domenica 19 marzo 2017

Lo chiamavano Jeeg Robot



Non mi piaceva il cartone animato io ero più da Altas Ufo Robot Goldrake, e confesso non ricordo più il perché, però parliamo di preistoria televisiva per me , avevo 15 anni e non mi entusiasmava l'animazione giapponese, sono sempre stato più Marvel e lo sono tuttora.
Detto ciò, ho visto finalmente il super premiato Lo chiamavano  Jeeg Robot  e devo ammettere che faccio fatica a capire i sette premi al David di Donatello 2016.
Il film è interessante, originale, bravo il protagonista Santamaria, brava anche Ilenia Pastorelli, e soprattutto Luca Marinelli perfetto cattivo psicopatico, ritengo comunque eccessivi sette premi, e capisco tutto, la metafora della favola dove i super eroi fanno da contraltare a un mondo in disfacimento morale ed economico, con una miseria dilagante e un disagio sociale incombente su tutto e su tutti, dove si sono persi di vista i valori etc etc.
Ma se questo doveva essere il messaggio viene trasmesso al pubblico superficialmente in una Roma periferica, violenta, però comunque appena accennata dove tutto in realtà rimane in superficie soprattutto la trama, questi attentati terroristici della camorra (?) per spaventare e sottomettere lo Stato(?) e questi cattivi che rincorrono non si capisce bene cosa, potere, denaro, controllo del territorio. Sinteticamente la favola del super eroe è bella, convince e avvince, è l'unica vera novità che emerge da questo film dell'esordiente Mainetti, il contorno rimane abbastanza povero, e solo accennato, a mio avviso. Bella la caratterizzazione di tre personaggi quelli che ho citato prima, incomprensibile il premio ad Antonia Truppo, non perché non sia brava ma per il suo ruolo che secondo me nel film è davvero marginale.
Bella l'idea di proporre un super eroe nostrano inserito nel nostro terribile tessuto sociale e forse solo un super eroe potrebbe davvero aiutarci a uscire dalla nostra disastrata situazione ma anche lui farebbe davvero molta fatica

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