domenica 13 novembre 2016

Breaking Bad ... the writers' Room



The writers'Room è una trasmissione che potete vedere se avete sky o forse scaricare dalla rete, non so, e mi piace perché quando hai nostalgia di una serie che hai amato puoi sperare di ritrovare negli autori e negli attori la stessa emozione mentre raccontano com'è nata e come l'hanno vissuta.
Nell'immagine sopra potete vedere i due principali responsabili di un successo di pubblico, quasi 3 milioni di persone hanno visto le 5 stagioni di uno dei prodotti più geniali della televisione di questo secolo.
Vince Gilligan il suo ideatore principale e l'attore protagonista Bryan Cranston.
Perché oggi voglio parlare di loro?
Perché ascoltando il fantastico gruppo di creativi autori delle tante puntate li ho invidiati, e ho ritrovato la speranza.
La mia speranza è che in un mondo pieno di messaggi pieni di faccine e privi di linguaggio, un mondo di grande fratello, calcio e sport, e televisione spazzatura con tutte le cucine del mondo, insomma nel nostro fetido mondo quotidiano, ci sia ancora spazio per la creatività, quella vera, quella che sforna prodotti geniali come Breaking bad, è bello pensare che teste brillanti sedute intorno a un tavolo siano state in grado di creare personaggi mitici come quello della serie televisiva,originali, esplosivi, affascinanti, reali e nello stesso tempo terribili.
La sceneggiatura mai banale, la caratterizzazione dei personaggi impressionante, l'atmosfera generale travolgente.
Lavorare in un gruppo come quello per me sarebbe davvero il lavoro più bello del mondo.
Ma mi accontento di inventare storie in totale solitudine e inchinarmi al talento, al lavoro di squadra e a un mondo dove anche i creativi possono fare un lavoro gratificante senza dovere vivere in miseria.
Quale lavoro mi piacerebbe fare a questo punto dei giochi?
Il loro.


venerdì 11 novembre 2016

#ilgiallodicasermerosse prima presentazione



Il collage di un piccolo successo di squadra.
Prima presentazione del nuovo romanzo.
Grazie alla libreria Il Secondo Rinascimento.
Andrea Piselli e Sergio Dalla Val per la conduzione dell'evento.
A Marco Piovella per le letture.
A Franca Falcone per l'organizzazione e Anna Maria Palazzolo per l'amicizia.
Stefano Zanerini per l'intervista e l'amicizia.
A tutto il pubblico che faceva domande curioso ... incredibile.
Fra una settimana si replica a Crevalcore, diversa cornice, stessi libri.
a presto

mercoledì 9 novembre 2016

#ilgiallodicasermerosse frammenti sparsi 2




"L'ascensore della Regione sale veloce e Trebbi va con il pensiero a Cevenini, o al Cev come lo chiamavano affettuosamente i bolognesi. Lui lavorava qui fra le altre cose, era uno dei candidati sindaco di Bologna, era uno di quelli che celebrava più matrimoni, aveva la passione del calcio e riusciva a dialogare con tutti".




"Scrive con grafia precisa e rotonda, con la stilografica Aurora regalatale dal padre per il compleanno, le piace il rumore ruvido del pennino sopra la carta giallognola del diario, le piace asciugare alla fine della pagina con la carta assorbente pubblicitaria dell'Ovocrema, sembra una burla la scritta sopra: IL DOLCE NON è UN LUSSO è UN ALIMENTO ..." 

martedì 8 novembre 2016

Il grande fratello vip 2016 ...due considerazioni in allegria



Eccola la meritata vincitrice del Grande fratello vip 2016.
Vip come very important person e ci sarebbe da ridere se non fosse per il fatto che questo programma cresciuto nel corso di quasi due mesi ha raggiunto punte di ascolto di quasi 5 milioni di spettatori, senza contare quelli che hanno potuto spiare la quotidianità di questo male assortito gruppo di esseri umani attraverso la diretta, gratuita di mediaset extra.
Per chi sono importanti questi vip?
Quale ruolo socialmente importante svolgono nel loro contesto di vita?
Chi decide di affrontare questa esperienza di vuoto pneumatico dove non hai nemmeno la possibilità di indossare un orologio spesso è a fine corsa, fine carriera, in cerca di un rilancio o chissà forse in astinenza di popolarità.
L'unica cosa che ho invidiato ai concorrenti è l'oblio in un luogo protetto, una vacanza dalla vita reale con obblighi, impegni, lavoro, rapporti sociali.
Per il resto non c'è nulla di invidiabile nel dovere convivere con persone non scelte spiati 24 ore al giorno da altre persone che evidentemente hanno ben pochi interessi nella vita.
Eppure milioni di italiani hanno fatto il tifo, si sono commossi, hanno riso, si sono adirati ed eccitati di fronte alle curve maschili e femminili.
Finalmente lo spettacolo è giunto al termine e la vera protagonista rimane la Marini che ha incarnato alcuni stereotipi classici dello spettacolo, la diva al tramonto che non vuole ammettere, soprattutto a se stessa, una conclusione di carriera davvero ingloriosa, e osservandola in questi lunghi mesi un dubbio rimane:
Ma quale era il talento della Marini? Non certo la capacità di coltivare rapporti sociali, visto che è riuscita a farsi detestare da tutti i compagni di avventura e buona parte del pubblico.
Eppure lei rappresenta ancora per molti uomini una sex simbol in questa Italia che si butta via, dove anche la bellezza ha un'importanza relativa, è sufficiente l'ostentazione del cattivo gusto e l'esposizione di curve con generosità. Tutto ciò rimane metro di valutazione di una fetta consistente di mercato dell'intrattenimento e vedo il futuro appiattirsi sempre di più in una dimensione inconsistente, un oblio delle coscienze.

lunedì 7 novembre 2016

Caserme Rosse - Il lager di Bologna





3 minuti di trailer per farsi un'idea, ci sono luoghi dimenticati dove la gente porta a spasso il cane, dove la domenica gruppi di stranieri giocano a calcio o krichet, sono ferite aperte, mai rimarginate, e forse per questo ignorate, per non pensare troppo alle responsabilità, ai rimorsi, spero che il mio romanzo possa servire a fare chiarezza su questa pagina di storia bolognese e italiana


sabato 5 novembre 2016

#ilgiallodicasermerosse ... frammenti sparsi




"Trebbi sorseggia il caffè al bar di villa Torchi, il sapore è uno strano
miscuglio di caffè turco, quello che si beve con acqua e polvere insieme e sa di plastica ferrosa forse dovuta all'apparecchiatura, una vecchia macchina italiana. Dovrebbe essere rottamata ma continua a essere utilizzata in attesa della festa di fine primavera grazie alla quale, con i fondi raccolti, si potrà procedere a qualche acquisto strutturale".






"Gianna ricorda il bombardamento del 25 settembre, lei era a Casalecchio, al fiume, vide gli aerei e prima ancora li sentì mentre con il loro rimbombo minaccioso passavano sopra il Reno, 120 aerei, uno spettacolo indimenticabile se non fosse stata guerra, se non avesse portato morte e distruzione, 840 ordigni da 500 libbre ognuno, 210 tonnellate di esplosivo".

venerdì 4 novembre 2016

Il giallo di Caserme Rosse ... prove generali



Ieri sera ci siamo ritrovati come ogni anno per brindare al nuovo romanzo in uscita.
Una tradizione ormai, c'erano gli amici della prima ora, quelli che mi accompagnano nelle principali presentazioni da sei anni, e sono veri amici, perché chi potrebbe seguirmi in questa avventura senza nulla chiedere in cambio e sempre con l'entusiasmo della prima uscita?
Poi c'era Claudio Trabucchi colui che maggiormente in questi anni ha prodotto o contribuito a produrre fantastiche copertine, poi c'era Claudio Balboni che mi accompagna nella Bassa. Tutti colleghi nel lavoro che ci dà il pane e nel quale continuiamo nonostante tutto a credere, ma soprattutto amici.
Questa avventura dello scrivere mi ha donato una seconda opportunità ritrovarmi in un gruppo di
compagni, e il libro diventa un pretesto per noi, che alla fine parliamo di altro fra una portata e l'altra.
Perché scrivere?
Le nostre serate insieme sono già un'ottima motivazione

giovedì 3 novembre 2016

Regalo di Natale ... Racconti scontati




Regalo di Natale appartiene alla mia prima raccolta di racconti racchiusa nel libro Solitario bolognese edito da Giraldi nel 2013, se vi incuriosisce lo trovate qui a 2 euro e 99 un caffé e una pasta.
Se volete leggere il racconto invece lo trovate nel blog di Elisabetta Miari, Racconti Scontati gratis.

mercoledì 2 novembre 2016

Il giallo di Caserme Rosse ... prima presentazione




GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 2016
ORE 17.30
Libreria
Il Secondo Rinascimento
Via Porta Nova 1, Bologna
Massimo Fagnoni
presenta il suo nuovo romanzo.

Ne parlerà con
Sergio Dalla Val e Andrea Piselli
letture di Marco Piovella

Seguirà rinfresco



Sinossi

Dicembre 1943. Andrea Fanti, un giovane bolognese decide di abbandonare
Bologna per unirsi ai partigiani e scompare nel nulla. Bologna 2014. Durante l’inaugurazione di una lapide a memoria dei deportati delle Caserme Rosse il presidente di una grossa cooperativa bolognese dichiara che l’associazione per il recupero della memoria cittadina vuole aprire un’indagine per indagare sulla scomparsa di alcuni uomini e donne avvenuta durante la seconda guerra mondiale, cominciando proprio dal giovane Andrea Fanti, scomparso all'età di 17 anni. Trebbi verrà ingaggiato per risolvere questo caso freddo e per concludere la missione si spingerà fino in Polonia. Inizia il terzo caso per l’investigatore privato Galeazzo Trebbi che dovrà immergersi in una oscura
vicenda fra misteri mai svelati, segreti inconfessabili e nuovi poteri emergenti. Come al solito la verità non sarà né facile, né scontata.


Il romanzo lo trovate anche

qui per i fedelissimi di Amazon e Kindle.

qui per i lettori che preferiscono Mondadori e il kobo.

qui per i Frillidipendenti. Se comprate nello Shop dei Fratelli Frilli vi portate  a casa il romanzo scontato del 15% e in più un altro romanzo.

Poi non venite a chiedermi dove potete acquistarlo. Lo trovate ovunque da mercoledì 2 novembre 2016, data perfetta per questo titolo.

martedì 1 novembre 2016

primavera ... racconti scontati






Il racconto Primavera dalla raccolta Bolognesi per caso, pubblicato dall'amica Elisabetta Miari nel suo seguitissimo Blog Racconti scontati

lunedì 31 ottobre 2016

walking dead 7







Le ho viste tutte le stagioni di Walking Dead, metafora del nostro tempo dove alla fine del tunnel inizia un nuovo tunnel, l'orrore quotidiano diventa il metro per misurare il mondo e il senso della vita perde di significato.
Se ci pensate un istante ci sono luoghi altrettanto tenebrosi dove esci di casa e rischi di saltare in aria in un mercato o in un aeroporto, ci sono luoghi del mondo dove muori ancora per una malattia infettiva o per fame, mentre da questa parte dell'emisfero ogni giorno buttiamo generi alimentari nelle discariche.
Walking Dead è la trasfigurazione del orrore quotidiano e mi piaceva l'alternarsi di azione e riflessione, la caratterizzazione dei personaggi, l'evoluzione del gruppo originario.
Nel tempo ho imparato ad amare i protagonisti, dal leader, al figlio, a tutti i componenti del gruppo, accettando la scomparsa di alcuni personaggi  come la normale evoluzione di qualsiasi fiction di lunga durata.
La nuova stagione, la settima, inizia con un ritmo diverso, preannunciato ma più cruento del previsto.
Non svelo nulla se non il fastidio per i primi venti  minuti e vi assicuro io non sono un cuore tenero, però credo si imponga una riflessione.
La violenza, l'ostentazione della crudeltà, l'annullamento di personaggi ai quali eravamo abituati, mi fa pensare al tentativo di dare nuova energia a una serie che ha superato da molto il suo limite temporale di vita.
Credo sia stata fatta la scelta di continuare per il grande seguito di pubblico perdendo nel frattempo una parte della sua essenza, quella più intimista e riflessiva, che permetteva alla parte di spettatori meno orientati all'azione pura di gustare le citazioni e le metafore del vivere moderno.
Credo quindi che una parte, magari minima di spettatori, abbandonerà la visione per eccesso di sangue e violenza.
Per ora continuerò a fare il tifo per lo sparuto gruppo di disperati in cerca di una ragione per continuare a lottare, perché nella finzione come nella realtà guai se muore la speranza.

domenica 30 ottobre 2016

Hannibal








Hannibal è una serie televisiva statunitense basata sui romanzi di Thomas Harris e sviluppata per il network NBC da Bryan Fuller.[1] È andata in onda per tre stagioni tra il 2013 e il 2015.


Ho amato senza dubbio Il silenzio degli innocenti e prima ancora Red Dragon.

Questa trasposizione televisiva dei personaggi inventati dalla mente scaltra di Thomas Harris è interessante, come dicevo ieri sera a cena, mentre sorseggiavo un buon Chianti con un vecchio amico, se non fosse stato inventato Hannibal Lecter avrei voluto inventarlo io.
E tanto per chiarire, non esiste al mondo un sociopatico o psicopatico così strutturato.
L'idea di uno psichiatra cannibale è tanto fantasiosa quanto intrigante, perché il male esiste, esiste anche l'orrore e ormai è quotidiano, o forse c'è sempre stato adesso è solo maggiormente esposto grazie alla rete e ai mass media.
Ma l'orrore e il male non esce mai da menti brillanti.
Il serial Killer è solitamente una persona disturbata che prima o poi fa un errore clamoroso proprio perché non riesce a frenare i propri impulsi e forse da questo punto di vista si avvicina di più alla realtà Criminal Mind, non tanto per la risoluzione dei casi che fa scappare da ridere, ma per i casi stessi.
Il serial killer è più facilmente simile a un Pacciani e ai compagni di merende che a un elegante psichiatra grande amante della lirica e della buona cucina.

Detto ciò la sceneggiatura è intelligente  e coinvolgente, i personaggi, tutti, sono convincenti.
Hannibal è Mads Dittman Mikkelsen attore danese del 65 con una carriera di tutto rispetto.
Will Graham è Hugh Dancy, attore inglese.
Jack Crawford è Laurence John Fishburne III che forse conoscerete meglio come attore di colore con una carriera lunga e meritoria alle spalle sia al cinema che in televisione.

Sono tre professionisti della scena che non prevaricano e convincono, e l'intensità delle note caratteriali dei tre viene sottolineata nella realizzazione televisiva, dove Hannibal forse sfuma caratterialmente per convincere esteticamente, incredibili le sequenze di cucina.
Will Graham invece è un sensitivo, più che in Red Dragon.
Crawford spicca rispetto allo stesso personaggio cinematografico per la personalità e il peso che ha nell'intera vicenda.
Sto guardando la prima stagione e che dire mi diverte, si fa per dire, perché quando la realtà è trasfigurata, diventando metafora, anche un cannibale può sembrare un personaggio positivo, se ti aiuta a riflettere sulle cose della vita.

sabato 29 ottobre 2016

Le librerie indipendenti




Torno in libreria per la presentazione del mio prossimo romanzo che annuncerò ufficialmente la prossima settimana e approfitto di questo fatto per sottolineare il valore aggiunto delle piccole librerie indipendenti.
Siamo nell'epoca del like e dell'apparenza, della centralità dell'immagine pubblica e dell'ostentazione.
A Bologna non sei vip se non presenti all'Ambasciatori  che per chi non è bolognese è la libreria centralissima legata alla Coop dove puoi acquistare un libro, assaggiare un prodotto enogastronomia e sentirti parte del cuore pulsante della città. L'alternativa meno prestigiosa  ma sempre  esclusiva rimane la Feltrinelli di Porta Ravegnana, con le sue vetrine affacciate sulle due Torri, poi a seguire c'è la Mondadori di Via D'Azeglio. Queste sono le librerie legate alle grandi catene della distribuzione libraria italiana.
Ogni città medio grande ha realtà simili a queste.
Ho presentato i miei libri in almeno due di questi luoghi.
Poi ho scelto di affiliarmi, in un preciso momento della mia vita, a una libreria indipendente.
A Bologna sono sempre meno e sicuramente faticano a rimanere aperte, rappresentano il lettore che ama i luoghi raccolti della cultura, le nicchie di resistenza culturale, l'amore per la tradizione e coloro che nella libreria non cercano solo la massa di libri ma il libraio, che magari conoscono per nome al quale si può ordinare un libro o farsi convincere dallo stesso a leggerne un altro.
Non rinnego  niente  e nessuno.
Acquisto su Amazon che ringrazio sempre perché contribuisce a diffondere i miei romanzi e forse un giorno presenterò di nuovo in una qualsiasi Feltrinelli, ma credo che in un momento storico di appiattimento culturale, nel quale gli artigiani della cultura sono spesso costretti a chiudere le librerie storiche, sia necessario fare scelte come scrittori prima e come lettori poi.
Vi aspetto quindi alla Libreria Il Secondo Rinascimento.
Inviti e dettagli li potrete leggere da mercoledì 3 novembre 2016.

mercoledì 26 ottobre 2016

Le tredici porte ... racconti



Inizia una nuova avventura targata Damster, con la regia di Katia Brentani e Fabio Mundadori
I protagonisti del terzo libro di racconti edito dalla Damster li potete leggere nella locandina sopra, che sarà poi la copertina del libro.
Questa volta ci siamo cimentati con le mitiche porte bolognesi abbinate ai segni zodiacali.
Io ho scritto un racconto dedicato alla tredicesima porta quella che non esiste, se non nella storia della città.
Non  vi racconto altro, se siete curiosi dovrete seguire l'evoluzione di questa nuova impresa che a breve si concretizzerà con l'uscita dell'antologia nelle librerie bolognesi,  e in rete, anche in forma digitale.
Chi ha letto le altre due antologie e le ha apprezzate non può perdersi questa nuova raccolta, ottimo regalo da fare a Natale.
A presto.

lunedì 24 ottobre 2016

Bologna non c'è più e Il silenzio della Bassa in saldo fino al 31 ottobre





Domani sta arrivando veloce e insieme a lui arriverà il terzo romanzo dedicato alle indagini complicate di un bolognese atipico, Galeazzo Trebbi, ex sbirro, pieno di contraddizioni, e con un personalissimo senso della giustizia.
Non lo conoscete?
Potete leggere i primi due romanzi con una spesa davvero modica.
2,99 euro su qualsiasi piattaforma, fino al 31 ottobre e crepi l'avarizia.
Siete Kindle? Lo trovate qui
Preferite il Kobo? Lo trovate qui


sabato 22 ottobre 2016

Scrivere, l'importanza dell'ambientazione



Bella l'immagine vero? I miei concittadini potranno riconoscere il luogo della vicenda, sullo sfondo si intuiscono le due torri, e intorno al carro due ali di persone felici per la fine dell'orrore.
Io non lo so cosa respirano gli altri scrittori quando rimirano un'immagine.
Non ho frequentato corsi di scrittura e ormai è tardi per farlo.
Io guardo questa fotografia e divento uno di quei bolognesi, poi entro sotto l'elmetto dell'americano sul carro e già preparo cioccolata e gomma da masticare fantasticando su qualche giovane cittadina entusiasta, poi vago per la strada in bianco e nero e respiro quell'entusiasmo da guerra finita, da liberazione, da speranza, giornate uniche, indimenticabili e quei luoghi sono lì, nel mondo che conosciamo.
Noi scivoliamo accanto alla storia rimasta attaccata ai muri, alle torri, a via Rizzoli, a Piazza Maggiore.
Quando passo dal centro mi capita sempre di fermarmi a pensare almeno un istante a tutta la storia passata da quei luoghi.
Bologna è una piccola città metà provinciale, metà europea, per me è come uno studio televisivo, un set cinematografico, passo da un posto e lo fotografo con una macchina fotografica personalissima, poi rielaboro e dentro ci metto dei personaggi, li faccio muovere, li faccio respirare, perché non esiste una storia che non abbia un palcoscenico e Bologna è piena di luoghi perfetti per una qualsiasi regia.
Scrivere in questo aspetto è simile a una qualsiasi forma creativa, come la fotografia o la pittura.
Non a caso le copertine dei libri devono essere legate alla storia, e le mie storie sono tutte bolognesi.
Fermatevi ogni tanto nel vostro luogo abituale e osservatelo con gli occhi del turista, del bambino, del curioso, e costruiteci una storia intorno, magari ne otterrete un romanzo.
Perché lo faccio?
Non so rispondere, quando non scrivevo lo facevo perché cercavo di dare un senso ai luoghi, alle crepe nei muri, alle macerie, ai graffiti del tempo, forse per dare un senso al mio tempo.
Poi ho iniziato a scrivere e non mi pongo più il problema perché la storia la reinvento io, ogni volta, non è un gioco meraviglioso?

venerdì 21 ottobre 2016

domenica 16 ottobre 2016

pioggia sulla città ... racconti scontati



Pioggia sulla città l'ho scritto qualche anno fa, partecipò al concorso carabiniere in giallo, non vittorioso ma sicuramente stimolante per me perché è in questo breve racconto che compare per la prima volta il maresciallo Greco, uno dei miei protagonisti seriali meno fortunato come vendite ma amato da uno zoccolo duro di lettori che mi chiedono ogni tanto se tornerà in scena. Greco non è morto, ho alcuni romanzi nel cassetto dedicati a lui, ma i tempi di pubblicazione mi costringono a scegliere per ora diversamente, intanto grazie a Elisabetta Miari ecco per voi la sua genesi qui

sabato 15 ottobre 2016

microsoft dipendente




Non è un post pubblicitario, perché come avrete notato nel mio blog non ci sono banner e cose simili, nessuna pubblicità diretta, però mi rendo conto che oggi farò gratuitamente pubblicità alla microsoft, ma ormai non è più solo un prodotto, credo che nel tempo sia diventato una scelta di vita, una sorta di affiliazione, come tifare una squadra di calcio, ma con conseguenze ormai sostanziali sul nostro stile di vita.
Io ho scelto microsoft, e quindi windows, e sono anche cliente, ho sposato il loro sistema operativo, con tutti i difetti, le limitazioni, gli aggiornamenti etc etc, perché non saprei che altro scegliere.
Ho provato anche Ubuntu per una settimana, ma non fa per me, bisogna essere bravi per utilizzare un prodotto così fuori dagli schemi e io non lo sono.
In sintonia con questa filosofia di vita possiedo anche un Lumia, dopo avere avuto per anni un Nokia, poi un Samsung (che non mi ha convinto) sono approdato a un Lumia 640 xl che ancora possiedo.
Stavo vagheggiando per un nuovo Lumia 950 e cosa scopro? Microsoft annuncia 1850 esuberi nel settore della telefonia mobile, vuole abbandonare il progetto Lumia che come saprete nasceva da una fusione con Nokia, e probabilmente il Lumia non sarà più prodotto, non conviene acquistare un Lumia perché non ci saranno più aggiornamenti o app negli anni a seguire.
E' vero?
E' la fine ingloriosa di un progetto infruttuoso?
Per me è come scoprire che chiude la squadra del cuore e mi torna in mente quando scomparve la Fortitudo e i tifosi erano a pezzi.
A me piace il Lumia, perché è semplice, è un po' come avere windows in tasca, è intuitivo, non ha troppe app che a me non servono, ma funziona bene, perché chiudere la vicenda?
Il progetto non ha decollato, dicono, e mi dispiace soprattutto per i 1850 esuberi, io me la caverò cambiando cellulare e già mi rendo conto che nel nostro quotidiano conta più il modello del cellulare che il dramma dei posti di lavoro, perché è con lui che misuro i miei rapporti con il mondo, con tutto il mondo, cambiare cellulare è un po' come cambiare casa, come cambiare ambiente e modo di comunicare.
Alla fine ormai per molti, me compreso, il cellulare è diventato il luogo, dove arriva il meglio e il peggio dei nostri rapporti sociali, lavorativi, affettivi, il nuovo luogo dell'anima.
Terribile, non trovate?