domenica 6 settembre 2015

vite in divisa, l'orrore quotidiano



La barbarie corre sull'asfalto. E non si arresta davanti a nulla. Nemmeno di fronte al corpo di una ragazza distesa sulla strada. Morta. Coperta da un lenzuolo bianco. «Ho assistito a scene incredibili - racconta ancora turbato Marco Bergognini, 45 anni, agente della Polizia locale di Salò, insieme ad altri colleghi domenica sera a Barbarano per rilevare l’incidente in cui ha perso la vita la passeggera di una moto, Angelica Caironi vent’anni di Palazzolo - gente che urlava, automobilisti in coda che volevano passare assolutamente.
Dal Corriere della Sera Brescia.

Da una parte le considerazioni di rito sui sistemi in uso per rilevare gli incidenti in Italia, dall'altra parte considerazioni moralistiche sulla barbarie crescente, in mezzo ancora una volta noi, gli operatori della Polizia Locale a fare da filtro, da parafulmine, il cittadino non vede la situazione nella sua globalità, non si sofferma sulle vite degli altri, non riflette sul corpo disteso in mezzo alla strada, e  non importa nulla chi fosse quella persona, ancora meno le motivazioni che spingono degli uomini in divisa a deviare il traffico, il cittadino si sta spostando da un punto a fino ad un punto b e quella è la sua priorità, tutto il resto del mondo può andare a catafascio per lui, e tante volte mi è capitato di subire le ire e le ingiurie di chi doveva a tutti i costi passare senza chiedersi cosa ci facessi io in mezzo ad un incrocio a deviare il traffico.
Come possiamo sperare di cambiare le cose, di evolvere, di progredire se non siamo in grado di fermarci nemmeno davanti alla morte e rispettare il dolore, il lavoro di uomini che invece tali tragedie devono affrontarle tutti i giorni delimitando il luogo di un incidente, consolando i parenti distrutti, ricostruendo le dinamiche di un sinistro?
C'è la cosiddetta società civile quella composta dai cittadini, ed io ne leggo ogni giorno un bel campionario su facebook, bella gente sensibile e attenta sempre pronta a commuoversi per il dramma personale del diseredato di turno, dell'emarginato, del perseguitato, sempre pronti ad accusare istituzioni e forze dell'ordine di protervia e violenza, ma la realtà è diversa amici miei, la realtà ancora una volta si concretizza sulla strada come cantava Gaber, è lì che si misurano i cittadini e quelle decine, centinaia di automobilisti che hanno offeso, ingiuriato e maledetto i colleghi che con sfrontatezza hanno osato  ostacolare il loro tempo libero solo perché era morta una persona secondo voi non sono le stesse che mostrano tenerezza e umanità cliccando con il loro mouse dal salotto buono di casa? Noi artefici dei nostri stessi mali ci meritiamo i nostri governanti e la nostra condizione se non riusciamo a tollerare nemmeno uno stop doveroso davanti al cadavere di una ventenne che non potrà più andare da nessuna parte costretta ad aspettare qualcuno che la conduca pietosamente verso il suo ultimo viaggio.



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