3000 dollari a notte e in una  manciata di minuti ha perso tutto giocando fuori casa, in un paese, gli Stati Uniti dove i reati sessuali sono duramente puniti.
Attendendo il proseguo delle indagini ho avuto modo di pormi alcune domande buffe:
Se fosse accaduto in Italia?

al di là di questo dubbio un altro più interessante:
Perché in un uomo che ha già tutto scatta l'istinto primordiale, il desiderio del possesso, cancellando in un solo istante la propria immagine?
Cosa accade nella testa degli uomini in certi momenti?
Nella nostra testa?
Spaventa e preoccupa che uomini di potere, uomini che decidono il destino di intere nazioni non siano in grado di tenere a freno gli istinti più brutali.
C'è di che meditare, non credete?

venerdì 13 maggio 2011

bandiera bianca

Guardo il desolato spettacolo della chiusura della triste campagna elettorale per le amministrative italiane.
A Bologna per la prima volta nella storia abbiamo avuto bisogno di un Commissario.
Nelle altre città si sono scannati allegramente con maldicenze, sgambetti, false promesse e inchini.
Unica eccezione al disastro d'immagine Torino con due candidati, Fassino e   Coppola,  che hanno usato toni civili, in una città che comunque rimpiangerà il sindaco uscente. 
La desolazione mediatica affiora mentre le notizie economiche arrivano disastrose, con una crescita interna che ci relega dietro a Spagna e Portogallo, con la notizia della Germania in grande crescita economica.
Perché ? ... mi chiedo, tutta la vita dobbiamo scontare la colpa di essere italiani?
                                Un paese che non ce la fa a non evadere il fisco, a non cercare sempre di fregare il prossimo per un posticino al Sole.
Perché?
Ci sarà un motivo se conviviamo simpaticamente con almeno quattro tipi di mafie diverse e feroci.
Come diceva Moretti: Ve lo meritate Alberto Sordi.

Averne di Alberto Sordi in questa italietta sgangherata.

domenica 8 maggio 2011

Ci vediamo alla Cà Bura?

Nuovo appuntamento con una doppia presentazione e con i temi caldi delle nostre città.
Ho accettato volentieri l'invito dei ragazzi dell'associazione Cà Bura per diversi motivi anche affettivi, parte della mia vita è legata al quartiere in oggetto, ho lavorato per anni al centro Caserme Rosse situato all'interno del parco omonimo e spesso andavo a correre al  Parco dei Giardini dove ha sede l'Associazione.
Io e l'amico Piselli parleremo soprattutto di noir e dei miei romanzi ma mi sembra  interessante il dibattito che potrà nascere nel corso della serata.
Ci vediamo là, spero.
A presto.

venerdì 6 maggio 2011

incubo di strada ... posso dire che non mi è piaciuto?

Ho conosciuto Derek Raymond in realtà uno pseudonimo, grazie a Hotmag il portale milanese dove trasloco i miei post con simpatia.
Sedotto da una magistrale recensione ho subito acquistato la sua autobiografia Stanze nascoste libro che ho letto con passione, mi è piaciuto anche se dedicherò a questa lettura un post specifico, perché alcune cose non mi hanno convinto, ma questa è un'altra storia.
Parlerò velocemente di Incubo di strada, descritto dall' editore come l'elegia di Derek Raymond:
Nella letteratura classica, componimento lirico in distici (detti elegiaci) esprimente pensieri e sentimenti personali di tono malinconico.
Ho notato decine di recensioni relative al romanzo che lo descrivono come il dramma esistenziale dell'autore, la sua analisi della società,  il suo canto del cigno, il grido disperato di uno scrittore alla fine di un percorso analitico e sofferto del mondo che lo circonda etc etc.
Io sono una macchina semplice, sono cresciuto in uno di quei quartieri proletari che Derek avrebbe trovato affascinante, conosco la vita di strada e alcune di quelle regole, e leggo letteratura noir da quando ero bambino quasi.
Questo romanzo ha un pregio fondamentale è breve.

La partenza ricorda Chandler, il poliziotto onesto, ma ruvido, preso a calci dalla vita che per le sue idee e la sua purezza viene licenziato, sembra un romanzo davvero datato, e all'inizio l'ho trovato poco credibile ma affrontabile, subito dopo però parte per una tangente delirante e drammatica e triste e deprimente che non ti molla più fino alla fine.
Questo romanzo sarà anche un'elegia ma non azzardatevi a definirlo un noir.

Che dire ancora?

Ho appena iniziato Il mio nome era Dora Suarez e fortunatamente la partenza è completamente diversa e mi fa ben sperare, ma non mi pronuncerò più fino alla fine.













martedì 3 maggio 2011

La nostra vita un bel pugno nello stomaco in stile Kean Loach

Spero che il bravo Luchetti non si offenda ma lo stile di questa sua ultima fatica mi ha riportato al cinema duro e graffiante di Kean Loach grande regista inglese, ma solo per la durezza dei toni, per la concretezza della storia. Mi è piaciuto molto questo film.
Se è vero che le storie nere non sono solo e sempre gialli con assassini e poliziotti, ma soprattutto storie vere che fanno male perché descrivono la realtà, la trasfigurano, la sottolineano, inventando trame convincenti e lasciando un segno, allora La nostra vita è un noir per eccellenza.
Ti entra dentro attraverso l'interpretazione convincente del protagonista Elio Germano e degli ottimi attori che fanno da cornice da Roul Bova ad un inconsueto Zingaretti.
Perché mi ha colpito tanto?
La morte non sempre è una fine, non sempre sancisce la conclusione di un'esistenza e la rovina di una famiglia e anche nell'ambiente marginale e complicato di una periferia romana si possono scoprire solidarietà, complicità, affetti convincenti.
La storia, che si sviluppa in maniera angosciante e avvolgente costringendoti in un'atmosfera quasi soffocante si risolve, quasi inaspettatamente, in un grido di speranza.
La speranza è lecita? E' solo roba da film, da letteratura, da sogni irrealizzabili? Non importa, la storia regge, i personaggi sono perfetti e finalmente un bel film italiano alla faccia della crisi economica e della crisi culturale.
Complimenti Luchetti.