venerdì 31 marzo 2017

Il giallo di Caserme Rosse ... frammenti




 All’orizzonte  scorge un gruppo di giovani israeliani, li riconosce perché sulle spalle hanno legate le bandiere azzurre e bianche della loro nazione, ci sono belle facce fra loro, ragazze sorridenti con le bandiere sollevate dal vento leggero; loro danno significato al luogo che è tutto intorno, perché sono la testimonianza che per quanto l’uomo si impegni a sterminare sistematicamente un suo simile, non sempre ci riesce e a volte la vita è più potente di qualsiasi follia

#ilgiallodicasermerosse

mercoledì 29 marzo 2017

narrativa ... i miei progetti 2017-2018



Scrivo due righe su Facebook dove comunico a tutti e nessuno che ho appena firmato un accordo di edizione con Giraldi e inaspettatamente 120 persone cliccano, approvano, commentano.
Solo uno di questi chiede chi sia Giraldi.
Fa la domanda giusta, perché firmare un accordo di edizione è solo un tassello dell'arduo mestiere dello scrittore, sempre che lo si voglia chiamare tale un'attività che non ti permette, in linea di massima, di vivere o sopravvivere se vuoi (Vasco).
Ho risposto al mio contatto spiegandogli che Giraldi è una delle case editrici con le quali pubblico regolarmente da ormai sette anni, dal 2010 per l'esattezza.
Il mio primo romanzo Bologna all'inferno lo pubblicai con Giraldi, quando ancora la Casa Editrice era in via San Felice e a condurla c'era Cristiano Giraldi.
Oggi pure mantenendo il nome Giraldi è cambiata, è una piccola ma coraggiosa realtà bolognese, con sede a San Lazzaro e mi piace pubblicare con loro, mi piace l'editor, il loro responsabile dei rapporti con me, e l'editrice. Alla fine per chi fa questo mestiere, non mestiere, è importante trovarsi bene con l'editore, è fondamentale.

Per tornare agli aggiornamenti editoriali, visto che qualcuno dei miei lettori mi chiede i tempi delle prossime uscite:

A giugno 2017 tornerò in libreria con MINERVA la prestigiosa Casa Editrice con sede in Argelato (Bo) che pubblicò Lupi  neri su Bologna, mio libro unico e amato proprio per la sua unicità.
Per me è un onore pubblicare con la prima Casa Editrice a livello regionale e una grande realtà nazionale. Del romanzo, anche questo unico nel suo genere non vi svelo nulla.

In autunno inverno tornerò con il quarto capitolo delle indagini di Galeazzo Trebbi, Fratelli Frilli  ormai un appuntamento annuale, ho appena concluso il sesto romanzo che dovrebbe quindi uscire nel 2019.


Nella primavera del 2018 uscirò con il nuovo romanzo Giraldi di cui scrivevo sopra, che sarà inserito nella loro nuova collana Crime.

Molta carne al fuoco direi e mi fermo qui, non svelo altri progetti in corso d'opera che ancora non so come finiranno, non vi parlo della mia partecipazione a due collane di racconti diverse ma affini.

Questo è lo stato dell'arte.
Dove trovo tempo e come concilio la mia vita, il lavoro che mi procura il pane e questa attività?
Non lo so, ho smesso di chiedermelo, mi lascio vivere.

E il maresciallo Greco?
Mi hanno chiesto almeno dieci appassionati del personaggio.
Ci sono due romanzi nel cassetto dedicati a lui, ma aspettano di capire con chi li pubblicherò.

Alla prossima e per chi ha curiosità mi trovate nei soliti luoghi virtuali, Facebook compreso.






lunedì 27 marzo 2017

in treatment ultima stagione



Torna per il mio diletto una delle serie più interessanti proposte da sky, remake di una serie americana, liberamente ispirata a un format israeliano.
Nella televisione dell'isola dei famosi, Amici, Il grande fratello, xfactor, e sceneggiati che neanche cito, dove la parola d'ordine è il nulla cosmico, trovare un prodotto basato sulla parola, sulla comunicazione verbale, sulla profondità delle relazioni, sulla fatica del vivere, è come una boccata d'aria fresca, e sentire una nostalgia struggente per un mondo che dimentica sempre più spesso l'importanza della comunicazione vera fatta a quattrocchi sostituendola con i social, le chat, la messaggistica, la spersonalizzazione.
Grande prova d'attore per Castellitto che in questa serie ha dato il meglio della sua professionalità, e una sfida per un piccolo nucleo di bravi attori:Margherita Buy, Brenno Placido, Giovanna Mezzogiorno, Giulia Michelini, Domenico Diele.
Serie da vedere e ascoltare, indipendentemente dalle opinioni sulla bontà dell'analisi.


domenica 26 marzo 2017

la porta rossa



Ambientato a Trieste, produzione Rai, regia Carmine Elia, sceneggiatura Lucarelli, Rigosi, Assirelli, Cogo.
Che dire ... ho guardato la prima puntata, un po' Ghost, un po' il sesto senso, senza il pathos del primo e l'intensità del secondo, probabilmente qualche bravo attore, una sparatoria iniziale di tutto rispetto, ma non ho visto le altre puntate, non l'ho trovato interessante abbastanza, né avvincente, né convincente.
Non comparabile con il notevole Rocco Schiavone interpretato da un grande Giallini, e neppure con i bastardi di Pizzofalcone, più debole come tenuta ma sempre più convincente di un prodotto che deve attingere al paranormale per trovare un senso, ma che un senso non ce l'ha come canta il grande Vasco.
Abbiamo una realtà spaventosa là fuori parola di sbirro comunale con la passione della scrittura creativa, ma quando grandi autori decidono di attingere a piene mani da una storia così debole mi mandano in crisi esistenziale.
Difficile scrivere storie credibili, meno difficile utilizzare stereotipi stilistici, ma è solo l'opinione di uno che non conta, uno che nella realtà ci sguazza ogni giorno, e i fantasmi li trova solo di notte, nei sogni.

martedì 21 marzo 2017

The Walking Dead 7



The Walking dead sette volge al termine, e devo confessare che ho anche pensato di rinunciare alla visione della stagione subito, all'inizio, dopo la morte di due personaggi chiave della serie.
Non racconterò altro, se non che sicuramente questa è la stagione più cupa e dolorosa di tutta la serie fino a ora, quella nella quale la speranza diventa qualcosa di remoto e dove regna un clima di oppressione, repressione, violenza mai sperimentati prima, e i vaganti diventano un accessorio all'orrore quotidiano, quasi sempre affrontabili ed emerge il vero mostro della stagione Negan e il suo sistema dittatoriale, spietato e insensato.
Che dire, mancano solo tre puntate alla conclusione e non so come finirà, so solo che si sta preparando una sorta di riscossa e mi piace il crescendo,  l'evoluzione della trama e il riemergere dei personaggi che tanto mi ha affascinato nell'intera vicenda.
Faccio fatica a definirlo semplicemente un horror, faccio fatica a legarlo solo al fumetto.
TWD è una metafora spaventosa del nostro mondo, e mi viene in mente la canzone di Mengoni, quella che parla di esseri umani e che nel complesso fa quasi tenerezza.
TWD crea emozioni, impressiona e non stanca ma non potrà mai eguagliare l'orrore quotidiano dei nostri tempi, dove i poveri vaganti sarebbero solo una conseguenza dei nostri errori, come nel film, e sicuramente non il male peggiore.


domenica 19 marzo 2017

Lo chiamavano Jeeg Robot



Non mi piaceva il cartone animato io ero più da Altas Ufo Robot Goldrake, e confesso non ricordo più il perché, però parliamo di preistoria televisiva per me , avevo 15 anni e non mi entusiasmava l'animazione giapponese, sono sempre stato più Marvel e lo sono tuttora.
Detto ciò, ho visto finalmente il super premiato Lo chiamavano  Jeeg Robot  e devo ammettere che faccio fatica a capire i sette premi al David di Donatello 2016.
Il film è interessante, originale, bravo il protagonista Santamaria, brava anche Ilenia Pastorelli, e soprattutto Luca Marinelli perfetto cattivo psicopatico, ritengo comunque eccessivi sette premi, e capisco tutto, la metafora della favola dove i super eroi fanno da contraltare a un mondo in disfacimento morale ed economico, con una miseria dilagante e un disagio sociale incombente su tutto e su tutti, dove si sono persi di vista i valori etc etc.
Ma se questo doveva essere il messaggio viene trasmesso al pubblico superficialmente in una Roma periferica, violenta, però comunque appena accennata dove tutto in realtà rimane in superficie soprattutto la trama, questi attentati terroristici della camorra (?) per spaventare e sottomettere lo Stato(?) e questi cattivi che rincorrono non si capisce bene cosa, potere, denaro, controllo del territorio. Sinteticamente la favola del super eroe è bella, convince e avvince, è l'unica vera novità che emerge da questo film dell'esordiente Mainetti, il contorno rimane abbastanza povero, e solo accennato, a mio avviso. Bella la caratterizzazione di tre personaggi quelli che ho citato prima, incomprensibile il premio ad Antonia Truppo, non perché non sia brava ma per il suo ruolo che secondo me nel film è davvero marginale.
Bella l'idea di proporre un super eroe nostrano inserito nel nostro terribile tessuto sociale e forse solo un super eroe potrebbe davvero aiutarci a uscire dalla nostra disastrata situazione ma anche lui farebbe davvero molta fatica

lunedì 13 marzo 2017

Il giallo di Caserme Rosse a Pieve di Cento



Da Filizon ci sono già stato nel marzo del 2016 a presentare Bologna non c'è più, ho mangiato affettati che non conoscevo, una mortadella del contadino che è un prodotto locale buonissimo, e mi è piaciuto il posto, ruvido e accogliente come il proprietario.
Se vivete fra Bologna e Ferrara e volete trascorrere alcune ore in compagni di Trebbi e di un buon bicchiere di vino nostrano vi aspetto la sera del primo giorno di primavera.
La coordinate le trovate nella locandina.

sabato 4 marzo 2017

Il giallo di Caserme Rosse ... frammenti





#ilgiallodicasermerosse : " In un'altra sala ci sono migliaia di scarpe di tutte le misure, scarpe di bambini, di infanti poco più che neonati, sono migliaia, schiacciate, ammuffite, macchiate, sdrucite, e non c'è nulla di più efficace per rendere l'idea della persona di ciò che indossava ai piedi, come raccontava Moretti in Bianca"

giovedì 2 marzo 2017

RESIDENT EVIL VII



Non so se avete mai visto il film non aprite quella porta, io credo di essere arrivato ai primi 5 minuti per poi decidere che davvero non volevo aprirla.
Resident Evil 7 è quella porta che no, non vorresti mai aprire, perché lo sai che oltre troverai orrore, morte e disperazione in abbondanza.
Il gioco non è semplicemente un survival game, è un incubo a occhi aperti e in alta definizione, i mostri non muoiono solo possono essere rallentati ma poi si riformano e ti vengono a cercare, gli obiettivi sembrano quasi delle prese in giro, tu vorresti molto scappare da quella casa fatiscente e appiccicosa di umori, vermi scarafaggi e mostri, ma fuori c'è solo una desolante palude, e un'atmosfera senza speranza.
Resident Evil torna alle origini e si ripropone con la bellezza dell'alta definizione e ogni gradino verso una possibile conclusione è faticoso, frustrante, angosciante.
Gli indovinelli sono abbastanza semplici e i salvataggi come da tradizione potrai farli solo in luoghi precostituiti in un mangiacassette stile anni settanta.
Mi piace il gioco?
Realizza il suo obiettivo, intrattiene, cattura, fa arrabbiare, muove la testa e fa battere il cuore.
Uno dei motivi per i quali mi perdo ancora nei giochi è proprio questo, e un consiglio, se avete il cuore debole, non aprite quella porta