lunedì 7 marzo 2016

Coliandro ... soprattutto per affetto



Termina l'ultima stagione tanto attesa di Coliandro e scrivo poche considerazioni a margine di un fenomeno più che di un prodotto.
Io amo la serie, seguo gli autori da anni, dentro c'è Lucarelli, i Manetti Bros, e tanta creatività bolognese, dentro c'è Morelli che tanto deve della sua popolarità, se non tutto, al personaggio, lui è Coliandro, difficile pensare a un sostituto.
Devo ammettere che specialmente l'ultima puntata Cop Killer, l'ho trovata fiacca, davvero poco divertente e aggiungo, il riferimento alla vittima di un poliziotto violento mi è sembrato strumentale, quasi ideologico, quando la cosa davvero divertente della serie e del personaggio è il suo essere al di sopra delle parti.
In questa stagione è emerso un Coliandro che ammette i suoi limiti, che gioca con il suo ruolo di macho, e svela a tutti i costi la sua componente buonista, al limite dell'essenza del personaggio stesso.
Cambiano i tempi e nonostante fior fiore di sceneggiatori, compreso il concorso in rete per nuove e originali idee da proporre, non mi pare che le sceneggiature siano originali o sorprendenti.
Rimane la simpatia di Coliandro, la bellezza della fotografia, l'affetto per i personaggi, e la speranza che la serie continui ad esistere per inseguire la qualità non accontentandosi dei bagni di folla in Sala Borsa, indicativi soprattutto del successo di un personaggio che rischia di diventare un'icona con niente dietro.


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