giovedì 30 giugno 2016

il caso Spotlight





Il caso Spotlight è un bel film di quelli di denuncia sociale, è la storia v era di un gruppo di giornalisti americani del Boston Globe che nel 2002 condussero un'indagine serrata e insidiosa per svelare una rete di preti pedofili che infestava l'arcidiocesi cattolica di Boston.
I film di denuncia sono spesso pallosi e zeppi di descrizioni e dettagli.
Questo scorre bene anche per merito del cast eccezionale.
La cosa sconcertante è la realtà svelata che scoprirete guardando il film, non si parla di qualche prete pedofilo ma di più di un centinaio, un sistema corrotto che proteggeva sapendolo i pedofili mentre le vittime vivevano in solitudine il loro dramma personale.
Una riflessione finale che non avevo mai fatto:
Come mai tanti pedofili fra i preti?
Un buono spunto di riflessione, provate a pensarci io l'ho fatto e le risposte me le tengo per me, ma nessuna di queste è buona.
Alcune delle vittime dichiarano nel film  che credevano nella chiesa e si affidavano ai preti proprio perché vivevano in situazioni di disagio sociale, ma se nemmeno la chiesa può essere un luogo sicuro, cosa rimane di affidabile nella nostra società?

mercoledì 29 giugno 2016

Ant man



Ant man prodotto dalla Walt Disney è uno spettacolo per gli occhi e per la testa.
Uno dei fondatori degli Avengers lo vediamo qui nella ricostruzione del suo esordio, e il personaggio è il classico buono disadattato, con una storia triste alle spalle a alcuni errori da farsi perdonare, una figlia che lo ama per come appare e una possibilità di riscatto.
Tutto il resto è spettacolo puro, effetti speciali da urlo e un universo miniaturizzato che potrete gustare se possedete il televisore giusto.
Il cinema a volte deve essere questo un vero momento di evasione specialmente in estate , per dimenticare il caldo, gli attentati folli in giro per l'Europa, e il proprio quotidiano.
Poi ci sono gli appassionati Marvel come me, ma non pretendo che tutti possano condividere.
Menzione per il vecchio e ancora carismatico Douglas.
Bravo Paul Rudd nel ruolo del super eroe super sfigato.
Bella Evangeline Lilly
su sky

domenica 26 giugno 2016

Torno indietro e cambio vita




L'idea era simpatica, un ritorno al passato, i nostri anni 90 visti con gli occhi di due romani quarantenni, Ricky Memphis e quel sanazzo di Raoul Bova.
Peccato che questo film abbia solo un pregio, l'idea.
La realizzazione è ridicola, il ritorno al passato avviene senza una spiegazione plausibile provocato da un investimento stradale.
I collegamenti fra gli avvenimenti sono talmente approssimativi da sembrare un'improvvisazione da dilettanti allo sbaraglio, sembra un film di quelli girati per la rete, la sceneggiatura è debole, non fa ridere, il film nel complesso è talmente poca cosa da non arrivare da nessuna parte.
Mi chiedo diverse cose:
Perché?
Per chi è stato fatto?
Raoul Bova aveva bisogno di questo lavoro?  Se è costretto a interpretare film come questo evidentemente ha definitivamente scelto che non è più ipotizzabile un salto di qualità.
Poi mi tornano in mente altre sue interpretazioni dello stesso livello, da Scusa se ti chiamo amore e mi rendo conto che non è colpa sua, ma è certo cinema italiano che continua a uscire nelle sale, nei circuiti, senza un motivo comprensibile, non fa ridere, non fa riflettere e anche gli anni 90 che mi hanno incuriosito come idea, sono riproposti attraverso pochi stereotipi come al solito banali.
Non è solo un problema di sceneggiatura, probabilmente è anche un problema economico. Realizzare una pellicola in maniera credibile almeno dal punto di vista tecnico richiede fondi che forse i produttori di pellicole come questa non hanno.
Un'ultimo quesito allora?
Piuttosto che produrre certo cinema non sarebbe meglio fare altro?
La risposta probabilmente c'è da qualche parte, e solo gli addetti ai lavori la conoscono.
su sky.

sabato 25 giugno 2016

w l'Inghilterra




Il caso Brexit agita le coscienze di tutta Europa ma non aspettatevi da me considerazioni socio economiche, politiche, morali, a favore di una parte o dell'altra, l'unica riflessione emersa da questa giornata che ha fatto tremare le borse è un collage di immagini e suoni in libertà.

In auto di notte verso lo sgobbo obbligatorio intercetto una canzone degli Spandau Ballet, Barricades.

Come dimenticare i mitici Spandau e la famosa rivalità con i Duran Duran e allora eccomi a ruzzolare in una carrellata sudata, nonostante le due del mattino, di canzoni e video musicali, quelli che a ventiquattro anni mi bevevo giorno e notte su videomusic e solo i cinquantenni forse possono rimembrare.

L'Inghilterra  dei Clash, del punk, dei Simply Red, l'Inghilterra dei Wham inventori di uno dei motivi natalizi diventato un cult per le successive generazioni, i Wham di George Michael.

L'Inghilterra degli Style Council, dei Bronski beat, dei Cure, dei Police, dei Dire Straits, dei Queen, dei Culture Club e quanto potrei proseguire avanti e indietro nel tempo.

Indietro fino ai Genesis, fino ai Beatles, avanti fino ai Cold Play e ho scritto solo di musica, non ho parlato di cinema,  teatro,  letteratura e soprattutto di integrazione, quella che ho percepito camminando per le strade di Londra, crocevia  di tutti i colori del mondo, dove sicuramente le contraddizioni troveranno il modo di esplodere,  ma dove concretamente diverse culture si contaminano ogni giorno in un caleidoscopio tanto colorato quanto vitale.

L'Inghilterra per me è e rimane luogo dell'immaginazione, fonte di ispirazione, patria della creatività, modello culturale e ci sarà un motivo se a tutti nel mondo tocca studiare l'inglese per comunicare ancora oggi?

Spengo la radio del'auto, scendo e vado al lavoro  e la musica degli anni 80 mi rimane in circolo insieme alla mia personale idea di libertà e se penso al semplice concetto di libertà quella che dona ossigeno ai pensieri e ci affianco il nostro paese blindato, assediato, ricattato, affogato da debito pubblico e da innumerevoli debiti politici e culturali, mi viene una gran voglia di salire sul primo aereo e farmi un giro per Londra.
Le considerazioni politiche, economiche, antropologiche le lascio agli intellettuali dell'unità europea a tutti i costi, io continuerò ad ascoltare la musica inglese degli anni 80, la migliore.

venerdì 24 giugno 2016

Bologna amministrative 2016 un'occasione perduta





Non perderò tempo con considerazioni sociologiche, intanto vi passo alcuni dati che potete leggere qui:
Merola è stato votato da 83907 cittadini contro i 69660 della Borgonzoni, totale 153867 ! Poco più della metà degli aventi diritto.

I numeri impietosamente parlano da soli.
Quando mi chiedono relativamente ai miei romanzi ma è vero che Bologna non c'è più?
I dati parlano per me.

Metà della popolazione bolognese non partecipa alla vita politica della città, se ne disinteressa.
La città che aveva il primato di essere fra le prime come livello di benessere individuale, stato sociale e partecipazione, la città che resiste, crocevia di culture, patria di poeti, scrittori, musicisti, non c'è più.
Bologna la creativa, Bologna che faceva paura a tal punto da doverla ferire con uno degli attentati più cruenti nella storia del paese dal dopoguerra.
Bologna la rossa.
Quella Bologna sembra assopita, stordita, abulica.

Bologna è stata snobbata anche dai mass media durante la campagna elettorale, tutti hanno parlato e scritto di Roma, Milano, Torino, Napoli, ma pochissimo di Bologna.
Bologna è stata snobbata dallo stesso Renzi che si è visto pochissimo durante tutte le fasi della campagna.
Bologna dimenticata, data per scontata.

Noi che ci lavoriamo, che lavoriamo per la città, adesso dovremo fare i conti con un'amministrazione che negli ultimi anni ci ha costretto a scendere in piazza, a protestare in consiglio comunale e ci ha portati all'attuale situazione di stallo che stiamo vivendo quotidianamente sulla nostra pelle. Moltissimi colleghi sono ancora amareggiati, irritati, delusi.

E adesso?
Noi continueremo a lavorare, perché come dico sempre, i sindaci, finito il loro mandato, spesso vanno altrove, in Europa ad esempio come è accaduto a Cofferati e Vitali, ma noi resteremo qui con la nostra situazione ai confini della realtà a sperare in un risveglio delle coscienze, per ritrovare una Bologna che abbia il coraggio di cambiare per non scomparire definitivamente.
Massimo Fagnoni
Delegato SULPL Bologna

domenica 19 giugno 2016

still Alice



Tratto da un romanzo di successo Perdersi  scritto da una neuropsichiatra che ha studiato per anni il morbo di alzheimer il film è interpretato in maniera magistrale da una grande Julianne Moore che per questa interpretazione ha portato a casa l'oscar come migliore attrice protagonista.
La storia è banale nella sua spietatezza, una brillante studiosa di linguaggio e docente universitaria americana si ammala di una forma precoce di Alzheimer e il film racconta l'evoluzione della malattia e il coraggio di questa persona nell'affrontare l'ineluttabile decadimento.
Peggio della malattia è la consapevolezza di perdere giorno dopo giorno la coscienza di se stessi, quella scintilla che ci permette di distinguerci da animali e vegetali, ci permette di creare, scrivere, dipingere, innamorarci, suonare uno strumento e anche di ricordare la nostra vita, il passato, le persone amate, quelle scomparse, insomma la nostra storia che per quanto banale possa essere agli occhi del mondo è nostra e ci accompagna fino alla fine.
Alcune malattie come l'Alzheimer sono terribili nella loro opera di distruzione sistematica dei ricordi e della coscienza e può capirmi bene chi ha o ha avuto un parente colpito da tale morbo.
Film delicato, asciutto, credibile, sincero, si ferma un pelo prima della crudele realtà di persone che perdono tutto ciò che erano in poco tempo non ricordando nulla della loro storia  per potere dare al film una consistenza che possa essere spendibile, ma le emozioni che suscita ricordano la realtà di tante famiglie colpite direttamente o indirettamente dal morbo.
Il film lascia uno spunto di riflessione:
Non lasciamo sole le persone colpite da tali patologie, non lasciamo sole le famiglie.

sabato 18 giugno 2016

un bolognese per caso a San Marino ... di Bentivoglio



Torno dopo un anno dagli amici del circolo Arci di San Marino di Bentivoglio, in occasione della loro festa dedicata al solstizio d'estate con la speranza che l'estate inizi anche qui.
La presentazione sarà solo una delle iniziative messe in campo dai volontari del centro e a breve spero di potervi illustrare il loro calendario.
Che dire ancora?
Presentazione ore 18.30 in tempo per l'aperitivo.
L'indirizzo?

Circolo Arci San Marino di Bentivoglio
Via Saletto 9/3
Bologna

20 minuti scarsi da Bologna

giovedì 16 giugno 2016

Forza maggiore




Amo gli svedesi e in generale i paesi del nord Europa. A volte penso in maniera quasi rumorosa a quanto mi piacerebbe vivere in un luogo meno affollato con i servizi sociali funzionanti e senza avvertire continuamente i morsi della crisi, crisi prima di ogni cosa economica, crisi morale, crisi politica e crisi esistenziale.
Questo film svedese, che ha vinto anche un premio, è un piccolo cammeo di analisi comportamentale, vivi seziona una bella famigliola che non credo frequenti l'Ikea, e entra a gamba tesa su luoghi comuni e dinamiche di coppia spiazzando con leggerezza lo spettatore.
Una valanga sorprende i turisti in placida contemplazione su una terrazza di un locale sulle Alpi francesi, nessuno corre un reale pericolo ma mentre la madre si protende per difendere i due figli, il padre afferra iphone e occhiali da sole e scatta veloce abbandonando a loro destino i familiari.
L'atmosfera anestetizzata e solo apparentemente felice della famigliola si disintegra, si scioglie come neve al sole, esplodono le contraddizioni, saltano i nervi, scattano le recriminazioni e la ricomposizione del quadro precedente non sarà cosa né facile né scontata.
Consigliato
su sky

domenica 12 giugno 2016

the family



The family.

Come sa chi mi legge solitamente, io non mi documento sui prodotti che consumo, ma vi trasmetto le impressioni a caldo o freddo a seconda di quando decido di scriverle.
Il mio parere è da consumatore diretto, da visionario cronico, da teledipendente non pentito e attinge al mio vissuto di consumatore di immagini in movimento.
Detto ciò the Family convince perché ha un bel cast robusto e professionale, ha dei personaggi credibili e scava a fondo nella melma familiare di un bel gruppetto di ricchi borghesi americani, lei sindaco di una cittadina di provincia candidata a governatore, il marito uno scrittore, un figlio alcolista e una figlia che fa da segretaria tutto fare per la madre in carriera.
Dopo una decina di anni ricompare il cucciolo della famiglia presumibilmente rapito e dato per morto da tutti, familiari compresi.
Il pedofilo incarcerato per il suo rapimento viene rilasciato e tutto potrebbe risolversi a tarallucci e vino, ma ...
Nulla è come sembra, il dramma corre sotto la superficie solo apparentemente quieta della famiglia media occidentale e ogni riferimento al mio #ilsilenziodellabassa è assolutamente voluto.
Mi piace scrivere e leggere di famiglie, perché è nella famiglia che spesso covano i più grossi drammi esistenziali.
Un altro tema interessante che già ho potuto vedere da vicino in the Revenant, è quello del ritorno.
Non tornano i giovani ubriachi o fatti che si schiantano nel mattino di un qualsiasi fine settimana in auto fra Bologna e Rimini, non tornano i rapiti, seviziati, uccisi da mostri più o meno svelati, non tornano i nostri cari strappati da un qualsiasi malanno alla vita quotidiana.
Qui invece il cucciolo della famiglia torna ma non porta serenità, gioia, sollievo ... solo dubbi angoscianti.

venerdì 10 giugno 2016

doppia presentazione a Bologna il 14 giugno 16

 

Nella locandina ci sono i dati utili per chi fosse interessato.
Aggiungo solo che i due libri sono paralleli come binari di un ideale percorso narrativo.
Cristina Orlandi racconta Bologna attraverso la sua storia culturale e sociale, racconta i bolognesi e le caratteristiche peculiari del petroniano doc, racconta la Bologna meravigliosa.
Io racconto altri aspetti, mostro scorci diversi, invento situazioni in alcuni casi nere, come da mia tradizione e costringo il lettore a fare i conti con alcuni aspetti del nostro vivere  sicuramente esportabili  e solo il lettore deciderà se stare al mio gioco.
Due modi diversi di raccontare a confronto in una delle biblioteche in prima linea nel fare cultura a Bologna.
Presenta l'amica Lorena Lusetti.
Vi aspettiamo.

mercoledì 8 giugno 2016

outcast




Chi pensava di avere raggiunto il massimo dello splatter con Walking Dead dovrà forse ricredersi.
La prima puntata inizia con questo bel bimbetto indisposto che dopo avere osservato un simpatico scarafaggio sulla parete della sua cameretta decide di dare una bella testata alla parete procurandosi lesioni guaribili in giorni due e a seguire di masticarsi il cadavere dell'animaletto con passione.
È una scena intensa seguita da un'altra peggio e per non togliervi il gusto della sorpresa vi lascio alla visione di questo horror interessante che ricorda chiaramente l'Esorcista per certi aspetti ma solo come denominatore comune  e assolve alla sua funzione creando ansia e aspettativa e portandoti subito a simpatizzare con il protagonista, un uomo che deve averne passate molte e deve avere una sorta di dono, quello di tenere testa al demonio.
Si preannuncia un'estate infernale per gli appassionati del genere.
Su sky

lunedì 6 giugno 2016

Rectify




Non sono un innocentista, mai stato, non sono un garantista. credo che chi sbaglia debba pagare, debba espiare, credo che nel nostro paese non capiti mai abbastanza,  che ci siano mostri in giro a piede libero e altri pronti per tornare in giro a fare del male.
Detto ciò però credo anche che la giustizia sia fallace, spesso male indirizzata, spesso addirittura deviata, mi viene in mente il film italiano detenuto in attesa di giudizio con un grande Sordi.
Rectify narra la storia di un uomo che grazie all'analisi del dna sulla scena di un omicidio, quello della sua giovane fidanzata, torna libero dopo 19 anni nel braccio della morte.
Fuori dovrà fare i conti con il suo passato, con una confessione probabilmente falsa, con una società mutata e con i pregiudizi della gente.
Bravo il protagonista Aden Young attore australiano, nel ruolo del disadattato che deve farsi piacere un futuro per lui inimmaginabile, un morto che camminava in attesa della pena capitale.
Per ora mi piace, poi vi dirò che ne penso alla fine della prima stagione.

venerdì 3 giugno 2016

9 giugno ... libreschi ... 300 scalini




Si torna nella cornice spettacolare dei 300 scalini a due passi da San Luca, nella foto presentavo Vuoti a perdere, il 9 invece presenterò Bolognesi per caso, per caso come me.


Ospitati dal magnifico spazio dei 300 scalini, Canto 31 presenta una serata dove potrete divertirvi a degustare quattro diversi abbinamenti tra i vini della cantina Bruscia e le incursioni letterarie di vari autori contemporanei italiani, ascoltando brevi letture dai libri proposti.

Per questo primo LIBRESCHI ”sui colli” abbiamo abbinato ai quattro vini dei colli pesaresi i romanzi di Francesca Bonafini, Massimo Fagnoni, Cristina Orlandi e Patrick Fogli.

- COSTO DELLA SERATA CON 4 DEGUSTAZIONI: 18€ -


ABBINAMENTI DELLA SERATA



STAPPA LA VITA

“Brù Rosè” spumante Brut & La cattiva reputazione di Francesca Bonafini (Avagliano Editore)



INCROCI

“I.B. Cinquantaquattro” Marche bianco IGT & Bolognesi per caso di Massimo Fagnoni (Giraldi Editore)



TRADIZIONI

“Spicél” Bianchello del Metauro DOC & Bologna meravigliosa di Cristina Orlandi (Edizioni della Sera)



DOLCE & AMARO

“C’rasa” vino e visciole & Io sono Alfa di Patrick Fogli (Frassinelli)



Degustazioni letterarie a cura di Francesca Bonafini, Massimo Fagnoni, Cristina Orlandi e Patrick Fogli.




mercoledì 1 giugno 2016

Salotto letterario ... per caso




Lunedì sera di fine maggio 2016, l'amico Rino Tripodi giornalista, insegnante, docente di una scuola di scrittura creativa, scrittore e autore di un saggio che sta andando benone Manuale pratico di scrittura che sto usando anch'io, mi  invita in occasione dell'ultima serata di uno dei corsi che gestisce a Bologna in via Baruzzi. Regolarmente mi perdo per le viuzze fra Mengoli e Mazzini,  arrivo trafelato e ansante all'ora giusta. Nella sala qualche superstite del corso e Rino. Poco dopo ci raggiunge Antonio Bagnoli Editore di spicco a Bologna (Pendragon) e trascorriamo un paio d'ore a parlare di narrativa e di editoria.
Io racconto la mia storia di scrittore, i libri, le difficoltà di emergere in un mercato saturo di scrittori e carente di lettori, le soddisfazioni, i progetti, mi chiedono di leggere un racconto della mia ultima raccolta, Bolognesi per caso, leggo Primavera, e poi lascio lo spazio all'editore che racconta con pacatezza e senza retorica il suo mestiere, le difficoltà, gli ostacoli, la durezza di un mercato sclerotizzato e monopolizzato, la inconsapevolezza di tanti scrittori che tutto chiedono agli editori senza capire che le piccole e medie case editrici sono il baluardo della nostra storia culturale e insieme a tante librerie indipendenti spesso devono soccombere ad un mercato schizofrenico.
Ma da lui si percepisce l'entusiasmo per il suo lavoro, la passione vera, che emerge potente in due ore di chiacchiere su editoria e cultura.
La serata si conclude bene con uno scambio di libri fra me e Rino e la promessa di esserci per altre occasioni.
L'esperienza di lunedì è stata quella più vicina a un salotto letterario, un reale confronto di idee ed esperienze sullo scrivere, ho fatto fatica dopo una giornata di lavoro a lasciare la bassa per tornare in città ma ne è valsa la pena. Vale la pena scrivere, promuovere, socializzare l'esperienza, perché alla fine questi saranno i ricordi migliori, quelli che non hanno comportato un compenso materiale ma la soddisfazione di non sentirsi soli nella folle avventura dello scrivere.