mercoledì 31 dicembre 2014

hunger games 3



Uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a vedere il terzo capitolo di questa saga lo potete ammirare in posa con tanto di arco teso verso un radioso futuro, aggiungo il fatto che il panorama cinematografico di fine anno è desolante quasi quanto il banco di vendita discografica in un qualsiasi grande negozio di prodotti elettronici.
Ho visto la notte prima in dvd la seconda puntata che mi ha divertito abbastanza con la giovane amazzone che combatte la sua guerra personale per salvare il suo compagno di avventure del quale forse è innamorata direi a questo punto.
La terza puntata che è la prima di una quarta parte, è cupa, poco luminosa, e sicuramente di transizione.
Non mi ha entusiasmato, se non per il fatto che l'ho visto con mia figlia.
Lei invece mi entusiasma sempre, è bella di una bellezza sana, robusta, larga di spalle e di fianchi, occhi da cerbiatta e cipiglio sempre arrabbiato, e visto cosa le capita nell'avventura ne ha tutti i motivi.
La trovo bella anche perché è in contrasto con i modelli femminili anoressici e sciapi in circolazione, una vera femmina giovane e guerriera.
Per il resto, che vi devo dire, trovo la storia deboluccia, nonostante i tanti motivi del suo successo editoriale e cinematografico, qui  potete divertirvi a scoprire le ragioni di un successo, ma sono cose già viste.
La rivoluzione dell'adolescenza nei confronti del mondo spietato degli adulti, la guerriera femmina e femminista che con il suo arco (quanti simboli dietro un arco) difende il suo essere donna in un universo maschile e violento, la rivoluzione, la rivolta, il desiderio di riscossa dei più deboli nei confronti del potere totalitario e fascista.
Tanti miti dentro Hunger Games, tanta retorica, poca originalità.
Ma come al solito mi inchino di fronte a chi ha saputo inventare un prodotto di successo.
Nei cinema

sabato 27 dicembre 2014

the killing ultima stagione ... fine



Ho visto due giorni fa l'ultima puntata dell'ultima stagione di The killing.
E già mi manca, come al solito.
Ci sono serie televisive ripugnanti, una puntata basta a decretarne il giudizio.
Poi ci sono serie come questa che lasci a malincuore pur nella consapevolezza dell' inevitabile conclusione.
I due protagonisti, i detective Holder e Linden sono la vera personificazione dell'imperfezione, della impossibilità di vivere un'esistenza equilibrata fra crimini feroci e insensati e il dolore dei parenti delle vittime.
Sono due esseri umani lacerati da vite interrotte, educazione sbagliata, abbandoni  e scivoloni nelle più svariate dipendenze.
Eppure sono due personaggi vincenti alla fine perché rimangono coerenti con le loro storie, con la loro personalità e devo ammettere che la conclusione della serie mi ha soddisfatto, niente malinconie inutili e un po' di sano ottimismo.
Mi mancheranno i due poliziotti puri di cuore e forti della loro stessa fragilità, fanno venire voglia di scrivere e di inventare.

venerdì 26 dicembre 2014

i 10 comandamenti di Benigni



Chi mi conosce sa che non sono un appassionato di Benigni, ma come è già accaduto mi sento piacevolmente costretto a parlare di lui e dei suoi 10 comandamenti che ieri sera e stasera replicano su Rai 5.
A Natale quest'anno non so come voi state trascorrendo le feste, la maggior parte in famiglia dicono le statistiche, tutti intorno a tavole imbandite di ogni ben di dio, lo scambio dei regali, prima i bambini, la tombola, i giochi con le carte, il cinepanettone di rito, e qualcuno si sarà ricordato del fatto che questa festa è soprattutto il compleanno del bambino più famoso del mondo, quel Gesù che si racconta salvò l'umanità.
Io come al solito trascorro le feste come meglio riesco, cercando di non farmi travolgere dalla nostalgia di quelli che non sono più, cercando di non ammazzarmi di cibo e bevande e aspettando pazientemente che la festa passi, in questo modo riesco anche a sentirmi migliore a tratti.
Ho un paio di amici che sicuramente lo hanno trascorso in chiesa, uno a servire messa, l'altro a recitare e un po' li invidio, poi c'è Benigni.
Lui si presenta in scena e scodinzola dalla felicità di potere raccontare a noi i suoi 10 comandamenti, che legge e interpreta e mi rendo conto che in questa italietta marcia c'è rimasto un papa chiamato Francesco che parla duro ai cardinali di alzheimer della spiritualità, poi c'è Benigni che riesce a fare indici d'ascolto travolgenti semplicemente ricordandoci che i 10 comandamenti non sono un banale proponimento facoltativo, ma un imperativo morale, e che se uno dice di crederci in Dio deve rispettarli, ma se uno non ci crede deve rispettarli lo stesso perché sono buoni per tutte le stagioni e per tutte le religioni.
Non rubare, non uccidere, non tradire la propria/o compagno, non desiderare la donna d'altri, non desiderare la roba d'altri, non dire falsa testimonianza, non commettere atti impuri.
Questi vanno bene per tutti non solo per i credenti o sbaglio?
E quante volte noi esseri umani li abbiamo infranti questi comandamenti?
Quante volte lo faremo o lo stiamo facendo, mentre festeggiamo allegramente le feste?
Benigni, il Papa,  in questo momento non mi viene in mente nessun altro vip che inviterei alla mia tavola stasera, e questo è sintomatico dei tempi, è tutto talmente marcio in questo basso impero che rimane giusto la Bibbia e i suoi comandamenti a ricordarci ciò che non siamo più, la Bibbia e alcuni magistrali interpreti, e gli indici d'ascolto parlano da soli, non trovate?

giovedì 25 dicembre 2014

fargo



Fargo  si ispira al felice film dei fratelli Coen che in questo caso sono produttori, dieci puntate di una fiction che entra prepotente nel salotto buono con la neve del Minnesota raccontando una storia cruenta e grottesca apparentemente vera. Ma cosa c'è di più grottesco della realtà? Cosa di più violento o insensato? In questa vicenda le prime vittime sono tanto raccapriccianti quanto detestabili, se si fa eccezione per uno sceriffo.
La neve fa da sfondo alla vicenda, una neve e un freddo definitivo dentro il quale i personaggi si muovono quasi indifferenti e caricaturali, ma mai scontati o casuali.
E' una nuova vicenda nera, che come nel caso di Breaking bad , mi ha immediatamente catturato, il comune denominatore di entrambe le serie è l'originalità, la freschezza, e la caratterizzazione dei personaggi e aggiungo la figura dell'antieroe per eccellenza, l'uomo qualunque che per una serie di sfortunate coincidenze diventa un criminale, da questi due gioielli televisivi è nata  l'ispirazione per una nuova trilogia che scriverò con Trebbi come protagonista, imperniata appunto su tre modelli criminali maschili.
Del resto l'ispirazione non è mai casuale e i modelli bisogna prenderli quando catturano l'attenzione.
Su sky Atalntic

domenica 21 dicembre 2014

italiano ... non per scelta



L'Italia vista dal satellite o dal cielo alla fine è quella lì, quella che vedete sopra, un fatto oggettivo, una fotografia, dentro ci siamo noi, quelli che per fortuna o per disgrazia ci sono nati.
Non è questione di bandiere, o di nazionalismo, noi secoli di storia, il rinascimento, il risorgimento, ce li siamo giocati con il fascismo, con la democrazia cristiana, con il berlusconismo, con una sinistra cialtrona.

Però l'Italia è  quella lì e rimarrà  per molto, anche dopo che io non sarò più.
Questa sera, a pochi giorni dal Natale, ho pensato che l'Italia non è solo quella sudicia delle diverse mafie e collusioni, è anche qualcosa di diverso.

Ho cercato le differenze, poche ma buone.
L'Italia è la val d'Orcia, ci siete mai stati? Una valle fuori dal tempo, dalle correnti politiche, dagli intrighi, vino toscano, formaggio pecorino e colline verdi e dolci.

L'Italia è Napoli, quella dei presepi, della spaccanapoli, dove a Natale puoi trovare la tradizione, i profumi, i sapori, l'armonia.

L'Italia è quella di chi lavora di notte, la sera di Natale, a capodanno per garantire a tutti gli altri momenti sereni e sicuri nelle città, nelle piazze, e penso ai tanti colleghi della Polizia Locale o Municipale che vengono regolarmente dimenticati dai massmedia, che si ricordano solo degli altri, carabinieri, polizia, vigili del fuoco ma si dimenticano di noi che siamo per strada insieme agli altri a garantire il controllo del territorio.

L'Italia è dei volontari, di quelli sulle ambulanze, che ancora oggi non sono riconosciuti come professionisti, ma si sbattono in un paese senza leggi a rianimare, soccorrere, salvare vite.

L'Italia è delle persone oneste che ogni giorno maledetto o benedetto si alzano e vanno allo sgobbo, 1200 euro al mese e mantengono figli, pagano alimenti, mandano avanti il paese.

Questa è l'Italia, bellissima, colma di cose da vedere, di cultura da esportare, arte da assimilare, cucina da gustare, e gli italiani puliti sono la maggioranza, quelli come me che non possono rubare, ma gli tocca pagare per una minoranza di sciacalli che continuano a sputtanarci in tutto il mondo, ed è per la mia Italia che merita ancora festeggiare il prossimo Natale.

Quindi auguri Italia.



martedì 16 dicembre 2014

un fantastico via vai




Un fantastico via vai ovvero il fantastico mondo di Leonardo Pieraccioni fra superficialità e buonismo.
In periodo natalizio invecchiando comincio ad avere carenze di sdolcinatezze, perché cos'è il Natale se non la festa della bontà a tutti i costi, del sogno realizzato, della speranza di salvezza realizzata nella carne e nel sangue del bambinello?
E mi piace perdermi nelle luci dei film natalizi proposti da sky che quest'anno ha deciso di dedicare addirittura un canale alla cinematografia di genere.
Il film è divertente, in maniera tenue e delicata, si svolge in una città toscana, Arezzo, si legge in Wikipedia, e scivola via bene, con alcuni attori consumati che fanno da spalla al Pieraccioni, e altri che compaiono per qualche battuta, Maurizio Battista e Marco Marzocca sono i due bancari colleghi di Pieraccioni, poi  l'amico Ceccherini, Panariello e una fugace apparizione di Benvenuti e Iacchetti.
La storia è irrilevante, un quarantenne, o giù di lì che cacciato di casa si rifugia in un appartamento di studenti fuori sede con ciò che segue.
Niente malizia, niente doppi sensi, niente sesso gratuito fra un uomo più che adulto con una delle splendide fanciulle che popolano la casa studentesca, solo buonismo e molta fiducia nel futuro.
Pieraccioni  diventa lo zio buono pieno di consigli saggi e disinteressati per i quattro giovani con i quali divide l'appartamento.
Rilassante, riposante, rasserenante e improbabile come una favola disneyana, una di quelle più melense.
La scena meno probabile è quella nella quale Pieraccioni invece di baciare la bella e disponibile Chiara Mastalli si volta scappa e torna dalla moglie e dalle due figliolette.
Meno credibile di un politico romano onesto, diciamocelo. 

sabato 13 dicembre 2014

the fall



Gli inglesi saranno  spocchiosi, e orgogliosi del loro essere inglesi, ma ci danno dei punti anche nella fiction televisiva, e questo the fall prende da subito, anche per il cast di tutto rispetto, c'è la sempre sensuale Gillian Anderson che forse conoscete per il mitico xfiles, c'è il  bel tenebroso Jamie Dornan più famoso per avere interpretato 50 sfumature di grigio (orrore).
E fin da subito si svela il mostro seriale una tecnica interessante già sfruttata ma molto coinvolgente, vedi questo bel maschio con una famiglia apparentemente normale, due figli e moglie sovrappeso e un lavoro di terapeuta familiare, poi c'è il suo lato oscuro, molto oscuro e c'è la poliziotta bella e spietata che si mette in caccia.
Vi dico la verità, era più credibile in xfiles a caccia di alieni che in questa fiction, la bella Anderson, ma nel complesso la tensione è alta, le speranze di un felice natale per alcune delle prede del maniaco pochissime e in ogni caso, almeno questo assassino ha una sorta di eleganza stilistica ed estetica, e la realtà supera di gran lunga la fantasia peggiore, se pensiamo al mostro che ha ucciso una professoressa circa un mese fa, trafugando il cadavere.
Finzione, realtà, se la gente leggesse di più e guardasse più fiction e si riempisse la testa di concetti forse ci sarebbero meno mostri veri in giro ... forse.
su sky atlantic

venerdì 12 dicembre 2014

da quando verrà natale ... alle cose della vita




Questa sera a Blob andava in scena l'orrore quotidiano fra madri che uccidono figli, romani che si associano con mafiosi per depredare il paese e improvvisamente è entrata in scena questa vecchia canzone di Venditti che è talmente remota (1974?) da essere uscita dalla mia memoria musicale.
Ve la regalo, io ero un adolescente e ascoltavo Venditti mentre mi innamoravo per la prima volta di una ragazzina che non sapeva nemmeno chi fossi.
Venditti mi piaceva e mi piaceva anche quell'Italia che non conosceva ancora il terrorismo, che mi rimandava al liceo, che aveva sicuramente un grande Bologna calcio e tutto un futuro davanti e in quel tempo di natali sicuramente modesti e stiracchiati io il Natale me lo godevo completamente, era più freddo, più nevoso, ma era ancora il Natale delle speranze, dei sogni, dei progetti per il futuro, dei primi innamoramenti, delle prime scelte politiche, delle prime assemblee, non c'erano ancora i decreti delegati, ma c'erano idee, entusiasmo, miseria dignitosa e voglia di cambiare il mondo.
Il mondo poi è davvero cambiato ed è inutile stasera ricordarvi la nostra situazione poveri o ricchi, cristiani o musulmani, di destra o di sinistra (ma c'è ancora la destra e la sinistra? Direbbe Gaber), il momento è davvero merdoso, l'orrore ci entra in casa a ora di cena e a tutte le ore del giorno e della notte, e la situazione socio economica del paese va a catafascio, ma in giro ci sono i soliti noti e ignoti che continuano a rubare.
Quindi visto che sapete già tutto e che magari state pensando stasera al vostro prossimo Natale, dovunque siate vi regalo questo vecchio brano di Venditti che  allora cantava , quando verra Natale tutto il mondo cambierà e probabilmente già allora il cantautore romano voleva farci riflettere sulla caducità delle nostre speranze, in un Italia che si avviava dolcemente verso il proprio inesorabile declino.
Alla fine non mi apre più la famosa canzone di Venditti e allora ve ne propongo un'altra altrettanto vecchia: le cose della via e spero vi piaccia

giovedì 11 dicembre 2014

Lupi neri su Amazon in ebook



E sull'onda del successo del mio ultimo romanzo Il silenzio della bassa che vi ricordo su Amazon è ancora in classifica fra i betseller in gialli e thriller in cinquantesima posizione in versione Kindle, dicevo sull'onda di questo successo di vendite la casa editrice Minerva che ha la mia eterna riconoscenza ha deciso di lanciare sul mercato digitale Lupi neri su Bologna in versione Kindle che attualmente potete trovare a 5 euro e 99 centesimi su Amazon qui.
In realtà Minerva da mesi ha iniziato la campagna di lancio dei suoi romanzi in formato digitale e sicuramente è una bella coincidenza che proprio ora un altro mio romanzo veda la luce in formato kindle.
Adesso devo solo aspettare che Amazon proponga a Minerva e al sottoscritto una di quelle campagne geniali di pochi giorni a 99 centesimi e sperare di nuovo nel colpaccio, se dovesse accadere ve lo dirò immediatamente.
Per chi non ha mai letto Lupi neri su Bologna, e mi conosce solo per i romanzi del maresciallo Greco o del vecchio investigatore Trebbi, rimarrà spiazzato da un libro che si distacca molto dal mio attuale stile, è dinamico, violento, quasi cinematografico e fantapolitico, i personaggi sono bene delinati e il protagonista, Massimiliano Re, è un bel modello di poliziotto psicotico che magari un giorno vorrei riproporre, credo  possa piacere a chi ama il cinema d'azione e la fiction come me.
Che altro dire cliccate gente, cliccate, e scaricate Lupi neri su Bologna, non ve ne pentirete.

mercoledì 10 dicembre 2014

a Bologna piace giallo






E' uscito il libro A Bologna piace giallo una raccolta di racconti di giallisti bolognesi nata da un'idea di Katia Brentani e Lorena Lusetti scrittrici locali.
Io ho contribuito solo con un racconto e la partecipazione alla prima presentazione avvenuta in una caotica giornata di festa per Bologna, l'8 dicembre 2014 alla libreria Ubik di via Irnerio.
Come spesso mi capita mi sono reso conto della reale consistenza dell'avvenimento solo quando entrando in libreria ho incontrato gli altri scrittori, alcuni conosciuti, amici potrei dire, in un ambiente e mondo dove l'amicizia assume connotati sempre più sfumati e indefiniti e si basa su una sorta di tacito accordo basato su fiducia reciproca e progettualità comune, poi c'erano altri scrittori praticamente sconosciuti  e per la prima volta da quando scrivo mi sono sentito parte di un gruppo, non più piccolo scrittore provinciale rinchiuso nella sua torre non proprio d'avorio, ma scrittore bolognese, giallista bolognese con una sua identità sancita ufficialmente da un bel libro di racconti.
E' stata una serata piacevole, molta gente, molti libri venduti, una nuova consapevolezza, chi non scrive abitualmente forse non sa ma lo immagina, nell'ambiente letterario bolognese e italiano ci sono figli e figliastri, gelosie e invidie, scrittori famosi e scrittori sconosciuti, ma questa nuova aggregazione di scrittori nasce soprattutto sull'onda dell'entusiasmo e del desiderio di affermare la propria identità come gruppo, come coalizione di  creativi intorno a un'idea da proporre alla città.
Come al solito l'unico guadagno è proporre storie e diffonderle come un virus buono, farsi conoscere attraverso  una proposta culturale, divertirsi nel condividerla.
Il nostro esperimento sancisce la differenza fra chi scrive per vivere e chi scrive per passione riempiendosi la vita  con questa invadente ossessione.

martedì 9 dicembre 2014

Lucy




Lucy ovvero: quanto siamo evoluti noi esseri umani a livello celebrale?
Guardate un bambino, un adolescente, se ne avete uno in casa l'osservazione è abbastanza immediata e frustrante, questi nuovi esseri che ci circondano e si occuperanno delle nostre catarratte e prostate, sono apparentemente incollati ai loro smartphone, tablet, pc, console varie, digitano veloci sulle tastiere, inviano messaggi che sono  segni spesso, sbuffi trascritti di pensieri, abbreviano, sintetizzano, riassumono e intanto studiano, si informano, si intossicano.
Questa velocità di esecuzione solo dieci anni fa era impensabile e non è solo il progresso, è la velocità di trasmissione, la condivisione, e al di là della leggenda diffusa da più parti che noi sfruttiamo una piccola percentuale del nostro cervello, secondo me è vero che il nostro cervello come tutto ciò che ci circonda potrebbe ancora evolversi come ha fatto da quando siamo presenti sul pianeta.
Il tema sviluppato in questo film di Luc Besson che amo come regista da sempre, è proprio questo, lo sfruttamento totale delle potenzialità celebrali dell'uomo.
Il film è metaforico spettacolare, delirante e allucinogeno, c'è la sensuale Scarlett Johansson, molto sensuale, e il vecchio ma sempre interessante Morgan Freeman.
Non so se il nostro cervello è sfruttato solo in minima parte, ma penso che i nostri giovani potrebbero fare cose incredibili se utilizzassero le loro capacità nello studio e nell'apprendimento con la stessa drogastica passione con la quale stanno attaccati ai loro telefonini.
Non è una considerazione moralistica da vecchio rincoglionito, perché anch'io sono con il mio smartphone sempre accanto a sopportare il mondo che mi entra da tutte le parti, ma non ho più lauree da conseguire o progetti da tracciare se non vivere al meglio e al massimo scrivere storie.
Un giovane invece cosa potrebbe assorbire, imparare, sintetizzare se utilizzasse la rete non per organizzarsi la partita a calcetto e la serata in discoteca, ma anche e soprattutto per apprendere e poi divulgare?
E forse il senso della favola di Besson è tutto qui.

domenica 7 dicembre 2014

sciacalli ...



Niente carcere per i piccoli reati è solo una proposta di legge ma sicuramente passerà.
Tutto bene, normale per uno come me che ha partecipato a decine di processi dove il ladro di biciclette, il borseggiatore, il ladro con destrezza, regolarmente non finisce dietro le sbarre, ma solitamente costretto a un ridicolo obbligo di firma, un foglio di via obbligatorio mai rispettato, al massimo i domiciliari,  nei casi più gravi.
E' tutto perfetto, troppi i reati lievi dettati dal disagio sociale e anche il microcrimine diventa tollerabile, specie con le carceri al collasso.
Poco importa che il nostro lavoro di operatori della sicurezza nelle città venga continuamente vanificato, ridimensionato, ridicolizzato da una giustizia che ti obbliga a intervenire di fronte a un crimine dove è previsto l'arresto obbligatorio,  che viene poi in aula ridimensionato con sentenze incredibili talvolta nelle quali un arresto obbligatorio non viene inspiegabilmente convalidato.

Fino a qui storia di sbirri frustrati, poi capita, è capitato a me, che i carabinieri del paesino dove ho deciso di vivere suonino il tuo campanello in una mattinata di inizio dicembre alle sei, per informarti del fatto che ignoti malfattori hanno svaligiato tutti i garage del tuo condominio, 20 garage su 21 sono stati danneggiati e violati, due auto nel parcheggio sotto casa aperte in malo modo, con rottura di finestrini e ti ritrovi come dopo il terremoto, in strada di nuovo con i tuoi vicini chi in pigiama, chi in procinto di andare al lavoro, a fare la conta dei danni.

Un vicino che con l'auto ci lavora, trasportando gente, l'ha ritrovata con i finestrini rotti, gli hanno rubato i pneumatici, un navigatore, l'assicurazione lo risarcirà, certo, intanto non potrà lavorare per qualche giorno ma a loro, agli sciacalli cosa importa?

Hanno tagliato il metallo del cancello esterno, hanno bucato i basculanti dei garage vicino alle serrature, hanno buttato all'aria carte, libri, scarpe estive, giocattoli dimenticati, l'albero di natale sintetico che attende di essere montato, non hanno rubato quasi nulla, perché in un condominio normale e popolare come il mio cosa speri di trovare?
 Loro non so cosa speravano di trovare, però adesso le ragazze del condominio  hanno paura ad andare in garage. I carabinieri sono stati bravi e professionali, dicono che forse sono stranieri, sicuramente sono dell'est, sono probabilmente affamati e cercano cibo come sciacalli, depredano dove possono e me la caverò con l'assicurazione, ma chi se ne frega.
Se fossero stati colti sul fatto, probabilmente sarebbero stati arrestati, poi visto lo scarso valore della merce rubata, rilasciati per ricominciare la notte successiva, loro lo sanno, lo sanno  e aspettano nervosamente la notte intorno alle nostre città, intorno ai nostri paesi, ci guardano con disprezzo o con indifferenza, noi siamo solo merce per loro, solo prede, i nostri garage, i nostri appartamenti, le nostre vite, solo luoghi e vite da depredare, sono i nuovi sciacalli, e la tenuità del reato fatela decidere a noi che ci guardiamo spaventati ogni notte nei nostri ritorni in case che non sentiamo più nostre perché loro, gli sciacalli, possono violarle quando vogliono, praticamente impuniti e immuni ad ogni condanna, un po' come i nostri politici no?

mercoledì 3 dicembre 2014

new tricks



New tricks nuove tracce per vecchie volpi è una serie televisiva britannica in onda dal 2003 al 2013 e che ho scoperto nel canale on demand di sky.
Per chi conosce la serie cold case americana si ritroverà come genere, anche questi vecchi volponi arzilli pensionati della polizia metropolitana londinese investigano su casi freddi irrisolti e spesso vanno a segno chiarendo aspetti che non erano emersi prima.
Rispetto alla serie americana ci sono alcune differenze che mi fanno propendere per questa, è poco melensa, molto divertente, bene interpretata e anche più realistica, i casi sono spesso banali, ma la tecnica investigativa è quasi sempre sensata e appropriata, lo stile dei poliziotti è originale come la caratterizzazione dei personaggi, mai banali, con una dignità affascinante, sono vecchi, brutti, ma per certi versi irresistibili, mi sono immediatamente affezionato, li guida e coordina un sovrintendente donna, ancora in servizio, una donna attraente che ostenta una cicatrice inquietante nel braccio sinistro (sicuramente vera) con grande eleganza.
Per chi ama il genere giallo/noir/brillante e ha voglia di rilassarsi con un umorismo squisitamente inglese si troverà a casa con questi volponi.
su Sky on demand

lunedì 1 dicembre 2014

l'amore non esiste





L'amore non esiste la canzone  ha celebrato la collaborazione fra tre dei cantautori più virtuosi del panorama italiano, ascolto il brano e per un istante mi ritrovo a riflettere, perché una canzone, anche una canzonetta, oltre ad avere il compito di entrare in circolo come un buon vino, deve anche iniettarti qualche emozione e in  questo caso il pensiero va a quella coppia di settantanovenni terminata prima del loro naturale epilogo perché lui ha deciso di sparare a lei e buonanotte a una vita insieme.
Che vita è stata la loro?
Indipendentemente dall'insano gesto, è possibile convivere con una persona per un'esistenza e poi cadere proprio al traguardo dei commenti della gente che li considerava una coppia così per bene, distinta e silenziosa, educata e benestante.
Ma l'amore?
Sapete l'amore, quello che ci spingeva a rischiare di fare una brutta figura, quello che ci faceva arrossire e piangere, implorare e scrivere noiosissime e illeggibili lettere, quando non esistevano ancora i computers e ancora quell'amore che ci ha trascinato nei pressi di un prete o di un sindaco, di una chiesa o di una sala rossa o bianca, insomma l'amore, quello che ci ha convintio che era lei, era lui quella giusta, quello giusto, tanto giusta da potere fare un figlio, organizzare una vacanza, decidere un viaggio comprare una casa, cambiare auto, cambiare paese, imparare a ballare il tango o il valzer, insomma ipotecare una vita intera.
Giunto a questo punto della mia vita io ci voglio credere ancora nell'amore, senza paura, senza esitazioni, perché parliamoci chiaro alla faccia di chi professa l'adulterio obbligatorio, la pornografia liberatoria e il libero amore senza amore io preferisco ancora e solamente il mio unico e superato concetto d'amore, perché forse l'amore non esiste ma esistiamo davvero solo io e te.

venerdì 28 novembre 2014

the killing ... ultima stagione



Ho amato le atmosfere depresse e piovose di una Seattle lontanissima dalla città di Grey's anatomy, mi sono affezionato a questi due investigatori deviati e tormentati, adesso la serie volge al termine dopo la conclusione dirompente della stagione precedente con un colpevole inaspettato e un omicidio purificatore.
In queste ultime sei puntate entriamo in una accademia militare dove alcuni temi vengono riproposti da tanto cinema e letteratura sull'argomento, anche questa serie credo sia giunta a una fisiologica conclusione, Non tutte le fiction nascono per durare, questa è sicuramente una buona realizzazione, bravi i due protagonisti, intriganti le vicende, forse il tono complessivo dell'intero prodotto è sempre un po' troppo flebile, come se non volesse mai davvero spiccare il volo, ma nel panorama globale rimane un nero interessante
su Sky

lunedì 24 novembre 2014

Dragon Age Inquisition per xbox ... chiaramente







E' arrivata la mia copia di Dragon Age inquisition e sono andato a ritirarla e dovete capire, io sono uno di quei vecchi che hanno amato Baldur's gate e solo chi ha giocato a quella magnifica saga sa cosa significa amare un gioco di ruolo fino a perdersi al suo interno. Stiamo parlando di un tempo in cui non c'era  la tecnologia attuale, e il prodotto che invece ho adesso nella mia console è un'altra cosa, è uno spettacolo per gli occhi mantenendo inalterate le caratteristiche del gioco di ruolo classico, è complesso, perché mi ritrovo a gestire più personaggi e mi garantisce una durata di alcuni mesi, che dire ... romanzi permettendo e con la benedizione  della mia consorte  avrò un nuovo universo con cui trastullarmi e credo che questa volta lo farò da mago, invecchiando ho messo da parte gli spadoni e preferisco le magie, poi vi farò sapere cosa si prova a cavalcare un drago

domenica 23 novembre 2014

donne in politica



Oggi non ho votato e ho convinto forse altre 4 persone a imitarmi, non ho votato solo perché un ministro dell'attuale governo, una donna ministro,  ha dichiarato che noi dipendenti pubblici non avremo nessun aumento nel 2015 e dobbiamo stare muti e ringraziare del fatto che non ci licenzino.
Io ringrazio però non voto, non  voto per il presidente della regione emilia romagna e mi fanno in sostanza schifo tutti più o meno.
Detto ciò su sky parlano di donne e politica, ma sono vere donne quelle che fanno politica oggi? Le donne del potere attuale, un potere spuntato e schifato da tutti, sono soprattutto belle, e hai un bel da dire che è una coincidenza e che non è un fatto di forme ma di riforme, però Berlusconi insegna e ha insegnato bene a Renzi, non ci credo  sia casuale, le sue ministre sono belle e ubbidienti, ma alla fine chi decide è sempre un omarino e se penso alle lotte femministe negli anni settanta, le lotte alle quali noi maschietti non potevamo nemmeno esprimere solidarietà, mi rendo conto che il traguardo della reale parità è ancora lontano.
Parliamoci chiaro la politica nel nostro paese è ancora un business, e per una donna bella e in gamba può essere funzionale abbozzare pur di fare carriera e poco importa che la carriera duri il tempo di una legislatura, basta entrare nel giro e se ti dicono di fare dichiarazioni anti popolari finirai per farle perché sei convinta o perché un omarino ti ha ordinato di farle?
Il dubbio non vi è sorto?
Io non voto e non voterò in questo paese ridicolo che sta implodendo sommerso da amianto, corruzione, e le solite quotidiane mafie, io resto a casa, al calduccio.
Spero solo che un giorno ci sia una donna, una vera donna, una Nilde Iotti o una Thatcher a dettare legge e a dimostrare che finalmente nel bene o nel male le donne si sono liberate dal giogo degli omarini della politica da poco.

sabato 22 novembre 2014

il silenzio della bassa su amazon e ibs


Fra i Frilli e il sottoscritto è iniziata una divertente corrispondenza relativa alle vendite della versione digitale del mio ultimo romanzo Il silenzio della bassa, intanto per i curiosi ecco i link utili per acquistare il mio ultimo romanzo su Amazon: qui 
per gli estimatori di Kindle.
o per acquistare in IBS:qui

E perché ricordarvi queste due piattaforme?
per alcuni motivi che riempiono me, i Frilli e forse anche Trebbi di grande soddisfazione.

Su Amazon ho venduto più di 1200 copie della versione digitale in pochi giorni al prezzo di 99 centesimi, e adesso direte, bella forza ti piace vincere facile, poi quando non ci pensavo più l'editore mi ha scritto oggi dicendomi che Il silenzio della bassa, adesso a 5,49 euro, è in diciottesima posizione fra Carlisi e Deaver, poi mi ha scritto poco dopo per comunicarmi che su IBS sono addirittura in quinta posizione in risalita fra Carofiglio e Wilbur Smith e quindi dovevo socializzare questo momento di pura ebrezza mediatica e ho un sospetto, dopo mille presentazioni, e tanta fatica in giro, ma il futuro e anche il presente non sarà tutto in rete?

venerdì 21 novembre 2014

Morgan ... xfactor e l'arte di apparire



Anche Crozza poche sere fa scherzava sul ritiro di Morgan dall'attuale edizione di xfactor.
Morgan non aveva gradito le espulsioni di alcuni suoi concorrenti e adirato verso il popolo bue aveva lasciato lo studio dicendo che la sua esperienza terminava lì.
Ma nessuno ci ha davvero creduto, io ipotizzavo un suo ritorno,  non avevo messo in conto la sua performance di rientro, una canzone che non ho capito se fosse sua o un vecchio motivo e devo dire   cantata anche male, stonando in diversi passaggi, forse  non ho il suo orecchio e la sua sensibilità artistica, però anche gli altri giudici sembravano perplessi durante l' esibizione.
Ho pensato anche, se Morgan lasciasse davvero xfactor cosa ne sarebbe della sua carriera artistica? Ma qualcuno di voi ha mai seguito la sua carriera artistica prima che approdasse a xfactor?
La televisione crea, la televisione distrugge, crea giovani gladiatori, li esalta e poi li dimentica, e Morgan è sicuramente un prodotto di questo modello di intrattenimento, lo trovo  simpatico, come uomo di spettacolo, istrionico e apparentemente contro corrente, con una discreta cultura musicale e probabilmente non solo, ma rimane il dubbio, cosa ne sarebbe di lui senza xfactor?
Forse anche lui si è posto la stessa domanda perché è tornato più gentile e paziente che mai e lo spettacolo può continuare, che sballo la televisione oggi ... no?

domenica 16 novembre 2014

la coscienza di Zeno





Ho scaricato La coscienza di Zeno nel mio nuovissimo Kobo e ho iniziato a rileggere un romanzo della mia giovinezza solo perché ero certo che mi sarebbe piaciuto di nuovo e ho  ritrovato un vecchio amico, tanto simile a me, tanto simile a noi uomini italiani, tanto avviluppato nell'ansia di vivere, nei suoi vizi veri o presunti, nella  smania di convivenza in una Trieste così europea, così borghese e attraente  con un ritmo dettato da pomeriggi oziosi familiari, riunioni ad ascoltare il violino, società commerciali improvvisate dove il guadagno sembrava  l'ultima effettiva preoccupazione, e tutto pulsa passione, le donne, l'amore, il sesso solo sorvolato, descritto attraverso i palpiti e l'eleganza delle ambientazioni.  Zeno Cosini si aggira per  Trieste come in un luna park dove tutto è possibile, intrecciare affari inconcludenti, amare giovinette conosciute per caso, tradire la moglie e continuare ad amarla, coltivare rapporti d'amicizia, oziare, e vivere di rendita,  attraversare la vita fra ultime sigarette mai davvero abbandonate,  regalandoci la fotografia di un'Italia fine 800, inizio 900 non ancora dilaniata dai conflitti mondiali, dalle contraddizioni economiche, dalla fame e dal fascismo.
In quel modello di Italia, dove non c'era ancora nulla di ciò che caratterizza la comunicazione oggi, come doveva essere il quotidiano di un annoiato giovane borghese illuminato? Piacevole, lo immagino piacevole,  era più facile ammalarsi, morire, l'aspettativa di vita era  più breve, ma i ritmi, le passioni, i rapporti fra le persone dovevano essere davvero interessanti, un po' come la fotografia di un giovane Italo Svevo che ho incollato a inizio post, con quel cappello leggero, quel papillon e gli occhi attenti di un italiano evoluto e ironico.
A volte penso che se esiste la reincarnazione  devo essere passato da quelle parti in quel periodo perché sento dentro di me quella leggerezza,  la lentezza di un mondo fantastico, oramai improponibile,  immune alla nevrosi della comunicazione in tempo reale della quale non possiamo più fare  a meno.

venerdì 14 novembre 2014

il codista



Sto guidando ore 6 e 25 del mattino, verso Bologna, come ogni giorno e intercetto su radio montecarlo la storia di Giovanni Cafaro, credo, primo codista italiano, un cortese signore con la faccia sorridente che dopo avere perso il lavoro di responsabile marketing presso un'azienda trasferitasi fuori Italia, si è inventato questo lavoro.
Lui in realtà fornisce un servizio e sta anche implementando con altri servizi, non solo codista nei vari uffici della burocrazia italiana, ma anche a disposizione per la spesa quotidiana e qualsiasi richiesta del cliente.
Che dire, siamo un paese che sta invecchiando, un paese al passo, fermo e arroccato in una stagnazione economica, morale, politica, un paese che fa pochi figli e ci mancherebbe anche visto l'assenza dello Stato nell'assistenza alle giovani coppie, e un paese che non produce, perennemente indebitato.
Inventarsi un mestiere come questo è coraggioso, ci vuole umiltà,  spalle robuste e la determinazione a non arrendersi alla malasorte.
Il mestiere è affascinante, in bocca al lupo Giovanni, te lo meriti.
E io magari ci scriverò un bel racconto su questa invenzione, nuove professioni, nuove forme di resistenza urbana, il mondo, il nostro mondo che implode silenziosamente senza clamori.  

mercoledì 12 novembre 2014

Breaking Bad reazioni collaterali








Ho iniziato a vedere Breaking bad, reazioni collaterali.
Ho dovuto cercarlo in rete perché su sky al momento non c'è e devo dire che ancora una volta sono rimasto folgorato, non credo sia una visione accessibile a tutti, ma per chi ha davvero voglia di sperimentare una esplosione di creatività dove il nero si mescola con il grottesco, sempre imbrigliato da una sceneggiatura tagliente, intelligente, mai banale, allora deve guardare questa fiction americana. Il personaggio principale, un professore cinquantenne di chimica che conduce una vita ordinaria, banale, grigia, povera, scopre di essere malato in maniera definitiva. Le prospettive improvvisamente si dilatano, ciò che prima aveva un senso non l'ha più, e la realtà che lo circonda diventa un luogo dove agire i comportamenti più estremi per mettere insieme il denaro che servirà alla sua famiglia disastrata per andare avanti dopo la sua sicura dipartita.
Da qui si sviluppa una trama tutta da vedere, ascoltare, e nel film ti ci ritrovi, nel non senso delle diverse situazioni, dove non c'è bene o male, nero o bianco, non ci sono confini e i ruoli rischiano di invertirsi a ogni scena.
Breaking bad è un 'esperienza da non perdere per chi come me inventa storie, è la vera essenza del nero, con molte incursioni nel grottesco, e mi ricarica il cervello di impulsi elettrici, una specie di elettroshock positivo, davvero divertente.

martedì 11 novembre 2014

i miei libri



L'amico e collaboratore Claudio Trabucchi, uno dei migliori illustratori di cover sulla piazza italiana, mi ha costruito il bel collage che potete vedere e che ho utilizzato nella mia immagine di  copertina su facebook.
La citazione è rubata a uno dei miei film culto giovanili , Gli anni spezzati e va bene per tutte le stagioni e tutte le amicizie.
In attesa della mia prossima uscita con Eclissi, aprile 2015, ecco un omaggio ai miei amati lettori.

lunedì 10 novembre 2014

il silenzio della bassa a 99 centesimi su Amazon






Amazon ha messo in vendita la versione digitale del mio ultimo romanzo Il silenzio della bassa, a 99 centesimi, l'offerta durerà qualche giorno ed è una buona occasione per conoscermi, e per conoscere Galeazzo Trebbi ex sbirro e investigatore privato vecchia maniera.
Potete bere un caffé e con una spesa inferiore leggervi il mio ultimo romanzo.
basta cliccare qui

domenica 9 novembre 2014

Enrico Barbetti, giornalista del Resto del Carlino, aggredito a Bologna



Bologna, 9 novembre 2014 - Un agguato vigliacco,venti contro uno. Il nostro cronista Enrico Barbettiè stato aggredito ieri, al termine della visita (con scontri) di Matteo Salvini al campo nomadi, da un gruppo di antagonisti anarchici che l’hanno insultato e picchiato, rompendogli un gomitoEcco il suo racconto

Copio e incollo dal Carlino online e davvero mi sorprendo, riesco ancora a stupirmi, forse significa che non sono del tutto assuefatto alla quotidiana dose di follia.
Io Barbetti lo conosco personalmente come dirigente sindacale del Sulpm bolognese e come agente della polizia municipale. Barbetti è un vero giornalista di cronaca, uno di quei professionisti seri e mai invadenti che presidia i luoghi della città dove avvengono i fatti e solitamente sono sempre storie dure, pesanti, la cronaca dei nostri tempi costellata di violenza, disperazione, e spesso priva di un senso compiuto.
Ci siamo spesso incrociati nei luoghi ove avvengono i fatti,  io in divisa a fare il mio lavoro e lui in situazione a registrare le storie, in quei casi ci si saluta  con un gesto, perché alla fine ci si riconosce, si riconoscono gli amici, le persone che conoscono il nostro lavoro e lo raccontano oggettivamente senza indulgere in retorica o strumentalizzazioni.
Enrico è un professionista serio e mi fa male pensare che un gruppo di teppisti lo abbia insultato chiamandolo infame, sciacallo, sbirro,  noi  siamo abituati alle offese gratuite, fa parte del gioco, ma non trovo giusto che un giornalista serio e onesto venga offeso e umiliato in questo modo, è un segnale da non sottovalutare, pericoloso, inquietante, come diceva Rousseau:
non sono d'accordo con te ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.

Quando questo principio di democrazia, illuminismo, libertà viene infranto, ed è ciò che è accaduto con l'aggressione a Barbetti, tutto può accadere.
Ieri è successo a lui domani a chi? Un altro giornalista, un poliziotto, un sindacalista?
E' un attimo alzare il livello dello scontro e noi italiani, noi bolognesi lo sappiamo bene.
Noi cittadini, sindacalisti, professionisti, esseri umani dobbiamo impedire che la violenza sostituisca il confronto, o saremo di nuovo in balia di questi teppisti non importa di destra o di sinistra.
Solidarietà per il giornalista Enrico Barbetti e un abbraccio per chi fa con coscienza e serietà il suo lavoro rischiando in prima persona per fare ciò che ogni giornalista dovrebbe fare raccontare la realtà.


sabato 8 novembre 2014

the evil within



Il male dentro, The evil within ultima fatica della Bethesda, ricorda  Resident Evil della Capcom, e rappresenta il fortunato ritorno al genere survival/horror e funziona alla grande, vi racconto solo l'inizio, vi ritroverete legato per i piedi a testa in giù in una sorta di cantina, mattatoio dove potrete solamente cercare di scappare da una specie di orco intento ad affettare cadaveri.
Il gioco inizia in questo modo e lo sconsiglerei a minori, e potenziali serial killer, ma è davvero divertente, avvincente, spaventoso e difficile, in questo gioco non bisogna avere capacità eccezionali o abilità a digitare tasti, è necessario mantenere il sangue freddo e non farsi troppo suggestionare, ma alla fine è la suggestione che arricchisce il divertimento come quando al luna park ci si addentra nel tunnel degli orrori, sai che è finzione ma ti spaventi uguale.
Musiche, effetti speciali, e grafica sono esaltate da un eventuale schermo in hd e allora lasciatevi prendere per qualche ora da un vero gioco di quelli da non fare di notte con le cuffie se non volete rischiare l'infarto.
  

venerdì 7 novembre 2014

da XFACTOR a Italia's got talent



I nuovi gladiatori sono in rete, da Xfactor, a masterchef, a Italia's got talent ad Amici, centinaia, migliaia di giovani telenti o quasi si cimentano sgomitando per arrivare al successo, effimero, virtuale, momentaneo e meritatissimo, perché le selezioni iniziali sono difficilissime e diciamoci la verità non sono sicuro che siano assolutamente limpide, specialmente quando di mezzo ci sono cantanti e quindi case discografiche e quindi business.
Ma come sono sono, non è importante, però guardando ieri sera l'inizio della terza puntata di xfactor ho avuto una sorta di illuminazione mentre sul palco ballavano i 4 bravi presentatori, Morgan, Fedez, Victoria, Mika e poi mentre sfilavano altri presentatori Bisio, Incontrada, Littizzetto etc che saranno i prossimi conduttori di Italia's Got Talent che quest'anno approda su sky.
L'illuminazione è che in queste competizioni i veri protagonisti sono sempre e solo loro, i conduttori, super pagati, super osannati, super pubblicizzati e spesso riciclati, Bisio e la Littizzetto che intanto reclamizzano l'ultimo film comico, o l'ultimo libro e sono questi i veri vincitori di trasmissioni dove vinci il primo posto, la produzione di un disco, e poi scompari più o meno regolarmente, basta guardare gli ultimi vincitori di xfactor, uno su mille ce la fa, ma davvero.
Invece loro ce la fanno sempre l'allegra schiera di conduttori, attori, comici e ballerini che dirigono le diverse trasmissioni , loro si alternano, si perpetuano, si commuovono, e diventano sempre più ricchi e famosi.
I nuovi gladiatori si battono in loro onore, da loro incoraggiati e inviati al massacro mediatico, e non diventano nemmeno personaggi famosi come i gladiatori dell'epoca imperiale, svaniscono nel limbo dei giovani talenti dimenticati e dimenticabili.
Fra tutti questi l'unico che al momento è degno di nota è Mengoni e tanto basta.
E' cambiato qualcosa nel mondo dello spettacolo, la televisione è sempre più interattiva e noi da casa possiamo gioire, eliminare, osannare i diversi concorrenti ma i veri e unici protagonisti sono loro, i padroni di casa, come se queste trasmissioni fossero nate solo per dare loro una sicura e proficua collocazione professionale ... o no?

lunedì 3 novembre 2014

questo nostro amore 70



C'erano gli anni settanta e c'ero anch'io peccato che a distanza di quarant'anni la memoria non ce la fa a ricordare il quotidiano, perché è il vissuto di tutti i giorni che compone il tempo del nostro vivere, non c'è niente da fare, solo alcuni sentimenti si conservano nonostante la lontananza spaziale e temporale.
Vi dico per esperienza scrivere un romanzo e cercare di storicizzarlo è complicato se vuoi farlo bene, io ho già ambientato alcuni romanzi negli anni ottanta, mi sono calato per un centinaio di pagine in quel periodo relativamente vicino e mi sono regolarmente perso, deve avere a che fare con il fatto che oggi abbiamo tutto a portata di clic e allora invece per telefonare o lo facevi da un telefono fisso o da una cabina telefonica e ci volevano i gettoni ancora prima delle schede. La televisione non aveva il telecomando e le automobili non erano euro 5, e il casco in moto non era obbligatorio etc etc.
Scrivere una storia è complicato, una sceneggiatura probabilmente ancora di più e trasporla in immagini deve essere faticoso, in questa seconda stagione di Questo nostro amore ci addentriamo negli anni70 e la cosa funziona, meno come impatto della prima serie, forse meno intrigante come trama, ma per uno che nel 1970  aveva 11 anni  è quasi magico ritovare alcune immagini di quel periodo, l'abbigliamento, la televisone in bianco e nero, l'America di Nixon e i primi esperimenti di emancipazione.
Il femminsimo, le lotte operaie, i movimenti studenteschi.
La realizzazione è piacevole, c'è una discreta cura per i particolari, gli attori sono accettabili, mi piace molto la coppia Marcoré, Valle, e questo rimane un prodotto gradevole nel triste palinsensto nazionale, leggero, e non è questione di nostalgia. Negli anni 70 esisteva ancora la sinistra, gli operai, le idee, ci si confrontava sui temi importanti, ci si scontrava, ma c'era entusiasmo, voglia di cambiare il mondo.
Poi c'è stato il terrorismo, mani pulite, la seconda repubblica, berlusconi, la crisi delle banche, la crisi mondiale e siamo arrivati fino all'era Renzi.
Nel frattempo molti come me si sono accorti che non è cambiato il mondo, abbiamo tutto a portata di clic, ma è tutto così poco interessante, così privo di significato.
E basta voltarsi indietro un istante per capire che allora c'era davvero una spinta al cambiamento, ma forse è questione di cicli e ricicli.
Chi c'era potrà come me gustare l'illusione di quel periodo, chi non c'era potrà sorridere di come solo quarant'anni fa fossimo semplicemente più umani, nel bene e nel male.   

domenica 2 novembre 2014

aspirante vedovo



Massimo Venier  firma la regia di questo film inguardabile che ha la pretesa di essere il remake di un film del 1959 di Dino Risi con Alberto Sordi e Franca Valeri , Il vedovo.
Non perderò tempo ed energie a raccontarvi la trama, a me non piace la Littizzetto, posso girarla da tutte le possibili angolazioni, ma non trovo nulla di piacevole in lei, non mi piace la sua comicità farcita di luoghi comuni e parolacce, non mi piace il personaggio che incarna ed è uno dei motivi per i quali non guardo la trasmissione di Fazio da anni.
De Luigi è simpatico, è un bravo comico ed è leggero con una faccia perfetta per il suo mestiere e ho cominciato a guardare il film non per compararlo alla commedia italiana anni sessanta,irraggiungibile peraltro, ma per farmi due risate.
Non si ride in questo film, la sceneggiatura è fiacca e acida, e il regista cerca di proporre una commedia velata da una scialba critica al mondo del profitto senza scrupoli, l'effetto è annichilente.
Quale lo scopo di una commedia? In questo caso divertire, obiettivo fallito.
Viene da chiedersi perché produrre certe pellicole? Chi ci guadagna? Certo gli attori ci guadagneranno in denaro e visibilità , però io da domani guarderò De Luigi con minore interesse e continuerò a pensare che il cinema italiano è davvero da buttare.
Siamo fermi alla commedia degli anni sessanta, settanta e da lì non siamo più riusciti a proporre nulla di nuovo o di realmente diverso.
Punto.
su sky

venerdì 31 ottobre 2014

Homeland e House of cards ... vicepresidenti a confronto




Eccoli qui due modelli di vicepresidenza americana,  un sociopatico drogato di potere e pervertito, e un assassino di bambini, spietato e senza scrupoli.
Ieri sera sono giunto alla fine della seconda stagione di Homeland che nella mia classifica personale batte House of cards sulla tensione, sulle emozioni e sui personaggi, e la conclusione di stagione è spettacolare, io chiaramente faccio il tifo per il sergente Brody e la bionda pipolare della Cia.
Perde terreno invece il personaggio interpretato da Kevin Spacey che all'undicesima puntata si esibisce in un menage a tre con la bella e algida moglie davvero disgustoso.
Punto, non vi dico altro per ora, mi diverto, mi piacciono, ma la morale conclusiva delle due serie è che il potere forse  logora chi non ce l'ha, ma quando devi diventare un mostro per conservarlo non so se il gioco vale la candela.

mercoledì 29 ottobre 2014

Massimo Fagnoni scrittore ... bilancio di fine anno




Non sapendo bene quali immagini accompagnare al mio bilancio annuale come scrittore ecco tre vetrine di librerie che hanno ospitato alcuni dei miei romanzi. Solo quattro anni fa una vetrina di Feltrinelli era impensabile, un sogno ad occhi aperti e adesso i miei romanzi circolano per Bologna, per la Bassa, per l'Emilia  e grazie alla rete in tutta Italia, due copie sono arrivate anche a Barcellona, le ho spedite io, e oggi 29 ottobre 2014 mi sono fermato per un bilancio necessario.
Sei romanzi e un libro di racconti pubblicati con cinque diverse case editrici (non a pagamento), e un cassetto virtuale con altri 8 romanzi praticamente pronti.
Avrei bisogno di un agente letterario con tanta buona volontà, ma in sua mancanza devo personalmente decidere le priorità di uscita e oggi dopo avere sentito i diversi editori ho deciso democraticamente che nella primavera 2015 tornerò in libreria con il maresciallo Greco.
Ci sono alcune centinaia di lettori che hanno amato il personaggio del carabiniere in borghese e che spesso mi hanno scritto chiedendomi come mai non era più comparso.
Mercato editoriale in crisi, altre priorità, altre uscite, ma pochi giorni fa l'editore (Eclissi) mi ha proposto aprile 2015 e io ho detto sì.
Terzo capitolo, spero e penso  che non vi deluderà.
Ma Trebbi l'ex poliziotto duro e puro, non può saltare un anno, perché un personaggio seriale in crescita non deve deludere i suoi lettori e quindi con Frilli abbiamo ipotizzato un' uscita nell'autunno inverno del 2015.
C'è anche un secondo libro di racconti nel cassetto che forse slitterà al 2016 e altro ancora.
E' questo un modo bellissimo per incastrare la propria passione con il calendario, e adesso posso andare in letargo, ma chi mi conosce sa che continuerò a lavorare e a scrivere, un modo di amare che non ferisce nessuno.
E se qualcuno si perde, come capita spesso anche a me, può  scrivermi
maxfag@alice.it  e mi spiegherò meglio.
A presto

domenica 26 ottobre 2014

Il silenzio della bassa a 7gold




Domani 27 ottobre 2014 alle 18.30 minuto più minuto meno torno in televisione a Rete 7Gold Emilia Romagna, canale 195 del digitale terrestre, Diretta dalle 18.30 alle 20.00 sul canale 195 dgt ( 7gold musica) e replica dalle 21.00 sul canale 110 dgt (Nuova Rete) Diretta streaming suwww.livestream.com/7goldemilia ..

Dopo avere partecipato ad un incontro di boxeo letterario con Bortolotti posso affrontare uno studio televisivo dove si parla soprattutto di calcio, però mi sento come quando al liceo avevo il giorno dopo l'interrogazione di matematica o fisica, assai impreparato, farò parlare in mia vece Trebbi e spero che  le atmosfere del mio ultimo romanzo Il silenzio della bassa riescano ad avere un po' di spazio, grazie a Enrico Ciaccio che mi ha dato questa nuova opportunità di visibilità e grazie al collega e amico Stefano Arduini. 
A  proposito alè alè forza Bologna!



sabato 25 ottobre 2014

true detective fine stagione




C'è il male e il bene, l'oscurità e la luce, come dice uno dei due protagonisti, in mezzo ci sono gli eroi che non sono senza macchia e nemmeno senza paura, sono di carne e  sangue, possono morire e farsi male, soffrire e cadere, e l'immagine che per me rende meglio i nostri due eroi è quella che ho appiccicato sopra, e non svela nulla perché è collocata circa a metà della prima stagione.
Una delle migliori fiction nere americane degli ultimi tempi, giganteschi i due personaggi che incarnano una legge imperfetta fatta di tentativi, errori, deliri, allucinazioni, micidiali intuizioni e molta follia.
Ma i nostri due poliziotti fanno ciò che possono per difendere le vittime e quando non possono fare altro recuperano i loro corpi per preservare almeno il senso della loro esistenza e sono pietosi, si indignano, si arrabbiano, e anche se sono loro stessi peccatori rimangono di una purezza disarmante di fronte ai mostri, quelli veri, che combattono a dispetto di tutto e di tutti.
C'è molta realtà in questa finzione anche se qui i mostri sono quasi metaforici e nella realtà molto più reali e a volte davvero protetti dalla stessa società che li ha generati.
10 con lode alla prima stagione
su sky atlantic

giovedì 23 ottobre 2014

Les revenants




Ho visto le prime due puntate della serie televisiva francese Les Revenants che in italiano deve essere una cosa tipo i rinvenuti, io direi i ritornati.
Sono otto puntate in tutto e le prime due mi sono piaciute soprattutto per l'atmosfera quasi onirica che si respira in questo villaggio di montagna  francese dove appaiono luoghi difficilmente collocabili in un posto reale, ma che comunque ci stanno benissimo, come la mediateca, un posto modernissimo dove le scolaresche partecipano ad attività creative, e che nella realtà faccio fatica a trovare a Bologna figurarsi in uno sperduto paesino di montagna francese, nello stesso tempo esiste una sola birreria dove i giovani si ritrovano e questo è già più sensato, e dentro pascolano i soliti stereotipi giovanili alcolizzati e consumatori di droghe varie.
Sembra che il paesino scena del ritorno di questi fantasmi in carne ed ossa sia metaforico, e contenga diversi contenuti più estetici che sociali della nostra attuale società.
Ma poco importa il contatto con la realtà in una fiction che ha come personaggi principali dei morti che semplicemente tornano a casa, con i loro corpi fermi al momento della dipartita e così abbiamo la ragazzina che torna a casa identica al giorno dell'incidente e ritrova la gemella che nel frattempo è cresciuta ed è anche ben bene scoppiata.
Cosa mi piace?
L'atmosfera come ho detto all'inizio, un po' Stephen King, un po'  David Lynch, e cosa hanno di affascinante questi due personaggi? Giocano con la realtà e la fantasia mescolandole insieme e anche in Les Revenant, la ragazzina che torna a casa ha subito un grande appetito ed è normale non mangia da alcuni anni, e subito si scontra con la realtà, fa fatica ad accettarla e manda in tilt i già precari equilibri della famiglia di origine.
Les Revenant è in realtà anche consolatorio, io spesso ho ripreso il tema del ritorno dei propri cari dall'aldilà, chi ha letto i miei racconti (Solitario bolognese) se ne sarà accorto.
L'ossessione per la perdita dei propri cari siano essi amici, o parenti o persone amate è un tema caro a letteratura e cinema, e con un trucco ben fatto crea suggestioni anche in questa fiction francese davvero gradevole.
Su Sky Atlantic

mercoledì 22 ottobre 2014

Diablo III Reaper of souls



Ho ritrovato Diablo versione xbox e ho recuperato un po' di giovinezza perché è stato uno dei miei giochi prediletti e non c'è un motivo razionale, ha a che fare con la parte più infantile del mio essere maschile, singolare, come l'articolo il.
Il gioco è  elementare, devi scegliere un eroe, devi farlo crescere come una pianticella, costruendogli addosso la migliore armatura o le migliori magie e poi spedirlo in giro per missioni dove per la maggiore parte del tempo dovrà combattere mostri di ogni tipo, animali, vegetali e magici.
Puoi scegliere fra diversi eroi dal mago, al paladino, al cacciatore, ognuno con caratteristiche diverse e puoi avere diversi alleati, ma diciamoci la verità non ci vuole strategia, né particolari abilità, la cosa divertente è l'esplorazione dell'universo di Diablo, e la crescita del tuo personaggio.
Diablo è giocabile secondo la prospettiva isometrica con la parziale trasparenza delle mura, e la novità è che adesso si può giocare con l'x box con tutta la bellezza che un 46 pollici hd può donare.
Probabilmente la cosa più divertente è giocare in rete, ma a me non piace, il gioco per me rimane cosa solitaria, quasi religiosa, nessuna commistione con ciurme di adolescenti nevroticamente molto più bravi e veloci di me
Mia moglie mi guarda mentre uccido mostri e scuote la testa sconsolata, ma come diceva il grande filosofo Battisti tu chiamale se vuoi emozioni 


martedì 21 ottobre 2014

homeland



Era destino che la fiction giocasse con uno dei casi più complicati e spinosi dei nostri tempi il terrorismo islamico di Al - Qaida e la guerra che da anni insanguina l'Iraq. Ho guardato la prima stagione e mi sono registrato su my sky le altre due, la quarta sta andando in tempo reale in questi giorni e devo dire che mi piace, non tanto per la trama e i temi socio politici che affronta, ma per i colpi di scena e la caratterizzazione dei personaggi.
Come ho già scritto il successo di una fiction è dovuto all'originalità della vicenda, alla bravura degli attori, e alla caratterizzazione dei personaggi.
Qui abbiamo i due protagonisti assoluti, lui un sergente dei marines degli Stati Uniti che viene liberato dopo 8 anni di prigionia in mano ad Al Qaida, un uomo distrutto e confuso che torna in patria con  idee molto particolari sul conflitto e sul terrorismo.
Un' agente della Cia, una giovane donna, che soffre di un disturbo bipolare non molto compensato ma che probabilmente grazie a questo problema ha una capacità di analisi maggiore  degli altri agenti.
Poi c'è la vicenda che si muove veloce,  non dà tregua,  coinvolge,  ho iniziato a vedere la seconda stagione ieri sera vediamo se riuscirà a mantenere gli stessi ritmi.
Godibile, interessante, si parla anche di fede, di coscienza, di morale e di patriottismo, ma non in maniera retorica.
Bel prodotto.
Su Sky atlantic.

lunedì 20 ottobre 2014

primo premio letterario ippodromo arcoveggio 2014




il 19 ottobre 2014 ho ricevuto un premio all'ippodromo di Bologna e c'è qualcosa di magico in tutto ciò come quando bambino aspettavo in dormiveglia babbo natale, in questo caso è arrivato e mi ha premiato ed è davvero come tornare cinni molto gratificante

Poi l'ippodromo è davvero un posto magico
non c'ero mai stato
spero sinceramente in un suo rilancio anche perché ci lavora  un sacco di gente

Il mio racconto lo troverete nella prossima raccolta in uscita su questi schermi insieme a molti altri frammenti bolognesi



lunedì 13 ottobre 2014

Diario di un paraorecchi rosso




Un tempo anch'io sono stato giovane,  periodo magico, non tanto per la mia condizione ma per le idee che pervadono la mente dell'adolescente condizionato dal credo politico, dalla situazione socio ambientale di provenienza e dall'istinto.
A diciotto anni l'individuo maschio è naturalmente un animale in cerca di amore.
E non c'è niente come l'amore in grado di interrompere il flusso di qualsiasi processo evolutivo, e nel mio caso  un modo assolutamente patologico per perdere tempo.
Infatti un'altra cosa che i giovani spesso non colgono è il passare del tempo, io ad esempio non mi rendevo conto di come scorresse veloce mentre rimanevo sempre indietro a rincorrere sogni e progetti giovanili dove al centro c'era sempre una donna, e insieme la mia sconclusionata idea di amore.
Tutta questa premessa per dire che Diario di un paraorecchi rosso di Lisa Frassi mi ha catapultato in quell'idea di donna che avevo nel frustrante e nevrotico periodo dell'adolescenza nel quale la mia idea di donna era decisamente romantica, essere perfetto, icona di bellezza e armonia, e tutte le fantastiche congetture che possono riempire la fantasia di un giovane di sinistra, femminista, e in piena esplosione ormonale.
La protagonista del romanzo autobiografico in questione in realtà è proprio quel modello femminile, una avvenente fanciulla nata nella provinciale Cremona, e cresciuta, nonostante i legacci e le inibizioni di una realtà soffocante come può essere quella della piccola città benestante e nordista, con una idea di libertà, con la voglia di esplorare, di creare e non è un caso se Lisa è non solo una scrittirce ma anche e soprattutto una musicista e cantante e infine  psicologa e psicoterapeuta.
Ma nel romanzo in questione è soprattutto una giovane donna che in maniera libera e svincolata da qualsiasi riferimento temporale, racconta  momenti fondamentali della sua vicenda umana, fra amori finiti male, amicizie femminili indimenticabili, rapporti familiari complicati, e finalmente l'amore quello definitivo e appagante come può esserlo in una favola, ma non per questo meno reale, perché è importante credere nel sogno realizzato, anche per un mostro di scetticismo come me.
E Lisa riesce a farmi credere nella possibilità del lieto fine, nella scommessa della vittoria dei buoni sentimenti, in un paese dove anche un artista possa vivere del suo lavoro, e non esista solo la meschinità dei luoghi comuni e dove anche la provincia quella più gretta e ottusa possa essere trampolino per una carriera esistenziale appagante all'inseguimento della felicità.
Lisa ha avuto coraggio, ha raccontato la sua storia, si è messa in piazza, cosa che io in sette libri non ho mai sognato di fare nemmeno lontanamente, perché una volta esplicitata la propria essenza è  difficile nascondersi dal giudizio terribile del popolino.
Quindi complimenti Lara, sei riuscita a farti leggere da uno che evita come dita negli occhi le biografie in genere, ho ritrovato per alcune ore la parte migliore di me, e ho scoperto che forse la ragazza dolce, sognatrice e sensuale che sognavo da ragazzo e che non incontrai in un periodo cupo e difficile, (anni settanta) magari invece esisteva davvero e meritava di essere cercata, poco importa che le mie coetanee fossero ben diverse, Lisa Frassi rimette in gioco i diversi ruoli, maschili e femminile, esaltando le comuni qualità, quelle che conducono a quello strano miraggio che lei si ostina a chiamare felicità.