sabato 14 novembre 2015

born in the usa





Ma se faccio un bilancio, una cosa superficiale, perché io sono un tipo semplice:

Inizio con Topolino e Paperino, quei fumetti che mi riempivano gli occhi e le giornate e il Manuale delle giovani marmotte che è tornato in libreria in questi giorni (Giunti editore) e poi Salgari, molto Salgari con la sua India allucinata ricostruita con un'immaginazione fervida e un bisogno impellente di produrre romanzi, poi Tex, Zagor, e dopo la Marvel con l'uomo ragno, Devil, i Fantastici 4, e la musica tanta musica da Cat Stevens a Bruce Springsteen, dai Doors ai Beatles, e cinema tanto cinema molto americano da John Wayne a Guerre stellari, da Blade Runner a Apocalypse now, e tanti libri da Chandler a Hemingway, e poi tanta Europa da Truffaut a Hitchcock, da Sartre a Simone de Beauvoir, e movimenti di idee, lotte di piazza, morti, terrorismo, strategie della tensione, echi di guerre lontane, e un immaginario prodigioso fra tanto cinema, tanta musica, tanta letteratura, tanti intellettuali,artisti, pensatori, una ricchezza e una bellezza che mi ha accompagnato fino ad oggi.
E infine l'Italia con la sua bellezza genetica, e la commedia degli anni sessanta, il teatro di De Filippo, l'intelligenza graffiante di Gaber, la poesia di De André, il cinema di Fellini, e ho citato solo le prime cose che mi sono venute in mente omettendo un mondo di persone, opere, scritti, musiche, pensatori che in questo momento sono in una parte del mio cervello che  bloccato dall'orrore non riesce a rievocare, perché io sono nato in questo paradiso degli orchi, dove l'individualismo è una religione, l'egoismo una necessità, l'altruismo una facciata e l'interesse una carriera, ma è il mio mondo e ne sono talmente pieno e talmente orgoglioso, perché è per me l'unico mondo possibile dove ci sono le cose che prediligo, e perché fondamentalmente sono nato qui e qui ho intenzione di finire la mia storia.
E nonostante i detrattori, i critici, i moralisti, i puristi, i buonisti io sto con l'Occidente con tutte le sue contraddizioni, con tutte le sue brutture, perché qui Bruce Spingten può cantare Born in usa e urlare la rabbia, denunciare gli errori, e chiunque può dire e lottare per ciò che crede giusto.
La libertà non è solo una bandiera da difendere con la vita, è anche la bellezza della nostra cultura ed è per questa nostra cultura che vale la pena vivere e se proprio sarà necessario morire

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