mercoledì 24 giugno 2015

Castle



E mentre va in onda su sky la settima stagione ho iniziato a guardare Castle una serie televisiva che uno scrittore di gialli dovrebbe avere come percorso obbligatorio nella sua formazione. A parte gli scherzi mi piace perché è davvero rilassante e divertente.
Appartiene al filone giallo commedia che in un certo senso ha  legami con La signora in giallo e ancora prima con Colombo, e con tanta fiction americana che lega da sempre il giallo alla leggerezza della commedia. Realismo e noir svaniscono all'orizzonte, ma chi se ne frega questa è pura televisione di intrattenimento e il protagonista è irresistibile, pacioso, pacifista, logorroico, positivo, ricco ma con leggerezza, arguto ma per caso, innamorato di lei Beckett, poliziotta con i tacchi a spillo, sensuale, con una storia triste alle spalle e il piglio della dura e pura. I personaggi sono bene caratterizzati, tutti stereotipati, i due colleghi di Beckett simpatici, gregari non brillanti ma sempre disponibili e compagnoni, il capo di colore ed elegante e tutta una serie di personaggi laterali ma fondamentali, la figlia di Castle, la figlia perfetta che tutti vorremmo, ma che non credo esista se non lì in quella fiction, la madre ex diva cinematografica nella finzione e dispensatrice di buoni consigli ed eccentricità.
Poi ci sono i delitti che appaiono in inizio puntata e la telefonata di rito di Beckett a Castle che solitamente annuncia un omicidio spesso salutato con gioia dallo scrittore che si immerge nei crimini come  fosse un gioco. Ma la cosa che mi diverte di più è il ruolo di Castle nella fiction,  scrittore  di grande successo, autore di romanzi di carta patinata, avventure improbabili e tirature milionarie.
Ed è tutto così facile in quel mondo luccicante, in una NY sempre in festa, fra le sue strade sempre piene di vita, nelle loro vite sempre sopra le righe, sempre oltre ogni possibile realtà.
Castle è un'immersione pura nell'improbabilità della finzione dove difficilmente troverai momenti di tensione, cardiopalma e angoscia come capita con Criminal Mind ad esempio.
E allora viva la superficialità quando è elegante, viva il giallo quando diventa puro intrattenimento, anche di questo abbiamo bisogno in certe giornate d'estate dimenticandoci  per 45 minuti i crucci quotidiani.

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