giovedì 31 ottobre 2013

w l'Italia




Viva l'Italia  è un film di Massimiliano Bruno che conoscerete se avete visto come me  la serie Boris, lui era il comico popolare diventato famoso perché durante i suoi spettacoli urlava il tormentone che faceva scompisciare il pubblico "bucio de culo", perdonate la volgarità ma era quella che il personaggio proponeva in tutte le salse e la sua era una figura grottesca che sottolineva la comicità greve di certi attori italiani.

Anche in viva l'italia si sottolineano diverse cose: la corruzione, il mal costume, i raccomandati, l'arroganza del potere, e chi più ne ha più ne metta, si propongono anche soluzioni, un sempre bravo Michele Placido propone un nuovo articolo della Costituzione, il diritto dei cittadini a conoscere sempre la verità dei fatti.

Anche i figli del politico Placido, costretto per un attacco di demenza a dire la verità, diventano bravi :
Alessandro Gassman, Roul Bova, Ambra Angiolini da figli senza spina dorsale del politico corrotto diventano bravi cittadini che affrontano con coraggio le sfide della vita.

Insomma una favoletta a metà che non promette mondi migliori ma che invita a una nuova moralizzazione, però il film in realtà non arriva da nessuna parte, ci racconta cosucce già dette, si indigna ma con troppa leggerezza, unico momento drammatico è la visita all'Aquila violata dal terremoto, ma diciamoci la verità, noi italiani non abbiamo bisogno che ci dicano la verità, quella la conosciamo già, abbiamo bisogno che i politici se corrotti e condannati si tolgano di mezzo, che il prezzo di scelte scellerate lo paghino coloro i quali invece continuano allegramente a godere di immunità e corruzione.
etc etc.etc etc.

Il film racconta una storia già scritta senza colpire nessun reale bersaglio e gli attori sono i soliti noti, come se a Roma ci fossero solo quegli attori, ma forse sbaglio è che  sono i più bravi, sicuramente loro non sono, come la protagonista femminile del film, raccomandati.

Comunque Bruno è simpatico.
su sky

martedì 29 ottobre 2013

walking dead 4



E' iniziata la quarta stagione con grande promozione su sky e io che sono un fedelissimo dalla prima puntata ho deciso di farmi del male e ho cominciato a seguire le avventure dei sopravvissuti che al momento se la passano con grande fatica all'interno di un carcere abbandonato trasformato in comunità e rifugio.
Considerando il fatto che quasi in contemporanea sto giocando con l'ultima puntata di Resident Evil  all'xbox il mio momento attuale è zeppo di non morti che si aggirano bramosi di mangiare carne fresca senza la soddisfazione di riempirsi la pancia, ma solo per una compulsione insensata dettata da un virus micidiale che ha contaminato tutta l'umanità.
In effetti i non morti di Resident Evil e quelli di Walking Dead sono molto simili e poco hanno a che fare con gli zombi di tanta cinematografia, sono piuttosto una loro evoluzione e rappresentano la peggiore involuzione che potrebbe capitare all'essere umano, un mondo disumanizzato dove non esistono più regole, umana pietà, misericordia e progresso, ma solo morte e disperazione, solo una lotta al coltello e dove non c'è un luogo dove rifugiarsi, e nessuna certezza per il futuro.
Dove risiede il successo di questa serie? non credo sia nel fatto che nasce da un fumetto che in questi giorni ha compiuto 10 anni di vita, credo piuttosto che la sua forza nasca dal ritmo e dal fatto di  non lasciare scampo neanche allo spettatore che si affeziona ai diversi personaggi, lotta con loro e per loro fa il tifo, senza in realtà sapere chi sarà la prossima vittima. I dialoghi sono efficaci e realistici, pure nella totale follia del prodotto.
Se comincerete a seguirli questi uomini e donne in lotta vi accorgerete che i morsicatori/camminatori sono solo un pretesto per scavare a fondo nelle nostre paure, nelle più profonde convinzioni, e per mettere a nudo ciò che nel bene e nel male un essere umano può esplicitare
nei momenti più estremi.
Su sky

lunedì 28 ottobre 2013

looper in fuga dal passato




Looper in fuga dal passato film del 2012, un fantascienza action non particolarmente interessante non fosse per la presenza di Bruce Willis e di un apprezzabile Joseph Gordon Lewitt.
Il film gioca ancora una volta con i salti temporali, un pò ricorda il primo Terminator : ho attraversato il tempo per te, ricordate ? O qualcosa del genere.
Da una parte un futuro cupo e violento, senza speranze, dall'altra un presente con i looper che altro non sono che killer a pagamento che uccidono persone scomode del futuro per poi farle sparire nel passato.
La storia sarebbe deboluccia, ma i due bravi attori riescono a darle una seppure lieve dignità.
Mi è venuta voglia di scrivere qualcosa sui vuoti di memoria e sul cervello in ammollo, chissà forse è la paura di perdere i pezzi che mi spinge a inventare sempre nuove storie, ma lo so già non è nel romanzo che risiede la verità storica, il romanzo è solo una parte di verità, solitamente quella del sogno.
Il film può piacere a chi ama come me i due attori e a chi non ha paura dei viaggi nel tempo.
Su Sky

sabato 26 ottobre 2013

e l'uomo creò satana



Inherit the Wind titolo originale che meglio si adatta e che fu storpiato con questo bruttissimo titolo italiano, E l'uomo creò satana. E' un piccolo capolavoro di Kramer il regista di Indovina chi viene a cena o la Parete di fango. Allora essere uomini giusti, all'inseguimento di un principio di ragionevolezza era più difficile di adesso, più pericoloso probabilmente. Spencer Tracy incarna l'attore e l'uomo che in un certo periodo storico rappresentò la lotta del progresso intellettuale e culturale per l'affermazione di principi che oggi diamo per scontati, l'evoluzione dell'uomo, come in questo film, l'uguaglianza e la necessità di sancirla e difenderla, come in La parete di fango o Indovina chi viene a Cena.
Adesso ci riempiamo la bocca di luoghi comuni, inorridiamo davanti all'ingiustizia, ci scandalizziamo di fronte al dramma dei profughi, ma solo quando siamo costretti a fare i conti con la cronaca, con i morti annegati, ma ciò che domina su tutto è l'ipocrisia della retorica da bar e della demagogia spicciola. Il dramma vero è altrove e noi possiamo solo immaginarlo, perché se ci sono esseri umani che decidono di spendere cifre anche per me irraggiungibili per affrontare un viaggio allucinante in mare, c'è da chiedersi cosa sta davvero avvenendo in quei paesi, cosa l'occidente ha permesso, in secoli di dominazione economica. Detto ciò mi fermo perché sono parole inutili, i film invece non sono inutili donano ancora forti emozioni, come questo con un Spencer Tracy bellissimo con tutte le sue rughe naturali e il carisma di mostro sacro del cinema, uno dei miei attori preferiti di sempre, perché è facile essere semplicemente raccappriccianti dopo un lavoro chirurgico per farsi tirare la pelle, stringere gli occhi, gonfiare le labbra, impiantare capelli e scoprire di avere speso una fortuna per essere semplicemente gommoso. Spencer Tracy era bellissimo al naturale, e rivederlo mentre interpreta un vecchio avvocato che crede ancora nella giustizia ma non si fa illusioni è un toccasana per il mio spirito, e mi rendo conto che invecchiando amo di più certo cinema, e la semplicità dei messaggi. Nel film una lunga serie di attori incredibili da Gene Kelly, il giornalista cinico, Fredrich March, il cattolico fanatico, Dick York più famoso per la serie televisiva Vita da strega che qui interpreta un insegnante darwinista e altri ancora che fanno capolino fra i numerosi caratteristi.
Dove sono finiti i bravi attori?  E i bravi sceneggiatori? E i bravi registi?
Forse non si fa più grande cinema perché tutto è già stato detto e fatto? E' un capolavoro in bianco e nero ed è talmente fresco nei dialoghi, nelle atmosfere, nella cura dei particolari.
Il film si svolge nel 1925 in una parte remota e oscurantista dell'America e compare per la prima volta la radio nel film ai suoi esordi nelle comunicazioni di massa.
Come facevano a divertirsi gli uomini e le donne di allora senza tutta la spazzatura tecnologica attuale?
Mistero.
Su sky

mercoledì 23 ottobre 2013

Ci sarà pure un giudice a Berlino





Sono uno dei 500 vigili ai quali è stato chiesto di ''fare di più con meno''... e sono anche un delegato sindacale. Noi siamo alle prese con una trattativa sulla quale mi esprimerò più avanti!
Mi sono preso la briga di fare una piccola rassegna stampa di quello che ''i vigili urbani'' di Bologna hanno fatto in quest'ultimo anno, abbiate la pazienza di leggerla è lunga ma sintetica e l’ho rubata dalla cronaca, dai diversi notiziari online che si trovano in rete. Per non annoiarvi troppo ho riportato solo le notizie più eclatanti che ci riguardano.

22 ottobre - Emilia Levante: donna presa a pugni in faccia alla fermata del bus. Secondo i testimoni una donna stava aspettando l'autobus, quando è stata avvicinata da un uomo che l'ha picchiata brutalmente,  l’ uomo è stato fermato poco dopo nei dintorni da agenti della polizia municipale.

2 ottobre - Piazza XX settembre: violento accoltellamento nella notte, due feriti al collo e al viso. Poco dopo mezzanotte, la Municipale è intervenuta nella piazza vicino all'autostazione. Due persone sono rimaste ferite e portate al Maggiore.

14 settembre - Serrande giù al Tony's Bar di via D'Azeglio: risse, coltelli e minacce ai vigili. Il Questore ha disposto la chiusura per dieci giorni, situazione "pericolosa per l'ordine pubblico": da un anno i residenti denunciavano.

11 settembre - Taxi abusivi: 'rastrellamenti' in stazione ed aeroporto, pioggia di denunce. Tassisti senza regolare permesso 'pizzicati' mentre contrattano il prezzo delle corse. Dura repressione della Polizia municipale: multe da 1.700 a 7mila euro, auto confiscate e patenti di guida ritirate

5 settembre - Inseguimento al q.re Navile, piomba con la sua auto dentro al mercato Navile. E' un italiano: senza patente e senza assicurazione, stava scappando da un controllo dei vigili urbani. Arrestato.
5 settembre - Tenta suicidio in via Ugo Bassi: si sdraia sulla carreggiata, salvato da tre vigili in moto. Un ventenne, in cura ai servizi psichiatrici, ha tentato il suicidio, ma tre agenti di polizia municipale hanno bloccato il traffico e sono riusciti a calmarlo

24 agosto - Montagnola: si masturba davanti a due ragazze, denunciato 60enne. Si dirige verso le sfortunate ragazze e si masturba, ma i vigili lo notano e lo fermano in Piazza XX Settembre.

17 luglio, dopo lungo inseguimento, fermati due giovanissimi a bordo di un motorino rubato. Denunciati i due ragazzi, uno era minorenne 

12 luglio - Minacce a Virginio Merola. sotto tutela, indaga la Digos.Telefonate minatorie al sindaco di Bologna che sarà accompagnato per alcuni spostamenti concordati dalla polizia municipale

21 giugno - La polizia municipale arresta 3 pusher per spaccio e detenzione di droga. Continua la lotta allo spaccio di droga nel capoluogo emiliano

20 marzo - Cristoforo Colombo: municipale ferma ricettatore con 100 kg di rame. Una pattuglia della Municipale ha bloccato due persone che trasportavano cavi di rame: il primo è fuggito, bloccato un 40enne bolognese

7 marzo - Tre minori scomparsi da Livorno: trovati a Bologna. Due ragazze di 14 anni accompagnate da un amico di 16 sono scomparsi da Livorno ieri mattina, dopo aver saltato la scuola. Avvistati alla coop di piazza dei Martiri, ora trovati a Bologna.

Ho tralasciato poi gli incidenti rilevati, i controlli sui pubblici esercizi, i pirati della strada individuati, i controlli antiprostituzione e i minori assistiti, gli edifici controllati o i pazienti con problematiche mentali accompagnati in ospedale...insomma tutta quell'infinità di funzioni che svolgiamo quotidianamente.
Come vedete, qualcosina abbiamo fatto anche noi per rendere un po' più sicura questa nostra bella città....
Ma mentre cerchiamo di fare tutto ciò, un giornalista di Repubblica può tranquillamente permettersi di scrivere banali affermazioni insincere, descrivendoci come Rambo di provincia e accusandoci di utilizzare divise che intimoriscono i cittadini....senza sollevare nessuna rimostranza o difesa da parte della cosiddetta opinione pubblica.
Vedete, quel che mi ha ferito non è tanto avere letto certe cose, ma il fatto che dopo questo articolo sia seguito un silenzio tombale, come se fosse normale sparare a zero sulla Polizia Municipale, raccontando magari bugie. Abbiamo sempre creduto e continueremo a credere ed ad operare affinché sia valida quella scritta dietro ai seggi dei giudici "la legge è uguale per tutti".
Continueremo a credere ed ad operare affinché ''la legge non si applichi per i nemici e si interpreti per gli amici'' e quindi continueremo ad lavorare nella piena trasparenza, senza farci intimorire se dall'altra parte troveremo un ex consigliere comunale, un giornalista...o un cittadino come tutti gli altri.

E avremo sempre una speranza, perché ''ci sarà pure un giudice a Berlino!''


 

 

 





domenica 20 ottobre 2013

la scomparsa di Patò



Morì Patò o s'ammucciò?
Geniale il film  del 2010 che traspone un romanzo di Camilleri in questo caso anche sceneggiatore.
Dentro c'è una Sicilia alla fine dell' 800 in un Italia con le identiche contraddizioni di sempre ma senza la devastazione economica e morale conseguente a due guerre mondiali e al fascismo.
Due poteri dello Stato insieme per risolvere il mistero della scomparsa del ragionier Patò interpretato da Neri Marcoré che chiaramente interpreta solo una parte marginale nella vicenda.
Bravi i due protagonisti assoluti il maresciallo dei carabinieri Nino Frassica e il delegato della polizia di Stato Maurizio Casagrande.
Da una parte l'Italia, quella di sempre, un italietta caratterizzata dalla innata capacità di nascondere gli scandali sotto lo zerbino di casa quando riguardano qualcuno vicino ai potenti.
Camilleri è abilissimo a descrivere luoghi a lui familiari e consuetudini borghesi fra donne frustrate circondate da bambole inquietanti e mariti  che non si accorgono di essere raggirati dalla propria moglie e dal suo amante.
Al di là della storia che alla fine è una vicenda di liberazione di due borghesi dai vincoli di una società soffocante e impregnata di ipocrisia, è bella e fantasiosa l'amicizia che nasce giocoforza fra due funzionari appartenenti a due diverse forze di polizia, una storica duplicazione di competenze  che ha caratterizzato tanto cinema italiano, la storica rivalità fra i diversi apparati dello Stato.
In realtà i due personaggi, messa da parte la consueta rivalità, riusciranno a dipanare la matassa e a capire che fine ha fatto Patò, in una ricostruzione e con uno sviluppo affascinante.
Fondamentale la ricostruzione della trasmissione di comunicazioni del periodo, fra uomini a cavallo, lettere sigillate con  ceralacca, treni, navi e giorni di attesa fra un dispaccio e l'altro.
Non era forse più in sintonia con l'armonia del mondo quella lentezza di comunicazione?
Non è forse troppo nevrotica e veloce la nostra attuale possibilità di interazione con il mondo?
Il film è su sky

martedì 15 ottobre 2013

sapessi com'è strano ... ritrovarsi a Milano






L'ultima visita a Milano risale agli anni 70, ero giovane, e partecipai a una manifestazione antifascista, eravamo in tantissimi, non come oggi che alle manifestazioni si vedono poche centinaia di giovani pallidi e confusi che non sanno bene dove collocarsi. Allora avevamo  idee precise, passando per piazza San Babila si urlavano slogans e cosucce tutte dolci, come potete immaginare.
Allora ero un adolescente di sinistra oggi sono un quasi vecchio super partes, con poca nostalgia e un'idea buffa in testa, per rivedere Milano c'è voluto un premio letterario giocoso, e poco impegnativo,  in una bella Feltrinelli di via Manzoni.
Ho preso un treno, la metro e sono sbucato nella piazza del Duomo come una talpa che ritrova la luce dopo lunga immersione e ho trovato il Duomo magnifico, e la piazza pedonalizzata, perché negli anni 70 non credo lo fosse.
Sono arrivato alla conclusione che erano quasi 40 anni che non venivo a Milano e mi mancava, e probabilmente mi mancherà di nuovo da oggi in poi, perché è una città affascinante, a Milano ci sono tante librerie e grandi case editrici, c'è la Mondadori, c'è il fantasma del successo, c'è una strana luce che fa capolino dentro l'imponenente galleria, con i negozi Prada e i poliziotti con la sciabola e la gente, tanta gente che passeggia nel tempio della ricchezza perduta, del successo solo sognato, della produttività e della competitività. La nostra città più europea forse, in placida concorrenza con la più sobria Torino, ricca di contraddizioni, ma sempre molto affascinante.
Ci voleva un gioco di società come il premio al quale ho partecipato per farmi salire sul mio macinino e arrivare fino a Milano, ho perso il premio, ho ricevuto una critica entusiasmante da un linguista che non conoscevo, Claudio Ceriani, che ancora ringrazio e che ha in comune con me la passione per l'hard boiled, ho constatato che alla Feltrinelli di via Manzoni non avevano neanche uno dei miei sei libri pubblicati, neppure un libro di Eclissi e ciò mi ha spiacevolemente sorpreso e mi sono reso conto che fra il mio mestiere di scrittore e il successo c'è sempre di mezzo una capitale dei sogni inarrivabili come Milano che mi ricorda quanto è distante la Mondadori  per un piccolo scrittore della bassa come me.
Ma io ringrazio e sospiro come uno spasimante respinto, perché :

Lassa pur ch'el mond el disa | ma Milan l'è un gran Milan | Pòrta Cicca e la Bovisa | che d'intorni pròpi san | e la nebbia che bellezza, | la va giò per i polmon.Giovanni D'Anzi

sabato 12 ottobre 2013

Lupi neri su Bologna a Orasenzombra

 Vi propongo sotto la recensione integrale dell'amico Emiliano Bezzon, che non ho mai incontrato ma che continua ad onorarmi con le sue splendide e puntuali recensioni se volete scoprire anche il web magazine nel quale scrive cliccate qui


 

 





(di Emiliano Bezzon) Un poliziotto muore e sulla rete compare un sito clandestino e inquietante "www.cacciallosbirro.com", in cui si annunciano i bersagli di una misteriosa organizzazione che sta seminando il panico tra i poliziotti e sta gettando i semi di un inquietudine più ampia e generalizzata. Le indagini, serrate, dure e sempre ai limiti della legalità, sono condotte da due sbirri, legati anche da un particolare rapporto di amicizia. La verità che va via via dipanandosi è allarmante: si torna, ancora una volta, ad una delle pagine più nere della storia recente di questo Paese e cioè ai fatti del G8 di Genova... . tra centri sociali e gruppi antagonisti si sono incuneate organizzazioni particolari e sono sicuramente entrati in gioco anche i servizi segreti di diversi Paesi, in una guerra che è continuata anche negli anni a seguire. È appassionante, a tratti quasi angosciante, leggere di intrecci tra politica, servizi, polizia e gruppi antagonisti, tutti, probabilmente inconsapevoli, pedine nelle mani di un manovratore occulto.
Il romanzo è un crescendo di tensione, che culmina con la scena apocalittica di una città invasa da centinaia di migliaia di manifestanti pronti a sovvertire ogni cosa, mentre la rete ha paralizzato i flussi di informazione e comunicazione, creando una situazione di assoluta fragilità e vulnerabilità delle istituzioni e della stessa democrazia, fino alla soluzione finale, imprevista e imprevedibile.
Il ritmo narrativo è notevole, la descrizione investigativa puntuale e precisa, l'azione incalzante e spietata.
L'epilogo è drammatico, eppure si ha come l'impressione di un dejavù...e la cosa più inquietante è proprio questa, cioè la consapevolezza di vivere in un equilibrio precario, che rimane tale per volontà di occulti poteri, che continuano a giocare un'interminabile partita a scacchi, che lascia cadaveri e disordini sul campo; ma è nel caos, nella violenza e nell'incertezza che i signori del male coltivano al meglio i propri interessi, sopra le teste di intere nazioni, inconsapevoli del loro ruolo di strumenti.
Questo è il quinto romanzo di Massimo Fagnoni, cinquantaduenne bolognese con laurea di filosofia in tasca e la grinta di chi continua a scegliere la vita dello sbirro di strada.

Autore: Massimo Fagnoni
Editore: Minerva Edizioni
Data di Pubblicazione: Aprile 2013
Pagine: 256
Prezzo: € 15.00

martedì 8 ottobre 2013

Southland



Southland.
Mi spiace essere arrivato lungo con questa serie televisiva in onda su Axn perché è ben fatta anche se non esclusiva o innovativa, si parla della vita di alcuni poliziotti americani in servizio a Los Angeles, si parla del lavoro di strada e a parte il livello di scontro, determinato da un livello di violenza non comparabile fra i due paesi, il nostro lavoro di agenti della Polizia Locale è assolutamente identico, e qualcuno non ci crederà e sorriderà, ma quel qualcuno non conosce il nostro lavoro.
In un episodio una pattuglia entra nella villetta di un anziano e lo trova morto sulla poltrona del salotto buono, in  divisa militare, suicida. Ci sono i problemi fa bande rivali, gli scontri a fuoco, ma anche le liti familiari, i problemi degli agenti fra alimenti per i figli e difficoltà economiche.
E' una fiction realistica, abbastanza realistica, quanto può esserlo una fiction, utilizza pochi personaggi, efficaci e credibili, non è la prima esperienza di poliziesco visto dall'ottica di noi uomini in divisa, il famoso  The district o lo storico hill street giorno e notte rimangono esempi spettacolari di polizieschi come Nypd e anche in parte Law & Order.
Nel mondo occidentale le nostre storie si avvicinano, si toccano, a volte collimano, lasciate da parte le armi, le regole d'ingaggio, e le differenze socio ambientali, quando hai una divisa e ti muovi in una città europea o americana, è solo questione di tempo ma prima o poi dovrai essere pronto a tutto, al disagio, alla sofferenza alla violenza inaspettata e insensata, non puoi scappare e allora se ti piace, come piace a me, il nostro lavoro, non puoi non sentirti a casa mentre guardi quei poliziotti in una fiction televisiva, aggirarsi in attesa della  prossima chiamata per affrontare l'imprevisto, un incidente, un tso, una rissa, una rapina, e in questo vorticoso tentativo di fare la cosa giusta e nella adrenalina che scorre veloce devi cercare la forza del lavoro in divisa sempre per servire, sempre per difendere chi nelle nostre città si affida a te  e spera di essere difeso.

domenica 6 ottobre 2013

Che tempo che fa






Il tempo intanto fa schifo e intendo quello meterologico, piove oggi 6 ottobre e pioveva ieri e pioverà domani.
E' normale, autunno, tempo da funghi, caldarroste e serate con gli amici davanti al camino.
Io il camino c'è l'ho solo virtuale, una simpatica applicazione del mio smart tv, non emana calore ma riproduce i suoni del crepitio della legna che arde.
E' tutto più o meno virtuale oggi, soprattutto quando non hai amici e camino e anche Che tempo che fa è diventata una trasmissione virtuale per me, virtualmente di sinistra ma con teneri ammiccamenti alla destra, quella intellettuale, chiaramente, quella pulita.
Perché Che tempo che fa produce cultura, quella vera, quella che si vende, che riempie le classifiche delle vendite librarie, o delle vendite discografiche, quelle delle rassegne importanti, dei veri vip odierni.
Non esiste la cultura popolare e ne sono convinto anch'io, per fare cultura, per monetizzarla e trasformarla in oro, bisogna coltivarla dove nasce la ricchezza, dove nascono le persone che contano davvero, e non esiste più destra, sinistra, sono solo definizioni come in un gioco di ruolo.   L'ultimo personaggio che incarnava la contrapposizione destra sinistra, sta tramontando definitivamente, non esisterà più una reale differenziazione di ruoli.
Ieri sera c'era Eco a Che tempo che fa e Messner, in un certo senso due inarrivvabili, irraggiungibili.
Il primo,  Eco , incarna l'intellettuale globale, semiologo, filosofo, scrittore, docente, ha ricevuto tutti i premi possibili, è l'intellettuale.
L'altro Messner è alpinista, esploratore, scrittore, inventore di stli di scalata, in un certo senso filosofo, ha scalato tutte le vette più alte del mondo.

Due personaggi quasi mitici per il pubblico televisivo del sabato sera. Quando guardo Che tempo che fa mi sento piccolissimo, marginale, inutile, sacrificabile, e non ditemi che è solo un problema mio, è quel modello televisivo, quel modello culturale, che  induce complessi di inferiorità. Che tempo che fa è il salotto degli dei, il luogo frequentato dalla gente che conta e che già oggi venderà bene il proprio prodotto, un libro, un disco, o magari un'idea, perché quella trasmissione è uno dei migliori veicolatori di consigli per gli acquisti di prodotti culturali del nostro paese.

Se mi piacerebbe essere suo ospite?
Sicuramente.
Forse la mia carriera di scrittore decollerebbe, o forse si fermerebbe definitivamente, ma che ne parliamo a fare? Visto che non ne ho la minima possibilità posso continuare a guardarla da lontano come da una remota galassia delle opportunità differenziate, da una parte la cultura virtuale della televisione che conta e che ancora produce ricchezza, dall'altra noi, il popolo che la televisione la guardiamo e la subiamo, comprando  prodotti che a volte non siamo neanche in grado di decifrare.

venerdì 4 ottobre 2013

the bridge



The Bridge . Wikipedia racconta che questa serie americana è il remake di una serie scandinava, è ancora in corso e quindi non so come finirà, posso però cominciare a fare alcune veloci considerazioni.

I due interpreti principali sono bravi, la poliziotta psicotica causa trauma familiare è l'algida e bella, a chi piace il genere, Diane Kruger,  il poliziotto messicano è interpretato dall'attore messicano Demian Bichir, che non conoscevo, l'altro attore più famoso, non fosse altro per la sua splendida interpretazione nel Silenzio degli innocenti, è Ted Levine.

La storia prende spunto, e non è una novità, dallo stillicidio di sparizioni di giovani donne che avviene da tempo ai confini fra Messico e Stati Uniti, ma il giallo/noir si sviluppa soprattutto sulla vicenda personale dei protagonisti che in parte sono involontariamente responsabili di ciò che avviene.
L'atmosfera è perfetta, come le musiche, creano la giusta tensione emotiva e la partecipazione dello spettatore nei confronti di una realtà socio ambientale messicana davvero faticosa, diciamo che non sarà la meta dei miei prossimi viaggi, e non è una grande pubblicità ciò che si vede nella fiction.

Al momento siamo credo a buon punto dello sviluppo della trama e devo essere sincero, alcuni passaggi sono stati descritti in maniera un po' affrettata, e lo svelamento della situazione lascia un po' perplessi, credo alla fine che il noir debba avere un carattere di realismo per essere avvincente, o deve essere davvero ineccepibile per altri aspetti.
A questo ponte manca qualche pezzo, ma si regge comunque sulle sue gambe grazie a una discreta sceneggiatura e alla buona prova dei protagonisti.
Attendo la conclusione per decidere il voto.
Su Sky