domenica 28 giugno 2015

8 tappe in cerca d'autore ... un caffé a Imola







Questa mattina ho incontrato Mimmo Ciaccia e altri due coraggiosi ciclisti nel loro giro partito da Milano che si concluderà in Puglia. Otto tappe in cerca d'autore, ieri a Bologna hanno incontrato Varesi e oggi a Imola il sottoscritto.
Mimmo è il coordinatore di questo gruppo di ciclisti solidali che spesso partono per avventure nel cuore del paese alla ricerca di cose, persone, messaggi di vita.
Oggi hanno incontrato me, abbiamo bevuto un caffè in piazza, ho donato i miei ultimi due romanzi che da oggi stanno viaggiando con un corriere a due ruote verso il sud, ed è stato tutto così naturale, come se ci conoscessimo, persone che per motivi diversi sono mosse da passioni buone, quelle che non fanno male e non arrecano danni al prossimo, loro con le biciclette, io con il mio scrivere.
Quando persone appassionate si incontrano per caso o per volontà non potrà che nascere qualcosa di positivo, e la cosa che mi ha sorpreso di più della mia gita a Imola è la città.
Non mi recavo a Imola da  circa 25 anni, Allora lavoravo  all'Osservanza (ospedale psichiatrico) e avevo un ricordo sfumato della città.
Mi è piaciuta subito questa mattina, alle nove non c'era nessuno per strada una cittadina addormentata come dovrebbe essere la domenica mattina, una giornata di sole fresca dopo il nubifragio di ieri sera, poche persone per strada tranquille, come se l'orrore di questi giorni con attentati ovunque nel mondo, appartenesse a un'altra realtà, strade pulite, silenzio.
Ho desiderato di appartenere a un contesto metropolitano come quello, tanto diverso da Bologna e dalle medie e grandi metropoli del nord.
Desiderio illegittimo?
Non credo.
Esistono ancora luoghi ... come si diceva, a dimensione uomo, sì ma uomo normale, uomo pacifico, uomo civile.
Imola mi ha dato questa impressione,
Bologna mi trasmette altre vibrazioni, ma è tutto così soggettivo, non trovate?

venerdì 26 giugno 2015

Otto tappe in cerca d'autore


L'Associazione Bici e Solidarietà questa volta ha deciso di promuovere la narrativa italiana con un percorso a tappe in diverse città italiane dove i ciclisti incontreranno uno scrittore locale in una sorta di ideale e concreto connubio di culture, persone, idee, tutta roba italiana da Milano a Carovigno. Mimmo Ciaccia è il coordinatore del gruppo e lo scrittore Gino Marchitelli della scuderia Frilli, originario di Carovigno, si è occupato di contattare i vari scrittori intenzionati a partecipare all'iniziativa e uno dei fortunati sono io che saluterò il gruppo di generosi ciclisti domenica 28 giugno 2015 in quel di Imola.
Non conosco ancora luogo e ora ma ci sarò con Il silenzio della bassa che donerò insieme a Vuoti a perdere a Mimmo Ciaccia, e c'è qualcosa di fortemente simbolico in questo incontro. Donare un proprio romanzo a qualcuno che percorre l'Italia in bicicletta trasportando pezzi di narrativa dalla Lombardia alla Puglia è il desiderio di ogni scrittore.  L'obiettivo principe rimane quello di potere diffondere il proprio lavoro in tutto il paese e magari nel mondo, oppure semplicemente incontrare qualcuno che ha deciso di esprimere il proprio entusiasmo e il desiderio di esserci pedalando per il bel paese in cerca d'autore. In un paese che arranca ed evita con attenzione qualsiasi percorso culturale un'iniziativa come questa non può che rendermi felice e perché no ottimista.

mercoledì 24 giugno 2015

Castle



E mentre va in onda su sky la settima stagione ho iniziato a guardare Castle una serie televisiva che uno scrittore di gialli dovrebbe avere come percorso obbligatorio nella sua formazione. A parte gli scherzi mi piace perché è davvero rilassante e divertente.
Appartiene al filone giallo commedia che in un certo senso ha  legami con La signora in giallo e ancora prima con Colombo, e con tanta fiction americana che lega da sempre il giallo alla leggerezza della commedia. Realismo e noir svaniscono all'orizzonte, ma chi se ne frega questa è pura televisione di intrattenimento e il protagonista è irresistibile, pacioso, pacifista, logorroico, positivo, ricco ma con leggerezza, arguto ma per caso, innamorato di lei Beckett, poliziotta con i tacchi a spillo, sensuale, con una storia triste alle spalle e il piglio della dura e pura. I personaggi sono bene caratterizzati, tutti stereotipati, i due colleghi di Beckett simpatici, gregari non brillanti ma sempre disponibili e compagnoni, il capo di colore ed elegante e tutta una serie di personaggi laterali ma fondamentali, la figlia di Castle, la figlia perfetta che tutti vorremmo, ma che non credo esista se non lì in quella fiction, la madre ex diva cinematografica nella finzione e dispensatrice di buoni consigli ed eccentricità.
Poi ci sono i delitti che appaiono in inizio puntata e la telefonata di rito di Beckett a Castle che solitamente annuncia un omicidio spesso salutato con gioia dallo scrittore che si immerge nei crimini come  fosse un gioco. Ma la cosa che mi diverte di più è il ruolo di Castle nella fiction,  scrittore  di grande successo, autore di romanzi di carta patinata, avventure improbabili e tirature milionarie.
Ed è tutto così facile in quel mondo luccicante, in una NY sempre in festa, fra le sue strade sempre piene di vita, nelle loro vite sempre sopra le righe, sempre oltre ogni possibile realtà.
Castle è un'immersione pura nell'improbabilità della finzione dove difficilmente troverai momenti di tensione, cardiopalma e angoscia come capita con Criminal Mind ad esempio.
E allora viva la superficialità quando è elegante, viva il giallo quando diventa puro intrattenimento, anche di questo abbiamo bisogno in certe giornate d'estate dimenticandoci  per 45 minuti i crucci quotidiani.

venerdì 19 giugno 2015

vuoti a perdere ... prossime presentazioni



Due presentazioni ravvicinate ai capi opposti della città:
La prima come potete leggere sotto si svolgerà nel mio quartiere di adozione Corticella orari e contenuti nella locandina, in caso di maltempo la presentazione si svolgerà all'interno della Biblioteca Corticella in via Gorki 14. sempre alle 19,30.



La seconda si svolgerà il giorno dopo a San Lazzaro, presso la festa dell'Unità della Cicogna come da volantino allegato




Vi aspetto, tempeste tropicali permettendo, anche nel secondo caso saremo comunque al coperto

mercoledì 17 giugno 2015

La follia di Gregorio






La follia di Gregorio  è l'ultimo romanzo di Giacomo Battara edito da Minerva Edizioni.
E' un romanzo coraggioso perché fregandosene di convenzioni, mode, luoghi comuni l'autore costruisce una storia imperniata sul protagonista Gregorio e sulla sua presunta follia.

Gregorio in uno dei diversi piani della narrazione si trova costretto a subire la violenza degli uomini che devono accudirlo all'interno dell'istituto psichiatrico dove trascorre un breve periodo della sua esistenza, e visto che la narrazione avviene in prima persona, lui racconta le persone che lo circondano, lo lavano, lo maltrattano, lo legano, lo contengono, lo vestono e lo svestono e per tutti ha una sua particolare definizione, e forse l'unico personaggio davvero positivo con il quale instaura un vero rapporto di empatia è Ferruccio che potrebbe essere un operatore socio sanitario più che un infermiere e con la sua umanità riesce a fare breccia nell'animo di Gregorio.
Io mi sono rivisto in quel personaggio ma anche in quelli meno positivi, perché per anni ho lavorato con persone problematiche  in psichiatria  come educatore e  anche adesso come agente della Municipale mi capita di controllare  persone, di limitarne la libertà, e mai prima ad ora mi era capitato di riflettere con intenzione su quanta sofferenza può comportare per un individuo trovarsi dall'altra parte, contenuto, sedato, recluso.

Ma parliamo del romanzo, fino alla fine ho pensato che potesse essere un sogno del protagonista, e come un sogno Gregorio racconta le sue vicende  e i suoi esperimenti esistenziali di potenziale suicida in cerca di risposte e pure nella drammaticità della sua vicenda umana non c'è un solo momento di vera tristezza nella narrazione.

Gregorio spiega la sua vicenda come  logica conseguenza di accadimenti esistenziali, la contestualizza, la rende accettabile al lettore e la narrazione, curata nei minimi dettagli, scorre leggera, quasi comica  a tratti e vai avanti per capire se Gregorio riuscirà a trovare la sua morte perfetta, se riuscirà a conquistare la dottoressa amata contro ogni logica e se alla fine riuscirà davvero a trovare un qualsiasi motivo per vivere o per morire.

E come in un sogno ti ritrovi in quel letto, sporco come lui, affamato, assetato di vita, curioso delle miserie dei diversi personaggi che come comparse o ombre cinesi si muovono sullo sfondo di una narrazione dove il protagonista gestisce per tutto il tempo la regia.
E' un viaggio nella testa di un individuo davvero diverso, uomo atipico,  forse solo inventato ma non per questo meno vivo, è un sogno ad occhi aperti alla ricerca di risposte ad alcuni quesiti fondamentali da sempre, perché vivere, perché morire, perché non potere autodeterminare il proprio tempo di permanenza in questa valle di lacrime, e soprattutto cosa ci aspetta dopo.

Domande che solo una mente lucida e disincantata può affrontare senza sprofondare nella depressione e nell'angoscia, e Battara si muove con  leggerezza impareggiabile nella costruzione di questo dramma interiore, come se conoscesse già le risposte ai quesiti che regala al lettore.
E a me cosa rimane?
Una lezione di grande narrativa e stile impeccabile,  e per quanto riguarda la morte e la vita, giunto alla mia età ho quasi imparato a convivere con  entrambe e mi impongo di pensare a entrambe almeno una volta al giorno, così,  tanto per non prendermi troppo sul serio.

martedì 16 giugno 2015

Brescia ... rissa in piazza e come al solito "vigili" sotto accusa




Leggo su Il Giornale.it e conto fino a dieci.
Un gruppo di giovani  si pesta allegramente sotto gli occhi di gente comune e scopro che una cittadina come Brescia non è immune al degrado, poi leggo il commento del Giornale on line che riporto senza alterazioni:

Un gruppo ragazzi ha iniziato a picchiarsi senza esclusione di colpi. "Gente impazzita picchiava persone ormai indifese e cadute a terra con arnesi di tutti i tipi, sradicando cestini, rubando bicchieri e posaceneri dai tavoli", si legge su YouReporter che ha pubblicato il video del barbaro pestaggio. Immagini che lasciano senza fiato anche per l'allarmante reazione dei vigili che, impotenti davanti a tanta violenza, lasciano i cittadini a difendersi da soli. Non solo non intervengono, ma se vanno addirittura.

Il video è bello nitido e chiaro, una discreta ripresa per essere amatoriale ed è chiarissimo il comportamento dei due agenti, soprattutto l'uomo che immediatamente utilizza la radio di servizio per avvertire suppongo la sua centrale radio operativa.
Il collega cos'altro poteva fare?

NOI AGENTI DELLA  POLIZIA MUNICIPALE NON POSSIAMO FARE ORDINE PUBBLICO, LO DICE LO STATO QUELLO CON LA S MAIUSCOLA, NON ABBIAMO IL RICONOSCIMENTO A RICOPRIRE TALE RUOLO ... E' PIU' CHIARO SE LO SCRIVO IN MAIUSCOLO?

Ci manca inoltre l'addestramento, ci mancano gli strumenti, non quelli musicali, e anche se avessimo distanziatori o come volete chiamarli, cosa possono fare due agenti un uomo e una donna, contro un gruppo di giovani scatenati che si pestano con entusiasmo, magari sotto l'effetto di sostanze?
Il collega poteva farsi picchiare, certo, e i ragazzi lo avrebbero magari picchiato con piacere, poi lo stesso collega magari pestato a sangue non avrebbe avuto il riconoscimento della causa di servizio( equo indennizzo), perché c'è stata tolta dal governo Monti e magari avrebbe dovuto spiegare perchè aveva deciso di intervenire in una situazione di ordine pubblico.
Non sono scappati i due agenti, sono rimasti nella piazza, hanno interagito con alcuni dei feriti e probabilmente identificato i coinvolti, quindi hanno fatto il loro dovere, ma come al solito gli agenti della Polizia Locale sono ostaggio del solito giornalismo non importa di destra o di  sinistra, ma giornalismo scadente, quello che fa leva sulla pancia della gente, sui pregiudizi, sull'ignoranza.

lunedì 15 giugno 2015

Banshee






Ho iniziato a vedere Banshee la città del male e devo dire che nella programmazione preestiva non mi dispiace, ho trovato la serie nelle stagioni complete di sky on demand e devo ammettere che per ora funziona. Ci sono tutti gli ingredienti della fiction d'azione con sfumature noir e una bella carrellata di personaggi efficaci a partire dal protagonista un pregiudicato che dopo 15 anni di galera assume l'identità di uno sceriffo per potere stare vicino alla donna della sua vita in un villaggio dove convivono cittadini vivaci e una comunità Amish. Dentro a questo prodotto confezionato con cura c'è tutto e tutti i possibili personaggi compreso il barista di colore ex pugile, ex galeotto che subito lega con il finto sceriffo e non ci si annoia in questa fiction veloce scene sufficientemente violente, la giusta dose di sesso abbastanza esplicito e un antieroe per eccellenza il bello e maledetto sceriffo interpretato da un attore neo zelandese Antony Starr.
In questa quasi estate dal clima umido e decisamente tropicale vi divertirete senza troppi pensieri seguendo le vicende di questa cittadina della Pennsylvania dove non c'è molto spazio per i buoni sentimenti.

domenica 14 giugno 2015

Grey's Anatomy ... Scandal e Shonda Rhimes


E' scarna la descrizione delle imprese perpretate da questa signora in Wikipedia e ciò non va bene perché Shonda Rhimes  è la mamma di serie che ci hanno fatto piangere e sospirare come Grey's Anatomy o Scandal, ma perché stasera ve la voglio proporre?
Perché secondo me non vale la pena piangere per colpa sua.
Nell'ultima puntata di Grey's Anatomy uno dei capostitipi dell'intera serie muore e sfiga se non lo sapevate ancora adesso lo sapete, ma alla fine pensi perché muore? Probabilmente perché come diciamo noi a Bologna si era rotto i maroni di fare la parte del medico bello, bravo, buono e perfetto e un po' lo capisco, ma solo un po'.
Vogliamo parlare di Scandal? Dove un uomo di colore tiene in scacco Olivia Pope amante del presidente alcolizzato degli  Stati Uniti, lei  che risolve i problemi di tutti che Wolf di Pulp Fiction al confronto è un boy scout.
 Serie che ho amato, che ho seguito, che avrebbero dovuto trovare una degna conclusione, continuano a trascinarsi per questioni come al solito di soldi, immagino, e di ascolti.
Hanno perso spessore, hanno smarrito il senso del pudore, e continuano a riperere ossessivamente il gingle dell'etica del denaro, l'ostentazione del potere, l'estetica degli dei.
Spero che dalle macerie di queste serie zombie nasca qualcosa di nuovo negli States, qualcosa che inizi e finisca come si deve, com'è accaduto a Breaking Bad.

giovedì 11 giugno 2015

vuoti a perdere a Cesena




qui il link di Canto 31 dove potete leggere per benino le loro iniziative

qui il link del luogo dove degusteremo i quattro libri e i quattro vini

mercoledì 10 giugno 2015

cuore rossoblu







Il Bologna calcio torna in serie A. Chi mi conosce sa quanto poco io segua il calcio.
Il mio unico e ultimo abbomanento allo stadio risale al 73 circa, credo ci fosse Savoldi ma non ci giurerei.
Non  mi piace il mondo del calcio, gli ingaggi milionari, la tifoseria teppista e spesso assassina, gli scandali e gran parte dei calciatori.
Però ieri il Bologna è tornato in A e oggi vedo la gioia sulle facce di molti amici, colleghi, concittadini.
E questa gioia è trasversale non ha colore politico, non ha un'identità culturale, chiunque può godere del ritorno del Bologna nella serie più importante del campionato italiano di calcio.
Alla luce di questo fatto sono contento anch'io, gioisco di soddisfazione riflessa e mi sento tifoso per un giorno, magari per un anno o per tutta la vita, perché  non ho mai capito come si possa tifare una squadra di una città che non sia la tua.
Io sono bolognese devo tifare Bologna, mi tocca, troppo facile tifare juventus, è come essere poveri ma fare finta di essere figli di un milionario.
Con il Bologna dobbiamo stare, e con il Bologna bisogna tornare in A.
E in conclusione spero che questo ritorno alzi il morale della città, una piccola città con tanti problemi come tutte le città del nostro paese, ma oggi non voglio parlare di problemi, mi voglio divertire ad ascoltare il bolognese, ironico, pragmatico, diversamente scettico e comunque sempre divertito, oggi un po' più sbilanciato del solito con il cuore in allegra fibrillazione.
Ieri c'erano tutti allo stadio sul carro del vincitore, politici, vip, nostalgici, disillusi, allenatori improvvisati, nani e ballerine, tutti in odore di santità, tutti a metterci la faccia e va bene, va bene così.
Ma per me l'importante è il segnale, ieri il Bologna è tornato in serie A, speriamo che la città lo segua a ruota.

venerdì 5 giugno 2015

vuoti a perdere ... a San Marino di Bentivoglio



Il 12 giugno 2015 alle 21 sarò al circolo Arci di San Marino di Bentivoglio in via Saletto 9/3.

Lo so è un viaggio per un cittadino che raramente supera i confini di Bologna o addirittura la cerchia dei viali, ma non  è un luogo remoto è una amena frazione di Bentivoglio, dove sorge villa Smeraldi :

A 15 km da Bologna, a San Marino di Bentivoglio nel cuore di un parco storico all'inglese, l’ottocentesca Villa Smeraldi è sede dal 1973 del Museo della civiltà contadina: oltre 2000 mq di esposizione e 4 ettari di parco offrono al visitatore una testimonianza unica sul lavoro e sulla vita nelle campagne tra Otto e Novecento: la sezione dedicata alla canapa è la più importante in Italia. Il Museo è gestito, assieme alla villa e al parco, dalla Istituzione Villa Smeraldi costituita nel 1999 dalla Provincia di Bologna e sostenuta dai Comuni di Bologna, Bentivoglio e Castel Maggiore.

Poi ci sono io, almeno per una sera, con l'amico Claudio Balboni, non quello del romanzo e gli amici del circolo Arci locale nell'ambito di una serie di eventi intitolata:
Aspettando il solstizio.
Vi aspetto

giovedì 4 giugno 2015

a Bologna piace giallo ... metti una sera in Piazza





Ieri sera 3 giugno 2015 sono iniziati alle 19 i mercoledì della Torre e  insieme agli scrittori bolognesi    autori dei racconti che compongono l'antologia A Bologna piace giallo, Damster editore mi sono presentato all'appuntamento organizzato dal Forum dei comitati e delle associazioni di Bologna. Il libro è stato scritto da 14 scrittori bolognesi e siamo stati premiati con tanto di diploma e fino a qui le informazioni.
Poi ci sono le emozioni, quella ad esempio di ritrovarsi all'ora dell'aperitivo davanti alla Torinese con altri scrittori, persone che con me condividono la passione della scrittura e della lettura, quella di riprendersi un pezzo di Bologna nonostante i cantieri che invadono via Rizzoli, il degrado dominante, la crisi imperante, quella di staccare dal mio lavoro in divisa che spesso mi costringe a guardare il centro con altri occhi attenti ai misfatti e non ai momenti conviviali. Insomma mi sono sentito uno scrittore insieme ad altri scrittori, un bolognese insieme ai miei concittadini e Giovanni Gotti è stato bravissimo con ognuno di noi valorizzando i singoli racconti, preparato e brillante come sempre. Grazie a Katia Brentani e alla Damster che mi ha chiesto di partecipare a questa avventura collettiva, spero sia la prima di una lunga serie, grazie a Marzia  Zambelli e al Forum dei comitati e delle associazioni, persone per bene in una città che non si vuole arrendere alla decadenza dilagante.


lunedì 1 giugno 2015

la sedia della felicità


Ultimo film di Carlo Mazzacurati  uno dei registi italiani che insieme a Moretti anche se in maniera diversa, a mio avviso, rappresenta il tentativo del cinema italiano di spiccare il volo verso una diversa lettura della realtà nella quale viviamo, un punto di vista diverso sulle nostre contraddizioni e nel suo caso, sulle nostre miserie, malinconie, visto però da una posizione geografica più affine alla mia, perché le nebbie della sua terra, il Veneto e le atmosfere si avvicinano a quella della nostra Emilia, quella periferica, marginale, delle campagne, dei corsi d'acqua, delle giornate uggiose.
Questo ultimo film è diverso dai tanti che compongono la sua carriera, è leggero, all'interno un cast di attori conosciuti ma non come al solito del circuito romano tranne Mastandrea che a  me piace molto, sarà per il suo stile da attore per caso, ma sempre convincente.
Poi ci sono tanti bravi attori italiani ognuno con un piccolo spazio essenziale da Albanese a Balasso, da Bentivoglio a Cremona e due ruoli di spicco per il bravi Battiston e Isabella Ragonese cooprotagonista.
La storia che prende spunto dal romanzo russo Le dodici sedie, è relativamente importante.
La cosa importante è la leggerezza del racconto, lo spessore dei personaggi che come in una favola o in un sogno si muovono in una strana caccia al tesoro all'inseguimento in fondo della felicità nascosta nel telaio di una sedia tanto metaforica quanto concreta.
Il viaggio, l'avventura, la caccia a questa sedia riempie la narrazione e finalmente un film italiano dove lo scopo non è divertire con battutacce e tette al vento, ma con la delicatezza della sceneggiatura, l'efficacia dei personaggi.
Insieme al divertimento forse qualche spunto di riflessione individuale su ciò che davvero merita inseguire per raggiungere non dico la felicità ma sicuramente la serenità.
su sky