La toccante pellicola con John Hawkes e Helen Hunt racconta di un uomo relegato a vivere in un polmone d'acciaio, che decide di provare a soddisfare le sue pulsioni sessuali. Appuntamento il 27 marzo in prima tv alle 21.10
Fino a qui la vicenda che nasce da una storia vera, e alcune riflessioni parallele fatte da uno come me che ha lavorato a contatto con la disabilità per molti anni. Questo personaggio interpretato in maniera magistrale da
John Hawkes è un uomo che non ha mai avuto molto dalla vita condizionato dalla sua malattia e non solo anche da una forte educazione cattolica, ma riesce proprio nel momento in cui deve tirare le somme della sua esistenza, a trovare l'amore, quello vero, fisico, totale, quello che è possibile realizzare solo in un rapporto autentico con un altro essere umano. Scopre il sesso proprio quando ormai non sperava più di potere avere un qualsiasi rapporto, e scopre di potere amare e essere ricambiato, nonostante la sua condizione di grande disabilità.
E' un bel film, ma soprattutto è la storia di un sogno realizzato, è una vicenda che dovrebbe servire da monito per ognuno di noi, noi esseri normodotati e spesso infelici proprio perché appagati, noi che spesso diamo per scontato il nostro corpo, e che proprio per questo motivo ci dimentichiamo di usarlo, di donargli la giusta dose di felicità, noi che conduciamo spesso vite strascicate dietro a orari di lavoro, e quotidiani non certo afrodisiaci. Sono convinto che non bisogna permettere alla nostra mente e al nostro corpo di addormentarsi, proprio perché, come ci insegna il personaggio del film, la vita è un'esperienza velocissima e a termine e c'è sempre la possibilità per ognuno di noi di vivere una vita e una sessualità appagante. Dallo slancio vitale, dal desiderio di condividere non può che derivare un senso compiuto alle nostre vite quindi non diamoci mai per scontati e viviamo, fino all'ultimo, nel più piacevole dei modi.
bel film, bel messaggio, su Sky