mercoledì 20 luglio 2016

Bolognesi per caso ... commenti di un lettore sincero, terza e ultima parte





Cosa significa scrivere narrativa? Per chi si scrive? Per se stessi, per la consorte, per un amore finito, per i soldi che non ci sono, per la fama e la gloria, per il narcisismo?
Questa volta ho scritto sicuramente per Luca che ringrazio dei suoi commenti, e delle sue riflessioni, anche se fosse l'unico ad avere letto i miei bolognesi per caso, sarebbe valsa la pena scrivere. L'editore non credo la pensi come me, ma sappiamo entrambi che questi brevi pezzi di vite bolognesi, per caso, stanno andando bene, quindi, grazie a tutti i lettori, grazie a Luca.


"Lo spirito del Natale": secondo una storia di Lupo Alberto, materialmente parlando è fare e ricevere i regali, mangiare il panettone. Spiritualmente parlando è mostrare ciò che si è, non ciò che si ha. Anche se in Lupo Alberto si imbastisce una gara di alberi finti. Non di plastica, ma fatti con le cose che si hanno in casa: fiammiferi attaccati col Vinavil, fucili e tagliole, scope e fiocchi, ritagli di carta, scatole di biscotti, il papero Glicerina con uno sturalavandini in testa. Alberi che sono un vero schifo 
Finora io un tagliatore di teste non l'ho ancora incontrato, e non riesco a immaginarmelo facilmente nella sua mansione. Però la storia del racconto ha un che di double face: può sembrare un inizio di redenzione, di addolcimento, poiché il protagonista si rende conto di avere a che fare con uno che ha il figlio diventato (ritardato va bene come termine?) per un incidente, e tenta di fare un atto di generosità... e poi si scopre che forse non va a trovare questo figlio. Forse sì, ci va per lui, ma chi mi dice che più che per vedere lui va nella sua casa per incontrare quella 35enne? E chi mi dice che con quella 35enne vuole solo divertirsi, o vuole ricominciare dopo la separazione dalla moglie? Non ti sto contestando, sia chiaro, vorrei solo prendermi la libertà di vederla in tutte le versioni. O nella versione che preferisco. Se qualcosa non è specificato, tanto meglio, stuzzica la fantasia del lettore. 

Ho appena finito di leggere "Colpo di Fulmine". Vedere com'è andata a finire e cos'ha fatto il cavallo a Rudy è stato fantastico. Davvero un colpo di Fulmine nel vero senso della parola. Temevo che Andrea venisse di nuovo costretto a fare qualcosa... qualcosa che credevo essere le scommesse, invece i soldi dati a Rudy. Che è l'unico malato di gioco del racconto, o c'è anche Andrea? Nelle tue intenzioni erano tutti e due? 

Semmai mi hanno colpito "Pronto soccorso" e "Piazza Verdi". Sono entrambi presi da episodi veri, presumo. Il primo piacerebbe a Stephen King, tra un dialogo e l'altro ci sono tanti di quei pensieri interiori dei personaggi, e come sempre, sono tutti pensieri negativi, pieni di insulti, è normale. Ognuno dentro di sè, per un qualsiasi motivo, si ritrova sempre sinceramente a pensar male del prossimo che gli capita, notandone i difetti, concentrandosi sui problemi personali. E purtroppo quel che si pensa male della gente è sempre la verità, quando si pensa bene, o si dice bene, non è quasi mai così, io stesso mi colpevolizzo parecchio

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