mercoledì 19 aprile 2017

Gianni Boncompagni




Gianni Boncompagni per me è e rimane Alto Gradimento che fu la mia colonna sonora degli anni 70.
Dal 70 al 76 mi accompagnò nei difficili anni delle medie fino ai primi e traumatizzanti anni del liceo, la prima uscita dal mio quartiere per spostarmi in centro alle Zanotti, le scuole medie di allora di fianco al palazzo dello sport, poi al Righi.
Ai miei ritorni, dopo sudate giornate scolastiche, Alto gradimento era un appuntamento fisso, quotidiano, credo che parte del mio senso dell'umorismo, e della disincantata osservazione della realtà, nasca da quel tipo di comicità, di leggerezza.
Una carrellata di personaggi, di invenzioni linguistiche, di trovate, una rivoluzione per un quasi adolescente che doveva fare i conti con la crisi economica e i problemi dei miei genitori per arrivare alla fine del mese.
Boncompagni e Arbore mi hanno insegnato l'arte della leggerezza, mi hanno avvicinato ai loro modelli musicali, mi hanno fatto compagnia e arrivavano a tutti, giovani e meno giovani, intellettuali e non, la trasmissione piaceva a me come a mia madre ricordo e ridevamo della loro travolgente carica vitale, un virus buono, che ancora sento in circolo.
Tanta radio, tanta comicità è partita da lì, penso ai modelli attuali, come 610, o la Giallappa s e non posso non trovare delle affinità.
Alto Gradimento rimane un modello.
Boncompagni è un pezzetto di quel ricordo, un pezzo della mia vita giovanile quando il mondo era lì, poco ospitale, tutto in salita ma alleggerito da personaggi come lui.
Non so se qualcuno ha condiviso come me quel periodo e quella trasmissione, e alla fine non è importante, alla fine credo che la cosa più importante sia portarsi appresso le cose buone e non dimenticarcele, per dare un senso e per sottolineare un valore.

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