venerdì 19 agosto 2016

tutta colpa di Freud



Ieri sera ho guardato Tutta colpa di Freud un altro film di Genovese.
Leggero, meno drammatico di Perfetti sconosciuti e imperniato sul rapporto fra tre figlie grandi e un padre psicanalista.
Il cast è composto in parte dagli attori prediletti da Genovese, Marco Giallini e Anna Foglietta, splendidi protagonisti in Perfetti sconosciuti.
Il cast di Genovese è spesso composto da noti attori del panorama romano che alla fine troviamo in tutte le situazioni dalle fiction (Distretto di Polizia) al cinema, ma al di là di considerazioni squisitamente maligne sul fatto che nel nostro cinema lavorano sempre i soliti noti e chissà perché, il cinema di Genovese mi convince anche in questa pellicola, in maniera decisamente minore rispetto all'altro film citato ma comunque diverte e distrae dai crucci quotidiani.
Ultima riflessione.
Il rapporto padre figlie.
Quanto è difficile essere genitore oggi?
O forse lo è sempre stato.
Chissà.
Ricordo la mia adolescenza, il primo lavoro a 19 anni, l'esigenza prepotente di autonomia, il coraggio di uscire nel mondo e rimboccarmi le maniche, ricordo che i miei c'erano, non ricchi, ma presenti come potevano e che mai mi hanno impedito di fare scelte sostanziali che mi hanno condotto fino ad oggi, un presente nel quale mi riconosco con una storia e un senso nel mio stare al mondo.
Sono cresciuto credendo che ci fossero regole e persone da rispettare.
Merito loro?
Chissà.
Forse sì perché l'unico ruolo del quale non sono soddisfatto è quello di genitore, mi manca quell'autorevolezza educativa, e la forza della determinazione. Forse speravo, come il protagonista del film, che bastasse l'amore a formare il carattere dei figli.
Mi sbagliavo

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