lunedì 10 febbraio 2014

Antonio D'Ausilio







Chissà se Bisio ha abbandonato la nave prima che affondasse, in realtà non ho capito se questa edizione di Zelig 1 sia il proseguimento naturale dello spettacolo cabarettistico o una sua emanazione in tono ridotto, di sicuro c'è solo il ridimensionamento del contesto più piccolo e raccolto, di sicuro c'è anche l'abbassamento qualitativo dell'insieme; la trasmissione arranca, ricorda Colorado, a tratti anche Made in Sud, insomma sembra che la comicità travolgente del vecchio Zelig sia definitivamente naufragata e inoltre non vedo in televisione nessuna valida alternativa, come se i comici risentissero della crisi presentandosi in televisione con  sketch spesso noiosi, poco originali, che a fatica strappano il sorriso.
Unica vera perla, a mio avviso, è rappresentata da Antonio D'Ausilio che conoscevo già, e mi piaceva meno quando era in coppia con un altro comico che in realtà non ricordo.
In questa edizione di Zelig è stato uno dei pochi artisti a fare la differenza, la sua idea di parafrasare poesie dialettali italiane corredandole a lato della sua comicità intelligente e mai banale è stata davvero vincente.
D'Ausilio mi perdonerà se mi ricorda il grande Troisi, comici con origini simili e con una fisicità controllata, elegante, raffinata e con quella doppia connotazione che non so se tipica della comicità partenopea, quella della commedia che riesce a innestarsi nella tragedia della quotidianità rendendola più leggera.
Le sue poesie, compresa una di Pasolini che non conoscevo, sono quasi sempre intense, scelte con intelligenza e spesso ispirate a valori etici dimenticati, come la solidarietà.
Il contrasto evidente fra la metrica delle poesie in dialetto, il loro significato spesso potente e dall'altra parte la sua capacità di costruirci sopra aneddoti, storie di vita quotidiana o familiare, rende questi skecth davvero piccoli capolavori valorizzati anche a causa di un impianto complessivo della trasmissione davvero deludente.
Vi consiglio di seguirlo questo quarantenne napoletano scommetto su di lui, una pizza chiaramente.

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