Sono un ragazzo di sessantacinque anni fortunato, ho timbrato il cartellino senza cause in sospeso e con tutte le ossa integre o quasi, e ho incontrato amici nel variegato mondo della Polizia Locale.
Esistono lavori dove il collega è indispensabile per portare a termine una giornata di lavoro incolume, senza querele sul groppone, e con la convinzione di avere lavorato bene.
Poi la vita ci divide, è giusto così, come disse Baricco in un'intervista illuminante, anche i migliori amici devi lasciarli andare, loro rimarranno con te, dentro di te, e continueranno a ritornare nei migliori ricordi.
I ricordi più divertenti del collega, che mi ha donato la sua immagine oggi, sono legati ai convegni sindacali di Riccione quando militavo nel glorioso SULPL.
I due giorni di convegno diventavano una digressione dal nostro quotidiano lavorativo e per me una vera e propria vacanza, l'unica volta che ho giocato un gratta e vinci e abbiamo vinto, Carlo lo ricorderà bene.
Questo libro di racconti è dedicato ai miei colleghi, amici per vent'anni e nella memoria per sempre, alle ronde appiedate al quadrilatero, dove lui conosceva tutti i negozianti, ai turni di pronto intervento, dove imparavo l'arte della diplomazia con cittadini e colleghi, agli sgomberi nelle mattinate gelide d'inverno, alla vita di Reparto fra gioie e dolori come in tutte la comunità.
Il sorriso di Carlo rinforza la motivazione che mi ha spinto a pubblicare la mia raccolta di racconti.
Questi vent'anni sono volati in un soffio, grazie a tanti amici come lui.
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