sabato 1 febbraio 2014

Polizia Locale e l'accordo bolognese





Ieri sera 31 gennaio 2014 i lavoratori della Polizia Locale di Bologna, all'interno del cinema che vedete sopra, hanno votato a maggioranza l'ipotesi di accordo che conclude una lunga e complicata vertenza aperta con il Comune di Bologna.
Fino a qui i fatti.
Ma io non voglio raccontarvi i particolari di questo accordo, buono secondo me, sicuramente esportabile, ma non è questo il motivo che mi spinge a scrivere, è un altro.
Questa è una vicenda tutta bolognese, quindi italiana.
Da una parte un'Amministrazione con una sua storia, con alcune peculiarità politiche e con nuovi problemi da fronteggiare come lo Stato con le sue diramazioni, la corte dei conti, e tutto quello che vi viene in mente.
Dall'altra parte il Corpo della Polizia Municipale bolognese con i suoi cinquecento agenti e con cinque diverse sigle sindacali, che in tutta la storia lavorativa non hanno mai trovato un momento di comunione neanche per sbaglio.
Poi nel 2013 esplode il conflitto, l'Amministrazione da una parte, il Corpo della Polizia Municipale dall'altra, un conflitto duro, si parla di possibile riduzione di salario, si parla di sacrifici e diversa organizzazione del lavoro e avviene qualcosa di inedito, i cinquecento lavoratori si compattano, si riuniscono, si organizzano, si muovono per le strade, nei consigli comunali, nei consigli di quartiere, diffondono volantini, vanno in televisione e i cinque sindacati diventano una cosa sola, una ventina di persone che fino al giorno prima facevano fatica a comunicare si siedono intorno ad un tavolo e cominciano a pensare ad una strategia comune.
Alla fine del periodo di agitazione l'Amministrazione ha accettato di sedersi insieme ai rappresentanti dei lavoratori e si è arrivati ad un'ipotesi di accordo, condivisa, sofferta, faticosa, positiva.
Ieri sera alla fine dell'assemblea ci siamo abbracciati, i venti, trenta delegati e dirigenti dei diversi sindacati si sono abbracciati, e non perché era opportuno farlo, non perché abbiamo incassato dei soldi rubandoli a qualcun altro, non perché abbiamo guadagnato un posto in parlamento, ma semplicemente perché abbiamo ottenuto ciò che volevamo, il nostro obbiettivo è stato realizzato.
Qualcuno dirà che è un risultato scadente, qualcuno dirà che sotto sotto c'è l'inganno.
E' la cosa bella della nostra sgangherata democrazia potere dire ciò che si pensa.
Io c'ero, ho visto i colleghi all'opera, li ho visti lavorare gomito a gomito con gli amministrativi del Comune, e io mi fido di questa gente, del loro impegno, della loro buona volontà.
In un momento tanto drammatico per il nostro paese dove le fabbriche chiudono, e lo Stato fa acqua da tutte le parti, a Bologna abbiamo dimostrato che si può ancora costruire qualcosa insieme, mettendo da parte pregiudizi politici, vecchi rancori, interessi personali.
E' possibile, possiamo ancora farcela in questo paese, oggi ne sono cosciente, oggi ci credo di nuovo, perché ho conosciuto persone per bene, uomini e donne di buona volontà, lasciatevelo dire da un incorreggibile agnostico.
La mia speranza è che questa unità d'intenti non ci abbandoni, verso nuovi obiettivi, verso un progetto comune, ma  comunque vada l'esperienza del gennaio 2014 resterà per sempre dentro molti di noi e forse un giorno potremo raccontarla come modello di vera battaglia sindacale, come modello di vera democrazia. 

1 commento:

m. ha detto...

C'ero anch'io e ne sono tremendamente orgoglioso...