giovedì 22 dicembre 2016

Buon Natale da Trebbi




Trebbi ha lasciato il maggiolone  vicino ai Salesiani, oltre il ponte della stazione di Bologna, ha alzato il bavero del cappotto color cammello, si è calato il Borsalino sulla testa e con il sigaro acceso piantato in bocca ha cominciato a camminare verso il centro della città.
A natale tre giorni, la città è in festa, l'atmosfera è elettrica, le vetrine illuminate, le strade umide di alta pressione inquinata. La nebbia sale la mattina presto e scompare solo con il sole di mezzogiorno, polveri sottili, temperature che non hanno nulla di invernale, ma che importa, fra tre giorni è natale.
Fuori dai negozi file scalpitanti per i ritardatari dei regali obbligatori, nuovi propagatori di gadget inutili, nuovi diffusori di false speranze. il grande store della Apple in via Rizzoli, attira centinaia di consumatori desiderosi di potere spendere un migliaio di euro per un telefono.
In via Indipendenza ci sono i soliti venditori abusivi controllati a distanza da quelli della municipale, in giro ci sono squadre di ladri indaffarati per conquistare la loro personalissima tredicesima, qualcuno piangerà a natale per essersi fatto derubare, picchiare, depredare, qualcuno piangerà a natale per avere speso la tredicesima in qualche macchinetta mangiasoldi in un bar cinese della prima periferia bolognese, ma chi se ne frega, tre giorni a natale.
Le polemiche sono accantonate, ora ciò che conta è preparare la tavola, riunire i parenti a tutti i costi e ritrovarsi  in mille cene di reparto, ufficio, comparto, classe.
Il natale impone i propri riti, ma Trebbi non partecipa a nessuno di loro, per lui il natale è soprattutto il centro di Bologna, quell'albero in piazza del Nettuno solitamente sbilenco, le luci aeree in via dell'Indipendenza e le facce dei cittadini, quelli che velocemente camminano sotto i portici.
Trebbi non festeggerà in cene affollate, per lui quest'anno cena di pesce con Angela in una trattoria fuori Bologna, qualche film selezionato da guardare con lei durante la notte che celebra la salvezza dell'umanità e qualsiasi caso difficile rimandato al 27 dicembre.
Perché lui lo sa, lo sente. Il natale è un'aspettativa isterica, il sabato del villaggio, la speranza di un reale cambiamento, la speranza della salvezza, ma lui è convinto che ci sia poco da salvare per una moltitudine di persone che ha perso di vista il vero senso delle cose.
Entra da Feltrinelli di piazza Ravegnana, perché alla fine il suo natale è ancora e soprattutto comprare un romanzo, uno nuovo, e regalarsi qualche ora di vera fuga da qualsiasi ipotesi natalizia.
Trebbi si trova davanti a decine di proposte editoriali, i soliti mostri sacri dell'editoria italiana, le consuete strenne natalizie obbligatorie, anche qui il natale è proposta commerciale, è un prodotto che non può sbagliare allettando il consumatore medio quello che in libreria entra solo per le feste.
Fra i romanzi ne trova uno in classifica di vendite, è di un piccolo scrittore locale, un vigile, pensa un po', lo conosce, lo ha incontrato per strada quando ancora ci lavorava, un suo coetaneo, uno che passa spesso da Corticella. Gli scappa da ridere pensando che un tipo così possa avere scritto un romanzo, un noir metropolitano addirittura. Il titolo lo intriga "Il giallo di Caserme Rosse" di una casa editrice genovese. Lo prende in mano, lo apre, lo sfoglia, lo annusa e si dirige verso la cassa.
Sta leggendo l'inverno di Frankie Machine di Don Wislow, ma dopo proverà leggere questo noir nostrano, il natale di Trebbi è semplice alla fine, un buon romanzo, cena di pesce con la propria donna e un pensiero grato a quel bambino che reale o inventato ha davvero salvato un sacco di gente.
Sotto le due torri due finti zampognari suonano un brano natalizio. Trebbi  alza di nuovo il bavero del cappotto e si dirige lento verso via dell'Indipendenza.
Tre giorni a natale e basterebbe così poco per dargli un nuovo significato, Trebbi alza le spalle e ringrazia per essere arrivato fino a qui, alla fine questa rimane la cosa più importante in un mondo di camion che piombano sui mercatini di natale, un giorno alla volta fino a un'ipotesi di domani cercando di non perdere pezzi per strada, e tutto il resto ... tutto il resto è talmente effimero, ma chi ne frega ... tre giorni a natale, chi riflette è perduto.

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