martedì 28 febbraio 2012

l'arte dello scrivere o lo scrivere come arte

Invecchiando mi sono accorto di una verità buffa e inquietante.
Quando ero giovane tutte le persone intorno a me leggevano libri, romanzi, saggi, manuali,  il nostro vivere insieme, comunicare, incontrarci era in parte riservato all scambio di idee legate al piacere, ai tormenti, alle fatiche della lettura.
Oggi ho sicuramente meno amici, e mi scappa da ridere se penso ai miei 1500 contatti facebook.  Fra le mie conoscenze molti non leggono libri, leggono annunci in Rete, prenotano cene a prezzo scontato in luoghi scomodissimi, guardano pezzi di Crozza o dibattiti su you Tube in Rete, ma i libri quelli sono come passati in secondo piano.
Premessa doverosa.
L'altra sera uno dei pochi superstiti che sicuramente legge, mi ha prestato MrGwyn di  Baricco.
Non leggo mai gli italiani, quasi mai se non qualche amico per una recensione.
Baricco non l'avevo mai letto.
Il suo Mr Gwyn l'ho divorato, in alcune ore sparse fra due giorni.
Non accadeva da tempo.
A un certo punto mi sono sentito come la protagonista femminile, dovevo concludere e dare un senso.
Mi è piaciuto questo romanzo breve, 158 pagine.
Sullo scrivere?
Chissà.
Sembra quasi che l'autore cerchi un senso in questa attività, un nuovo linguaggio, strade diverse per dare un senso al proprio divenire.
Il personaggio dello scrittore è geniale anche se mi sono immedesimato di più in quello femminile.
Come in un giallo ho cercato una chiave di lettura, non so se l'ho trovata.
Come in un giallo non vi svelerò nulla.
Sarò cretino?
Sto qui a incensare uno scrittore che ha bisogno di tutto tranne della mia pubblicità.
Del resto lo stile è molto importante in questo romanzo, stile, delicatezza, precisione e ossessione, chissà se è possibile realizzare davvero ciò che l'autore riesce a inventare?
Non credo, credo piuttosto  faccia parte dei trucchi della commedia.
Adesso esco e vado a comprare un set di lampadine Caterina de' Medici  e cerco di illuminarmi la giornata.
Chi ha letto il romanzo capirà.

lunedì 27 febbraio 2012

quarant'anni e non sentirli

Sembra ieri, le prime e-mail sempre con il dubbio, il timore che fossero inaffidabili, messaggi infilati in una bottiglia  colorata  lanciata nello spazio infinito dell'oceano, nell'indefinitezza di una rete sempre a cavallo fra  legalità e  pirateria, altri tempi.
Oggi in Rete si fa quasi tutto, sesso compreso, ci si conosce, ci si sposa, si fanno transazioni internazionali e si affitta la casa al mare.
L'e-mail è il mio primo contatto con le case editrici, che non rispondono quasi mai, forse mi cancellano come spam, ma intanto sono lì in quell'oceano di possibilità.
Per me l'e-mail rimane il rapporto più interessante della Rete.
Da una parte i blog dove appiccico post come questo, più o meno utile.
Dall'altra la comunicazione via e-mail, diretta, concreta, evitabile e per questo non troppo invadente.
Tutto ciò che sta nel mezzo, Facebook, Twitter etc li considero solo strumenti inevitabili ma francamente meno seducenti, troppo invischianti.
In conclusione buon compleanno e-mail, per i tuoi splendidi quarant'anni.

domenica 26 febbraio 2012

il giovane Montalbano


Ho registrato le prime due ore del Giovane Montalbano senza nessuna aspettativa, e poca fiducia.
Sbagliavo.
Mi ero dimenticato che a volte gli ingredienti possono cambiare ma se la ricetta è buona e se la regia è sempre quella il risultato sarà ottimale.
Sceneggiatura di Camilleri e si intuisce,  le storie sono tratte da un libro del 2004, nuovi attori bravi,  sullo sfondo la Sicilia, immutabile, eterna e saporita di colori e sapori.
Bravo Michele Riondino e buona la realizzazione complessiva, al di là delle storie che diventano quasi ininfluenti, l'aspetto importante diventa la confezione, la capacità di proporre personaggi convincenti e la personalità di Montalbano, con la sua umanità completa e romanzesca e la sua originalissima concezione di giustizia.
Programmo la registrazione per la prossima settimana, ho già ho dimenticato il Montalbano di Zingaretti.

sabato 25 febbraio 2012

frammento di città



Questo è un piccolo frammento della cover del mio ultimo romanzo che uscirà in aprile 2012.







Dentro la cover e dentro il romanzo la mia piccola città sotto un cielo d’agosto pieno di fulmini. Le mie storie fra Bologna e Ferrara, in terre un tempo umide di zanzare e pesanti di pioggia devono avere sempre uno sfondo metropolitano.






In fin dei conti L’italia è composta da tante piccole città che non hanno perso del tutto la loro connotazione storica, in questo nuovo medioevo le torri sono ancora in piedi a testimoniare come la storia a volte sia più tenace dei nostri quotidiani sussulti per i titoli di borsa o per governi più o meno tecnici.






Da ieri sul sito di Eclissi, piccola e grandissima Casa Editrice, è possibile visionare la scheda del mio prossimo romanzo Cielo d’agosto, la cover è ancora in divenire ma ci siamo quasi.






Grazie come al solito al mio disegnatore preferito, Claudio Trabucchi, milanese di nascita e bolognese di adozione, che non gli manchino mai matite temperate e pazienza per ascoltare i miei deliri creativi.






Per chi gradisce le mie storie a fra poco, appena prima dell’estate.





lunedì 20 febbraio 2012

intervista Alpunto67


I ragazzi della giovane azienda, Alpunto 67 mi hanno intervistato sui temi legati a scrittura creativa e nuove tecnologie e come non pubblicarla, una mano lava l'altra.
grazie ancora
intervista

venerdì 17 febbraio 2012

vigili di cartone


I bolognesi, soprattutto i colleghi se li ricorderanno i vigili di cartone disseminati per la città, un'idea originale di un'artista bolognese, una performance senza nessuna velleità se non forse pubblicitaria, furono rimossi perché distraevano gli automobilisti.
Ieri sera mi ha telefonato Riccardo un amico lombardo e mi ha chiesto un parere sui fatti di Milano.
Come potrei dare un parere? C'è un'indagine in corso e sono comunque sempre un delegato sindacale.
Penso solo che questa storia non ci fa bene, l'attacco mediatico di questi giorni alla categoria è violento e proviene da molti fronti, non ultimo da alcuni colleghi, un' esigua minoranza, della Polizia di Stato.
Noi non ci permetteremmo mai di attaccare la Polizia o l'Arma quando uno dei loro uomini fa un errore e la storia parla da sola, noi invece siamo stati subito crocifissi, impalati, minacciati.
In questi giorni di neve e ghiaccio in caduta libera dai tetti eravamo tutti in strada al servizio della comunità.
Finita questa emergenza saremo di nuovo in strada a fare il nostro dovere:
Infortunistica, trattamenti sanitari obbligatori, viabilità, controllo del rispetto delle regole di convivenza sociale, come sempre in prima linea ognuno nel proprio territorio di appartenenza.
Come diceva oggi Marco Belli, da una parte il cittadino ti querela, insulta e minaccia se operi come uomo di legge, dall'altra l'autorità giudiziaria ti indaga se non fai il tuo dovere.
Cosa vuole l'opinione pubblica da noi ... dei  vigili di cartone?
Cosa vuole lo Stato da noi?

venerdì 10 febbraio 2012

quando il romanzo finisce

Quasi cinque mesi di lavoro.
Intendiamoci, io un lavoro ufficiale lo faccio tutti i giorni, chi mi conosce lo sa che per vivere indosso una divisa e se non facessi il mio meraviglioso lavoro al servizio della comunità (sviolinata sincera) non potrei permettermi il lusso, nel mio tempo libero, di scrivere romanzi, racconti, articoli, post e sciocchezze varie.
Non rubo tempo al mio lavoro ufficiale,  ho molto tempo libero.
Torniamo al dunque.
Quasi cinque mesi di lavoro.
Da svegliarsi la notte e pensare ai personaggi, alle scene da creare, alla trama, allo sviluppo della situazione.
Poi tutto finisce.
Nella migliore delle ipotesi piacerà ai miei pochi amici, un editore deciderà di pubblicarlo, magari ne faranno un film un giorno, più facilmente finirà in uno dei miei cassetti e buona notte.
Il succo è un altro.
E adesso?
Mi manca quella storia, i personaggi, la trama, il lavoro quotidiano, come un gioco di ruolo, uno di quelli intriganti che non vorresti finire mai.
La cosa magica è che il gioco l'ho inventato io e forse piacerà solo a me, ma alla fine qual'è l'obiettivo?
In questo momento mi interessa il giusto, so solo che mi manca la costruzione quotidiana di una storia,   commuovendomi insieme ai personaggi o stupirmi trovandoli diversi da come li avevo immaginati, con una vita loro indipendente dalla mia volontà.
La magia è tutta lì alla fine.
Perché anche se vi diranno che siete bravi, anche se vi diranno che fate schifo come scrittori, quel tempo dedicato alla vostra magia, quello è solo vostro, nessuno ve lo potrà mai comprare o togliere.
La scrittura creativa permette di inventare mondi, come un Dio onnipotente determinare le situazioni, piegare gli eventi, condizionare addirittura le condizioni meterologiche.
Nella realtà stasera dovrò montare le catene nella mia macchinetta per andare a lavorare.
Nei miei romanzi posso inventarmi un'estate perfetta,  e fare correre i miei eroi lungo il Navile.
E' un bel gioco l'invenzione romanzesca, fino a quando dura il romanzo.
Dopo, mi sento sempre un pò triste, svuotato, fino alla prossima idea.
Forse il gioco è tutto lì, nel viaggio, non nel traguardo.

domenica 5 febbraio 2012

braquo saison 2


E' iniziata la seconda serie di Braquo, dura, senza speranze e molto nera.
Gli stessi personaggi sono anime perdute in movimento all'interno di una ambientazione cupa, schiacciata tutta verso il suolo, violenza, dissoluzione e cattivi propositi.
Devo essere sincero è difficile in alcuni casi ripetere il miracolo, questa mirabile serie francese che tanto ricorda il The shield americano, parte sempre molto dura e ormai ha la denominazione controllata di prodotto estremo, potrebbe diventare un suo limite.
Staremo a vedere.
Bravi i protagonisti, sembrano davvero delinquenti.
Su Fox crime

venerdì 3 febbraio 2012

Savino e la terribile isola dei famosi

Nicola Savino è più giovane di me, ma non è lontanissimo dalla mia generazione, ha fatto la sua bella gavetta e anche se lo intravedo da pochi anni sono arrivato alla conclusione che devo averlo ascoltato molto spesso in radio o ascoltato programmi dove dietro c'era la sua creatività e la sua regia.
Mi è simpatico perchè è simpatico, ha una sorta di sana aggressività intelligente, è autoironico e non credo sia persona abituata a risparmiarsi. Ha accettato la scommessa di presentare una trasmissione faticosa e complicata coma l'Isola dei famosi e secondo me, ieri sera a fine serata si sarà anche chiesto : chi me l'ha fatto fare?
Io me lo sarei chiesto dopo essere stato accusato da Cristiano Malgioglio di scarsa professionalità, dopo essere stato comparato alla grande Ventura, una donna con anni di esperienza e una grinta da veterano televisivo.
Non so che cosa può spingere un bravo professionista come Savino a rischiare tutto e niente in una arena tanto squinternata come l'Isola.
Avrà capito, io l'ho capito ieri sera, che un'isola colma di carriere affaticate, può essere una vera bomba pronta ad esplodere, del resto gli artisti, specie quelli in crisi d'identità possono avere qualche reazione inaspettata.
Comunque vada Savino che tu l'abbia fatto per la fama o per l'argent, complimenti, mi sembrava di essere con te ieri sera sotto il fuoco d'artiglieria di tutti quei personaggi indignati in cerca di una via di fuga.
Io al tuo posto forse avrei finto un infarto, a volte funziona.

mercoledì 1 febbraio 2012

maledetta neve


Rubo queste foto dall'archivio di un amico (Roberto Amori) che le ha mostrate in facebook.
Oggi a Bologna nevica e di brutto.
Le scuole saggiamente rimarranno chiuse fino a sabato e le strade sono ricoperte di neve e ghiaccio.
Sono bloccato a casa dalla mia annuale sinusite e guardo le notizie televisive imperniate sul maltempo.
Tutti a dire cose sagge, è la natura, è un fatto naturale, è sempre stato così, per un pò di neve ...
Ieri sera ho rischiato alcune volte di uscire di strada, perché c'era ghiaccio e le catene che avevo a bordo non potevo montarle con pochi centimetri di neve.
Non trovo naturale la neve, la trovo naturale in montagna dove persone più o meno benestanti si dilettano a sciare e mangiare salsiccia e polenta, ma qui in pianura è una gran schifezza, ci fa uscire di strada e impazzire con le catene che devi montare e smontare.
Forse era naturale un tempo quando non avevi orari rigidi da rispettare, luoghi remoti da raggiungere per lavorare o studiare e i ritmi erano meno nevrotici, ora la trovo solo ansiogena.
Se qualcuno ha aderenze molto in alto lo pregherei di intervenire perché a mio avviso di neve ne è già scesa abbastanza per questo inverno.