sabato 5 luglio 2014

il silenzio della bassa recensione di Sara Rania




Massimo Fagnoni


Il silenzio della bassa

ebook

big: pp. 445

Fratelli Frilli Editori

L’ultima indagine di Galeazzo Trebbi, imperfetto ed affascinante investigatore nato dalla penna di Massimo Fagnoni comincia male e potrebbe anche finire peggio. Uno strano alone di ospedale ci lascia intuire immediatamente un avvenimento tragioco mentre il corso degli eventi esce dal consueto letto tranquillo e ci ricorda che la realtà spesso non si limita a superare la fantasia, ma riesce anche ad alimentarla con una costante e vivace fonte di accadimenti. Ne “Il silenzio della bassa” si cammina in terra incognita, cercando di far combaciare strane coincidenze, piste troppo prevedibili per esser vere e elementi che galleggiano nel quotidiano svuotato di senso della contemporaneità mediatica.

E la guida per districarsi nei meandri umidi della bassa è ancora lui: Galeazzo, ex-sbirro passato al privato. Uno di quei segugi vecchio stampo, fiuto fino, nessun cedimento al glamour dei novelli rampanti e metodi all’antica.

Con il sedere ben piantato sul suo maggiolone, e un’ottima dose di amarezza, nutrita dalle sue disgrazie personali (la moglie precocemente scomparsa, la figlia fragile e ridotta in stato irreversibile e una vendetta ancora da compiersi) sonda la bassa emiliana riuscendo ad interrogarne la “fauna”. Alle prese con la scomparsa di Celeste Maccaferri, diciasettenne apparentemente senza storia, darà un bel filo da torcere alla supersquadra di esperti messa in piedi per operare su casi di scomparsa di minori e si servirà delle solite armi affinate a sun di intuito, conoscenze, esperienza sul terreno e posteggi per gettareuna luce completamente nuova sull’accaduto. Perché se nulla è ciò che sembra, lo schermo per riuscire a leggere il corso degli eventi sarà in questo caso molto più deformato del previsto.
Trebbi era un poliziotto, uno di quelli bravi, aveva un intuito che nessuno gli stava dietro, altro che intercettazioni, dna e stronzate del genere, lui annusava i cadaveri, stringeva le mani dei superstiti, e sentiva la paura dei peccatori, perché chi meglio di un peccatore in fieri può intuire quelli veri, quelli che hanno fatto il salto nel vuoto? Quella sera lui vede la preda, come un gatto che incantona il ratto, uno di quelli piccoli però. Il topo è all’angolo e il gatto dondolando la testa divertito lo sbatte con una zampa da un lato all’altro dell’angolo, non decidendosi a concludere quel gioco.


Il topo in questione è una giovane tossica, magra come una lucertola, con occhiaie profonde e una bocca senza più nessuna possibilità di sorriso.

http://unlibrointasca.wordpress.com/2014/07/04/il-silenzio-della-bassa-di-massimo-fagnoni/

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