venerdì 30 ottobre 2015

THE WITCHER 3



Sicuramente la mia dimensione video ludica prediletta è quella del gioco di ruolo, invecchiando le sparatorie mi annoiano e infatti come qualcuno dei miei lettori avrà notato ce ne sono sempre meno nei miei romanzi, perché se è vero che nel mondo si ammazzano allegramente ogni giorno con una fantasmagorica collezioni di armi da fuoco, è anche vero che la realtà occidentale, attentati a parte, segue ritmi più rarefatti e la violenza passa attraverso circuiti diversi spesso celati dai muri di tante famiglie apparentemente normali.
Ma tornando al gioco, ho acquistato The Witcher 3 per xbox one, ed è una meraviglia di gioco perché già come in Dragon Age inquisition ti permette di spaziare in un mondo vastissimo e ricco di personaggi e situazioni.
E' un gioco polacco e secondo me rispetto alla versione precedente è cresciuto molto, sia per la grafica spettacolare che per le diverse possibilità, adesso il mio witcher nuota, va a cavallo, naviga, ed ha mantenuto immutato il fascino dell'eroe rude ma buono, il mostro in un mondo ostile e minaccioso.
E' un gioco davvero diverso perché ha una sua morale e in un certo senso è controcorrente, quasi rivoluzionario.
Se vi piacciono i giochi di ruolo è davvero consigliatissimo.

giovedì 29 ottobre 2015

metal gear solid V. the phantom pain




Se stai cercando una recensione tecnica hai sbagliato blog.
Io non sono un tecnico, e sono troppo vecchio per essere un professionista delle consolle.
Sono solo un giocatore, uno che ama i video giochi da sempre, e questo se tu sei un giovane, dovrebbe infonderti ottimismo, perché se è vero che la vita volte nel suo divenire uccide gli entusiasmi, è anche vero che in alcuni casi certi entusiasmi aiutano a contrastare il passare del tempo.
Adesso so che non potrei più fare la Casaglia San Luca di corsa con la stessa arroganza dei trent'anni, ma quando mi immedesimo nel  Big Boss posso fare quasi tutto, ho anche un arto bionico e soprattutto devo risolvere situazioni, devo entrare in luoghi inaccessibili, recuperare informazioni, salvare ostaggi, uccidere nemici e tornare sano e salvo alla base madre.
La definizione dell'xbox one è, per uno cresciuto a Tex Willer e Uomo Ragno a fumetti, qualcosa di davvero fantascientifico, il gioco è bello, adrenalinico, ma con diverse alternative, tu puoi scegliere la modalità di approccio più divertente o strategica e ponderata, o brutale e sanguinolenta.
I personaggi sono belli, intagliati nella virtualità pura di un video game come un basso rilievo fatto di dialoghi serrati e propositi di vendetta, e in questa avventura fuori da ogni tempo e rotta mi perdo qualche minuto al giorno, ritagliandolo fra i miei tempi che come i tempi di tutti sono condizionati dalle cose obbligatorie da fare e quelle facoltative.
Ritagliati un pezzetto di libertà ogni giorno, per i periodi nei quali non avrai questa possibilità di scelta.

venerdì 23 ottobre 2015

il giovane favoloso




Chissà perché quando si parla di Leopardi, fuori da schemi classici e retorica da salotto letterario, emerge un'insofferenza tutta legata alle fatiche dello studio  che per noi cinquantenni era la scuola del latino obbligatorio, delle poesie a memoria, delle parafrasi, e di quel modello di apprendimento tanto faticoso e stucchevole quanto inutile e dannoso perché infine non ha lasciato niente in noi, a quanto pare, se non il peggio del ricordo legato all'acquisizione della nozione e non alla meraviglia del testo.
Ecco che invece questo film restituisce attraverso la rilettura di un regista non certo facile, la figura di uno dei più grandi poeti italiani, e ce lo restituisce in tutta la sua fragilità di essere umano schiacciato dalla natura di un corpo gracile e della smisurata grandezza del suo intelletto.
Il film si svolge per la prima ora di 141 minuti in quella Recanati tanto amata e odiata dal poeta, e crea davvero un'atmosfera di tempi difficilmente comprensibili per noi uomini contemporanei che con un clic possiamo spostarci di continente, entrare in contatto con altri esseri umani, dialogare con le macchine, guardare siti porno, scrivere minchiate su facebook  o twitter, mostrare il piatto del giorno e disperdere allegramente il nostro tempo e le nostre energie dietro alla futilità della comunicazione moderna.
Leopardi invece, che aveva un cervello continuamente in ebollizione e una mente rivoluzionaria, fu costretto dalla famiglia castrante e nobile a una sorta di reclusione mentre il mondo intellettuale d'allora lo reclamava.
Nel film girato anche all'interno della  biblioteca di famiglia, enorme per il periodo storico e ricca, ci si compenetra con questo giovane davvero favoloso e infelice ed è bravissimo l'attore Elio Germano, a farci apprezzarela sua poesia che alla fine è la incommensurabile eredità artistica lasciata dal poeta, e attraverso le immagini e le parole del film ho davvero gustato alcune delle sue poesie più belle, comprendendo o immaginando insieme al regista cosa doveva provare il giovane Leopardi nel momento creativo.
Alcuni  considerano Leopardi deprimente e malinconico, io credo fosse un vero genio della poesia, riuscendo a incarnare sentimenti e creatività in un connubio quasi perfetto.
Ai giorni nostri sarebbe diventato sicuramente un idolo giovanile, magari uno di quei cantori degli struggimenti dell'animo umano, o semplicemente un rivoluzionario.
Bisognerebbe mostrare il film nelle scuole, e insegnare ai giovani ad amare questo grande italiano e smettere di trattarlo come un gufo della nostra poesia.
Grande Martone e Germano, bravo anche Riondino che conoscevo solo per il giovane Montalbano.

domenica 18 ottobre 2015

Dipendenti pubblici ... la legge di stabilità 2015



Lo so è un argomento noioso e allora vivacizziamolo un poco.
Mi torna alla memoria il film I guerrieri della notte, una delle scene iniziali quando il leader di una delle bande della grande metropoli americana davanti ad una platea di guerrieri metropolitani ricorda loro quanto sarebbero forti se uniti, tralasciamo il passaggio che in seguito lo fanno fuori e tutto il resto del film davvero molto bello per quel periodo, parliamo di dati concreti:

Contiamoci, quanti siamo?
Le stime sempre approssimative parlano di una cifra intorno ai 3 milioni e mezzo, probabilmente una stima al ribasso.
Emerge il dato che in Europa non siamo certo uno dei gruppi lavorativi più numerosi andate a documentarvi.
E dentro ci siamo tutti anche l'amico vigile del fuoco che detesta noi della polizia municipale.
La realtà è che siamo divisi appunto, particolarismi, orgoglio di gruppo, di Corpo, di appartenenza, di categoria, fra poliziotti, vigili del fuoco, carabinieri, insegnanti, impiegati e poi regionali, comunali, statali.
E se smettessimo di sputarci addosso e ci contassimo? Ma davvero.
E cominciassimo a fare cose insieme, perché alla fine qual'è il problema?
Il problema è che dal 2009 ci stanno prendendo per i fondelli, ci stanno affamando e perdonate la grammatica, ci stanno prendendo per sfinimento, ci stanno dividendo, ci stanno mettendo gli uni contro gli altri, e adesso Renzi l'ultimo della serie, propone una legge di stabilità che ci porterà in tasca 8 euro lordi, ma scherziamo?
E io con questa sua miseria come faccio a pagare le tasse universitarie delle figlie? Il mutuo, le spese mediche, perché non sono abbastanza povero da potere almeno portare a casa gli 80 euro mensili, ma intanto come sperano di risollevare i consumi se affamano 4 milioni di persone che se ne tirano dietro sicuramente molti di più.
Cominciamo a fargli capire che noi siamo davvero indispensabili.
Cominciamo a fermare il paese con gli strumenti che abbiamo, lo sciopero ad esempio, scendiamo nelle piazze, riempiamole e non permettiamogli di ammazzare la speranza di un futuro non solo per i nostri figli ma anche per noi, che con gli stipendi di 1200 euro al mese siamo condannati a fare i pezzenti senza neanche sapere quando potremo andare in pensione.
Cominciamo a fare intanto l'unica cosa possibile in una democrazia, togliamogli il voto, mandiamoli a casa.



sabato 17 ottobre 2015

sconosciuti



Mi rendo conto di andare contro corrente ma da bravo tele maniaco lasciatemi esprimere fino a quando me lo permetterà l'attuale democrazia, la mia opinione su questa trasmissione premiata dal Movimento italiano genitori nel giugno 2015 per l'alto valore sociale.

Partiamo dall'orario e dalla collocazione, Sconosciuti va in onda dopo Blob trasmissione che vedo da sempre, dissacrante, realistica come uno spot pubblicitario, divertente quando è possibile tragica quando capita, ma autentica nella sua sistematica frammentazione.

Dopo Blob e prima di Un posto al sole, intorno alle 20 e 10 circa su rai 3 parte la sigla che mi uccide qualsiasi briciola di allegria residua specialmente dopo una giornata di corsa dietro le nostre solite cose. E' una musica triste una sorta di coro a metà fra il canto liturgico e il coro dell'armata rossa senza il consueto brio guerriero però, è una lagna che si insinua fra  stomaco e  cervello e annichilisce ogni energia vitale. Poi solitamente parte una voce fuori campo femminile, sensata, consolatoria e solitamente racconta una storia, una vicenda tutta italiana di una coppia in genere, di una vita di coppia, o simili e c'è tutta la vita raccontata come una carrellata, come me la figuro io negli ultimi istanti prima di una fucilazione o in picchiata nell'aereo dirottato, e in questa personale ricerca della felicità c'è sempre una montagna di disgrazie, quelle che solitamente capitano a tanti, che possono capitare, che a volte sono inevitabili, e un barlume di speranza a fine trasmissione.
A volte le nostre vite, le nostre vite sconosciute, dovrebbero rimanere tali, specialmente a ora di cena, quando meglio sarebbe una bella puntata di happy days o di camera cafè.
Questa splendida trasmissione premiata e socialmente utile perché non la trasmettono in seconda serata così che i milioni di appassionati se la possano gustare nella giusta atmosfera?

venerdì 16 ottobre 2015

finanziamento pubblico ai partiti











L’aula del Senato ha approvato in via definitiva la proposta di legge Boccadutri che sblocca il finanziamento pubblico per gli anni 2013 e 2014 anche ai partiti che non hanno presentato un bilancio certificato. I sì sono stati 148, i no 44 e 17 gli astenuti.

Quasi tutti i gruppi hanno votato a favore; Sel si è astenuta, così anche i senatori del “Misto- L’altra Europa con Tsipras”. Il senatore Ap Andrea Augello si è astenuto in dissenso dal suo gruppo per quello che ha definito un «pasticcio». L’astensione al Senato vale come voto contrario. Il senatore Maurizio Romani (Misto, ex M5S) ha votato a favore.

Il M5S ha votato contro mentre il senatore 5 stelle Vito Crimi non ha partecipato al voto con questa motivazione: «Io a questo banchetto dove vi spartite i soldi, non voglio partecipare. Il mio non voto l’ho deciso dopo aver sentito Del Barba (Pd) che è stato un’offesa ai 19 milioni di poveri»; anche Maria Mussini (Misto, ex M5S) ha votato contro.

Dalla Stampa online.

Io non mi occupo di politica, anche se tutto è politica,  tutti siamo immersi in questo marasma sociale alla fine  sempre legato alla politica, anche se ho smesso da tempo di crederci  alla fine ci devo fare i conti.
Quindi leggo la notizia  e mi chiedo perché?
Non perché hanno votato in 148 a favore.
Non perché l'approvazione della legge ha avuto un iter velocissimo.
(Se penso che noi della Polizia Locale non sappiamo nemmeno che fine ha fatto la nostra proposta di riforma della legge già mi sale la rabbia).
Non perché ancora una volta arriveranno i denari ai partiti.

Mi chiedo perché avevano detto che la stagione dei rimborsi elettorali era finita e non era vero.

Poi parlo con un paio di colleghi, due "compagni", e mi dicono che eliminare i rimborsi elettorali vincolandoli a finanziamenti privati porterebbe l'Italia al livello degli Stati Uniti, dove chi ha i denari può fare campagna elettorale, e  chi riesce a sedurre le varie lobbies vince a mani basse.

E io penso chi se ne frega.

Credo che nel nostro paese dare denaro ai partiti è come buttarlo dalla finestra sperando che cada nelle mani giuste, perché diciamocelo, la corruzione, il ladrocinio, le tangenti, non sono sempre passate dalla politica nel nostro paese?
Non lo dico io lo dicono gli atti giudiziari, gli scandali, i governi crollati sotto il peso di indagini della magistratura e  questo dovrebbe bastare e agli amici che ancora per burla amano chiamarsi compagni dico, nessuna paura, come gli iscritti ai sindacati pagano ogni mese una tessera per avere una tutela, gli iscritti o i simpatizzanti di un partito dovranno mettersi le mani in tasca e pagare la propria scelta politica e così potremo contarci, così potremo sancire definitivamente la fine di un vecchio modo di fare politica e se devono vincere coloro che hanno i soldi, pazienza, del resto non è sempre andata così?

martedì 13 ottobre 2015

The martian



Una coppia vincente, Matt Damon che seguo da quel Genio ribelle del quale se non erro sua era la sceneggiatura e Ridley Scott regista molto amato e molto odiato che a me è sempre piaciuto sia nei film eccessivi e improbabili come Il gladiatore o quelli capolavori per caso come Blade runner.
Non aspettatevi uno Scott delirante e barocco, questo è quasi un documentario fantascientifico, e una favola moderna, dove al centro c'è l'uomo, ciò che è diventato, ciò che è sempre stato, in questo caso il Robinson Crusoe è un botanico che rimasto da solo su Marte deve riorganizzarsi un'esistenza senza nessuna certezza se non quella di volere vivere a tutti i costi.
L'uomo, la sua indomita volontà di sopravvivenza e sicuramente la sua innata fantasia lo hanno portato fino ad oggi, fra mille contraddizioni, migliaia di errori e orrori, ma se nell'universo dovesse esserci una gerarchia per la bellezza credo che l'uomo sarebbe fra i primi, essere tanto imperfetto quanto geniale che compensa le sue debolezze con un'inguaribile curiosità ed è la curiosità che ci ha portato nello spazio, la scienza che ci permette di coltivare patate su Marte concimate con le feci.
E' un film sull'avventura umana, sul coraggio, sulla solitudine obbligatoria e sulla speranza.
Quando parte una missione spaziale non pensiamo sempre e solo che quei soldi potrebbero spenderli meglio, perché forse è nello spazio infinito che continuerà il destino della nostra umanità, e se anche così non fosse quando finisce la curiosità finisce la speranza.
The Martian

domenica 11 ottobre 2015

Vita da sbirro ... il palio del somaro






Leggo sul Carlino questo trafiletto sul Palio del somaro festa di Via del Pratello inneggiante al desiderio di fare comunità, quindi la fagiolata, il mercato del riuso,  e tante altre iniziative dedicate ironicamente a chi ogni anno sanziona i commercianti della zona ostacolando il loro 25 aprile.
Cito il Carlino chiaramente.
Ci saranno gare con i sacchi e le carriole e chi vincerà potrà esporre per un anno il drappello della vittoria: un somaro con alle spalle il Pratello, e cito sempre il Carlino:
“Il somaro è chi ci sanziona e chi ci ostacola e chi ha messo nel mirino il nostro 25 aprile”, e così in mostra come opere d’arte finiranno le sanzioni dell’ultima edizione.
E i commercianti fanno esempi di multe ingiuste come avere sanzionato un locale per avere lasciato un tavolo in strada cinque minuti dopo la mezzanotte e peccati veniali del stesso tipo.
E qui mi scappa da ridere.

Cos’è la legalità?

Questi signori, fanno il Palio del somaro e lo dedicano a chi li sanziona, e non ironizzano solo sull'amministrazione ma anche su chi in prima linea deve fare rispettare le regole.
Mi chiedo cosa significhi per questi signori e più in generale per i cittadini italiani la convivenza civile, il rispetto della libertà degli altri, ma questi signori sono superiori a tali frivolezze, perché ci vogliono imporre il loro personale concetto di libertà.
L’occupazione di spazi collettivi, l’assembramento davanti ai locali, la musica ad alto volume, e tante altre bazzecole per loro sono un modo di vivere compiutamente la socialità e il degrado è attenuato dalla loro riconquista degli spazi, e io penso che sia legittimo portare avanti uno stile di vita, e anche raccontarsela che con loro la città è più viva e sicura, ma non sulla pelle di chi è chiamato per senso di servizio a intervenire sul mancato rispetto di leggi e regolamenti.


Il somaro per certi italiani è chi  impedisce di fare ciò che più gli aggrada alla faccia del rispetto della libertà altrui e credo che questo atteggiamento faccia tendenza nel nostro paese dove chi fa rispettare le regole è un somaro, chi le infrange invece è un eroe, tranne quando tornando a casa da una notte ad alto tasso etilico si schianta contro un palo, ma come si dice, ogni guerra di libertà ha i suoi eroi e i suoi martiri.

Massimo Fagnoni
Delegato SULPL

sabato 10 ottobre 2015

truffatori di gas e luce a domicilio ... nuovi mestieri



Mettiamo l'ipotesi che in un piccolo appartamento della periferia della vostra città ci abiti una vostra anziana parente, la mamma, la nonna, la zia, una persona di altri tempi, abituata ad altri ritmi comunicativi, ad altri stili, magari una persona con qualche problema cognitivo, persone sole a volte, a volte sole per qualche ora, per la giornata lavorativa, con un'autonomia residua sufficiente a stare da soli in casa, farsi da mangiare e occuparsi della propria abitazione, ma con una percezione della realtà esterna rallentata.
Questi anziani sono le tipiche vittime di ladri, malfattori, truffatori e questo lo sappiamo, ma nella lista bisogna anche aggiungere una nuova razza di predatori, subdola e per questo non meno pericolosa, i venditori di utenze a domicilio e qui potete leggere l'articolo che vi spiega come funziona.
Ma se è possibile difendersi da questi mercenari che per pochi euro si insinuano nelle case dei più  deboli e sprovveduti, rimane la rabbia di essere in una società dove i più deboli sono le vittime predestinate e insieme a loro i  parenti, figli, nipoti, amici che sono costretti a costruire muri intorno ai loro vecchi per impedire a gente senza scrupoli di depredarli.
Se la vostra anziana madre o nonna firma un contratto con una nuova società di luce gas solo perché raggirata o troppo confusa per capire che sta facendo, dopo a voi toccherà l'onere del recesso, e questo è sicuramente un problema dovuto ad un buco normativo, spero non frutto di accordi sottobanco.
La nostra società sta diventando sempre di più un mondo di anziani lungodegenti cronici assediati nelle loro stesse abitazioni da branchi di lupi famelici; quale società non tutela i propri vecchi? le categorie più deboli? Leggo oggi di una banda che utilizzava le badanti straniere per infiltrarsi negli appartamenti e rubare.
Sale davvero il desiderio di svernare altrove, in luoghi dove il presidio sociale abbia ancora un valore e gli sciacalli vengano trattati come tali.

martedì 6 ottobre 2015

Solitario bolognese in ebook a 2,99 euro



Dopo Lupi neri su Bologna, Il silenzio della bassa, La ragazza del fiume, arriva in ebook anche il mio unico libro di novelle e racconti.
Solitario bolognese non si riferisce  a un gioco di carte, o a pratiche onanistiche ( cito le battute dei colleghi), ma a una raccolta di racconti, primo di tutti La luna e la neve, una novella di 90 pagine che parla di un uomo, di una divisa e di un incidente, uno di quelli che cambiano la vita.
Gli altri racconti rigorosamente brevi raccontano storie quasi tutte al maschile di uomini che si aggirano per Bologna cercando di sopravvivere nonostante le contraddizioni e gli errori commessi.
In primavera seconda puntata, secondo libro di racconti sempre edito da Giraldi che ringrazio per la fiducia.
L'ebook lo trovate per ora su mediaword a 2 euro e 99

lunedì 5 ottobre 2015

vigili bolognesi ... una vita da mediano



Una vita da mediano

A volte mi chiedo chi ce lo fa fare, perché fino ad oggi, fino a poco tempo fa, almeno ci lasciavano lavorare... soddisfazioni poche, quelle le troviamo con un grazie gentile e commosso di un anziano a cui restituiamo il portafoglio rubato da un ladro preso sull'autobus o di un ragazzo a cui recuperiamo la moto rubata, oppure ad una persona che si rivolge allo sportello ed a cui risolviamo il suo problema...oppure nelle battute da spogliatoio, la sera, per alleggerire lo stress, magari dopo aver fatto ore di straordinario a guardia di un delinquente che ti ha insultato per ore e che il giorno dopo sarà di nuovo fuori (e pazienza se ci mettono pure qualche anno a pagartelo lo straordinario, magari dopo aver dovuto fare un banchetto di protesta).

Ma i commenti dei colleghi, degli amici di sempre, dei fratelli in pattuglia, quelli sono più importanti di un encomio, perché per radio si sente tutto, e in città c’è da correre spesso, dietro un guaio a volte grosso, un incidente stradale, uno di quelli brutti quando non sai quale codice daranno al ferito, un povero cristo caduto in moto magari, e quando c’è l’incidente brutto ci siamo noi. Attraverso le chiamate radio si può capire il nostro lavoro, ma bisogna sapere ascoltare, bisogna avere la mente aperta.

Noi ci abbiamo provato a raccontare alla gente cosa significa avere una divisa, a volte ti capita il tossicodipendente con la siringa ancora nel braccio in overdose, lo aiuti e lo proteggi come puoi, e mentre attendi l'ambulanza e i minuti sono ore, ti chiedi se ha una famiglia e sai che forse ti toccherà avvisare un padre ed una madre che non ha più un figlio.

A volte ce la fai, come il collega che rianimò una persona in piazza Maggiore... altre volte invece, nonostante ti sia lanciato dentro un negozio che sta bruciando per salvare un uomo, questi non sopravvive e allora non t' importa nulla di aver rischiato la tua pelle e la tua salute, arrabbiato come sei per non essere riuscito a tirarlo fuori da lì in tempo!

Già, chi ce lo fa fare?
Ci dicono che siamo dei privilegiati, allora vado a leggere sul dizionario: ''Chi gode di privilegi sociali.''
E mi scappa da ridere.
Lo stipendio e le progressioni ferme al 2009. Gli straordinari ce li pagano sempre in ritardo, a volte di anni. Abbiamo dovuto fare causa al Comune perché ci pagassero le spese legali sostenute per difenderci da accuse ingiuste. Ci accusano di tutto e noi obbligati al silenzio. Siamo al fianco dei colleghi delle forze dell' ordine, ma con il decreto Monti ci hanno tolto l' equo indennizzo e la causa di servizio.  

Quale sarebbe dunque il privilegio e quale la casta?

Noi siamo lavoratori come tutti gli altri, con alcune sostanziali differenze: una pistola, i turni festivi, notturni e serali, a Natale ed a Capodanno, quando gli altri sono in giro a divertirsi, tu sei lì a calmare un ubriaco violento o a schivare una bottiglia che ti viene lanciata contro solo perché hai la divisa e quindi sei socialmente un bersaglio!

Mentre la gente balla e magari si ubriaca nelle discoteche, noi siamo là fuori sperando che la notte finisca nel migliore dei modi.

Noi saremmo i privilegiati?

Poi ascolto chi dovrebbe valorizzarci, tutelarci, difenderci.

Ci hanno detto che non vogliamo fare le notti, quelle che facciamo tutte le notti e basta sollevare un telefono stasera e chiamare la nostra Centrale Radio Operativa connessa 24 ore al giorno per tutto l’anno.
Ci hanno detto che siamo contro la mobilità, mentre in giro ci sono poveri cassaintegrati che non hanno lavoro...
E da queste frasi ti rendi conto perché tutti i (quasi) 600 vigili, sindacalizzati o meno, sono uniti dalla consapevolezza che all'arroganza non si può non rispondere se non con l’unità e che c'è un bisogno di ristabilire la verità!

E allora noi siamo scesi in strada.

Noi, i privilegiati dalle tasche buche, scendiamo in piazza il sabato pomeriggio, fuori servizio, a parlare con la gente, temendo (sotto sotto) anche qualche insulto... ed invece troviamo persone che hanno voglia di comunicare, raccontandoci la loro paura nelle periferie sguarnite.

Hanno deciso di comandare, dimenticandosi che in un paese democratico bisogna imparare a condividere ed ascoltare, non solo imporre!

Ci mandano per strada ad affrontare il degrado e la criminalità, dicendoci che non dobbiamo fare la polizia...già, poi però siamo in piazza Verdi, in autobus a prendere i borseggiatori, a contrastare lo spaccio o a 10 metri dalla manifestazione violenta a fare viabilità... e ti brucia tanto il fatto di essere preso in giro!

Li abbiamo invitati a venire in pattuglia con noi, per capire e vedere che cosa facciamo e se siamo dei privilegiati...non sono venuti!

''E a noi chi ce lo fa fare?'' era la domanda iniziale.

Il senso del dovere, l’amore per la nostra divisa, per la nostra città, perché non sanno che noi saremo ancora qua, con i nostri stipendi fermi al palo, con i nostri feriti... noi saremo ancora qui in questa città, dentro le nostre divise, perché noi siamo lavoratori e abbiamo scelto la nostra professione.

Loro, tra un po', magari siederanno sui un' altra poltrona prestigiosa e più remunerativa e dimenticheranno presto che hanno tentato di umiliare uomini e donne della Polizia Municipale di Bologna...senza riuscirci!

La nostra è una vita da mediano... e non ne esiste una migliore.


Massimo Fagnoni,
scrittore e delegato SULPL di Bologna

sabato 3 ottobre 2015

Delitti RossoBlu



Nuova avventura di 16 (credo) scrittori bolognesi fra i quali compare anche il sottoscritto.
Mi piace l'esperimento e anche la copertina.
Per la prima volta in vita mia ho scritto un racconto parlando di calcio, una novità assoluta per me.
Prima presentazione della corposa antologia a dicembre 2015 e dovrò fare lo slalom fra le presentazioni del nuovo romanzo, in libreria a breve.  Questa nuova esperienza la metto insieme alle cose buone che mi porta la scrittura, per un solitario come me ritrovarsi all'interno di un'antologia è come fare parte di una squadra e chissà magari vinceremo il campionato ... almeno noi.

giovedì 1 ottobre 2015

battle creek ... fine prima stagione



E così si è conclusa la prima stagione di questa serie televisiva, Battle Creek, che si svolge in una piccola cittadina americana nella realtà 50000 persone, e l'elemento che mi ha convinto a seguire le vicissitudini di un gruppo di poliziotti davvero originale è sicuramente uno dei due sceneggiatori Vince Gilligan di Breaking bad.
La serie è molto fantasiosa, ma divertente, il gruppo di poliziotti è tanto eterogeneo quanto improbabile, talmente improbabile da convincere, una vera integrazione razziale con l'obeso di colore, la cinese intraprendente, l'indiano sensibile e i due protagonisti, che potete vedere nella locandina, due attori che non conoscevo Dean Winters e Josh Duhamel, una coppia di poliziotti costretti a lavorare insieme, anzi per essere precisi, uno il bello della situazione è un agente dell'Fbi che piace a tutti ed è bravo e male sopportato dal partner rude e provinciale abituato a lavorare con i classici metodi del poliziotto tradizionale e nello stesso tempo assolutamente incapace di intrattenere rapporti normali con chiunque.
La serie è divertente, dinamica, nel corso delle diverse puntate i personaggi crescono sufficientemente, i rapporti si consolidano e le caratteristiche dei vari protagonisti si delineano.
Pur rimanendo una serie leggera e poco realistica diverte e scivola in maniera armoniosa concludendosi con stile, consigliato.
su sky