giovedì 26 marzo 2015

Ligabue ... c'è sempre una canzone



E dopo Jovanotti ecco il nuovo video dedicato a uno dei brani del prossimo album di Ligabue: C'è sempre una canzone .
Il video è convincente, un montaggio ineccepibile, alta qualità di immagine, ottima regia, forse la sua.
Il brano è invece inconsistente, vuoto, è tutto nel titolo.
C'è sempre una canzone, ed è vero, ma non necessariamente.
Se devo ascoltare un brano con musica già sentita e testo insignificante preferisco ascoltare musica vera, tipo questa: Arvo Part  concilia la digestione, apre la testa, dà sollievo ai nostri poveri nervi logori, e mi aiuta nella creazione di parole.
Ligabue invece è già sentito, come una minestra riscaldata, ed è vero c'è sempre una canzone ma che ci dobbiamo fare con questa musica italiana? Da tempo molti lo sostengono e comincio a pensarlo anch'io, Ligabue era interessante nel 1999, quando lo vidi nel mio ultimo concerto come spettatore a Casalecchio, da quell'anno e da quell'album niente di particolarmente nuovo, tranne i video che sono sempre di grande qualità.
Siamo il sale della terra, è vero ma la minestra rimane insipida.

  

martedì 24 marzo 2015

Lorenzo 2015 cc



E dopo avere scritto della sua canzone lancio, sabato, che mi ha colpito, e dopo avere scritto un post sul giovane Nardinocchi, due brevi considerazioni sull'ultimo album che sto ascoltando rigorosamente gratis da Spotify e alcune domande sorgono spontanee.

Chi compra musica? E soprattutto perché?

La musica è gratis, in rete puoi scaricarla, ascoltarla, guardare i video su you tube, chi compra ancora musica? Forse i cosiddetti fans e in effetti ogni pop star ha i suoi fans, basta fare un salto a Zocca e fare una passeggiata nella strada dove vive la mamma di Vasco e ti rendi conto che i fans possono fare la differenza.

Detto ciò io non sono un tifoso di nessuno nemmeno di me stesso figurarsi di un cantante di origini toscane, cresciuto come un milanese e tifoso a sua volta di Renzi, dicono le cronache.

Però oggi vi dirò solo che dopo avere ascoltato sabato ho cominciato ad ascoltare anche altri brani e Gli immortali non mi piace, procedendo in avanti senza passare dalla saggezza, in questi giorni impazziti di polvere di gloria te lo ripeto ancora fino a strapparmi le corde vocali ora che siamo qui noi siamo gli immortali.

E ho pensato che lui canta del sabato italiano di quelli che il sabato non se lo gustano perché sono disoccupati, senza prospettive, senza un futuro, e lui canta la disperazione dei sabati italiani di chi non ha speranze e penso che lui forse è davvero un immortale, uno che ha saputo riciclarsi continuando a vendere un prodotto da super mercato e continuando a sedurre migliaia di italiani.

Lui è immortale perché si spaccia per un rivoluzionario da San Patrignano a un prete di periferia,
E alla fine i compagni come lui, quelli che sanno ancora raccontare le favole e vendono la musica e riempiono gli stadi, possono piacere, a tratti, possono essere anche bravi, a tratti, ma non fatevi fregare gente, cantano solo canzonette, come diceva Bennato e magari sono grandi tifosi di Renzi, un altro immortale, e mi fanno una rabbia che mi piacerebbe davvero una musica nuova, popolare, senza essere scadente e triste, vera senza essere ambigua e collusa, ma che te lo dico a fare?

domenica 22 marzo 2015

i potenti ... voi come li immaginate?



In coda alla bella manifestazione di Bologna ieri sera riflettevo in perfetta solitudine sulla mia percezione del potere, perché è difficile per uno come me, uno di quelli che vive facendosi bastare ciò che ha, pagando le tasse, tutte le tasse, rispettando le regole, insomma comportandosi come si comporta la gente onesta, dicevo è difficile per uno come me immaginare cosa significhi essere potenti.

La potenza o il potere sono attributi abbastanza facili da trovare in molti nostri concittadini, leggevo su Repubblica delle intercettazioni a Lupi dalle quali emergeva un personaggio dal linguaggio colorito, uno che si arrabbia se il vestito fatto da un famoso sarto non è come lui desidera, vestiti regalati, per lui per il figlio Luca. Leggevo e non capivo.

Cosa significa essere così potenti da potere pretendere regali, favori, posti di lavoro, denaro, molto denaro, impunità, assoluzione, e addirittura il paradiso in terra.
Chi sono questi loschi figuri che schiacciano il futuro dei nostri figli pur di assicurare un futuro inossidabile per i loro?
Lo fanno solo per il denaro? Lo fanno per la famiglia? Lo fanno perché sono talmente inebriati dal loro delirio di onnipotenza che non possono più rinunciare  a dominare?

Dicono le leggende che Andreotti dormisse pochissimo, come Berlusconi, persone che lavorano sedici ore al giorno per dominare mondi, anche quando non hanno più bisogno di nulla.

I potenti li immagino come il presidente ipotetico di House of cards con le mani lorde di sangue intenti continuamente a complottare per rimanere in sella al proprio trono, uno che piscia sulla tomba del padre e  non ama nessuno, neanche la moglie altrettanto spietata e disumana come lui.
Credete che i nostri potenti siano molto diversi? Credete che gli assassini delle diverse mafie siano peggiori di certi nostri faccendieri?

Sono convinto che il nostro paese sia dominato da mostri, gente che ha portato il paese e l'economia mondiale a un punto di non ritorno, gente che le regole le fa e le disfa a proprio piacimento, e se avete un po' di rispetto per i vostri figli, quelli che già domani, lunedì, saranno costretti a fare i disoccupati, cominciate a cercare di capire come sono questi signori e cosa bisogna togliere loro per impedirgli di continuare a dominare il vostro mondo.

sabato 21 marzo 2015

LIBERA a Bologna





Oggi LIBERA è approdata a Bologna e non so quanti erano centomila, duecentomila, però so una cosa erano di una bellezza folgorante, erano giovani anche quelli come me che giovani non lo sono più, erano pacifici, civili, e c'erano tutti, scolaresche, boyscout, colleghi della Polizia Locale, associazioni di volontariato, parenti delle vittime di mafia, molte vittime di mafia, molti parenti.
Poi ci saranno quelli che diranno che anche dietro a LIBERA ci sono speculazioni e interessi, ci saranno quelli che cercheranno di infangare l'impegno di Don Ciotti, ci saranno, ci sono sempre stati e se fossi un fervente cattolico vi direi che ci sono e ci saranno le forze del male, quelli che stanno dalla parte sbagliata, che non hanno pietà e che ancora una volta vogliono vincere e fare prevalere diavoli e demoni, ma la realtà è quasi peggiore, perché se si muore in maniera meno spettacolare di mafia, forse è anche perché la mafia è tranquilla, occupa le stanze giuste quelle del potere, arriva ovunque, controlla appalti e consigli comunali, regionali, decide, amministra, dà lavoro e lavoro toglie.
Poi ci sono quelli come Don Ciotti che raccontano di una speranza, loro tolgono alla mafia per raccontare ai giovani che una speranza di lavoro e di riscatto esiste, espropriando alla mafia per creare lavoro, opportunità di crescita, e i giovani lo seguono, speriamo che lo Stato lo protegga.
Come diceva Dalla Chiesa, per sconfiggere la mafia bisogna scendere per le strade e Don Ciotti l'ha capito, non togliamo la speranza ai nostri figli di un Italia migliore che non ci faccia vergognare di essere italiani.





domenica 15 marzo 2015

non dico altro



E' un peccato che un attore come James Gandolfini ci abbia lasciato a 51 anni e questo forse è uno dei suoi ultimi film che oggi ho intercettato su sky scelti per te.
Una commedia americana su due cinquantenni separati che si incontrano si s'innamorano, entrambi con figlie al college e una vita normale, con le normali macerie che riempiono le vite di due persone che a cinquant'anni si ritrovano a fare i conti con un bilancio esistenziale non completamente soddisfacente e la solitudine degli affetti, con le figlie pronte per spiccare il volo e uscire dal nido.
America, Europa, Italia, in fin dei conti non siamo tanto diversi, ci separano i fusi orari, una diversa concezione di dieta e stile di vita, ma in linea di massima la classe media qui in Europa o laggiù negli States vive le stesse contraddizioni, gli stessi mal di pancia, le stesse inquietudini  e chi meglio di un cinquantenne e passa come me poteva immedesimarsi nei drammi di questa coppia casuale composta da due grandi attori.
Commedia, tenera, intelligente, scorrevole e mai banale, un omaggio a un grande attore prematuramente scomparso, e uno schiaffo al nostro niente cinematografico.
su sky

sabato 14 marzo 2015

Nardinocchi ... come M.J.



Facebook può anche servire, e mi piace avere contatti giovani, gente che mi contamina con informazioni su quell'universo sempre più remoto per me rappresentato dai tanti giovani artisti che non passano necessariamente per la televisione quella di xfactor, amici, e adesso la nuova idea (già vecchia) di Italia's got talent, dove i soliti noti, Bisio, Littizzetto e compagnia presentano talenti e saltimbanco per proporre una nuova fiera mediatica dove gli unici a guadagnare cifre da capogiro sono loro.
Poi ci sono artisti come Andrea Nardinocchi che conosco solo perché nel mio lettore mp3 ho una sua canzone "un posto per me" che ancora ascolto forse perché anch'io vorrei un posto per me, un posto dove potere sentirmi in armonia, o semplicemente non minacciato, inquinato, violentato, depredato, insultato, ma non credo che ci sia.
Poi ieri sera ho visto il suo nuovissimo video su Facebook passato da un mio giovane contatto, e provo a passarvi il link perché questo giovane di cui non so nulla, arriva, buca lo schermo, ma non quello patinato e plastificato della De Filippi o irraggiungibile e inconcludente di xfactor.
Quanti giovani talenti sono nascosti nella rete, fuori dai circuiti delle televisioni perduti in un universo parallelo, mentre la musica scompare nella rete, diventando sempre più un settore residuale, che arricchisce solo chi la presenta e pochi mostri sacri.
Ecco il nuovo video di Andrea Nardinocchi Come M.J.
 

venerdì 13 marzo 2015

il caso Ragusa ... giustizia è fatta?



Io sono uno dei tanti italiani che guardano la televisione, e mi interessano i gialli per ovvi motivi. la scomparsa di una bella donna di 44 anni in una sera d'inverno di alcuni anni fa è sicuramente uno spunto  per un giallista per caso come me.
Il prossimo romanzo in uscita, fra qualche mese con Eclissi, parte proprio dalla scomparsa di un'adolescente come avvenne nel mio primo romanzo con Frilli, Il silenzio della bassa.
La differenza è che il prossimo romanzo lo scrissi qualche anno fa e parte da uno spunto di cronaca vero, ma non svelerò altro.
Tornando al caso Ragusa adesso mi metto nei panni dell'italiano medio, quello che guarda Chi l'ha visto, Quarto grado, tutti i pomeriggi con la D'Urso, Porta a porta con Mosca (stasera parlavano del delitto di Perugia) e chi più ne ha più ne metta, e in questo gioco di immedesimazione cerco di riflettere lucidamente sulla decisione del giudice per l'udienza preliminare che in un'ora ha liquidato tre anni di indagini, 12000  pagine di indagini, diversi indizi e testimoni dei fatti e alla fine non capisco come un uomo solo, anche se giudice, possa arrivare a decidere il non luogo a procedere in un caso come questo.
Si dice, e parlo sempre da uomo della strada, che no cadavere no processo, e provate un attimo a pensare cosa può provocare nell'immaginario collettivo un dato come questo, basta fare scomparire il corpo e hai buone possibilità di farla franca.
In conclusione, quanto potere questi giudici, non trovate?
Decidono che Berlusconi deve essere perseguito per induzione alla prostituzione minorile, poi altri giudici decidono di assolverlo, in una partita che ha creato non pochi scombussolamenti nel nostro quadro politico, decidono con grande professionalità, zelo e precisione, perché sono giudici, e quando chiedo a qualche amico avvocato il perché di certe decisioni loro rispondono che la legge è materia complicata nel nostro paese e non comprensibile per noi piccoli uomini delle grandi pianure infarciti di false informazioni mediatiche, così si rimane sospesi, ancora una volta in balia di altri uomini che con un potere in mano quasi divino stabiliscono pene, assolvono potenziali criminali, decidono che (notizia di stasera) 12 martellate per uccidere la moglie non sono indizio di crudeltà e non ci rimane che sperare di non essere la prossima vittima, potremmo scomparire nel nulla di un non luogo a procedere.

mercoledì 11 marzo 2015

una app bolognese per non perdersi a Istanbul


Che cos'è il genio? Non pensate che sia semplicemente genetico, o fortuito o merito di una buona scuola, o una ricca famiglia, il genio è casuale e spesso sottovalutato, e il colpo di genio può essere finalizzato a tutto, a niente, a fondare un impero o inventare un modo per evadere dalla quotidianità.
In questo caso il genio è semplicemente frutto di coraggio e curiosità, desiderio di sfidare la sorte e di proporre un prodotto inedito. Questa è la storia tutta italiana di Roberto Condello albergatore bolognese che in giro per l'immenso bazaar di Istanbul si è perso e ha pensato che una applicazione per telefonino ad uso dei turisti sarebbe stata comoda in quel luogo.
I dettagli li potete leggere nel post allegato cliccando sul suo nome.
La favola, o la storia di questa avventura della mente, insieme a coraggio imprenditoriale e voglia di mettersi in gioco  mi ha colpito, perché un italiano ha avuto un'idea vincente, ha investito i suoi risparmi, quasi 200 mila euro, e adesso comincia a raccogliere i frutti del suo coraggio imprenditoriale.
Gli italiani sono anche questo, continuiamo a ripetercelo, per non affondare in una depressione nazionale che sembra non volerci abbandonare.
Bisogna avere il coraggio e la voglia di sognare per fare in modo che i sogni diventino progetti di vita.

domenica 8 marzo 2015

rsu 2015.la necessità di essere SULPL




Si sono chiuse le elezioni per le rappresentanze sindacali unitarie  di tutti i settori del lavoro pubblico.
non ci sono ancora risultati ufficiali nazionali, posso dire però che a Bologna il mio sindacato ha mantenuto la posizione consolidata, con due seggi e gli stessi votanti delle ultime elezioni.
Pur avendo spesso ribadito in diverse sedi la mia personale stanchezza psicologica nel dibattito sindacale dovuta all'età, alla mancata risposta dello Stato alle nostre rivendicazioni, al quotidiano sempre più pericoloso, ho deciso di spendere due parole per sottolineare la necessità per noi che indossiamo una divisa di agenti di Polizia Municipale di un sindacato di categoria vero, il SULPL.

Ne ho parlato con qualche neo assunto a Bologna e parlare con una persona è importante ma ho pensato che esprimere gli stessi concetti nel blog possa essere più funzionale.
Alla fine il sindacato oggi cosa deve essere? La risposta è semplice, deve essere l'organizzazione che tutela e rappresenta il lavoratore.

Quando sono entrato in Polizia Municipale ero iscritto alla CGIL, ero un delegato sindacale, perché prima facevo l'educatore professionale e credevo che la CGIL fosse l'unico sindacato che poteva tutelare il mio ruolo lavorativo, mio padre operaio e Fiom da sempre mi aveva insegnato l'importanza del sindacato.

Dopo un mese con la divisa mi resi conto che  la mia vita era cambiata, ed è questa la prima consapevolezza che devi avere collega, tu non sei solo un cittadino, tu indossi una divisa e puoi anche raccontarti che non sei un poliziotto, che sei solo un impiegato comunale, puoi anche denigrare il tuo ruolo sociale, e cercare a cena con gli amici di ironizzare sul tuo mestiere, perché purtroppo molti colleghi lo fanno, ma ciò non cambia la realtà dei fatti, tu indossi una divisa e la tua vita non sarà più come quella precedente, perché avrai nuove responsabilità, penali, civili, economiche, morali.

Prima entri in questo ordine di idee prima capirai la necessità di essere orgoglioso del tuo lavoro e la necessità di avere un'organizzazione alla spalle che ti possa tutelare e rappresentare.
Il Sulpl è il primo sindacato di categoria italiano, arriva ovunque, ha gli avvocati che possono difenderti, crede nella necessità di una riforma, crede nella necessità del ripristino della causa di servizio quando ti fai male e soprattutto è formato da volontari e agenti che come te lavorano per strada.

Io non mi considero un sindacalista, ma un agente che  si preoccupa di tutelare il proprio lavoro e quello dei colleghi.
Per questo motivo collega devi iscriverti al Sulpl, non ci sono alternative se vuoi fare il nostro lavoro, una necessità esistenziale, ascolta un nonno saggio

domenica 1 marzo 2015

backstrom




Guardando il trailer non riuscivo a capire dove avevo già visto il faccione in fotografia poi appena iniziata la prima puntata ho ricordato, era uno dei caratteristi della insuperabile Six feet under anche in quella serie molto divertente e molto psicotico, sto parlando di Rainn Wilson protagonista assoluto di questa nuova irriverente serie televisiva dove un tenente della omicidi esiliato per motivi vari e relegato a occuparsi di crimini stradali torna dopo cinque anni in azione.
Il personaggio può ricordare diversi modelli di poliziotto e anche cinematografici, ha la stessa auto distruttività di John Belushi  e un po' lo ricorda anche, è un antieroe per eccellenza, con una vita sgangherata e fuori da ogni regola e conduce le indagini con un intuito da cater pillar e una sensibilità da alligatore e fa molto ridere.
Anche i personaggi che compongono la sua squadra sono divertenti e originali e tutti cercano di impedire al protagonista Everett Backstrom di suicidarsi fra cattivo cibo, alcol e sigari.
Ha un medico indiano che gli prescrive un amico come terapia e un approccio con il mondo circostante assai poco formale.
E' divertente, un modo di proporre il giallo televisivo simile a serie come Bones ma con una marcia in più, i dialoghi sono veloci e intelligenti, spesso sorprendenti, una vivacità che gli sceneggiatori italiani possono solo invidiare.
La serie è ispirata ai gialli svedesi dello scrittore  Leif G. W. Persson che magari andrò a leggere.
su sky