mercoledì 29 luglio 2015

"Vigili" bolognesi








Ieri 28 luglio 2015 in un’afosa giornata d’estate è scoppiato un incendio in un negozio di via Goito a Bologna, una bigiotteria dove all’interno era chiuso il titolare.
La figlia urla disperata all’esterno ed allora un agente della Polizia Municipale entra, nonostante le fiamme, il calore infernale, il fumo acre che  toglie il respiro. Doma le fiamme con un estintore….
Solo i vigili del fuoco sono riusciti in seguito a estrarre dal negozio il titolare in gravissime condizioni entrando con  maschere e respiratori nel negozio saturo di fumo.
Conosco quell’agente della Municipale, classe 59, è stato il mio istruttore, lui mi ha insegnato le cose importanti, il rispetto per la divisa, l’importanza della forma, il saluto prima di tutto da fare al cittadino con la mano al berretto e la cortesia, la buona educazione.
Un vero “pulismano” bolognese, spesso mi ha ripreso quando all’inizio sbagliavo nell’atteggiamento, lo ricordo severo ma sempre costruttivo e soprattutto un bolognese doc, conoscitore della città, delle tradizioni, del territorio, ma anche un agente che nelle situazioni difficili non si tira mai indietro. Ieri ha fatto ciò che gli riesce meglio, servire e proteggere, lo fa dal primo giorno di lavoro e lo farà fino all’ultimo, fa parte della sua formazione, del suo modo di essere, è parte essenziale della sua professionalità.
Sabato scorso altri agenti della Municipale hanno arrestato due ladri, pregiudicati, che con il trucco della gomma bucata stavano derubando da giorni clienti del Brico Center in zona Roveri.
Si sono appostati fuori servizio sul posto, hanno seguito con i propri mezzi i due malfattori e aiutati da una pattuglia della ‘’Muni’’ (così ci chiamano gli studenti bolognesi) sono riusciti ad arrestarli, adesso i due ladri sono in carcere.
Potrei citare tanti altri esempi di “vigili” bolognesi, professionisti, uomini e donne che indossano una divisa e sono al servizio della collettività, come i colleghi che durante un incidente mortale sanno come porsi nei confronti dei parenti delle vittime, non abbandonandoli al loro dolore ma rimanendo in situazione con le parole, con i gesti, e solo chi ha assistito a certe scene sa quanto possa essere difficile consolare un padre senza scappare davanti alla disperazione, ma rimanendogli vicino.
“Vigili bolognesi” nessuno darà loro una medaglia e nemmeno la chiedono, continueranno a fare il loro dovere, come i due colleghi che a Napoli sono morti per proteggere i concittadini da un pazzo armato di fucile, ed anche in quel caso, lo Stato li ha citati distrattamente, come se il loro sacrificio fosse causale e trascurabile.
La mia speranza rimane che questi eroi della quotidianità un giorno vengano riconosciuti prima di tutto dai loro concittadini per ciò che davvero rappresentano, uomini e donne al servizio della collettività, parte essenziale del tessuto sociale nel quale sono nati, ingranaggio insostituibile nella complessa rete di relazioni che caratterizza la convivenza di tante persone all’interno della stessa città.
Durante un’affollata e sudata assemblea pochi giorni fa un collega e amico ha dichiarato la cosa più importante con voce accorata e la sincerità della indignazione, ha detto che alla fine noi non chiediamo niente altro che fare il nostro lavoro, perché ci piace, e perché è parte della nostra vita, e io aggiungo, per favore non toglieteci il rispetto e la dignità perché fanno parte della nostra essenza, in cambio noi continueremo a fare ciò che ci riesce meglio ventiquattro ore su ventiquattro, tutti i giorni dell’anno.

Massimo Fagnoni
delegato SULPL Bologna

domenica 26 luglio 2015

the comeback ... tra realtà e finzione



Perché è così difficile rassegnarsi al passare del tempo e alla sconfitta in certi casi, perché è così difficile lasciare le luci della scena?
Bisognerebbe chiederlo ai nostri politici che non cedono il passo, non sono disposti ad ammettere i propri errori basta guardare in questi giorni le pagine della cronaca. Da Roma a Bologna, fino alla Sicilia, i nostri politici sono come certi attori che arrivati sul viale del tramonto non rinunciano all'ultima battuta, alla loro piccola fetta di potere e di esposizione mediatica.

Più simpatica sicuramente la protagonista di questa sitcom datata 2005 che pur avendo riscosso un buon successo di pubblico e critica ha dovuto attendere fino al 2014 per la seconda stagione.
Io sto guardando la prima e chi ama la televisione nei suoi aspetti più o meno nevrotici, non può perdersi The comeback, il ritorno.
La protagonista è una ancora avvenente attrice televisiva sul viale del tramonto che vediamo impegnata fra un reality dedicato alla sua giornata e una sitcom dove riveste il  ruolo dell'attempata zia di una ragazza che si muove come una tipica ritardata americana in una commedia con un'altra giovane protagonista e due bei maschietti.

Lei ha un piccolo ruolo, marginale e viene bistrattata da regista, sceneggiatore giovane, grasso e odioso e  un po' da tutti, compresi i quattro giovani attori del cast, ma imperterrita come un monumento a se stessa e alla sua carriera in declino, non cede alla depressione, sempre con il sorriso
stampato sul viso, un sorriso immotivato e un ottimismo dettato da una personalità legata ad altri tempi e altri contenuti.

Lisa Kudrov è bravissima in questo ruolo, simpatica, autoironica, intelligente, e interessante è la commedia, alla fine  una dissacrante anatomia di certa televisione spazzatura, fra sitcom prive di qualsiasi senso, fra tette, grossolana comicità e nessun talento, dove ciò che conta sono gli indici di ascolto e la bellezza dei protagonisti.

Cosa sta diventando la televisione di intrattenimento? Cosa viene dato in pasto alle masse appiattite da sempre minori esigenze culturali, dove anche la commedia di qualità diventa troppo impegnativa da guardare e dove anche Friends diventa un prodotto  da ricordare con struggente nostalgia.

In agosto 2015 dovrebbe andare in onda la seconda stagione.
su sky

sabato 25 luglio 2015

true detective due



Seconda puntata. certi dialoghi entrano secchi e definitivi come la realtà e non c'è niente da fare, la realtà è la materia che mi affascina di più. Mi piacerebbe essere l'inventore di qualche gioco di prestigio, un bel fantasy con maghetti e draghi volanti, o un bel filone erotico esclusivo tipo cinquanta sfumature di niente, ma alla fine devo arrendermi all'evidenza che certi scambi fra i protagonisti di questa seconda stagione sono molto vicini al mio modo di interpretare la comunicazione verbale fra esseri umani oggi, essenziale, brutale, veloce, superficiale.
La seconda puntata è l'inizio dell'indagine e si muove lenta, precisa, cadenzata, inesorabile, senza una sbavatura, come un film da oscar, e mi fa bene, la sceneggiatura mi nutre, vitamine per il cervello, se ruberò da questi americani sarà solo a fin di bene.
Adesso vado a vedermi la terza puntata e sono bravo a non raccontarvi nulla.  

venerdì 24 luglio 2015

Amici come noi



Un tempo c'erano Le Iene programma televisivo delle reti fininvest dal 1997, fucina di attori e artisti da Fabio Volo a Teo Mammuccari e ho già citato due colossi della cultura contemporanea.
Devo ammettere che quando esordì in televisione talvolta guardavo queste imitazioni di iene intente a dissacrare luoghi comuni, vip decaduti e denunciare anche malcostume in sintonia con Striscia la notizia pe certi versi.
In seguito ho abbandonato la visione perché tutto muta e le trasmissioni dopo qualche anno scadono come gli alimenti e a volte emanano un cattivo odore.
Questi due signori che vedete sopra appartengono all'ultima generazione della trasmissione, pugliesi, comici, e adesso anche attori cinematografici, sono approdati al grande schermo con questo Amici come noi .
Il film è per me non classificabile, non fa ridere, unico suo obiettivo minimo visto che dovrebbe seguire la tradizione Zalone con incursioni nella demenzialità dei Soliti idioti altra categoria di comici per me non classificabili, perché non solo non fanno ridere ma portano sullo schermo una sorta di comicità demenziale e volgare che non arriva da nessuna parte, ma chiaramente sono solo opinioni personali.
Questo filmetto, Amici come noi, ha  tratti decisamente demenziali. Il rapimento del pappagallo dello zio, e la preparazione tecnica del calciatore con i palleggi nel prato, potevano essere scenette di un video amatoriale di liceali per farsi due risate alla fine degli esami di maturità. Il fatto che gli italiani siano in grado di inguritare qualsiasi cosa  non significa che sia necessario per forza proporgliela.
Il film non sono riuscito a  vederlo fino alla fine, voi nel dubbio saltatelo a piè pari.
su sky

mercoledì 22 luglio 2015

Vuoti a perdere a Pieve di Cento



Torno a presentare Vuoti a perdere insieme alle ragazze del Falling Book ,

Vi aspetto MERCOLEDÌ 29 LUGLIO 2015 ALLE 21 e 30 a Pieve di Cento in Piazza Andrea Costa 20 
presso l'Enoteca Natali 

e confido in una serata estiva ma più fresca di questa.

L'immagine della bella piazza in inverno non è casuale, non c'è niente da fare, io scrivo meglio con il freddo è scientificamente dimostrato.

domenica 19 luglio 2015

Vuoti a perdere ... recensione di Rino Tripodi



Una Bologna borghese e sottoproletaria nel nuovo giallo di Massimo Fagnoni

Il narratore felsineo conferma la propria amara vocazione “morale” in “Vuoti aperdere” (eclissi editrice)
«Un mondo tanto pieno di gadget quanto vuoto d’anime». Lo scrittore bolognese Massimo Fagnoni ribadisce col suo nuovo romanzo la propria attitudine a gettare un amaro sguardo “morale” sulla società odierna. Nel suo precedente giallo, Il silenzio della Bassa. Un’indagine di Galeazzo Trebbi (del quale ci siamo occupati con la recensione L’assassino? La tv spazzatura!), aveva approfondito lo squallore, la vuotezza e l’insita, ipocrita, celata violenza di certe trasmissioni televisive, della società dello spettacolo”, dell’intrusione dei media nelle nostre esistenze.
Fagnoni VuotiOra, da attento osservatore del sociale, Fagnoni sofferma il proprio sguardo disincantato su adolescenti, ragazzi e giovani del nostro tempo, viziati, prepotenti, violenti, persi tra divertimenti e droghe di ogni qualità e tipo, all’inseguimento spasmodico e maniacale di auto, moto, vestiti e smartphone alla moda. Insomma, dei veri e propri Vuoti a perdere (eclisse editrice, pp. 296, € 12,00). Ricchissimi o poverissimi, poco conta. I non-valori e i disvalori sono simili o uguali. Ma non è che i genitori siano migliori, costituendo famiglie che potremmo definire, con un termine antipatico, che non ci piace, “disfunzionali”: «Genitori distratti, bambini dimenticabili, cervelli impregnati da troppe informazioni, sistemi nervosi in tilt fra miserie quotidiane, tempi stringati, debiti inevasi e solitudini incolmabili, dove anche i figli, che dovrebbero essere i più amati, non riescono a riempire i vuoti».
La vicenda si svolge a Bologna, durante un autunno cupo e grigio e ha al proprio centro il Liceo scientifico “Righi” del capoluogo emiliano, quindi molti personaggi del romanzo sono studenti, coi loro genitori, per lo più appartenenti alla ricca borghesia felsinea. Ed è proprio la casuale scoperta del cadavere di una liceale di tale istituto scolastico, Laura Vannini, a dare l’avvio al ricco tessuto narrativo del libro. Sarà “la strana coppia” costituita dal carabiniere Giuseppe Greco e dall’agente della polizia municipale Marco Belli a ricevere l’incarico di sbrogliare l’intricata matassa. Protagonisti atipici, tutt’altro che perfetti, fragili di fronte al tempo che passa, coinvolti emotivamente. Ovviamente, in relazione, com’è tipico della narrativa di Fagnoni, con un turbinio di altri personaggi, tutti molto realisticamente credibili.
fagnoni vuoti (5)E, come se gli opposti si attraessero, alcuni allievi (e non solo loro) della Bologna-bene sono in stretto, rischioso, contatto col sottoproletariato del rione Pilastro, costituito dai figli dei meridionali immigrati decenni prima: ragazzotti feroci, delinquenti, col mito del crimine come ascensore per il successo. La tematica centrale del libro è dunque ben inserita, com’è tipico di Fagnoni, nel contesto della città dello scrittore. E nella sua critica alla borghesia bolognese il narratore va giù duro: «Ha un fiuto eccezionale per i bolognesi doc. Sono bravi, di sinistra, spaventosamente ricchi, straordinariamente intolleranti, adottano a distanza qualsiasi forma di vita, ma non tollerano chi decide di andare a pisciargli davanti al portone di casa».
L’osservazione si fa analitica, spietata: «I bolognesi si spostano, vanno a prendere i figli che escono dalle scuole. Sono cortei di grossi fuoristrada lucidi e neri, guidati spesso da casalinghe abbronzate che staccano dalle loro occupazioni del mattino per il recupero dei figli. Fra poco intaseranno strade, bloccheranno il traffico in prossimità degli accessi ai diversi istituti. Lasceranno le loro auto inutili, ingombranti e inquinanti, in doppia fila, perderanno tempo a chiacchierare della prossima settimana bianca, della festa di compleanno, dell’ultima moda. Mamme bolognesi».
Accanto all’attenzione per il dato sociale, Fagnoni conferma la propria particolare sensibilità nei confronti del paesaggio bolognese, urbano e naturale. Piazza Maggiore è descritta quasi espressionisticamente: «La piazza s’è cambiata d’abito per il pomeriggio. È una pista di pattinaggio gigante, dove alcuni anziani bolognesi si vomitano addosso dichiarazioni in dialetto sui mali che affliggono il mondo, è una base d’atterraggio per dischi volanti, è la piazza più rossa del mondo dopo quella di Mosca, è un monumento ai vivi e ai morti di mille stragi. È la “piazza grande” di Lucio Dalla, è la “piazza bella piazza” di Claudio Lolli». Una Bologna tutt’altro che paciosa e allegra: una «terra schiacciata al suolo da un clima depresso».
Fagnoni vuoti (3)La natura assume aspetti angoscianti: «Ha smesso di piovere, il cielo plumbeo sembra scolpito, è pietra nero fumo, incollata al soffitto del mondo». Talvolta Fagnoni la descrive con sembianze antropomorfe che segnalano gli stravolgimenti climatico-ambientali: «L’autunno fa meno paura nel primo decennio del Duemila. È stagione malata, temperatura elevata, colorito giallastro, è un autunno con l’itterizia, con il fegato a pezzi. La natura impazzita muta d’aspetto, solo lei alza la testa, indignata, mentre l’uomo caparbiamente sputa in faccia agli elementi, nella completa indifferenza. Non importa se ai primi di novembre ci sono venti gradi e la campagna esplode di colori che poco hanno a che fare con la stagione. Sono tutti contenti del gas risparmiato. Come contenti sono i becchini dei morti quotidiani, falcidiati da inspiegabili tumori che arrivano probabilmente dall’aria stessa. […] La natura s’è stancata dell’uomo, ha cominciato a dare segni d’insofferenza». Sicché, in conclusione, si ha quasi l’impressione che gli snodi del poliziesco per Fagnoni siano anche un pretesto per critiche considerazioni complessive sul nostro mondo e sulle direzioni che ha intrapreso. Riflessioni tutt’altro che banali o superficiali.
Le immagini: la copertina del libro e lo stesso Massimo Fagnoni.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno X, n. 115, luglio 2015)

Questa la recensione di Rino Tripodi.
 Rino Tripodi vive a Bologna. Insegna Lingua e Letteratura italiana nelle scuole medie superiori ed è giornalista, saggista, scrittore, consulente editoriale. Dirige il mensile telematico di Cultura ed Etica civile Lucida-Mente, La Squilla on-line.
è autore insieme alla Bottega Editoriale del
Manuale pratico di scrittura
che chiaramente consiglio

sabato 18 luglio 2015

toghetherness



Quattro quarantenni americani e un paio di bambini compongono questa famiglia allargata per caso di un'interessante commedia americana in onda su sky atlantic.
Una coppia in crisi a causa del difficile mestiere di genitori e di un'insoddisfazione tipica delle nuove generazioni, ospita due amici rimasti senza casa che non sono una coppia, ma solo un uomo e una donna, lei è la sorella della padrona di casa, lui il migliore amico di suo marito.
Tutti e quattro in crisi, tutti e quattro alla ricerca di qualcosa che in realtà non conoscono, in un'America bravissima a macinare, persone, carriere, ruoli, frullando con allegra nevrosi intorno a se stessa.
Una commedia interessante, comica a tratti, ma sicuramente riflessiva.
Su sky

venerdì 17 luglio 2015

i miei romanzi in biblioteca






Scopro che sei dei miei otto romanzi sono sparsi in diverse biblioteche della provincia di Bologna mancano all'appello La ragazza del fiume  esaurito da anni, che mi piacerebbe un giorno ripubblicare magari insieme ad altri racconti e  Vuoti a perdere uscito a maggio 2015 nelle librerie.

Ma gli altri ci sono in ordine sparso dall'Archiginnasio alla Sala Borsa, Da Imola a Porretta Terme, da San Pietro in Casale a Casalecchio e se non ci credete sotto il link di uno di questi luoghi dove potete  scoprire la biblioteca e il relativo romanzo e addirittura prenotarlo.
link biblioteca
Quindi se abiti in provincia di Bologna e frequenti una biblioteca puoi incontrae i miei romanzi e anche leggerli gratis.
Io amo le biblioteche, le ho frequentate quando ero un bambino magrissimo e timido e continuo ancora a frequentarle, luoghi magici dove come nei monasteri durante il più oscuro medioevo potevi trovare la pace fra i libri, al sicuro, fuori da ogni lotta di potere.
Oggi puoi prendere un libro, un film, un cd in prestito, puoi navigare in rete, puoi studiare, puoi socializzare oppure puoi semplicemente goderti l'aria climatizzata.



giovedì 16 luglio 2015

Fresh off the Boat





Televisione. Ogni venerdì su Fox (canale 128 di Sky) «Fresh off the Boat», una serie che scherza - ma non troppo - con gli scambi e l'integrazione fra culture. Protagonista una famiglia originaria di Taiwan che si trasferisce a Orlando

Non c'è nulla di più efficace per avvicinare le culture che farle convivere in una commedia divertente, si ride molto e si ride soprattutto della società americana dove questa bella famiglia di Taiwan vuole inserirsi a tutti i costi.
Gli attori sono bravissimi partendo dal bambino protagonista che sembra un attore consumato per la sua capacità espressiva.
Non è vero che la televisione non serve e rincoglionisce, a volte avvicina culture altrimenti lontanissime, provare per credere.
su sky

mercoledì 15 luglio 2015

the interview



The interview ha un solo difetto abbastanza rilevante, è un brutto film, e non assolve il compito principale di un film comico grottesco, non fa ridere e mi fa specie che abbia suscitato tanto clamore e tante minacce dal regime coreano perché se l'avessero guardato con attenzione si sarebbero resi conto che un film come questo non arriva da nessuna parte, non è un film di denuncia, non è un film coraggioso, non è divertente, e nel complesso è abbastanza volgare in maniera grossolana, quindi ha forse come unico punto a suo favore lo scandalo sollevato.
Bravo l'attore che interpreta il dittatore che già conoscevo come protagonista di una sit com sulla storia di una famiglia coreana negli anni 90 in America, Fresh off the boat di cui dirò due cose prossimamente.

martedì 14 luglio 2015

Rush






Finalmente un medico controcorrente, un anti eroe che in realtà qualche azione buona riesce a compierla nonostante tutto, giovane medico che lavora nell'illegalità curando chi non può permettersi cattiva pubblicità o un intervento del pronto soccorso. Rush è tossico, alcolista, sesso dipendente e chiaramente simpatico.
Nuova serie televisiva su sky che allieta l'estate e diverte, lui ricorda lontanamente Richard Gere di All'ultimo respiro, disperato, positivo, intossicato e sicuramente perdente a bordo di una vecchia Mercedes ascoltando brani di Michael Bolton lungo le strade colorate di Los Angeles.
Durante la puntata il protagonista rischia sempre o di essere pestato o arrestato o andare in over dose e spesso viene salvato dalla sua aiutante.
Commedia brillante, patinata, superficiale ma nel complesso godibile.

lunedì 13 luglio 2015

getting on






Ieri in una domenica estiva già minacciosamente umida mi sono gustato le prime sei puntate della stagione uno di Getting on serie statunitense made in HBO remake di una serie inglese che non ho mai visto, e mi sono divertito nonostante l'ambientazione, un reparto di lungodegenti croniche donne in un ospedale di Long Beach e la sitcom si svolge tutta nel reparto, una vera e propria commedia come Camera cafè che però ha una peculiarità il realismo della situazione e ve lo dice uno che ci ha lavorato davvero con dei lungodegenti e non c'è niente di più spettacolare della realtà quando un buon sceneggiatore riesce a renderla con intelligenza.
La realtà a differenza della finzione è noiosa, piena di tempi morti, di lunghi piani sequenza e della drammaticità tipica dell' inevitabilità della morte e della sofferenza, la teatralità invece di questo prodotto televisivo rende leggero  il microcosmo di un reparto di anziane degenti, mostra la vita di due infermiere,  e della dottoressa direttrice del reparto, bravissima attrice, e di tutti i personaggi che fanno da contorno  e la vita di un luogo così evitabile e dimenticabile diventa un teatrino surreale, metaforico, divertente che con intelligenza vuole ricordare allo spettatore di come la realtà forse passerà davvero almeno una volta nella vita, nella tua vita, da un posto del genere, o per andare a trovare un'anziano parente, o per andare ad assisterlo o perché tu sarai quell'anziano e allora è meglio mettersi avanti con i lavori gente e farsi una bella risata, sperando di incontrare un'infermiera come Denise "DiDi" Ortley, donna di colore, l'unica davvero empatica e totale, che nonostante una vita complicata riesce ad essere un faro per pazienti e colleghi, e non pensate sempre male di infermieri e poliziotti io ne ho conosciute di professioniste così e come si dice se proprio devi passare da quel piccolo inferno in terra, spera di incontrarne una anche tu.
Su sky .

sabato 11 luglio 2015

vuoti a perdere ... recensione di Milano Nera

 

 Da Milano Nera, copio e incollo

Vuoti a perdere


Incipit che si snoda in un crescendo angosciante per Vuoti a perdere, il nuovo romanzo di Massimo Fagnoni, di professione poliziotto vero, il terzo con il maresciallo Greco per protagonista, o almeno mi pare.
In un bolognese inverno anticipato da vento, pioggia e freddo Laura, una sedicenne, poco più che un’adolescente studentessa del vecchio e famoso liceo scientifico Righi, scompare. Figlia unica, padre e madre separati e in cattivi rapporti che, facendo a scaricabarile tra loro, trascurano la vita della figlia.
Solo due compagni di scuola di Laura, ma soprattutto suoi amici, preoccupati per lei vanno a cercare  l’aiuto dal maresciallo Greco – meridionale, scapolone, quasi cinquantenne un po’ sgualcito, con per alter ego domestico tanta televisione – e dai carabinieri del suo gruppo di via dell’Osservanza.
Quello della ragazza potrebbe essere un allontanamento volontario, un’amorosa fuga di minorenni? Greco, strapazza un po’ i genitori, poi però si limita ad accogliere la denuncia e a far avviare qualche ricerca. Ci sono tante, troppe cose da fare anche se, per sua fortuna, arriva finalmente a integrare il nucleo operativo il veneto tenente Cescon, ex veterano dell’Iraq, e tra i due la simpatia è immediata.
Ma il ritrovamento, da parte della polizia forestale del cadavere della ragazzina assassinata in un laghetto della campagna fra Bologna e Ferrara, fa decollare le indagini.
E tutto porta a pensare che il delitto sia maturato tra le pareti del Liceo. Cosa c’è dietro? Droga? Prepotenza e trasgressione? Malavita? Amori proibiti?
Un’indagine difficile, che deve anche confrontarsi con la nuova e sfacciata mentalità della ragazzaglia che frequenta gli annoiati ricchi bolognesi di nuova generazione. Un mondo artefatto e meno male che alcuni militi riescono ancora a navigare in quella marmaglia locale che comunica con un linguaggio da iniziati.
Ma si dovrà scavare anche in altre zone della città, luoghi battuti da una fauna giovanile completamente diversa. Con per unico punto in comune con i “signorini del centro” il vuoto di interessi e la violenza come unico linguaggio possibile.
Greco deve andare avanti per la sua strada, frugare a fondo per scovare la brutta verità, con la grande consolazione stavolta di un affettuoso sorriso di donna tutto per lui.
Le figure degli uomini delle forze dell’ordine, all’inizio un po’ volute, prendono in seguito miglior corpo e il ritmo. Forse un tantino lento all’avvio si riscatta presto e bene. Piacevole la narrazione al presente.

Vuoti a perdere- Massimo Fagnoni - Eclissi
Compralo su Compralo su Amazon

martedì 7 luglio 2015

Polizia Municipale, Merola, Facebook



Un tempo c’erano i politici quelli veri e c’era la piazza dove incontravano la gente per spiegargli il loro programma politico, due esempi, i primi che mi vengono in mente,  Zangheri e Imbeni, uomini prima che sindaci, persone che nel bene e nel male credevano ad una idea di città, ad un modello sociale.
Oggi a Bologna c’è Virginio Merola e la sua campagna elettorale l’ha iniziata da tempo sfruttando i canali degli uomini moderni, i social network, e sulla sua pagina facebook c’è lo sfondo del Dall’Ara lo stadio dove gioca il Bologna. Oggi sa che è in serie A non potrà più avere vuoti di memoria al proposito, era in tribuna durante il glorioso passaggio della nostra squadra nella serie principe del campionato di calcio.
Sulla sua pagina di facebook torna a parlare di noi, ci definisce, facendo un primo errore, vigili urbani, poi racconta che in una città moderna noi dobbiamo coprire turni serali e notturni e qui torniamo ai vuoti di memoria o alla semplice inconsapevolezza? Noi copriamo da sempre i turni ventiquattro ore al giorno, 365 giorni l’anno, abbiamo una centrale operativa sempre connessa e collegata, non lo sapeva il nostro Sindaco? Parla di una riorganizzazione ferma da 35 anni, e qui mi sfugge qualcosa di fondamentale. Lo scorso anno abbiamo contrattato, litigato, perso notti di sonno, abbiamo manifestato in Consiglio Comunale per arrivare ad un accordo sulla riorganizzazione e adesso lui sostiene che siamo fermi a 35 anni fa? Dopo le inesattezze ecco il primo colpo basso degno di un politico moderno, afferma che l’accordo ci sarebbe con i sindacati, ma non con la base degli agenti della Polizia Municipale bolognese, ma questo non è vero, perché i sindacati non avevano sottoscritto l’accordo, limitandosi a firmare un verbale di incontro.
I sindacati raccolgono in assemblea la volontà dei lavoratori e la rappresentano nelle sedi opportune, sicuramente non su facebook.
Poi arrivano altre inesattezze. Le nuove assunzioni certo sono avvenute, giovani volenterosi che invece di lavorare su tutto il territorio della città sono utilizzati per il progetto che la sua Amministrazione ha fortemente voluto il Repartone Città Storica, la risposta di questo Sindaco al degrado, alla richiesta di maggiore sicurezza di una città assediata dai problemi che riempiono le pagine di cronaca del Carlino. Merola parla poi di investimenti nei veicoli, ma noi che in giro ci andiamo con quei veicoli sappiamo che non ci sono soldi per le riparazioni, che abbiamo spesso veicoli usurati e impresentabili e basta guardarli quando sfrecciano, si fa per dire, per le strade cittadine. Infine l’ultima affermazione incomprensibile, parla di incentivi economici… certo, pagare di più i volontari che fanno delle notti, togliendoli in parte ai neoassunti.
Noi domani sera saremo al concerto di Jovanotti a lavorare, a sequestrare merce venduta illegalmente, stasera saremo per strada a rilevare incidenti stradali, nel fine settimana saremo in piazzola o sugli autobus ad arrestare ladri di portafogli, saremo in tutta la città a rischiare la pelle per uno stipendio bloccato dal 2009, magari rompendoci un dito o la testa o la gamba o venendo  morsicati da qualche cane di punk bestia…  senza certezze, dovendo cambiare spesso gli occhiali perché dopo i cinquanta è dura di notte leggere i verbali, correre dietro i malfattori, proteggere i nostri concittadini, ma noi continuiamo a fare il nostro dovere.
Basta scaricare sui lavoratori le responsabilità di un’Amministrazione Comunale, sarebbe più onesto ammettere che non ci sono le risorse economiche per garantire la qualità dei servizi invece di scaricare come al solito la responsabilità su di noi, agenti della Polizia Municipale di Bologna, orgogliosi della nostra divisa e in servizio fino a quando la salute ce lo permetterà.
Merola ha la memoria corta, già una volta la sua Amministrazione ha compiuto il miracolo di riunire in un cinema 500 agenti della Municipale di Bologna, l’abbiamo fatto poco tempo fa e stia tranquillo siamo pronti a rifarlo, se ha deciso di fare campagna elettorale sulla nostra pelle troverà cinque sindacati e seicento agenti pronti ad alzare gli scudi, noi abbiamo poco da perdere, visto che abbiamo da tempo perso anche il diritto di dire  no.

Massimo Fagnoni
Delegato SULPL Bologna

Znation


Ho guardato le prime due puntate di Z nation su axn sci-fi e che dire?
C'era bisogno di un clone più bruttino e approssimativo  di walking dead?
Qui gli zombe sono molto più scaltri e veloci, viene introdotto il personaggio dello zombe neonato che tanta letteratura horror ha alimentato, non c'è niente di più destabilizzante di un neonato assassino.
I personaggi: qui c'è l'introduzione del soggetto immune che servirà per creare un siero anti zombe, i componenti della banda di disgraziati sopravvissuti ha come la solito il leader per caso, la donna tosta, il guerriero solitario, insomma non so cosa sperano questi signori della produzione ma non riusciranno a scalfire il mio cuore, io rimango fedele all'originale a costo di crisi di astinenza.
Le brutte copie si fanno solo durante gli esami  e alla fine si buttano nel cestino della carta straccia.

domenica 5 luglio 2015

true detective ... seconda stagione



Arriva su sky atlantic  in un'inizio di estate 2015 rovente, la seconda stagione di uno dei prodotti più interessanti della televisione e definirlo un prodotto televisivo è riduttivo.
La prima stagione è stata un piccolo capolavoro di personaggi e interpretazioni, dove la trama apparentemente banale è stata in parte sacrificata per sottolineare appunto i singoli personaggi.
Non azzardo giudizi o recensioni sulla seconda stagione appena cominciata, ma la prima puntata si conclude con i tre detective che sicuramente saranno protagonisti di questa seconda vicenda interpretati da Colin Farrel, attore irlandese uno dei belli del cinema  attuale, bello e duro come si addice al personaggio,  Rachel McAdams la figura femminile e Taylor Kitsch il terzo, poliziotto della stradale.
Tre agenti che in comune hanno un passato burrascoso, un presente alla deriva e un futuro assai incerto. Al centro un omicidio da svelare, e sul limitare dell'orizzonte la minaccia generica e oscura proveniente dal mondo degli affari, della politica, dove nulla è come appare e dove tre piccoli e fragili detective possono essere cancellati come neve al sole.
La regia è come al solito ineccepibile, i dialoghi secchi e serrati, la musica è una componente essenziale della trama e anche se la prima puntata ha solo gettato sul tavolo diverse possibili trame e presentato i personaggi principali, ci sono tutti i presupposti per una seconda stagione interessante.
Ci rivediamo alla fine per una recensione vera e rimango a disposizione per interventi e commenti.