giovedì 30 gennaio 2020

Sekiro: Shadows die twice




Ci sono giochi che forse non tutti possono fare, o meglio io non credo di essere all'altezza, ma nonostante la mia imperizia li amo da impazzire, anzi forse di più, perché hanno dei meccanismi interni semplici e micidiali, hanno i boss, creature quasi invincibili che ti portano via il tempo delle cose importanti, lasciandoti sudato, frustrato, con la pressione a rischio e nello stesso tempo ti riempiono di gioia nel momento della vittoria.
Solo chi ha giocato Sekiro e Dark Souls può capire, il guaio è che qualsiasi altro gioco, anche di ruolo, svanisce sullo sfondo diventando una passeggiata.
In Sekiro non avanzi se non superi l'ostacolo e  il gioco sta mettendo alla prova la mia ostinata pazienza.

A cosa serve il gioco?
Personalmente mi distrae dalla vita, quella fatta di impegni che non mi sono scelto, dal lavoro che dopo 38 anni comincia a starmi stretto, dalle commissioni, dalle fatiche, mi mantiene giovane, quasi in un'altra dimensione, come la scrittura mi fa sperimentare una sorta di invulnerabilità, devo finire il mio gioco, devo terminare il mio romanzo, con una tensione che mi spinge a trovare nuove energie, un entusiasmo che non mi abbandona.

Se qualcuno vuole venire a fare secco il maledetto toro infuocato al mio posto, me lo dica, io sono morto già decine di volte senza riuscirci, lo so sono vecchio, ma non mi arrendo.
Quando cominci a mollare, quando non hai più voglia di giocare, allora cominciano i guai, quelli veri.

sabato 18 gennaio 2020

lo strano mondo dello scrittore



Ieri sera dopo cena sono salito sulla mia up a metano ecologica e risparmiosa e sono partito verso Trebbo di Reno, un paese che dista circa mezz'ora da casa mia.
Era una serata decisamente serena e non troppo fredda considerando che siamo al 18 di gennaio, e non c'era nebbia o altro in agguato.
Sinceramente non credevo di incontrare gente,come spesso mi è capitato mi aspettavo la brava bibliotecaria pronta ad accogliermi due o tre eroi precettati per l'occasione, due chiacchiere sul mio ultimo romanzo e buonanotte.
Sono stato piacevolmente spiazzato da vari aspetti della serata, molta gente,  molti libri venduti, una conduttrice Raffaella Tamba, preparata e intelligente, e alcune lettrici che già mi conoscevano, conoscevano bene alcuni miei vecchi romanzi tanto da ricordare passaggi, citare brani, sottolineare aspetti.
Insomma ho incontrato alcuni miei "fan", che mi hanno davvero emozionato, ho scoperto che c'è gente che mi segue da tempo, mi legge nelle biblioteche, mi compra in libreria, in maniera entusiasta e davvero inaspettata.
Conclusione
La vita e il mondo di uno scrittore della bassa, come me, è come un ottovolante nel quale è bene abituarsi alle picchiate, alle forti emozioni e ai momenti di vuoto.
Ma una cosa me la sono portata a casa ieri sera, la consapevolezza che nel mondo, in giro, ci sono alcuni lettori, soprattutto lettrici, che davvero mi apprezzano, mi leggono, sottolineano passaggi di miei scritti, e certe consapevolezze sono oro per noi scrittori, servono a cercare di fare sempre meglio, per loro e per i lettori che verranno.

venerdì 17 gennaio 2020

mercoledì 15 gennaio 2020

Cormoran Strike




Mi piace Cormoran Strike.
Prodotto dalla prolifica mente della mamma di Harry Potter arriva su sky questo giovane investigatore britannico senza un bel pezzo di gamba esplosa durante il conflitto in Iraq.
Lui è un investigatore spiantato, buon bevitore, tabagista, labbro leporino e anima candida e dura.
Ricco di famiglia ma diseredato, affiancato da una bella e giovane apprendista investigatrice.
Sono storie che si concludono in un paio di puntate e si svolgono fra Londra e campagna inglese, bella fotografia, buona caratterizzazione dei personaggi, molta birra, molti pubs e un nuovo investigatore da amare.
Se è vero che è difficile se non impossibile inventare qualcosa di davvero inedito, è anche vero che si può lavorare sull'esistente migliorandolo, complimenti all'autrice che non ha certo bisogno di pubblicità.
Su Sky

watchmen




Finita adesso la prima stagione di Watchmen e non so se ci sarà un'altra stagione, in realtà non so nemmeno se sia possibile scrivere una qualsiasi recensione, l'unica cosa che so è che ho trovato le nove puntate appassionanti in un crescendo di scoperte che solo nei grandi video giochi o nelle grandi saghe ho incontrato.
Qualcuno potrebbe dire che alla base di Watchmen ci sia una decisa presa di posizione nei confronti del razzismo dei bianchi americani nei confronti degli afroamericani, in un universo parallelo dove un oscuro gruppo di crociati mascherati si batte contro poliziotti a loro volta mascherati per nascondere la propria identità.
Ma sarebbe una banalizzazione della trama, che è più complessa sciogliendosi poi verso la fine con risvolti tipici delle trame di tanti fumetti incentrati sulle vicende di super eroi.
Io vi dirò solo che in questa vicenda c'è un dio che è poi alla fine al centro della trama e la muove creando spettacolari giochi spazio temporali fra i vari protagonisti.
Solo chi ama come me fumetti, super eroi, e scontri titanici, si potrà ritrovare in una vicenda che alla fine non è altro che una tenera storia d'amore impossibile.

lunedì 13 gennaio 2020

una classifica vincente



Bella la mia posizione in classifica nella biblioteca di Bentivoglio, vicino a nomi illustri del romanzo di genere, vale molto per me sia perché arriva dal mio paese sia perché è dimostrazione oggettiva della popolarità del buon Trebbi.
Grazie gente

giovedì 9 gennaio 2020

anno nuovo nuove presentazioni




Ci siamo lasciati alle spalle il 2019, ma non i miei romanzi spero, quindi eccomi di nuovo in pista con due appuntamenti:

17 gennaio 2020.
ore 21
L'isola del tesoro, a Trebbo di Reno

23 gennaio ore 19
Biblioteca Corticella
via Gorki
Presenta lo scrittore Luca Occhi, 
letture di Marco Piovella

lunedì 6 gennaio 2020

Notte blu




Ci sono alcuni brani che rimangono incollati al cervello, come alcune immagini, ricordi, frammenti di vita. Non sono necessariamente i più importanti, non sono sempre belli, sono pezzi di qualcosa che hai conosciuto e che rimangono, non vogliono saperne di essere eliminati.

Notte blu è un brano del 1979, avevo 20 anni e l'ascoltai allora, non ho mai dimenticato il ritornello e ogni tanto mi è capitato di cercare il brano senza trovarlo, per un solo motivo, non ricordavo il nome dell'autore.

Oggi, 41 anni dopo, apprendo che il suo autore, Franco Ciani, è venuto a mancare e udendo il suo nome i collegamenti cerebrali hanno compiuto il miracolo, hanno collegato un nome a un brano e adesso posso riascoltare quel brano che come anticipavo, non è un capolavoro, ma mi ha accompagnato per quarant'anni.

Mi piaceva il ritornello, forse perché si parla di notte, una notte blu, si parla di stelle di sogni e di desideri, quando hai vent'anni i desideri sono cose strane, probabilmente io volevo davvero volare via, ma rimasi ancora per tanto tempo incollato alla terra.

Mi dispiace avere ritrovato questo autore nel momento più nero della sua esistenza, ma di lui mi porterò dentro sempre il ricordo di una notte blu.

Notte lunga e senza stelle, domani la vita come ieri come oggi come sempre

giovedì 2 gennaio 2020

Pinocchio 2019



Lo so che queste quattro righe non piaceranno ai tanti amanti di Pinocchio.
Ho letto Pinocchio quando ero "cinno", e mi è rimasta questa sensazione di angosciata attesa della tragedia incombente che in Pinocchio spesso arriva a sconvolgere la vita del pezzo di legno fatto uomo.
Ho visto a suo tempo il Pinocchio televisivo con la fata turchina Gina Lollobrigida che aveva poco di fatato e molto di sensuale per il periodo nel quale fu trasmesso lo sceneggiato di Comencini che rimane un capolavoro assoluto.

Pinocchio è stato rivisitato, analizzato, americanizzato, santificato.
Era proprio necessario fare l'ennesimo film?
Con Benigni trasformato in Geppetto?

Non vedrò il film nemmeno per sbaglio, nemmeno se pagato per vederlo.
Sarà sicuramente bellissimo, ma a me personalmente esce dagli occhi e dai sentimenti.

Sa di vecchio, sa di legno consumato e vecchio, buono per il camino.
Poi come sempre è solo una opinione di un vecchio televisionomane ma meglio molto meglio il nuovo io preferisco fare voli diversi con la fantasia, verso mondi mai immaginati prima, come in The Witcher.
Il futuro è qui, il passato lasciamolo al passato

mercoledì 1 gennaio 2020

L'anno è arrivato




Siamo nel 2020
vi regalo questo video che celebra il vecchio anno e saluta il nuovo con le parole di Lucio Dalla, buone per tutte le stagioni.
Sono arrivato alla conclusione che il passaggio fatidico a un nuovo anno sancisce semplicemente la velocità del nostro tempo mortale e mi torna in mente 2001 Odissea nello spazio dove verso la fine del film il personaggio diventa vecchissimo  per poi tornare in una fase prenatale e il tutto nell'arco di tre minuti di film, La nascita della nuova era.

Mi sento spesso come il personaggio del film, avvolto da una solitudine luminosa corredata  dagli avvenimenti del quotidiano, dalla comunicazione con il mondo, dai libri letti, da quelli scritti in un'avventura velocissima con un'unica incognita, la fine del viaggio.

La scrittura in tutto ciò mi conforta e mi accompagna.

Scrivere significa determinare il tempo, scolpire i momenti, fermare le riflessioni e trasformarle spesso in romanzi, una sorta di diario immaginario dove ogni storia è legata a un momento della mia vita.

Scrivere come amare è un buon antidoto agli effetti collaterali del invecchiamento, aiuta a non dimenticare chi siamo.

Buon 2020

domenica 29 dicembre 2019

il traditore







Ho visto Il traditore, ennesimo film su Cosa nostra.
Che dire, grande Favino, molto somigliante allo storico Buscetta, molto attendibile la ricostruzione di fatti e avvenimenti, ma qualcosa non funziona.
Nel grande elenco di opere, film, scritti, documentari su mafia e derivati non credo che questo film rimarrà come pietra miliare.
Penso più banalmente a un film meno pretestuoso come La mafia uccide solo d'estate di Diliberto che arriva più profondamente dove deve arrivare, fino a commuovere, fino a smuovere ciò che davvero deve essere sollecitato nello spettatore, che non è solo esigenza di informazione, di quella ne siamo pieni, ma moto della coscienza.
Nel film del grande Bellocchio non c'è pathos e Buscetta viene rappresentato solo nella parte della sua vita dedicata al suo riscatto nei confronti di coloro che gli avevano sterminato la famiglia.

Per arrivare alla critica, per vincere un premio, forse era necessario qualcosa che in questo film non c'è, manca una sorta di coraggio interpretativo, manca una sceneggiatura d'effetto.
Se paragoniamo questo film al Padrino, ad esempio, Il traditore scompare.
Il padrino è tratto da un romanzo ma arriva dove vuole, è sconvolgente, travolge lettore e spettatore, fa paura, suscita i giusti sentimenti che ogni forma di mafia dovrebbe smuovere nell'opinione pubblica, il desiderio risoluto  di dissociarsi da una tale forma di barbarie.

Il traditore invece racconta timidamente la storia di un uomo che decise per sue esigenze personalissime di parlare, film dignitoso ma a mio umile parere dimenticabile.

martedì 24 dicembre 2019

Succession




Ho seguito i consigli di radio Due e non so se è stato Federico Bernocchi o Matteo Bordone a parlare di questa serie televisiva ma credo si tratti del secondo che mi piace molto perché è bravo a parlare di cinema, fiction, videogiochi e tutte le cose che il sottoscritto ama da sempre.
Mi sono fidato e ho fatto bene.
Succession è un prodotto curato, interpretato magistralmente da un vecchio leone come Brian Cox affiancato da un ottimo cast fra i quali spicca Jeremy Strong.
La trama è semplice, un vecchio e potente imprenditore dell'informazione americano deve scegliere un successore  in conseguenza di un grave problema di salute, ma in realtà le due stagioni andate in onda fino ad ora sono improntate su una lotta al vertice dell'azienda dove i figli di Logan Roy, (Brian Cox) si scannano allegramente per succedere al trono che il vecchio leader non sembra intenzionato a lasciare.
La trama sembra semplice ma in realtà la scrittura della sceneggiatura è magistrale.
Gli autori hanno creato un universo parallelo dove lo spettatore si ritrova in un mondo inavvicinabile ai comuni mortali, ville da sogno, elicotteri, grandi imbarcazioni, droga e sesso, ma soprattutto una cupa infelicità di tutti i personaggi che rincorrono potere e denaro senza un momento di reale riflessione o una motivazione condivisibile.
Nel 2020 dovrebbe arrivare la terza stagione.
Da non perdere su sky Atlantic

domenica 22 dicembre 2019

the Irishman







Il cinema è morto?
O è morto un certo modo di concepirlo?
Questo film che Scorsese sconsiglia di guardare sul cellulare o in una piattaforma diversa da quella cinematografica, è davvero molto lungo e a tratti mortalmente noioso, ma io l'ho gradito guardandolo a tratti, mentre correvo sul tapis roulant della palestra, piuttosto che nel piccolo schermo del mio hauwei.
E' un film sulla vecchiaia, sulla percezione che noi anziani abbiamo della realtà, rallentata, condizionata dai ricordi, dai fantasmi, dagli insuccessi e dai lutti.
E' un film sula mafia.
Su come la mafia abbia condizionato la nostra vita.
E' un film sull'amicizia, e sull'amicizia tradita.
E' un film sull'ineluttabilità degli accadimenti umani.
Scorre lento come un grande fiume limaccioso, ma arriva al mare e non è questo forse l'unico obiettivo di un grande fiume?

sabato 21 dicembre 2019

La confraternita dei Sikuri ... firmacopie natalizio



Il firmacopie è un' esperienza articolata.
Sono indispensabili alcuni presupposti:
Umiltà, senso dell'umorismo, un fisico allenato e una buona capacità comunicativa.
Un po' commerciante, un po' istrione.

Nella mia esperienza sono stato scambiato nell'ordine per :
Un commesso, un addetto alla sicurezza, un cliente pigro, una persona sospetta; quasi mai gli avventori leggono la locandina esposta accanto a una ventina di copie del mio ultimo romanzo che spiega il motivo della mia presenza in quel punto della libreria.

Le persone sono distratte, specialmente a Natale, corrono alla ricerca di un pensiero per l'amico, la suocera, il nipote, l'amante occasionale, il marito o la moglie, il collega o il superiore.

Nelle grandi librerie di catena ormai puoi comprare quasi tutto oltre i libri, giocattoli, lettori digitali, calendari, puzzle, etc etc.

Nonostante tutto però impegnandosi si riesce a incuriosire il lettore di passaggio, e in questo modo ho venduto diverse copie anche quest'anno e ho acquisito, spero, nuovi lettori.

Alla fine è un'esperienza vivificante, faticosa, creativa, mi ricorda due cose.
Uno,  non sono nulla nel mondo, uno sconosciuto scrittore in un universo editoriale tanto variegato quanto non imbrigliabile in una qualsiasi definizione.
Due, sono uno scrittore che vive e ha un senso, in quanto scrittore, nel sorriso di un solitario fan che mi aspettava alle 14 davanti alla libreria, lui li ha letti tutti i miei romanzi e continuerà a leggerli, quindi fosse anche l'unico dà un senso a tutto il resto.

Buone feste gente.

martedì 10 dicembre 2019

La confraternita intervista di Radio Budrio





Un'intervista radiofonica dalla bassa intorno al mio ultimo romanzo, dura qualche minuto ma può servire per farsi un'idea, se avete 5 minuti di tempo potete ascoltarla qui

lunedì 9 dicembre 2019

Il silenzio della bassa ... recensione




Vi consiglio l' esaustiva recensione a cura del Centro di lettura L'isola del tesoro.

Per chi non conosce Trebbi è una buona occasione per scoprirlo.

Trovate la recensione qui

sabato 7 dicembre 2019

Pezzi unici




Quanto mi piace Castellitto che come il buon vino invecchiando migliora, in questo caso un buon Chianti, con le fave magari e una Firenze spettacolare, che devo dire trovo davvero bellissima nella fotografia di un prodotto tutto italiano sorretto dalla professioalità del bravo Castellitto, con una simpatica partecipazione di Panariello e corredato da un gruppo di giovani attori dignitosi, che spero cresceranno perché il nostro paese sottosviluppato culturalmente ha bisogno di giovani che ancora ci credano nella possibilità di vivere di un mestiere creativo e immaginifico come quello dell'attore.
Io scrivo,  ma vi confesso che non ho mai ipotizzato di potere campare di scrittura, in altri paesi probabilmente è possibile, qui ci riescono davvero in pochissimi, ma per fortuna un mestiere ce l'ho.
Credo invece che fare l'attore non possa essere professione secondaria, richiede anni di studio, dedizione e ... sto divagando.

Castellitto interpreta Vanni un artigiano vecchia maniera che lavora il legno a Firenze, perde un figlio apparentemente suicida, educatore ex tossico, e perde così la moglie e la pace interiore, si ritrova in negozio 5 giovani squinternati che vivono nella comunità dove lavorava Lorenzo, il figlio di Vanni, e che la sanno lunga sulla sua morte.  Le prime 6 puntate, sono a metà stagione, avvicinano progressivamente lo spettatore allo svelamento della verità.

Con il pretesto del nero metropolitano si parla di mestieri residuali, dell'importanza del lavoro artigianale, della bellezza del lavoro creativo, e quindi si parla anche di scrittura e invenzione.

Lo consiglio, potete trovarlo su Rai play on demand o settimanalmente sulla Rai.