lunedì 14 novembre 2016

Rocco Schiavone



Ho visto le prime due puntate di Rocco Schiavone uscito dalla penna di Antonio Manzini scrittore, regista, sceneggiatore, amico di Camilleri e autore Sellerio, e che dire mi piacerebbe dire che ho trovato delle falle nell'impianto della sceneggiatura, che ho trovato il personaggio poco originale e le storie poco intriganti, ma porca miseria, nonostante la cornice nella quale si svolgono le prime due vicende sia davvero algida, Aosta, le prime due puntate me le sono bevute come un campari bitter con scorza di limone, una fiction bene scandita, il personaggio efficace, ruvido, accattivante, seduttivo, come lui si definisce un figlio di puttana certo ma non un assassino di innocenti, un vero duro con il cuore spianato e la sigaretta sempre in bocca.
Certo incarna stereotipi polizieschi classici, ma sfido chiunque, me compreso a inventare qualcosa di nuovo, è stato già scritto tutto e il suo contrario, l'importante è bucare lo schermo con la concretezza di storie talmente semplici da sembrare vere e la semplicità è ingrediente delle prime due vicende che convincono e avvincono.
Un plauso al protagonista che regge tutta la fiction, Marco Giallini attore amato da Paolo genovese e che a me piace assai, perfetto nel ruolo.
Non ho letto i romanzi di Manzini, non li leggerò, sto già guardando la fiction, ma sicuramente si meritano il podio nella classifica vendite.
Il mio Galeazzo Trebbi ha delle affinità con Rocco Schiavone, e credo andrebbero d'accordo se si incontrassero e forse è davvero accaduto, in fin dei conti sono quasi coetanei.
Se amate Manzini provate anche a leggere Trebbi di Fagnoni, magari imparerete ad amare anche lui

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