domenica 31 luglio 2016

polizia locale ... i soliti fannulloni



Sabato pomeriggio 30 luglio 16 devo fare una telefonata di lavoro per accertarmi della avvenuta ricezione di una mail, dall'altra parte mi risponde cortese un signore che mi chiede candidamente:
"Ma come lavorate anche oggi pomeriggio?"
Tranquillamente gli rispondo che lavoriamo sempre noi della municipale.
Come quelli che lavorano negli ospedali,
Come i vigili del fuoco.
Come tutte le forze dell'ordine.
Noi ci siamo, non solo per le strade, ma nelle centrali radio operative, nelle segreterie dei reparti, sulle spiagge, nelle piazze.
Quando c'è un incidente stradale.
Quando bisogna fare un trattamento sanitario obbligatorio.
Quando un anziano si sente male e bisogna entrare nel suo appartamento perché magari tutti lo hanno dimenticato, ma noi abbiamo il dovere di non farlo.
Noi ci siamo.
Insieme a tutti gli altri.
365 giorni all'anno.
24 ore su 24.
Noi lo sappiamo quando lasciamo a casa o in vacanza i nostri cari per andare a fare il nostro dovere.
Gli altri lo sanno?
Voi lo sapete?
Non dateci per scontati, perché in un paese che non rinnova i contratti dei dipendenti pubblici dal 2009, lasciandoci in mutande, di scontato c'è solo il rosso in banca e la fatica di arrivare alla fine del mese.

Massimo Fagnoni delegato SULPL Bologna

sabato 30 luglio 2016

Castle ... fine serie



Ho visto oggi, in una calda mattinata di fine luglio 2016, l'ultima, spero, puntata di Castle.
Le ho viste tutte le 8 stagioni di Castle, senza eccezione, magari non sempre concentratissimo, ma sempre affezionato tifoso dello scrittore nerd, e della bella detective con i tacchi vertiginosi.
Castle discende da un genere che definirei commedia gialla brillante e la prima coppia che potrebbe avere delle forti affinità è senz'altro quella dell'Uomo ombra.



Fantastica coppia di investigatori per gioco nata dalla penna di Dashiell Hammet.
da questa coppia brillante e cinematograficamente alcolizzata discendono diversi stereotipi di coppie in giallo, da cuore a batticuore a Mcmillan e signora e probabilmente altre che ora mi sfuggono.

Castle era diventata una simpatica consuetudine, un giallo d'azione ma senza l'angoscia della tragedia incombente, ma devo ammettere che 8 stagioni al ritmo di 22 puntate a stagione ha superato la soglia di vivibilità di qualsiasi serie e finalmente si è conclusa.
Non credo ci sarà una nona serie e me lo auguro, perché continuava a perpetrare se stessa, come sta accadendo con Scandal, in misura qualitativa diversa e con tutte le serie che non vogliono sapere di estinguersi.
Non vi racconto la conclusione, vi anticipo solo (SPOILER) che sarà in sintonia con tutta la serie, senza infamia ma anche senza lode.
E Castle? E Beckett?
Che fine faranno i due attori canadesi che interpretano dal 2009 i due protagonisti?
Sapranno riciclarsi e uscire dai rispettivi ruoli? E noi riusciremo a vederli in ruoli diversi?
Rimane poca da aggiungere, ho voluto bene alla coppia leggiadra e investigatrice come si può volere bene a un vecchio abito che non si vuole dismettere nonostante le troppe toppe.
Le serie devono concludersi e possibilmente lasciare l'amaro in bocca per la nostalgia che proveremo per loro, come mi è accaduto con six feet under o breaking bad.
Altrimenti rischiano davvero di non lasciare quel buon ricordo che ci deve accompagnare per sempre.

venerdì 29 luglio 2016

Bologna non c'è più ... riflessioni estive



Per te che sei già in fila in autostrada per le località marittime italiane,  quest'anno molto gettonate causa paura collettiva, eccoti alcuni consigli di lettura, ma soprattutto di riflessione.
Bologna non c'è più non parla solo della mia città ma di un modello sociale, di un modello culturale.
Lo stesso modello è entrato in crisi e si sta sgretolando sotto i nostri piedi.
Vale per tutte le città italiane che rappresentavano un idea quasi perfetta di convivenza sociale, vale quindi anche per l'Europa più moderna e progressista.
Troverai i dubbi di un'intera generazione nel mio racconto e un test.
Quel test è per te, sono 10 domande che Pietro, il protagonista del romanzo, rivolge ai suoi studenti atipici, dieci domande dirette alla pancia e al cuore relativamente alla loro indole rivoluzionaria.
Quando ti capiterà di leggere la seconda avventura di Galeazzo Trebbi, magari sotto l'ombrellone,  non dimenticarti quelle domande e cerca dentro di te le risposte, magari rimarrai sorpreso.

Bologna non c'è più, Frilli editore, lo puoi trovare qui.

In autunno uscirà il terzo romanzo sempre con il nostro amico Galeazzo Trebbi investigatore.
Buone vacanze

domenica 24 luglio 2016

polizia locale e paradossi italiani ... l'arma fuori servizio





La foto è di Repubblica, 5 ottobre 2015, festa per i 155 anni della fondazione del Corpo della Polizia Municipale di Milano


Attentati in Europa e l'Italia


Dopo i recenti tragici fatti di Nizza il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha diramato l’invito a tutti gli agenti della Polizia di Stato di circolare con l’arma in dotazione anche fuori servizio, in un’ottica di prevenzione di eventuali attacchi terroristici

E in Europa invece che accade?

Guardiamo la Francia:

Già dopo la strage di Charlie Hebdo/negozio Kosher di Parigi (dove tra gli altri morì una donna della Police Municipale e un suo collega fu gravemente ferito, entrambi disarmati) e i successivi attentati, sono aumentati vertiginosamente i comuni transalpini, grandi e piccoli, che hanno dotato di armi da fuoco gli agenti della polizia municipale, potendo attingere anche dalle armerie di Police Nationale e Gendarmerie.

E da noi?
Nulla, deserto, silenzio.
Una delle poche  risposte è quella del ministro degli Interni Alfano che invita poliziotti e carabinieri a portare l'arma anche fuori servizio.

E LA POLIZIA LOCALE ITALIANA? SILENZIO ...
Non si vuole riconoscere il nostro ruolo, noi ora più che mai siamo a presidio delle città, dei luoghi dove la gente si incontra, fa la spesa, passeggia in riva al mare, acquista presso i mercati dei paesi e delle città. A Bologna, ad esempio, la Polizia Municipale, in borghese, in divisa,e con il prezioso aiuto delle unità cinofile del Corpo, presidia e controlla da sempre la Piazzola, il mercato storico della città (nasce nel 1219), dove 30000 tra bolognesi e turisti visitano circa 400 banchetti commerciali, e la municipale è lì per fornire informazioni, ausilio, prevenzione e repressione di diversi reati (abusivismo commerciale, borseggiatori, scippatori, reati sessuali) con numerosi arresti.
Un prezioso punto di riferimento, ma ancora una volta ci sentiamo snobbati e ignorati dallo Stato.

Oltre al mancato riconoscimento di tutele,non abbiamo nessuna possibilità di accedere alla banca dati per sapere chi abbiamo davanti se fermiamo una persona, così come sottolineato dal Procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini in un articolo di gennaio 2015.

Nelle piazze affollate, sulle spiagge dei nostri mari, sulle trafficate strade di città e paesi, troverete spesso gli agenti della municipale a vigilare, eppure sembra che il nostro ruolo debba rimanere marginale, etereo, inconsistente, impotente di fronte alle minacce e aggressioni quasi quotidiane in Europa.
Cosa serve a questo Stato per accorgersi che ci sono quasi cinquantamila uomini e donne che possono fare la differenza nel campo della sicurezza dei luoghi di socializzazione?
Ci si gingilla in Parlamento con la legge di Riforma della Polizia Locale rischiando di commettere lo stesso tragico errore francese di arrivare solo dopo che il disastro è capitato.
Questa è una guerra non convenzionale e colpisce la gente comune nei luoghi più affollati, è quindi necessario diventare più dinamici, utilizzare tutte le risorse, valorizzare le competenze, rassegnarsi a riconoscere il nostro ruolo, prima che sia troppo tardi.
Massimo Fagnoni, delegato SULPL Bologna



giovedì 21 luglio 2016

American Psycho ... riletture estive



Complice la programmazione estiva di sky ho rivisto American Psyco, dignitosa trasposizione del romanzo  di Bret Easton Ellis record di incassi quando uscì nel 1991 e record di polemiche che suscitò in tutti gli ambienti culturali dell'epoca.
Il film del 2000 rende in maniera intelligente l'assoluta freddezza del personaggio, la sua incapacità di provare il minimo sentimento:

Ho tutte le caratteristiche di un essere umano: sangue, carne, pelle, capelli; ma non ho una singola, chiara, identificabile emozione, a parte l’avidità e il disgusto

Emerge il distacco psicotico dal contesto sociale nel quale vive immerso in un'ossessiva ricerca della perfezione estetica in un mondo dove solo la superficiale soddisfazione dei bisogni materiali detta le leggi del vivere comune.
Estremamente indicativa dell' intenzionalità del film è la nevrotica ostentazione dei biglietti da visita, oggi ormai quasi vintage, per affermare attraverso la loro perfezione lo status symbol dei diversi protagonisti, ed è per un biglietto da visita, nel film, che il protagonista decide di uccidere uno dei suoi colleghi.
Il libro e in maniera minore il film suscitarono polemiche a non finire sull'ostentazione della violenza, ma in realtà il romanzo fu come non mai profetico dell'attuale modo di vivere, comunicare, socializzare e interiorizzare la realtà.
Tutto allora passava attraverso l'esplicitazione dell'apparire piuttosto che dell'essere, non era importante avere un'anima, ma un Armani, un Gucci, un Rolex, il taglio di capelli all'ultima moda, l'occhiale di marca, gli addominali scolpiti, l'alimentazione equilibrata.
Oggi se ci pensate, basta avere una buona connessione, un numero decente di mi piace nella pagina di facebook, un numero accettabile di contatti, l'ultimo modello di iphone, e adesso l'app per andare a caccia di pokemon.
La violenza invece è in espansione più che mai, dentro e fuori la famiglia, in qualsiasi contesto sociale, dallo stadio alla scuola, è senza limiti, senza confini, si bruciano ex fidanzate, si ammazzano i figli e si buttano nei cassonetti, si stupra in gruppo o in solitaria e il povero Bateman fa quasi tenerezza nella sua totale indifferenza nei confronti degli altri esseri umani.
Oggi si butta l'acido in faccia a quasi sconosciuti, così per noia, si decide di uccidere un compagno di giochi erotici per sfizio e potrei andare avanti fino a stancarmi nell'elencazione dell'orrore, con la nuova moda, infine, dei kamikaze islamici spesso prodotti anch'essi del nulla che pervade la rete.
American Psyco, rimane un romanzo interessante perché descrive i tempi moderni sempre più pervasi dal male che ci sta portando alla rovina, una totale perdita di passione per la vita, la nostra e quella degli altri.


mercoledì 20 luglio 2016

Bolognesi per caso ... commenti di un lettore sincero, terza e ultima parte





Cosa significa scrivere narrativa? Per chi si scrive? Per se stessi, per la consorte, per un amore finito, per i soldi che non ci sono, per la fama e la gloria, per il narcisismo?
Questa volta ho scritto sicuramente per Luca che ringrazio dei suoi commenti, e delle sue riflessioni, anche se fosse l'unico ad avere letto i miei bolognesi per caso, sarebbe valsa la pena scrivere. L'editore non credo la pensi come me, ma sappiamo entrambi che questi brevi pezzi di vite bolognesi, per caso, stanno andando bene, quindi, grazie a tutti i lettori, grazie a Luca.


"Lo spirito del Natale": secondo una storia di Lupo Alberto, materialmente parlando è fare e ricevere i regali, mangiare il panettone. Spiritualmente parlando è mostrare ciò che si è, non ciò che si ha. Anche se in Lupo Alberto si imbastisce una gara di alberi finti. Non di plastica, ma fatti con le cose che si hanno in casa: fiammiferi attaccati col Vinavil, fucili e tagliole, scope e fiocchi, ritagli di carta, scatole di biscotti, il papero Glicerina con uno sturalavandini in testa. Alberi che sono un vero schifo 
Finora io un tagliatore di teste non l'ho ancora incontrato, e non riesco a immaginarmelo facilmente nella sua mansione. Però la storia del racconto ha un che di double face: può sembrare un inizio di redenzione, di addolcimento, poiché il protagonista si rende conto di avere a che fare con uno che ha il figlio diventato (ritardato va bene come termine?) per un incidente, e tenta di fare un atto di generosità... e poi si scopre che forse non va a trovare questo figlio. Forse sì, ci va per lui, ma chi mi dice che più che per vedere lui va nella sua casa per incontrare quella 35enne? E chi mi dice che con quella 35enne vuole solo divertirsi, o vuole ricominciare dopo la separazione dalla moglie? Non ti sto contestando, sia chiaro, vorrei solo prendermi la libertà di vederla in tutte le versioni. O nella versione che preferisco. Se qualcosa non è specificato, tanto meglio, stuzzica la fantasia del lettore. 

Ho appena finito di leggere "Colpo di Fulmine". Vedere com'è andata a finire e cos'ha fatto il cavallo a Rudy è stato fantastico. Davvero un colpo di Fulmine nel vero senso della parola. Temevo che Andrea venisse di nuovo costretto a fare qualcosa... qualcosa che credevo essere le scommesse, invece i soldi dati a Rudy. Che è l'unico malato di gioco del racconto, o c'è anche Andrea? Nelle tue intenzioni erano tutti e due? 

Semmai mi hanno colpito "Pronto soccorso" e "Piazza Verdi". Sono entrambi presi da episodi veri, presumo. Il primo piacerebbe a Stephen King, tra un dialogo e l'altro ci sono tanti di quei pensieri interiori dei personaggi, e come sempre, sono tutti pensieri negativi, pieni di insulti, è normale. Ognuno dentro di sè, per un qualsiasi motivo, si ritrova sempre sinceramente a pensar male del prossimo che gli capita, notandone i difetti, concentrandosi sui problemi personali. E purtroppo quel che si pensa male della gente è sempre la verità, quando si pensa bene, o si dice bene, non è quasi mai così, io stesso mi colpevolizzo parecchio

sabato 16 luglio 2016

Nizza ... la Police




Abbiamo perso le parole.
Non ne esistono di adeguate.
Ai commenti e alle soluzioni ci penseranno i politici, gli statisti, i giornalisti, i cronisti.

Noi non possiamo che stringerci ai genitori dei bambini che non cresceranno e non avranno l'opportunità di vedere altri fuochi artificiali. Quei bambini erano in una città civile e multietnica insieme ai genitori a festeggiare il 14 luglio, una festa che ricorda la volontà di un popolo di ribellarsi alla tirannia, che diventa un monito a ribellarsi a qualunque tirannia, anche a quella che tenta di imporre un gruppo di demenziali estremisti religiosi. 
Ci stringiamo ai tanti morti, ai tanti feriti, e ci rendiamo conto che non c'è luogo veramente sicuro...
siamo in una guerra lunga e difficile contro un nemico disumano e privo di scrupoli, una guerra che in fondo conosciamo bene per averla vissuta in prima linea, dal momento che nella nostra città la follia omicida uccise 85 persone e ne ferì più di 200, nella Stazione di Bologna il 2 agosto 1980. 

Ieri sera c'erano i nostri colleghi francesi in prima linea a presidiare il territorio, così come noi agenti municipali e statali nel nostro Paese, a definire i confini durante le feste di paese, a regolare gli accessi, a garantire il rispetto delle regole di convivenza,  cittadini in divisa che anche ieri sera erano lì a cercare di rendere una festa accessibile a tutti, sicura per tutti.
I colleghi forse non erano preparati a una tale follia, è umanamente impossibile esserlo, ma si sono comportati da eroi, hanno neutralizzato il criminale, hanno inseguito il camion a piedi, si sono arrampicati sulla cabina di guida, rischiando la vita, ma sono riusciti a fermarlo.

La speranza sembra svanita, ma nelle strade, nelle piazze d'Europa, ci sono uomini e donne in divisa a controllare il territorio.  Il nostro pensiero, in questa Europa senza navigatore, è rivolto a tutti coloro che ci sono e ci saranno  per strada a difendere e servire.
Questa è la sola certezza, noi continueremo a fare il nostro dovere.
Un abbraccio ai colleghi francesi e alle vittime dell'ennesima barbarie.

GLI OPERATORI DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI BOLOGNA


venerdì 15 luglio 2016

bolognesi per caso ... commenti di un lettore sincero: seconda parte




















Ho appena letto il racconto di Flaminio Verzocchi. Che dire? Mi è piaciuto anche questo. Se costui si ritrova presso il CSM di via Tiarini. Non vorrei fare paragoni azzardati, però capisco bene Flaminio e ciò che ha fatto, per quanto possa essere crudele, o crudo. Semmai trovo grottesco, surreale, quel che si fa nel mondo moderno alle persone che fanno qualcosa di orribile, di inaccettabile nella società, come un atto di violenza. Per evitare che il colpevole finisca in carcere, o subisca una pena durissima, si imbastisce una serie di azioni che portano la persona a essere incapace di intendere e di volere. Forse può essere così nella frazione di secondo in cui si fa l'atto di violenza (che non si riesce a spiegare perché non è permesso nemmeno provarci), però a volte può essere atto premeditato. Come nel caso di Flaminio. Di mio preferirei venir punito ma potermi spiegare piuttosto che avere una punizione e una correzione blanda corroborata con una cura psichiatra e farmacologica. Comprensibile anche il modo in cui si sente Flaminio alla fine del racconto. Sente di aver fatto bene. Moglie e genero erano proprio antipatici. Tanto che mi viene da pensare a un personaggio cattivo dei "Pilastri della Terra", che sposa una per fare un dispetto a un altro, la intrappola in un matrimonio infelice, un giorno l'aggredisce, il cognato lo uccide ed è poi costretto all'esilio per evitare l'arresto (e visto che la storia è ambientata nel Medioevo, va a combattere in Terrasanta). Nel tuo racconto egli si chiama Walter, nei "Pilastri della Terra" si chiama Alfred.




"Chissà i ragazzi" e "Primavera" trovo che siano molto poetici. Oggi pomeriggio ero sicuro quale dei due lo fosse di più, ora ho il dubbio. Di sicuro "Primavera" parte da qualcosa di reale, ma è anche sognante. Più di quello di "Chissà i ragazzi". Ebbene sì, confermo: l'aria di una città è impregnata di chi l'ha abitata e costruita. E lo sarà anche se come in "Io sono leggenda" dovesse essere disabitata. Con le edere che spuntano sulle mura coprendole. Mi incuriosisce sapere quanto c'è di vero in "Chissà i ragazzi" e "Uccello del malaugurio". C'è stata ispirazione per qualcuno di reale? Il primo racconto non mi dava subito l'impressione che si parlasse di due ragazzi di ieri, invece che di oggi... e "Uccello del malaugurio" non pensavo fosse ambientato a Milano. Almeno così pare.

mercoledì 13 luglio 2016

Up&Up Cold Play




Molti giudicano i Cold Play un prodotto commerciale puro, musica da poco, molto ben confezionata e poco originale.
Io non giudico, io ascolto e quando sono di buon umore mi sento meglio ascoltandoli, quando sono triste mi faccio coraggio ascoltandoli, quando ho tempo mi guardo uno dei loro coloratissimi video a casa e mi rilasso.
Perché la musica leggera dovrebbe servire anche a questo, alleggerire la vita specialmente in giornate cupe e piene di disastri come oggi ad esempio, 13 luglio 2016.
Quindi vi lascio in compagnia del loro video, un piacere per gli occhi e per la testa

domenica 10 luglio 2016

Natale col boss



Fra le proposte estive di sky c'è anche Natale col boss  e l'ho guardato ieri pomeriggio soprattutto perché i protagonisti sono Lillo e Greg che mi fanno molto ridere specialmente con la loro trasmissione radiofonica Seiunozero.

Non mi aspettavo un capolavoro di comicità, in fin dei conti è un cinepanettone, produzione De Laurentiis, regia e sceneggiatura  Volfango De Biasi, che ammetto di non conoscere, distribuzione Filmauro, unica nota buffa la partecipazione di Peppino Di Capri.
E torno al solito adagio, ormai un tormentone per chi mi legge per abitudine e affetto.
Cosa deve avere come caratteristica principale un film comico? Uno di questi commerciali, popolari, natalizi?
Deve fare ridere.
 Io non sono un intellettuale e lo sapete non ho pregiudizi, guardo tutto e di tutto, ma questo film non fa ridere, è brutto di una bruttezza definitiva, quasi avvilente.
Due comici spesso irresistibili, come Lillo e Greg, scompaiono in un nulla di battute banali, una sceneggiatura triste dove mancano i tempi quasi musicali della comicità.
Non critico nessuno, ognuno a Natale ha diritto di portarsi a casa la tredicesima che riesce a guadagnare, se fossi uno qualsiasi degli attori protagonisti di questo progetto sicuramente avrei accettato il contratto perché mai buttare via un lavoro facile, specialmente oggi e specialmente se non sei un attore di quelli americani che nuotano nell'oro, e anche loro di film brutti ne interpretano senza problemi.
Però questo è davvero un filmetto e se guardo invece sul sito coming soon le valutazioni di pubblico e critica trovo 4 stelle su 5 del pubblico e 3 e mezzo di coming soon.
Che dire in tendenza con il livello culturale del paese.
Come ricordo sempre:
Ve lo meritate Alberto Sordi recitava Moretti in un suo film.
E io concludo:
Averne di Alberto Sordi in questo deserto.

giovedì 7 luglio 2016

Saldi Frilli di inizio estate da 1,99 a 2,40 euro




Se non conoscete Galeazzo Trebbi investigatore privato ex poliziotto e avete in casa un lettore kindle o un kobo è il momento giusto di acquistare i due titoli che vedete sopra e leggerli in ordine cronologico prima Il silenzio della bassa, poi Bologna non c'è più.
Di seguito i link utili per l'acquisto con lo sconto estivo fino al 10 luglio:
Link amazon per i kindle qui dove troverete Il silenzio della bassa a 2 euro e 45 e Bologna non c'è più a 1 euro e 99
Link Ibs per i Kobo qui stessa cifra.
Mi raccomando, fino al 10 luglio 16, con meno di 5 euro portate a casa i miei primi romanzi Frilli e un bel pezzo di Emilia, bassa compresa.

mercoledì 6 luglio 2016

Primavera bolognese a Lucidamente


L'amico Rino Tripodi ha pubblicato uno dei 21 racconti che compongono la mia ultima raccolta Bolognesi per caso e se volete leggerlo (sono tre paginette) lo trovate qui

lunedì 4 luglio 2016

The Doors- When you're Strange




Ho iniziato a vedere il bel documentario su sky arte dedicato a uno dei gruppi musicali più rivoluzionari di tutti i tempi. Diretto da Tom De Cillo, presentato al Sundance Film Festival nel 2009, The Doors - When you're strange è  una finestra su alcuni aspetti dello show business anni sessanta e su quanto in quel glorioso periodo fosse importante la creatività pura e il desiderio di rompere con i vecchi schemi mentali. Questo gruppo nato dal niente e proiettato verso la gloria eterna nell'arco di pochissimi anni è la dimostrazione di come le cose siano effettivamente cambiate se pensate che oggi il mercato discografico è quasi tutto in rete, i nuovi talenti, che durano spesso meno di un anno, escono dai talent show e non c'è quasi più nulla di  dirompente o realmente rivoluzionario.
Jim Morrison era e  rimane davvero leggendario e maledetto, icona di uno stile di vita autodistruttivo e attraverso le immagini inedite di questo documento potrete capire quanto siano cambiate le cose nel mondo della musica e nella società in generale.
Su sky arte

domenica 3 luglio 2016

stand up comedy


« La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Ciò che dovrebbe essere è una sporca bugia »
Lenny Bruce

Ricordo un giovane Dustin Hoffman nel ruolo di uno degli inconsapevoli padri della comicità contro corrente americana degli anni 50/60 Lenny Bruce, bruciato dalla censura e dal destino e prematuramente scomparso. Fu sicuramente il precursore di una forma di comicità aggressiva e irriverente che avrebbe aperto la strada a una schiera di comici che attraverso la satira mettono in evidenza le contraddizioni del nostro vivere.

Stand up Comedy rifacendosi alla tradizione anglosassone ha proposto alcune serate con sette comici che in un certo senso mi ricordano il grande Lenny,spero non come stile di vita.
Ho scaricato da my sky tutte le serate e le ho viste quasi in sequenza e tre di questi comici mi sono particolarmente piaciuti:
In ordine di gradimento:

Francesco De Carlo primo per simpatia, propone un personaggio al limite, autodistruttivo, auto ironico, ti spiazza con la sua fragilità e con una comicità giocata quasi sempre con il suo personalissimo modo di analizzare la realtà.

Pietro Sparacino incline a ogni tipo di dipendenza, vegano per necessità, proveniente dalle iene , unico lato negativo, e bello oggettivamente, 

Mauro Fratini fra i tre comici ha il ruolo dell'intellettuale del gruppo, la sua analisi sociale è tanto feroce quanto accurata, scava a fondo, parte dalla collettività e arriva all'individuo, spietato con tutti e soprattutto con se stesso.

Questi tre comici insieme agli altri bravi ma per me meno interessanti, esprimono una forma d'arte diversa da tutti gli altri ambiti satirici in essere o finiti dal grande circo di Zelig, al carrozzone mediocre di Colorado cafè, fino a made in sud.

Stand up è un'altra cosa, non necessariamente fa ridere, spesso fa male, infila il dito in pieghe oscure del nostro vivere, spazia da sessualità a rapporti genitori figli, da alimentazione a evacuazione, da politica a morte e lascia spesso la bocca amara ma ha una virtù, smuove la testa, costringe la riflessione e mai come adesso ne abbiamo bisogno, non credete?

sabato 2 luglio 2016

bolognesi per caso ... commenti di un lettore sincero: prima parte




Il miracolo dello scrivere avviene quando arrivi a toccare un'altra sensibilità e questa reagisce con un cenno. In questo caso il giovane amico Luca mi ha inviato alcuni commenti sui miei racconti e io ve li passo nella loro genuinità. Chi li ha letti capirà, chi non li ha letti magari proverà curiosità.
Rimane un fatto Luca e non è il solo, li ha graditi e questo per me equivale a un successo di vendite.
Grazie giovane amico.
Chiaramente Luca è stato prima informato della mia volontà di divulgare i commenti e mi perdonerà se in alcuni passaggi mi sono permesso di omettere dati sensibili che riguardano la sua identità.

Ciao Massimo, oggi ho letto i primi due racconti. Niente male! Preferisco più "Nessun dolore" a "Ero comunista", però. Ammetto di essere ignorante in merito a Warcraft, e di non aver trovato su Google la principessa Lorenz di cui parli. Però il modo in cui la storia è narrata, il commesso protagonista che va a comprare il pupazzetto che desidera tanto, poi viene tallonato da due che vogliono Lorenz, e il modo in cui lui finisce il lavoretto è coinvolgente. Non ho capito subito che il bloccasterzo è stato usato per finire uno dei due aggressori, ma è stato bello leggere di uno che fino a quel momento non aveva emozioni di nessun tipo. 
"Ero comunista" non è meno bello, comunque. Non è facile spiegare a un giovane d'oggi cos'è il comunismo vissuto sulla propria pelle, sentito dire dai media, esperito... e voglio provarci io parodiando in chiave animalesca la Guerra Fredda vista dai russi come ha fatto Orwell a suo tempo negli anni '40? Io, che sono pure ignorante in fatto di agraria? A quanto pare, il vero comunismo non è solo manifesti, giornali, lotta e ideali, ma anche modo di essere, di pensare. Che puntualmente vengono traditi quando la rivoluzione viene tradita anche essa, come è successo in molti Paesi comunisti. Io inseguo il sogno della parodia già citata da 5 anni, e credo di poterne dire qualche cosa. Anche se è chiaro che di alcune pagine di storia sono ignorante. Come le peripezie di Lorusso, anche se ne comprendo le conseguenze (cioè abbandonare la FGCI). Capisco un po' di più Impastato, avendo visto "I cento passi" ed essendomi fatto dire che a lui hanno dedicato un misero trafiletto a fondo pagina. Quando "L'Unità" è temporaneamente scomparso per mancanza di fondi, io ci sono rimasto un po' male, ma mi hanno detto che era destino, come poteva continuare a esistere un giornale che è la testata di qualcosa che non c'è più? Ma trovo bello, anzi pieno di speranza, dire che nel 2016 le persone sole nonostante le comunità, l'informatica e cose simili, possono essere padroni del loro destino se vogliono, e che questa è davvero una potenziale rivoluzione. Del resto siamo in un mondo senza speranza, ma piena di persone che sperano (parole che non sono mie, ma di Xavier Dolan, regista canadese).



venerdì 1 luglio 2016

Nicolò Fabi. Ha perso la città




Bravo Nicolò Fabi, devo cominciare ad ascoltarlo con più attenzione perché la delicatezza e l'eleganza sono valori aggiunti e lui ti entra nella testa e ti racconta una storia mai  o scontata, le sue canzoni sono riflessioni e le sento vicine alle mie.
Bologna non c'è più, perché non c'è più la città come la si intendeva in un tempo nel quale le città progressiste erano modelli culturali, sociali, le città emiliane quelle dei migliori asili del mondo.
La città, la nostra idea di città perfetta o perfettamente in armonia con le nostre idee, sta scomparendo, si sta giustamente globalizzando, uniformandosi alla melma mondiale e allora la ristorazione va bene basta che ti riempia la pancia, bene i ristoranti giapponesi che poi sono gestiti da cinesi e ti propongono un menù che va dalle lasagne al sushi, e puoi trovare tutto nei wako con pochi euro, a volte anche un bel mal di pancia.
Le nostre città sempre meno nostre, i luoghi di incontro, il modo di concepire la socializzazione, la scomparsa dei cinema nei centri storici sostituiti dalle multisala, la scomparsa dei negozi sostituiti dai centri commerciali.
La città ha perso, noi abbiamo perso e forse è per questo motivo che ho deciso di vivere nella bassa.
Vi consiglio video e canzone merita.