giovedì 29 ottobre 2015

metal gear solid V. the phantom pain




Se stai cercando una recensione tecnica hai sbagliato blog.
Io non sono un tecnico, e sono troppo vecchio per essere un professionista delle consolle.
Sono solo un giocatore, uno che ama i video giochi da sempre, e questo se tu sei un giovane, dovrebbe infonderti ottimismo, perché se è vero che la vita volte nel suo divenire uccide gli entusiasmi, è anche vero che in alcuni casi certi entusiasmi aiutano a contrastare il passare del tempo.
Adesso so che non potrei più fare la Casaglia San Luca di corsa con la stessa arroganza dei trent'anni, ma quando mi immedesimo nel  Big Boss posso fare quasi tutto, ho anche un arto bionico e soprattutto devo risolvere situazioni, devo entrare in luoghi inaccessibili, recuperare informazioni, salvare ostaggi, uccidere nemici e tornare sano e salvo alla base madre.
La definizione dell'xbox one è, per uno cresciuto a Tex Willer e Uomo Ragno a fumetti, qualcosa di davvero fantascientifico, il gioco è bello, adrenalinico, ma con diverse alternative, tu puoi scegliere la modalità di approccio più divertente o strategica e ponderata, o brutale e sanguinolenta.
I personaggi sono belli, intagliati nella virtualità pura di un video game come un basso rilievo fatto di dialoghi serrati e propositi di vendetta, e in questa avventura fuori da ogni tempo e rotta mi perdo qualche minuto al giorno, ritagliandolo fra i miei tempi che come i tempi di tutti sono condizionati dalle cose obbligatorie da fare e quelle facoltative.
Ritagliati un pezzetto di libertà ogni giorno, per i periodi nei quali non avrai questa possibilità di scelta.

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