domenica 23 aprile 2017

youtuber italiani




Fra i miei progetti c'è anche un giallo per ragazzi fascia 11-14 anni, un esperimento del quale parlerò solo se andrà in porto.
Fra le idee e gli spunti decido di creare la trama intorno  a uno degli eroi del nostro tempo sconclusionato, un giovane youtuber, non so se si scrive così, ma avete capito.
Non vi svelo nulla della trama, ma volevo solo fare una brevissima riflessione sul fenomeno.
In realtà io conoscevo già alcuni youtuber italiani per un semplice motivo, quando affronto un gioco particolarmente difficile o spaventoso, come ad esempio Resident Evil 7 e necessito di condividere la situazione o capire alcuni meccanismi per superare un ostacolo, ultimamente vado a cercare i video su you tube e così ho conosciuto alcuni di questi  giovani eroi solitari che mi fanno compagnia, e spesso un gran ridere.
Lasciando da parte le considerazioni sul linguaggio spesso approssimativo, con utilizzo di molte parolacce, devo ammettere che mi diverto spesso a seguire questi adolescenti, che sperimentano giochi e situazioni in una condizione di solitudine apparente ma con una moltitudine di fans.
Sto parlando di youtuber con un seguito di un milione di persone e con video visti da 300/400 mila persone.
Mi piacerebbe dire che li trovo banali, vuoti, ignoranti, distruttivi, ma in realtà li trovo simpatici, divertenti, accattivanti e professionali, perché dietro allo spettacolo traspare una regia, un lavoro, una passione e una dedizione, c'è un motivo che spinge frotte di giovanissimi a seguirli, non sottovalutateli, loro sono il futuro della comunicazione e bella o brutta che sia, è sempre futuro.

mercoledì 19 aprile 2017

Gianni Boncompagni




Gianni Boncompagni per me è e rimane Alto Gradimento che fu la mia colonna sonora degli anni 70.
Dal 70 al 76 mi accompagnò nei difficili anni delle medie fino ai primi e traumatizzanti anni del liceo, la prima uscita dal mio quartiere per spostarmi in centro alle Zanotti, le scuole medie di allora di fianco al palazzo dello sport, poi al Righi.
Ai miei ritorni, dopo sudate giornate scolastiche, Alto gradimento era un appuntamento fisso, quotidiano, credo che parte del mio senso dell'umorismo, e della disincantata osservazione della realtà, nasca da quel tipo di comicità, di leggerezza.
Una carrellata di personaggi, di invenzioni linguistiche, di trovate, una rivoluzione per un quasi adolescente che doveva fare i conti con la crisi economica e i problemi dei miei genitori per arrivare alla fine del mese.
Boncompagni e Arbore mi hanno insegnato l'arte della leggerezza, mi hanno avvicinato ai loro modelli musicali, mi hanno fatto compagnia e arrivavano a tutti, giovani e meno giovani, intellettuali e non, la trasmissione piaceva a me come a mia madre ricordo e ridevamo della loro travolgente carica vitale, un virus buono, che ancora sento in circolo.
Tanta radio, tanta comicità è partita da lì, penso ai modelli attuali, come 610, o la Giallappa s e non posso non trovare delle affinità.
Alto Gradimento rimane un modello.
Boncompagni è un pezzetto di quel ricordo, un pezzo della mia vita giovanile quando il mondo era lì, poco ospitale, tutto in salita ma alleggerito da personaggi come lui.
Non so se qualcuno ha condiviso come me quel periodo e quella trasmissione, e alla fine non è importante, alla fine credo che la cosa più importante sia portarsi appresso le cose buone e non dimenticarcele, per dare un senso e per sottolineare un valore.

lunedì 17 aprile 2017

Pasqua con il virus



Una pasqua strana la mia, direi virulenta, non solo mi sono parzialmente ammalato, causa i primi tepori di aprile, ma sono stato colpito da un terribile virus informatico.
Non è capitato a causa di una frequentazione di siti porno, è bastata una mail.
Avevo appena acquistato un pacchetto da Sky, 2,50 euro al mese per 18 mesi, un affarone.
Non mi sono insospettito, quindi, quando nella mia casella di posta ho trovato una mail di fatturazione Sky, se fossi stato meno stanco, e meno febbricitante, forse avrei dubitato e eliminato, come faccio di solito (sono un grande eliminatore), ma questa volta ci sono cascato come una pera cotta, che detta così non si capisce perché una pera cotta dovrebbe cadere, ma fa lo stesso.
Ho aperto la mail e non contento ho scaricato la presunta fattura che era in un file word.
Altro errore.
La fatture solitamente sono in pdf, ma io sono andato avanti e il file non si è aperto.
Poco male ho pensato e sono andato a dormire contento per la imminente resurrezione di Cristo.
Il giorno dopo aprendo il pc la sorpresa.
Un messaggio faceva da sfondo e mi diceva, in inglese che tutti i miei file erano criptati e che avrei potuto riaverli a mia disposizione solo pagando un riscatto.
Sono stati due gironi di lotta accesa con l'aiuto dei tecnici Microsoft, ma alla fine solo stasera sono riuscito ad averla vinta sui bastardi informatici formattando tutto e installando nuovamente Windows.
Quindi attenzione ragazzi, e fate come me, copiatevi tutto ciò che amate e vi serve altrove, con i file recenti soprattutto.
E' una guerra come direbbe Crozza imitando Grillo.
E noi come al solito perdiamo.
Ma almeno i miei soldi non li avranno i maledetti.

lunedì 10 aprile 2017

remember




Chi ha letto il mio ultimo romanzo Il giallo di Caserme Rosse avrà trovato analogie fra la trama della mia storia e questo film davvero notevole sempre sul tema della memoria perduta e dello sterminio di massa.
Il cast è composto da alcuni anziani leoni del cinema Cristopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz e un cammeo del grande Dean Norris, poliziotto duro e puro della fantastica serie Breaking Bad.
Non vi svelo nulla di quello che a tutti gli effetti è un vero e proprio thriller, se non che la trama ruota intorno al personaggio principale, la faccia spesso in primo piano del vecchio Plummer che nonostante una demenza senile in atto riesce a suo modo a muoversi lungo un percorso prefissato alla ricerca di un criminale di guerra.
Alla fine ti rendi conto di come la memoria dell'orrore è forse una delle poche circostanze nelle quali l'essere umano riesce ancora a mobilitare  coscienze riuscendo a scandalizzarsi e riflettere.
Ma è la realtà o solo la speranza del regista e degli sceneggiatori?
Non lo so.
Unica certezza è la formula geniale di questo film, affine in molti aspetti alla mia indagine nel passato attraverso le efferatezze della seconda guerra mondiale.
Un omaggio a grandi attori sul viale del tramonto, non per altro se non per l'età, e un omaggio a chi con l'intensità della recitazione riesce ancora a ricamare storie avvincenti.
su sky

mercoledì 5 aprile 2017

the bridge originale terza stagione fine









Alla fine la serie originale è quella più avvincente perché si sviluppa da una parte e dall'altra di un ponte fantascientifico che però esiste davvero, si getta letteralmente nel mare e congiunge due paesi tanto a nord rispetto a noi quanto diversi nell'anima.
Chissà cosa spinge tanti svedesi e non solo a cimentarsi nei gialli in paesi dove probabilmente la criminalità è assai ridotta.
Non proverò a produrmi in analisi sociologiche, posso solo aggiungere che The Bridge propone questo modello femminile un po' replicante, un po' robocop, con una vita interiore dilaniata da un passato familiare oscuro dal quale è rimasta unica superstite, autistica, remota, distaccata, essenziale, un modello femminile originale, in questa terza stagione affiancata a un poliziotto danese che ha visto scomparire da un giorno all'altro la sua famiglia, moglie e due figlie e che continua a vederle in un quotidiano allucinato e intossicato da farmaci.
Sono due modelli di esseri umani, prima che poliziotti, davvero inusuali e il caso che affrontano in  questa terza stagione è tanto improbabile quanto cruento, ma non per questo meno divertente.
Su Sky Atlantic

lunedì 3 aprile 2017

Big little lies



Che cosa hanno gli americani che noi non abbiamo?
Noi abbiamo arte, creatività, ottima cucina, stile di vita invidiato e splendidi stilisti, tutta una schiera di giallisti, cantanti, poeti e navigatori, ma non abbiamo i loro sceneggiatori, evidentemente.
Noi proponiamo La porta rossa sulla quale mi sono speso qualche giorno fa, loro mandano in onda Big little lies.
Da una parte il fantasma di un poliziotto per risolvere un caso, dall'altra parte un realistico spaccato di borghesia americana, con lo sfondo di una selvaggia costa californiana e sicuramente un cast stellare dalla Kidman fino alla giovanissima Shailene Woodley protagonista del ciclo cinematografico Divergent.

Le piccole grandi bugie compongono un affresco grottesco e inquietante, dove i bambini, emanazioni di questi adulti contorti, diventano strumenti per alimentare dissidi e odi che scaturiscono da una percezione deviata della realtà.
Quando una società arriva al totale autocompiacimento e si crogiola nel benessere, nella noia indotta dalla consapevolezza di possedere tutto il necessario e il superfluo, ecco che esplodono le contraddizioni.
Chiaramente questa è una mia interpretazione di un prodotto televisivo basato su un romanzo di Liane Moriarty che confesso di non conoscere.

Intensi i dialoghi, intelligenti, graffianti, taglienti, precisi.
Sette puntate di questa commedia nera che ruota attorno a un omicidio del quale si scopre tutto molto lentamente.
Su sky