venerdì 19 febbraio 2016

Polizia Locale continuando a morire ... dimenticati dal paese








Dal Corriere di Novara

Vigilessa di 44 anni travolta e uccisa sulla tangenziale


È un’agente della polizia municipale di Novara, Sara Gambaro, 44 anni, sposata e madre di due bimbi, la vittima del tragico incidente accaduto sulla tangenziale all’uscita di corso Milano per Trecate. La vigilessa era in servizio con una collega per gestire il traffico dopo che un mezzo si era fermato lungo una corsia della tangenziale stessa.
Secondo le prime rilevazioni della Stradale sarebbe sopraggiunta una Mercedes classe A condotta da un uomo di 55 anni che ha travolto Sara Gambaro. 

Un'altra collega è morta facendo il suo dovere.

In Polizia Locale si continua a morire, dal collega di Milano investito dal giovane rom, al collega morto in Campania dopo avere inutilmente denunciato i misfatti legati all'inquinamento ambientale, si muore per strada da eroi, cercando di difendere i propri concittadini da un pazzo armato di fucile, e oggi è caduta sulla strada dove lavorava una collega di 44 anni, una donna, una madre.

Nel momento del dolore non posso nascondere la rabbia, perché mentre noi continuiamo a morire, continuiamo a essere picchiati, oltraggiati, offesi, umiliati, lo Stato cosa fa? le Amministrazioni Locali cosa fanno? la Magistratura cosa fa?

Per i nostri morti nessuno si indigna, nessuno si alza in Parlamento per dire semplicemente basta.
Noi siamo ancora e per sempre vigili urbani, siamo sacrificati e sacrificabili, neanche le leggi riescono a tutelarci.
Noi non abbiamo diritto agli 80 euro di Renzi, è notizia degli ultimi giorni, se ci picchiano e oltraggiano ci sono giudici pronti ad assolvere il delinquente di turno, non abbiamo la causa di servizio cancellata dal governo Monti, non abbiamo le tutele, non possiamo difenderci, i mass media ci sbranano ogni giorno fomentando un'opinione pubblica nutrita a odio e frustrazione.

Cosa racconteranno ai due figli di Sara Gambaro, a suo marito, chi si preoccuperà per questa famiglia?
Abbandonati dallo Stato, dai Comuni, dalle Regioni, condannati in un limbo sempre più violento, sempre più poveri, sempre meno garantiti.
Quale paese civile, europeo, all'avanguardia, si può permettere di dimenticarsi con ostinata arroganza degli uomini e delle donne che ogni giorno escono sull'asfalto, equilibristi senza rete sopra città trasformate in terreni di scontro sociale.
Noi continueremo a chiedere giustizia per i caduti e per le loro famiglie, non ci arrenderemo, lo dobbiamo a Sara, a Nicolò ai due colleghi napoletani e ai tanti morti e dimenticati.
Noi non vi dimenticheremo.
Nessuno deve restare indietro

Massimo Fagnoni delegato SULPL bologna

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