sabato 31 dicembre 2016

Polizia Municipale ... il nostro capodanno




Ogni due gennaio i giornali locali sottolineano l'impegno delle forze dell'ordine, personale sanitario, vigili del fuoco sul fronte della sicurezza nelle città l'ultima notte dell'anno.
Spesso si dimenticano di noi, come se non esistessimo.
Stanotte io lavorerò in centrale e mi troverete al telefono perché nelle grandi e medie città di tutto il paese ci sono le nostre centrali radio operative che funzionano 365 giorni l'anno senza sosta, per ascoltare, predisporre gli interventi, coordinare il lavoro delle pattuglie esterne.
Auguri e buon lavoro quindi a chi stanotte festeggerà lavorando in una qualsiasi centrale radio operativa.
Auguri alle pattuglie di infortunistica che dovranno rilevare e spesso soccorrere i tanti che dopo avere abusato di una qualsiasi sostanza andranno a schiantarsi da qualche parte, e soprattutto al nostro collega che a Bologna è stato investito mentre faceva viabilità su un incidente.
Auguri alle tante pattuglie che nelle città dovranno occuparsi di anti abusivismo, controllando chi vende alcolici senza autorizzazione, e ai tanti che dovranno vigilare sulla sicurezza dei centri storici, sugli accessi, sulla viabilità.
Auguri a chi dovrà occuparsi dei trattamenti sanitari obbligatori, perché durante le feste, si sa, il disagio psichico spesso aumenta e siamo sempre noi della Polizia Locale in prima linea in queste situazioni.
Auguri ai tanti che dovranno intervenire su risse, schiamazzi, ubriachi, a chi dovrà custodire arrestati, e finirà il primo giorno dell'anno in straordinario o malauguratamente in infortunio.
Noi stanotte saremo in giro per le città e come al solito faremo il nostro dovere con passione e senso del dovere, alla faccia di chi quotidianamente ci infama o peggio si dimentica della nostra esistenza.
Il migliore augurio è che il 2017 sia davvero anno di cambiamenti per la nostra divisa, per un reale riconoscimento di ruolo e tutele.
Un abbraccio fraterno e ideale ai 60000 mila colleghi che ogni giorno ce la mettono tutta per presidiare il territorio.
Avanti tutti insieme, nessuno deve restare indietro.

Massimo Fagnoni delegato SULPL Bologna


venerdì 30 dicembre 2016

the night of fine prima stagione




Fine prima stagione di questa produzione HBO e il gigante assoluto risulta Turturro, modello di avvocato duro e puro, disincantato e cinico ma non abbastanza da lasciare al suo destino un gatto randagio e forse la metafora del nero metropolitano in oggetto è la rivendicazione del diritto alla difesa  a prescindere da sesso e religione e credo politico, e non è un caso se colui che deve difendere il giovane studente pakistano è un piccolo avvocato perdente per definizione e afflitto da una grave forma di eritema di natura quasi sicuramente psicosomatica.
E' un nero sulla diversità e questa è un'affinità con il mio ultimo romanzo Il giallo di Caserme Rosse, e forse è il preludio di un nuovo modo di fare narrativa e fiction, il disagio e la criminalità devono fare i conti con le nuove fasce di popolazione spesso utilizzate come capri espiatori delle nostre colpe ataviche.
Ma non solo, i nuovi protagonisti di questi drammi sociali diventano gli stranieri anche come investigatori, avvocati, poliziotti e i ruoli si confondono, arricchendo in un certo senso la densità della trama.
In attesa delle seconda stagione consiglio a chi non l'avesse vista la prima, da non perdere, su sky

mercoledì 28 dicembre 2016

Carrie Fisher la mia principessa




Anno strano il 2016 ha privato i giovincelli della mia generazione di alcune icone diversamente significative con sfumature articolate e variegate a livello cuore e sentimenti.
Per me Carrie Fisher  è sicuramente la principessa Leila di Guerre Stellari insieme al carico affettivo e aggiungo senza vergogna esistenziale che comporta.
Guerre Stellari e parlo della parte di saga che ha come protagonista Harrison Ford ha rappresentato per la mia generazione un balzo in avanti nel mondo della fantasia e degli effetti speciali, e la filosofia della forza ci ha accompagnati fino a oggi, e nei momenti più cupi della nostra scassata esistenza a chi non è capitato almeno per scherzo di invocare la Forza sperando potesse essere davvero con noi?
Leila era la principessa e pur non avendo i tratti sensuali e aggressivi di altre principesse cinematografiche, mi viene in mente Ornella Muti in Flash Gordon altro capolavoro a suo modo di certa cinematografia anni 80 in questo caso con le musiche dei Queen, Leila incarnava una principessa amabile e guerriera, con quella personalità aggressiva e seducente nella sua schermaglia amorosa con Ian Solo.
Ma Carrie Fisher per me è anche e soprattutto la fidanzata irrimediabilmente sfortunata di Jake Blues che nonostante la volontà omicida nei confronti del bastardo che l'ha abbandonata sull'altare si fa ancora una volta sedurre da Jake che subito dopo l'abbandona di nuovo per correre verso le sue disavventure.

Vi lascio con il breve monologo dell'ex fidanzata di Jake

"Sei un luridissimo porco, io sono rimasta casta e pura per te, sono rimasta davanti all'altare in trepida e verginale attesa di te, con 350 invitati fra parenti e amici, mio zio aveva ingaggiato i migliori cuochi rumeni dell'Illinois, per procurarsi l'effetto ... mio padre ha versato una tangente al racket delle pompe funebri, e quindi per me, per mia madre, per mia nonna, mio padre, mio zio e per l'onore della famiglia devo uccidere te e tuo fratello".

Chi non ha mai desiderato avere una fidanzata talmente innamorata da perdonare qualsiasi nefandezza commessa? Jake è l'antitesi del fidanzato modello, è anarchico, disgregato, menefreghista, cialtrone eppure lei lo ama e lo perdona nonostante l'onore vilipeso della famiglia.

Carrie Fisher rimarrà  l'icona di un'attrice che incarnava personaggi femminili cruciali nell'immaginario maschile dell'epoca, auto ironica, seducente e brillante, personaggio chiave pur non prevalendo sulla scena, lei rimarrà come la mia principessa in un universo Lucas che a dispetto del 3d rimane l'unico universo possibile della mia fantasia.



martedì 27 dicembre 2016

hannibal terza stagione fine



Così si conclude la saga Hannibal nel peggiore dei modi, non vi racconto la trama la dovrete sopportare fino alla conclusione banale, ma vi racconto la noia di una serie partita bene nonostante la forzata a tratti ispirazione al famoso film/romanzo.
La terza stagione si trascina stancamente fra dialoghi pseudo filosofici, poca azione male orchestrata e inconsistenza e questo è il classico esempio di una buona serie rovinata da una forzata decisione di prolungarne l'esistenza.
Se vi è piaciuto Hannibal, se vi hanno intrigato le prime due stagioni vi consiglio di risparmiarvi lo strazio e cercarvi subito la conclusione in qualche blog.

lunedì 26 dicembre 2016

George Michael ... last Christmas




Ci sono canzoni che ci accompagnano tutta la vita, Last Christmas è una di queste, diventata colonna sonora di tanti natali dal 1984, un anno che resterà indelebile per avere sfornato tantissimi brani musicali e altrettanti artisti diventati nel tempo icone della musica internazionale.
Vi lascio con il video di una canzone tanto importante per me da decidere di citarla in almeno un racconto.
George Michael era poco più giovane di me e anche questo è motivo di riflessione in un anno brutto che volge al termine, ma del resto nel bilancio degli ultimi anni difficile trovarne di belli.
Per chi invece oggi dirà cinicamente chi se ne frega se muore un cantante ricco e famoso, io rispondo che i grandi artisti quando se ne vanno portano con sé ciò che per noi hanno rappresentato lasciando in eredità le emozioni che hanno suscitato, quindi addio George e sit tibi terra levis.

venerdì 23 dicembre 2016

A cosa servono i desideri ... il libroide di Fabio Volo



Ieri nella mia giornata di ferie ho visto la trasmissione di Augias su Rai tre dove lo stesso conduttore si è intrattenuto in chiacchiere interessanti con un mito della canzone d'autore italiana, Roberto Vecchioni, hanno parlato del suo libro e di varie cose interessanti.

Poi è comparsa la Murgia, scrittrice talentuosa, persona schietta e simpatica.
Aveva in mano l'ultima fatica di Fabio Volo che lei stessa ha definito "libroide" spiegando che ha le fattezze di un libro, è fatto come un libro ma non è un libro e ha anche letto un paio di esempi,
frasi brevi che terminano con puntini di sospensione per permettere al lettore di completarle.
Un libro sui desideri e lui un desiderio l'ha senz'altro realizzato, fare dei soldi vendendo aria fritta.

Ma che ve lo dico a fare?
A me piace il personaggio Volo perché è un affabulatore virtuale, un conduttore radiofonico, un potenziale venditore di fumo, illusioni, desideri, un uomo che è riuscito a costruire il suo successo e il suo benessere mostrando semplicemente la sua leggerezza e inconsistenza culturale, esistenziale, e bisogna essere bravi per compiere un'operazione di tale portata, bravi e con una sufficiente esposizione mediatica e lui l'ha saputa sfruttare dalla Iene in poi.

La Mondadori venderà migliaia di copie di questa minchiata e molti italiani si ritroveranno nella propria libreria vera o virtuale un'altra cosa inutile.
Come diceva Moretti?
Continuiamo così, facciamoci del male

giovedì 22 dicembre 2016

Polizia Locale e antiterrorismo ... ennesima fola italiana



Giorno di ferie prenatalizio, sto pranzando a casa di mia madre e ascolto la nuova trovata del neo ministro dell'interno, ministro di un governo provvisorio, come provvisoria è e continua a essere la nostra condizione di agenti della polizia municipale, divisi fra mille sindacati, mille discussioni, mille divise e dotazioni e regolamenti ma con una sola certezza: NOI NON SIAMO POLIZIOTTI.
Lo ha deciso lo Stato, non abbiamo le stesse tutele dei poliziotti o dei carabinieri, non abbiamo la causa di servizio se ci facciamo male possiamo usufruire della mutua e perdere il salario, non abbiamo nemmeno gli 80 euro  di Renzi e queste sono cose già dette.
Quindi adesso che abbiamo i "turchi" alle porte come nel famoso romanzo di Buzzati, ecco emergere la soluzione Polizia Locale, spesso disarmata, sicuramente non addestrata, sicuramente svalutata e dileggiata, ma ottima come le barriere new jersey di cemento da collocare intorno alle piazze.
Siamo ottimi bersagli, siamo innocui, sacrificabili, sempre sul territorio e se dovesse accadere l'irreparabile potranno anche usarci come capro espiatorio, insieme ai sindaci di questo scalcagnato paese.
Noi dobbiamo dire di no, dobbiamo farlo insieme, siamo in 60/65000 siamo tanti e possiamo essere forti, in gioco c'è la pelle questa volta e quella una volta persa non la puoi chiedere indietro.


Buon Natale da Trebbi




Trebbi ha lasciato il maggiolone  vicino ai Salesiani, oltre il ponte della stazione di Bologna, ha alzato il bavero del cappotto color cammello, si è calato il Borsalino sulla testa e con il sigaro acceso piantato in bocca ha cominciato a camminare verso il centro della città.
A natale tre giorni, la città è in festa, l'atmosfera è elettrica, le vetrine illuminate, le strade umide di alta pressione inquinata. La nebbia sale la mattina presto e scompare solo con il sole di mezzogiorno, polveri sottili, temperature che non hanno nulla di invernale, ma che importa, fra tre giorni è natale.
Fuori dai negozi file scalpitanti per i ritardatari dei regali obbligatori, nuovi propagatori di gadget inutili, nuovi diffusori di false speranze. il grande store della Apple in via Rizzoli, attira centinaia di consumatori desiderosi di potere spendere un migliaio di euro per un telefono.
In via Indipendenza ci sono i soliti venditori abusivi controllati a distanza da quelli della municipale, in giro ci sono squadre di ladri indaffarati per conquistare la loro personalissima tredicesima, qualcuno piangerà a natale per essersi fatto derubare, picchiare, depredare, qualcuno piangerà a natale per avere speso la tredicesima in qualche macchinetta mangiasoldi in un bar cinese della prima periferia bolognese, ma chi se ne frega, tre giorni a natale.
Le polemiche sono accantonate, ora ciò che conta è preparare la tavola, riunire i parenti a tutti i costi e ritrovarsi  in mille cene di reparto, ufficio, comparto, classe.
Il natale impone i propri riti, ma Trebbi non partecipa a nessuno di loro, per lui il natale è soprattutto il centro di Bologna, quell'albero in piazza del Nettuno solitamente sbilenco, le luci aeree in via dell'Indipendenza e le facce dei cittadini, quelli che velocemente camminano sotto i portici.
Trebbi non festeggerà in cene affollate, per lui quest'anno cena di pesce con Angela in una trattoria fuori Bologna, qualche film selezionato da guardare con lei durante la notte che celebra la salvezza dell'umanità e qualsiasi caso difficile rimandato al 27 dicembre.
Perché lui lo sa, lo sente. Il natale è un'aspettativa isterica, il sabato del villaggio, la speranza di un reale cambiamento, la speranza della salvezza, ma lui è convinto che ci sia poco da salvare per una moltitudine di persone che ha perso di vista il vero senso delle cose.
Entra da Feltrinelli di piazza Ravegnana, perché alla fine il suo natale è ancora e soprattutto comprare un romanzo, uno nuovo, e regalarsi qualche ora di vera fuga da qualsiasi ipotesi natalizia.
Trebbi si trova davanti a decine di proposte editoriali, i soliti mostri sacri dell'editoria italiana, le consuete strenne natalizie obbligatorie, anche qui il natale è proposta commerciale, è un prodotto che non può sbagliare allettando il consumatore medio quello che in libreria entra solo per le feste.
Fra i romanzi ne trova uno in classifica di vendite, è di un piccolo scrittore locale, un vigile, pensa un po', lo conosce, lo ha incontrato per strada quando ancora ci lavorava, un suo coetaneo, uno che passa spesso da Corticella. Gli scappa da ridere pensando che un tipo così possa avere scritto un romanzo, un noir metropolitano addirittura. Il titolo lo intriga "Il giallo di Caserme Rosse" di una casa editrice genovese. Lo prende in mano, lo apre, lo sfoglia, lo annusa e si dirige verso la cassa.
Sta leggendo l'inverno di Frankie Machine di Don Wislow, ma dopo proverà leggere questo noir nostrano, il natale di Trebbi è semplice alla fine, un buon romanzo, cena di pesce con la propria donna e un pensiero grato a quel bambino che reale o inventato ha davvero salvato un sacco di gente.
Sotto le due torri due finti zampognari suonano un brano natalizio. Trebbi  alza di nuovo il bavero del cappotto e si dirige lento verso via dell'Indipendenza.
Tre giorni a natale e basterebbe così poco per dargli un nuovo significato, Trebbi alza le spalle e ringrazia per essere arrivato fino a qui, alla fine questa rimane la cosa più importante in un mondo di camion che piombano sui mercatini di natale, un giorno alla volta fino a un'ipotesi di domani cercando di non perdere pezzi per strada, e tutto il resto ... tutto il resto è talmente effimero, ma chi ne frega ... tre giorni a natale, chi riflette è perduto.

martedì 20 dicembre 2016

La messa è finita ... racconti scontati



La messa è finita, racconto ispirato fra fede e pragmatismo, lo potete leggere qui in Racconti Scontati blog intelligente dell'amica Elisabetta Miari

domenica 18 dicembre 2016

Il Giallo di Caserme Rosse ... intervista di Marco Graziani

INTERVISTA DI CW Catchweb dell'amico Marco Graziani





E' uno scrittore, figlio di quella Bologna che tanto ha dato, sta dando e darà nel campo letterario.
Massimo Fagnoni ha lavorato per anni nei servizi sociali ed in psichiatria, ma da ormai 14 è un agente della Polizia bolognese.

1- Ciao Massimo, parlaci un po' di te...
Bolognese classe 59, ho lavorato quasi vent'anni nei servizi sociali e psichiatrici, con un'esperienza di un anno all'Osservanza di Imola, durante la deistituzionalizzazione, laureato in filosofia, lavoro da 14 anni in Polizia Municipale a Bologna, vivo da 11 anni in campagna.

2- Nella tua vita sei passato dai servizi sociali alla Polizia, perché e come è avvenuto questo cambiamento? C' è stato un evento scatenante o è successo di colpo?
Il sociale in Italia è residuale, come la cultura e il senso civico. Chi lavora nel sociale ha contratti da fame e nessuna tutela, quando si è presentata l'occasione di un concorso in Pm a Bologna ho deciso che fra il coordinatore di servizi e agente di Pm preferivo il ruolo di agente, più garantito e con più possibilità di incidere nella realtà cittadina.

3- Quando e come hai scoperto di essere anche uno scrittore?
Ho iniziato a scrivere sistematicamente nel 2005 circa, quasi per scommessa con me stesso e mia moglie, lei diceva che avevo del talento, io in realtà non ero convinto del tutto, poi nel 2010 i primi tre libri pubblicati mi hanno spinto a continuare cercando di fare meglio,cercando un mio stile, sul quale sto ancora lavorando.

4- Il genere del quale scrivi è quello del noir poliziesco, indovino che  il tutto parta dalla tua professione, quella attuale e quella passata...
Il nero fa parte della mia formazione di lettore e fruitore di cinema e fiction, il nero colora l'immaginazione, allontana il grigiume del quotidiano e permette di sviluppare temi sociali, sicuramente da quando lavoro in pm ho vissuto tante situazioni stimolanti.

5- E' solo il noir il tuo genere, o ti senti di esplorare anche qualche altro genere?

Il nero ha diverse sfumature in narrativa e orientamenti, il mio nero lo puoi definire di carattere sociale, non è una novità, nonostante sia considerata da molti narrativa di intrattenimento e spesso snobbata dai cultori di altri generi, sono convinto che il nero con le sue diverse sfumature rappresenti un ottimo veicolo di contenuti sociali, culturali proprio perché esplora i luoghi oscuri della società e lo fa spesso senza remore, scrupoli e pudore ed è uno dei motivi del suo successo. Io con il mio modo di intenderlo cerco di raccontare storie e dentro ci metto tutto, cercando di raccontare la mia visione della realtà, e sperando di trovare lettori che si riconoscano almeno in parte in quella visione.

6- E' da poco uscito il tuo ultimo lavoro, "Il Giallo Delle Caserme Rosse" edito dalla casa editrice genovese F.lli Frilli Editore. Dal titolo si indovina che il romanzo abbia come fulcro Le Caserme Rosse, campo di prigionia nella zona Corticella di Bologna. ce ne parli?
Ho lavorato 11 anni nel parco delle Caserme Rosse coordinavo un centro socio riabilitativo per disabili gravi e frequentando il parco tutti i giorni era giocoforza arrivare a conoscere la sua storia, poi due anni fa sono andato a Cracovia per visitare Auschwitz e ho deciso che dovevo inserire almeno un paio di paginette in un romanzo dedicate a quel luogo e il romanzo è nato intorno a quel desiderio. Poi il romanzo rimane puro intrattenimento senza pretese sociologiche e storiche, ma nasce da un' esperienza emotiva forte.

7- Il romanzo è poi ambientato ai giorni nostri, cosa succede?
E' un “cold case” un'indagine per scoprire che fine ha fatto un giovane (Andrea Fanti) scomparso a 17 anni dopo essere entrato nel campo di smistamento di Caserme Rosse durante la guerra. È il terzo romanzo dedicato alle indagini di Galeazzo Trebbi ex sovrintendente della polizia di Stato, investigatore privato, è un personaggio che ha convinto l'editore che mi chiede una nuova avventura con cadenza annuale, è un seriale e sto scrivendo adesso il sesto. Trebbi è un prototipo di investigatore con alcune caratteristiche comuni ai personaggi del suo genere , ma anche con alcune note originali che nascono dal mio approccio al nero metropolitano.

8- Oltre ai temi del poliziesco e del romanzo storico, hai voluto introdurre anche qualche altro tema? C' è qualcos' altro nel tuo ultimo lavoro??
L'ho fatto inconsapevolmente all'inizio, ma il tema che ho affrontato in questo terzo romanzo è quello della diversità, intesa non tanto e non solo di diversità sessuale, ma politica, religiosa, razziale, caratteriale.
Trebbi è un diverso, nel senso che nato a Bologna ha vissuto le contraddizioni del suo essere atipico, non a caso è stato un poliziotto e già il suo essere un ex sovrintendente di Polizia emiliano lo colloca in una situazione sociale diversa e così tutti i personaggi che compongono questa vicenda sono a loro modo dei diversi, fuori moda, fuori contesto, borderline. Forse è questa la vera novità dell'ultimo romanzo

9- Tutti i tuoi romanzi sono ambientati a Bologna e dintorni, perchè?
Ambiento le mie storie fra Bologna e Ferrara, fra Bologna e l'appennino perché sono luoghi che conosco e che amo, farei fatica a scrivere di storie in luoghi sconosciuti come faceva Salgari, non ho quel tipo di immaginazione.

10- Quando scrivi i personaggi dei tuoi libri da dove nascono? Colleghi, te stesso o  dal di fuori dell' ambiente lavorativo?
I miei personaggi nascono dal mio vissuto, da coloro che incontro nel quotidiano, da ciò che ho letto nella mia vita, dal cinema, da pulsioni interiori e dal mio desiderio di esplorare il comportamento umano.

11- Qual' è secondo te il tuo personaggio meglio riuscito?
Trebbi sta diventando il mio preferito, ci sto lavorando con passione perché è quello che mi sta dando le maggiori soddisfazioni.

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2- Che libro consiglieresti a chi si volesse avvicinare alla tua bibliografia? 
Inizierei da Il Silenzio Della Bassa (ed. Frilli 2014), il primo della trilogia Trebbi, forse perché la mia scrittura da Frilli in poi comincia a essere più matura, anche se in formazione, che considero permanente, demenza senile permettendo.

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3- Come già detto questo è il terzo romanzo dove appare l' investigatore privato Trebbi. Ci sarà un seguito???? Stai già lavorando a qualcosa?
In primavera 2017 pubblicherò un romanzo con Minerva, la più grande realtà editoriale della regione, è un romanzo al quale sono molto legato affettivamente ma per ora non voglio svelare nulla. In autunno 2017 dovrei tornare in libreria con il quarto romanzo dedicato a Trebbi.

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4- siamo in un' epoca dove è forte e radicato l' utilizzo dei social network, che rapporto hai con loro?
Non amo i social network, facebook soprattutto non mi piace, ma sono indispensabili per diffondere il mio lavoro di scrittore, quindi mi adeguo, ma non chatto, non mi interessa perderci tempo, se non per consultazione e promozione, lo dico con franchezza, però la rete ormai è indispensabile per la promozione e la vendita di romanzi.

15- Hai anche un sito internet: www.massimofagnoni.com  lo curi tu?
Lo curo io con grande fatica perché mi porta via tempo, tempo che rubo allo scrivere, però stesso discorso di prima, noi piccoli scrittori o ci promuoviamo da soli o rischiamo di scomparire nell'oblio.

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6- Nel tempo libero, leggi? Ascolti musica? Se si, in che modo influiscono nel tuo lavoro di scrittore?
Leggere è indispensabile per potere scrivere ora sto leggendo Sostiene Pereira ( scritto da Antonio Tabucchi), leggo anche neri soprattutto stranieri e li alterno a neri italiani, leggo di tutto, anche fumetti.
La musica è indispensabile ascolto musica quando scrivo soprattutto rilassante per non contaminare troppo il momento in cui scrivo, ascolto musica continuamente, di tutto, dai Cold Play a Fossati. La musica entra nei miei scritti, la cito, la evoco, la uso come colonna sonora immaginaria.

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7- conosci qualche altro scrittore? Se si, che rapporto avete?
Conosco molti scrittori, i rapporti sono diversificati, alcuni sono amici, altri sono troppo famosi per esserlo, gli scrittori in linea di massima non si amano fra di loro, specialmente quando giocano nello stesso terreno, potenzialmente concorrenti.

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8- Considerando il tuo mestiere, sei spesso in giro per le vie e strade di Bologna, cosa vedi? Parlaci della TUA Bologna, del rapporto che hai con la tua città.
Sono un agente della Municipale, meglio specificare, visto che l'opinione pubblica ancora ci vede diversamente dai poliziotti statali. Bologna è una città ricca del centro nord del paese, vive le stesse contraddizioni di  città analoghe, difficoltà di integrare le nuove masse di migranti, difficoltà a fronteggiare il degrado dilagante, difficoltà economiche crescenti, nuove marginalità. Bologna è ancora una città vivibile, basta stare un poco attenti come cantava Dalla.

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9- Cosa vedi nel futuro di Bologna? Sei ottimista o pessimista?
Non vedo un futuro sereno per l'intera Europa, senza regole chiare di integrazione e accoglienza vedo solo un crescente scontro di civiltà e noi come paese affacciato sul Mediterraneo saremo sempre quelli più esposti, specialmente senza l'appoggio del resto del vecchio continente

20- hai mai pensato di mettere su film o di fare una serie televisiva tratta dai tuoi romanzi?
I miei romanzi sono pensati sempre come immagini in movimento, la mia storia viene dal cinema d'azione, molto cinema e molta azione, sto cercando di arrivare alla prima sceneggiatura con Bologna Non CP (ed. Frilli 2015), ci sta lavorando un giovane sceneggiatore, vedremo se alla fine troveremo qualcuno interessato a produrne un film.

21- negli ultimi anni si sono moltiplicate le serie televisive di genere poliziesco. Ci spieghi il perchè, secondo te, di questa tendenza?
Intrattengono, distraggono, il poliziesco per quanto violento astrae dal quotidiano che è anche più violento ma ha la concretezza brutale della realtà, meglio distrarsi con una ricostruzione della violenza, è un buon metodo per esorcizzarla.

22- hai qualche progetto futuro, a breve o a lungo termine? Professionale oppure no...
Vorrei andare in pensione per potere dedicarmi alla scrittura al tempo pieno, a mia moglie, alla palestra e all'xbox one, non ho progetti se non continuare a scrivere e vedere magari realizzato prima o poi una fiction o un film con uno dei miei romanzi.

























sabato 17 dicembre 2016

Il giallo di Caserme Rosse e il senso della scrittura



Il giallo di Caserme Rosse nasce da uno stimolo esterno potente, la storia nascosta sotto lo zerbino di casa, la storia di un periodo oscuro e dimenticato dai più, ma non da coloro che sono rimasti segnati da quella vicenda, i familiari dei deportati, di quelli sopravvissuti e di quelli dissolti.

Mi è arrivata una mail che pubblico come l'ho ricevuta, una mail firmata da un contatto conosciuto e credo che valga più di qualsiasi recensione, più di qualsiasi commento.

Perché scrivo?
Io sono uno scribacchino, un conta favole, un guitto, ma se da un mio romanzo esce una qualsiasi reazione o emozione come questa postata sulla mia casella di posta, allora anch'io assumo un significato, divento partecipe di un pezzetto di memoria storica e non un semplice fabbricatore di novelle.

Di seguito il testo della missiva:

Grazie Massimo!
pensa che mio padre, anche lui a 17 anni, fu rastrellato dai tedeschi
e (grazie ad un medico italiano che mentendo lo giudicò solo mediamente abile x tenerlo in Italia) mandato a lavorare sulla linea Gotica a costruire un bunker per un cannone, vicino alle sorgenti dell'Acqua Panna.
Senza che la sua famiglia sapesse nulla. Mio nonno ci mise giorni a scoprire dov'era finito.
Da lì poi riuscì a scappare con una bici che mio nonno riuscì a portargli presso contadini che abitavano in zona. Ricordando la notte trascorsa in un fienile scoppò a piangere ancora cinquant'anni dopo (mio padre non piangeva quasi mai)
Quelli rastrellati con lui e mandati in Germania in campo di concentramento ci morirono (mi portò a visitare il campo e trovammo le croci).
Venerdì non so se riesco ad esserci, ma lo segno in agenda
un caro saluto

venerdì 16 dicembre 2016

PROMOZIONE giallo Natale Frilli



Saldi natalizi. I miei tre romanzi li trovate su tutte le piattaforme a 2,99 euro.
Troppo pigri per cercarli eccoli qui:

Mondadori (Kobo)

Amazon (Kindle).

Ibs (Kobo)

Feltrinelli (Kobo)

con meno di 9 euro potete portarvi a casa uno degli investigatori bolognesi del momento e magari diventerete amici.
A proposito per chi si diverte e per chi invece va in depressione, comunque buone feste.

lunedì 12 dicembre 2016

le serie televisive che non guardai ... bilancio 2016





Fine anno, momento di bilanci, iniziamo da alcune delle serie bocciate dal sottoscritto.

Westword si ispira a un film Il mondo dei robot  del 1973 diretto dal compianto Michael Crichton, l'idea di ampliare la storia per renderla più efficace poteva avere un senso in sintonia con un futuro che ci viene incontro a passi da gigante, ma la storia si sfilaccia quasi subito, non prende, non buca lo schermo, almeno non il mio, e non basta il grande Hopkins.



L'esorcista è il film della mia adolescenza, la figura del prete pugile, l'eroica lotta del bene contro il male, gli effetti speciali, davvero straordinari per l'epoca.
Questa specie di sequel con i protagonisti invecchiati della storia originale è davvero un horror, ma per lo spettatore, unico attore che mi piace è quello che interpreta il prete scomunicato.




Infine Il giovane Papa di Sorrentino, ma quale sarà stato l'obiettivo del talentuoso regista del quale ho lodato altre opere?
Non lo so, non voglio saperlo, non sono riuscito nemmeno a guardare il trailer e non capisco il senso.
Magari qualcuno me lo spieghi.

Intanto vi saluto e spulcio fra le diverse serie per proporvi stroncature e lodi di fine anno



domenica 11 dicembre 2016

Il giallo di Caserme Rosse in classifica alla Feltrinelli di Bologna



Da quest'anno ho scelto le librerie di nicchia, quelle di qualità, le piccole librerie indipendenti come Il secondo rinascimento di Bologna per la prima presentazione dei miei romanzi.
Avevo perso la speranza di vendere nelle Feltrinelli o nelle librerie di punta.
Poi stasera mi arriva questa immagine da una amica, e non è un fotomontaggio, non è una presa in giro.
Il giallo di Caserme Rosse è in classifica in pieno centro a Bologna fra King e Dylan.
C'è un santo protettore dei bastardi come me, uno che ci crede in Trebbi e nel suo cinismo disincantato.
Questo è il più bel regalo di Natale 2016 e lo dedico a Marco un amico che ci credeva nel mio ultimo romanzo.

ThrillerPages: Recensione - "Il giallo di Caserme Rosse" di Massi...

ThrillerPages: Recensione - "Il giallo di Caserme Rosse" di Massi...: Recensione a cura di Massimo Minimo "Il giallo di Caserme Rosse" di Massimo Fagnoni è il nuovo thriller Fratelli Frilli Ed...




giovedì 8 dicembre 2016

L'italiano che visse tre volte



A volte mi chiedono cosa voglio raccontare con le mie storie.
Credo niente di più che quello che sono ... storie.
Nei tre romanzi Frilli che ho pubblicato negli ultimi tre anni racconto storie e poi dopo mi accorgo che dentro magari puoi trovarci un pezzo di realtà, come la vedo io, o magari come mi piace reinventarla. La realtà è molto più folgorante, terribile, fantasiosa, improbabile di come noi scrittori la reinventiamo. Io cerco soprattutto di inventare storie del possibile dove non ci siano solo partigiani buoni e fascisti cattivi, ma esseri umani tutti pervasi da quell'insano desiderio di sopraffazione e violenza che ci accomuna dalla notte dei tempi.

La storia di Giuseppe Giannola è talmente romanzesca che sicuramente avrebbe richiesto una fantasia che non possiedo. Gli americani nel giro di pochi giorni, nel 43, dopo lo sbarco in Sicilia, gli spararono in tre diverse occasioni. Fu ferito quasi mortalmente dai nostri "liberatori" quelli che ancora rimangono nel nostro immaginario come i buoni.

Vi lascio la storia raccontata dal Giornale. it che solitamente non leggo rimanendo così al di sopra delle parti, ma che racconta una vicenda antica e attuale come quella che troverete nel mio ultimo romanzo Il giallo di Caserme Rosse.
Di una cosa mi sono convinto nella mia lunga vita, non esiste solo una verità e come ho detto nell'ultima presentazione, io probabilmente sarei stato un partigiano, uno dei più bastardi, uno di quelli che non perdonavano, però l'avrei saputo e non mi sarei nascosto dietro a retorica e buonismo.

Non esiste guerra giusta, non esistono morti ammazzati bene.
Esiste l'uomo, la storia, e la realtà
La vicenda di questo italiano morto a 99 anni dopo avere raccontato la sua verità è emblematica.

E forse John Fitzgerald Kennedy non era un eroe, ma questa è un'altra storia una di quelle che ci hanno fatto credere.

domenica 4 dicembre 2016

The night of




Su Wikipedia viene definito un mystery ma a me piace più la definizione classico di nero metropolitano. Un giovane studente pakistano incensurato, con una famiglia di onesti lavoratori alle spalle viene coinvolto nell'omicidio di una ragazza.
La situazione del giovane appare subito compromessa, tutti gli indizi sono contro di lui e un avvocato, interpretato dal grande Turturro, assumerà la sua difesa.
la regia e la sceneggiatura sono magistrali, belli i personaggi, claustrofobica l'atmosfera del carcere vissuta della giovane presumibilmente innocente, realistica l'ambientazione, intensa la trama e coinvolgente.
Un vero nero metropolitano, con gli ingredienti multirazziali che rendono la trama ancora più attuale.
consigliato agli amanti del genere su Sky Atlantic.

sabato 3 dicembre 2016

Dying light





Ne ho affrontate tante di sfide nella mia lunga vita di video giocatore, e non sono un giocatore compulsivo, ho sempre saputo interrompere una sessione di gioco per giocare la mia vita, spesso talmente noiosa da avere bisogno del gioco, perché, chi gioca può capirmi, il gioco ti porta altrove, ma davvero, mica balle, specialmente quando giochi con uno schermo da 55 pollici in hd.

Dying Light ti costringe a fare i conti con le tue paure, quelle più ataviche, la paura di essere divorato, la paura di non avere comunque scampo, la paura di non riuscire a svegliarti dal sogno.
Ti piace Walking dead, ma a volte fai fatica a vederlo perché ti crea ansia?
Ebbene in Dying Light sei dentro il film solo che a tratti sembra vero.
Non hai tregua, non hai respiro, se non quando trovi riparo in un rifugio, ma nel rifugio non puoi costruirti nulla, se non ritemprarti e prepararti a uscire perché ci sono obiettivi da sbloccare, persone da salvare, luoghi da esplorare.

Le armi all'inizio sono ridicole, tubi, pezzi di legno, mazze da baseball, e morirai talmente tante volte da pensare di mollare e tornare a fare giochi più tranquilli tipo Fallout 4 che al confronto sembra il gioco dell'oca.

 Non è solo un gioco al massacro, i personaggi sono interessanti, la trama avvincente, e l'adrenalina alza la pressione e ti porta a scalare palazzi, sfuggire ai notturni e desiderare di fare trionfare la giustizia, la tua personalissima giustizia.

Gioco dell'anno per me.

giovedì 1 dicembre 2016

Polizia Locale ... Cenerentola italiana




L’art. 48 della Costituzione della Repubblica italiana sancisce il diritto di voto.
«Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.»

Ricapitoliamo:
Dopo 7 anni di congelamento dei nostri stipendi dichiarato INCOSTITUZIONALE  si sono sbloccati gli aumenti per i dipendenti pubblici non meno di 85 euro che dovrebbero permetterci di avere una capacità di acquisto utile a risollevare i consumi.
In realtà questi famigerati 85 euro non si sa ancora come saranno distribuiti e quando arriveranno e sappiamo anche che dopo 7 anni di miseria indotta questa è davvero una ridicola cifra per  aiutare le tante famiglie ormai ridotte in povertà dai vari governi . qui l'articolo del Fatto Quotidiano.
Siamo nel paese del voto di scambio sempre più palese, sempre più sfacciato.
Tu voti per  me e io ti faccio la carità, due lire per il dipendente pubblico che rimane peraltro sfaccendato, fannullone, furbetto del cartellino. Da una parte lo stesso Governo ci ha delegittimato facendo di tutta l'erba un fascio e adesso ci dà il contentino.
Però nonostante la generosità continua a dimostrare pressapochismo e arroganza attraverso le leggi e le leggine  quindi l'ennesima beffa:
Gli agenti della Polizia Municipale, e parlo dei colleghi che stanno trascorrendo un pezzo della loro vita lontani da casa per prestare soccorso ai terremotati, non potranno votare il 4 dicembre 2106, perché ancora una volta siamo assimilati ai volontari e non alle forze dell'ordine, non ai vigili del fuoco. Credo che anche i volontari dovrebbero avere il diritto di potere votare, e credo che siamo arrivati a un punto di non ritorno.
Se fossi un volontario ora di fronte a questo ennesimo affronto prenderei i miei stracci e tornerei a casa, tanto noi non esistiamo, non se ne accorgerebbe nessuno.

Massimo Fagnoni delegato SULPL Bologna