domenica 18 gennaio 2015

Sabato ... Jovanotti ... il suo sabato del villaggio



Jovanotti mi piace. Non vado a cercare dietro la sua musica le strategie commerciali, il marketing indispensabile per arrivare alla platea sparpagliata che ormai scarica  musica dalla rete gratis e affossa giorno dopo giorno l'industria discografica.
Secondo me Jovanotti è bravo perché arriva al punto e riesce a coniugare immagini e musica in un unico lavoro artistico che colpisce duro allo stomaco e il sabato di Jovanotti che potete vedere e ascoltare cliccando sopra molto ricorda i sabati della mia giovinezza e adolescenza in serate fumose e pericolose, marginali e periferiche, fra luna park e autoscontri, gente scura dentro e fuori e poche donne, remote e irraggiungibili.
Nel video di Jovanotti c'è la nuova marginalità fatta di giovani nord africani o dell'est europa mescolati a giovani italiani spesso disoccupati e rabbiosi, intossicati da nuove droghe e vecchio alcool.
Il sabato  per me era sempre disatteso e deludente, intossicato e malinconico, frustrato e represso, sempre a rischio di esplosione, sempre alla fine del mondo, sempre senza speranza.
Se ci penso la mia vita,  i miei sabati sono molto meglio da quando ho raggiunto la maturità, primo perché non ho più aspettative misteriose, mangio meglio, bevo meglio e sto con le persone che mi sono scelto.
E il sabato italiano?
Poveri giovani in giro come randagi senza speranza, fra disoccupazione e nuovi nemici alle porte, povero paese fra stragi del sabato sera e quel maledetto lunedì che non offre mai un vero cambiamento.
Povera Italia, sembra tutto finito poi ricomincia.



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